le nuove modalità di apprendimento

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Considerata la mia età - 10000 anni meno di Luisa, a dispetto della mummia :paura: -, mi colloco a buon diritto tra coloro che aborriscono ogni forma scritta di istruzione per l'uso; mi è sempre stato naturale, spontaneo, dedicarmi ad una qualunque macchina e farla funzionare senza alcun ausilio esterno: un telefonino, un computer, tutto quanto la multimedialità offra, a me serve solo del tempo, e (forse) quel pizzico di audacia utile a non retrocedere dinnanzi alle prime avvisaglie di pericolo. Insomma, una propensione del tutto congenita, come la vedo, ben anche più elevata che in me, in buona parte dei mie coetanei.

Ragione principale di un rifiuto così netto all'istruzione cartacea non è solamente, o non sempre almeno, vera e propria indipendenza; spesso è effetto di ben altra causa: difficilmente l'orgoglio potrebbe portarmi a dire 'ho fallito', la necessità di quell'apparecchio in casa o nella vita non può in alcun modo costringermi a penose prostrazioni davanti ai fogli chiarificatori, sarebbe come accettare la sconfitta, come ammettere di non possedere le capacità adeguate a comprendere autonomamente il funzionamento. Preferisco tentare finché non funziona, o esplode. Zef, lo so che mi capisci. :mrgreen:

Non che questo interessi, od abbia improvvise mire egocentriche: era chiesto ai fini della statistica.

Venendo a noi. Come già ragionava Luisa, da quando il mondo è mondo, o meglio, da quando vita è vita, la natura modifica intrinsecamente le specie, le rende, mediante modifiche fisiche evidenti o lantenti ed interiori, sempre più adatte all'ambiente loro circostante e dunque, per quello che il fine supremo della vita stessa, alla sopravvivenza, alla conservazione: la gazzella nel tempo sarà sempre più veloce, ed il leone di conseguenza anch'esso dovrà adeguare muscoli e vista, e dovrà dotarsi di un cervello più potente in grado di coordinare armonicamente la funzione motoria [da buon spirito matematico, mi chiedo la risultante di tale processo per un tempo infinito, ma va beh]. E' assodato, l'evoluzione coinvolge tutti, uomini compresi.
Jung, durante le sue conferenze, parlò addirittura di inconscio collettivo, di un sedimento oscuro ed impenetrabile della e nella psiche, l'ultimo inaccesibile grandino della coscienza, tale che all'interno vi venissero registrate le regole fondanti di una civiltà; i suoi sviluppi interessano assai poco in questo contesto, ma presumo il concetto possa essere utile se non a spiegare, almeno a notare come durante la storia il problema di certa 'eredità delle specie' sia stato preso seriamente in considerazione. Ora, che sia un fenomeno prettamente psicologico del tipo appena descritto, od una mera grandezza biologico/fisica misurabile, o, come credo, entrambe, sta di fatto che esiste da sempre una certa memoria delle abilità proprie di una specie, una economia delle 'istruzioni per l'uso' delle quali siamo già forniti al momento della nascita - l'istinto.

Pare che il cervello dei nuovi nati sia stia evolvendo [mentre la bocca rimpicciolisce]; non hanno alcuna difficoltà con i congegni di nuova generazione, per descrivere la loro rapidità di acquisizione cognitiva di informazioni è stato coniato il termine 'multitasking', ovvero molteplici attività contemporaneamente, ed il sistema nervoso è in grado di reggerle tutte insieme. Probabilmente l'abilità verso i prodotti della multimedialità è solamente indice di una più estesa capacità intellettiva, riscontrabile in futuro. Avendo noi fondato il nostro impero sulla natura tramite la ragione, è lecito supporre che innanzi a tutte le altre qualità, sia proprio questa a venire potenziata sempre più, in osservanza allo statuto dei viventi, posto da sempre da madre natura.
 

mame

The Fool on the Hill
Considerata la mia età - 10000 anni meno di Luisa, a dispetto della mummia :paura: -, mi colloco a buon diritto tra coloro che aborriscono ogni forma scritta di istruzione per l'uso; mi è sempre stato naturale, spontaneo, dedicarmi ad una qualunque macchina e farla funzionare senza alcun ausilio esterno: un telefonino, un computer, tutto quanto la multimedialità offra, a me serve solo del tempo, e (forse) quel pizzico di audacia utile a non retrocedere dinnanzi alle prime avvisaglie di pericolo. Insomma, una propensione del tutto congenita, come la vedo, ben anche più elevata che in me, in buona parte dei mie coetanei.

Ragione principale di un rifiuto così netto all'istruzione cartacea non è solamente, o non sempre almeno, vera e propria indipendenza; spesso è effetto di ben altra causa: difficilmente l'orgoglio potrebbe portarmi a dire 'ho fallito', la necessità di quell'apparecchio in casa o nella vita non può in alcun modo costringermi a penose prostrazioni davanti ai fogli chiarificatori, sarebbe come accettare la sconfitta, come ammettere di non possedere le capacità adeguate a comprendere autonomamente il funzionamento. Preferisco tentare finché non funziona, o esplode. Zef, lo so che mi capisci. :mrgreen:

Non che questo interessi, od abbia improvvise mire egocentriche: era chiesto ai fini della statistica.

Venendo a noi. Come già ragionava Luisa, da quando il mondo è mondo, o meglio, da quando vita è vita, la natura modifica intrinsecamente le specie, le rende, mediante modifiche fisiche evidenti o lantenti ed interiori, sempre più adatte all'ambiente loro circostante e dunque, per quello che il fine supremo della vita stessa, alla sopravvivenza, alla conservazione: la gazzella nel tempo sarà sempre più veloce, ed il leone di conseguenza anch'esso dovrà adeguare muscoli e vista, e dovrà dotarsi di un cervello più potente in grado di coordinare armonicamente la funzione motoria [da buon spirito matematico, mi chiedo la risultante di tale processo per un tempo infinito, ma va beh]. E' assodato, l'evoluzione coinvolge tutti, uomini compresi.
Jung, durante le sue conferenze, parlò addirittura di inconscio collettivo, di un sedimento oscuro ed impenetrabile della e nella psiche, l'ultimo inaccesibile grandino della coscienza, tale che all'interno vi venissero registrate le regole fondanti di una civiltà; i suoi sviluppi interessano assai poco in questo contesto, ma presumo il concetto possa essere utile se non a spiegare, almeno a notare come durante la storia il problema di certa 'eredità delle specie' sia stato preso seriamente in considerazione. Ora, che sia un fenomeno prettamente psicologico del tipo appena descritto, od una mera grandezza biologico/fisica misurabile, o, come credo, entrambe, sta di fatto che esiste da sempre una certa memoria delle abilità proprie di una specie, una economia delle 'istruzioni per l'uso' delle quali siamo già forniti al momento della nascita - l'istinto.

Pare che il cervello dei nuovi nati sia stia evolvendo [mentre la bocca rimpicciolisce]; non hanno alcuna difficoltà con i congegni di nuova generazione, per descrivere la loro rapidità di acquisizione cognitiva di informazioni è stato coniato il termine 'multitasking', ovvero molteplici attività contemporaneamente, ed il sistema nervoso è in grado di reggerle tutte insieme. Probabilmente l'abilità verso i prodotti della multimedialità è solamente indice di una più estesa capacità intellettiva, riscontrabile in futuro. Avendo noi fondato il nostro impero sulla natura tramite la ragione, è lecito supporre che innanzi a tutte le altre qualità, sia proprio questa a venire potenziata sempre più, in osservanza allo statuto dei viventi, posto da sempre da madre natura.

Guarda che il multitasking le donne lo fanno dai tempi delle caverne, quando impastavano il pane con un braccio, tenevano un figlio con l'altro, con un piede separavano gli altri due figli che litigavano e con l'altro piede tenevano la matassina a un'altra donna che tesseva con una mano, teneva un figlio con.......

Se arrivi ai tempi moderni, metti un figlio in una mano, il telefono nell'altra, con il piede si apre il forno......
:mrgreen:
 

Zefiro

da sudovest
l'asso nella manica

By Asiul: (…)C'è sempre stata una diversità di apprendimento nella specie umana oggi si manifesta in questi due modi da te descritti. Il desiderio di conoscere e di ricercare l'ausilio della scrittura credo sia dovuta ad una fame di sapere propria dell'essere evoluto, quella di cercare il contatto diretto è una caratteristica del bambino. E' da qui che nasce tutto, dal bambino (…)

By D=i/1 : (…) Venendo a noi. Come già ragionava Luisa, da quando il mondo è mondo, o meglio, da quando vita è vita, la natura modifica intrinsecamente le specie, le rende, mediante modifiche fisiche evidenti o latenti ed interiori, sempre più adatte all'ambiente loro circostante e dunque, per quello che il fine supremo della vita stessa, alla sopravvivenza, alla conservazione (…) Ora, che sia un fenomeno prettamente psicologico del tipo appena descritto, od una mera grandezza biologico/fisica misurabile, o, come credo, entrambe, sta di fatto che esiste da sempre una certa memoria delle abilità proprie di una specie, una economia delle 'istruzioni per l'uso' delle quali siamo già forniti al momento della nascita - l'istinto (…) Probabilmente l'abilità verso i prodotti della multimedialità è solamente indice di una più estesa capacità intellettiva, riscontrabile in futuro. Avendo noi fondato il nostro impero sulla natura tramite la ragione, è lecito supporre che innanzi a tutte le altre qualità, sia proprio questa a venire potenziata sempre più, in osservanza allo statuto dei viventi, posto da sempre da madre natura(…)

Trovo ben vere queste due considerazioni che personalmente mi sento di quotare. Mi ha sempre impressionato molto per esempio l’istinto innato alla suzione dei neonati: cercano il capezzolo senza che nessuno glielo abbia mai insegnato, arrivano già con questa abilità. Nel nostro kit di partenza, nelle istruzioni per l’uso -per usare una felice espressione di D- di cui veniamo corredati alla nascita l’aspetto sensoriale (tattile-olfattivo-gustativo- etc…) ci permette in buona sostanza di sopravvivere all’impatto e prendere il via per tutto il resto. Ben vere inoltre sembrano –almeno a me- le considerazioni di questi due post sulla dinamicità evolutiva delle nostre abilità in relazione alla mutevole variabilità dell’environment esterno. In verità mi sembrano evidenti e indiscutibili, mi limito pertanto a quotarle.

Il dubbio, la voglia di riflettere invece mi rimangono se si pone mente al fatto che tutte le interazioni plurime interno/esterno in qualche modo si influenzano vicendevolmente in sistemi di azione e controreazione complicatissimi, fatti di una pluralità di stimoli multipli e variabili ed adattamenti altrettanto mutevoli (o mutanti) e complessi, che si avviluppano e concorrono l’un l’altro a definirsi e concretarsi. Una foresta di leoni e gazzelle in mutamento insomma, in cui l’indoor e l’outdoor sono strutturalmente ed indissolubilmente connessi. La riflessione ulteriore, dicevo, è in merito al particolarissimo caso di cui qui stiamo discutendo. La capacità –propria del soggetto evoluto nota acutamente Luisa- di astrazione in generale e dallo scritto ad “altro” in particolare. L’uomo ha –Dio mio come mi sento orgoglioso a scriverlo! Chè ciascuno di noi ben si conosce, si, siamo degli animali spesso, ma a volte siamo quasi dei… - accanitamente lavorato per millenni al building up di una abilità di questa portata che con il tempo si è connaturata dentro e costituisce una delle peculiarità più straordinarie della nostra razza. L’uomo non si limita ai sensi, va oltre. Si può andare ben lontano per questa via. L’uomo è capace di concepire l’infinito. Questa dunque la domanda che mi pongo, ed è una domanda vera, per sapere imparare e conoscere, -non c’è un giudizio dentro, non ancora almeno, che sono persona tecnologica assai e con la tecnologia mi guadagno la pagnotta con l’aggravante del crederci per di più- il dubbio dicevo, è se stiamo intaccando, in qualche modo pregiudicando e mettendo a rischio o semplicemente indebolendo un po’ un ganglio essenziale, una delle nostre armi migliori, il nostro vero asso nella manica.

Tempo fa lessi, mi sta venendo in mente ora mentre scrivo, un interessantissimo pamphlet sulla scuola. Di Lucio Russo “Segmenti e bastonicini” , dove l’autore con un appassionatissimo j’accuse puntava il dito proprio sulle tendenze didattiche degli ultimi decenni a concentrare nelle classi il focus –con lo pseudo obiettivo di facilitare/attualizzare/concretizzare la comprensione- su concretissimi “bastoncini” in luogo dei ben più –apparentemente- astratti “segmenti” individuando in questo passaggio cruciale l’inizio della fine. Qs autore tra l’altro indica, con argomentazioni a mio parere potentissime, la geometria euclidea (un piaccolo gift dalla Grecia, qui so che mi capisci tu D ) come, pur andando al ribasso, uno di quegli insegnamenti che la scuola “deve” assolutamente dare. Non “questo” triangolo e poi quest’altro e poi “quest’altro” ancora. Ma la capacità di saper elaborare in merito a “tutti” i triangoli.

By mame: (…) il multitasking le donne lo fanno dai tempi delle caverne, quando impastavano il pane con un braccio, tenevano un figlio con l'altro, con un piede separavano gli altri due figli che litigavano e con l'altro piede tenevano la matassina a un'altra donna che tesseva con una mano, teneva un figlio con.... Se arrivi ai tempi moderni, metti un figlio in una mano, il telefono nell'altra, con il piede si apre il forno… (…)

Anche in questo credo che ci sia molto di vero. Oltre all’esperienza diretta di ciascuno di noi (sul più generale tema della innata –e grazie a Dio ineffabile- abilità delle donne di lasciarci a volte assolutamente “sconcertati” mi risparmio ogni battuta :mrgreen: ) osservo che mi è già capitato di leggere da più parti che, teorie che si vanno sempre più consolidando nell’abito di coloro che studiano discipline comportamentali , individuano proprio in una più spiccata propensione al multitasking delle donne rispetto agli uomini una delle principali diversità delle modalità conoscitive e di approccio al reale tra i due sessi.

By D=i/2: (…) Preferisco tentare finché non funziona, o esplode. Zef, lo so che mi capisci. (…) Non che questo interessi, od abbia improvvise mire egocentriche: era chiesto ai fini della statistica. (…)
Alla grande ti capisco D! Mai mollare, stiamo scherzando? :wink: Per quanto riguarda il tuo contributo alla statistica D, i lettori (ed io per primo) di questo thread ringraziano. Come sempre con chi –e noi lo stiam qui facendo- fa dono di sé alla scienza. Non ci hai fatto sapere nulla però in merito al pin plin e l’Oil of olaz, altro elemento rilevante, abbiamo scoperto, ai fini del nostro indagare. L’oil of olaz! Ah! Il bello della ricerca! Non sai mai dove si andrà a parare! Nulla di grave comunque: erano info da fornire solo in via opzionale. :YY
 
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asiul

New member
Il dubbio, la voglia di riflettere invece mi rimangono se si pone mente al fatto che tutte le interazioni plurime interno/esterno in qualche modo si influenzano vicendevolmente in sistemi di azione e controreazione complicatissimi, fatti di una pluralità di stimoli multipli e variabili ed adattamenti altrettanto mutevoli (o mutanti) e complessi, che si avviluppano e concorrono l’un l’altro a definirsi e concretarsi. Una foresta di leoni e gazzelle in mutamento insomma, in cui l’indoor e l’outdoor sono strutturalmente ed indissolubilmente connessi. La riflessione ulteriore, dicevo, è in merito al particolarissimo caso di cui qui stiamo discutendo. La capacità –propria del soggetto evoluto nota acutamente Luisa- di astrazione in generale e dallo scritto ad “altro” in particolare. L’uomo ha –Dio mio come mi sento orgoglioso a scriverlo! Chè ciascuno di noi ben si conosce, si, siamo degli animali spesso, ma a volte siamo quasi dei… - accanitamente lavorato per millenni al building up di una abilità di questa portata che con il tempo si è connaturata dentro e costituisce una delle peculiarità più straordinarie della nostra razza. L’uomo non si limita ai sensi, va oltre. Si può andare ben lontano per questa via. L’uomo è capace di concepire l’infinito. Questa dunque la domanda che mi pongo, ed è una domanda vera, per sapere imparare e conoscere, -non c’è un giudizio dentro, non ancora almeno, che sono persona tecnologica assai e con la tecnologia mi guadagno la pagnotta con l’aggravante del crederci per di più- il dubbio dicevo, è se stiamo intaccando, in qualche modo pregiudicando e mettendo a rischio o semplicemente indebolendo un po’ un ganglio essenziale, una delle nostre armi migliori, il nostro vero asso nella manica.

Lucio Russo, “le continue ondate di innovazione tecnologica, che immettono nel mercato prodotti sempre nuovi, spesso basati su tecnologie raffinate, richiedono in compenso masse di consumatori ‘evoluti’, attenti cioè alle novità, capaci di mutare continuamente le abitudini di consumo, abbastanza ‘colti’ per recepire rapidamente i messaggi pubblicitari e leggere manuali di istruzioni,… In definitiva la nuova produzione, concentrata e automatizzata, richiede più conoscenze ai suoi clienti che ai suoi dipendenti.”
La grande maggioranza degli studenti finirà semplicemente con l’assumere l’uno o l’altro degli infiniti ruoli di mediazione tra produzione e consumo nati per alimentare il mercato. Le capacità e le competenze per tali ruoli sono minime e diminuiscono di anno in anno.
La società del consumo ha bisogno di una scuola che prepari consumatori, i quali possono ignorare i processi produttivi e devono concentrarsi sui processi del consumo. [...]
e ancora "Le sostituzioni di segmenti con bastoncini cominciano ad avere effetto, convincendo gli studenti dell'inutilità degli enti teorici. "

...dunque...

La risposta alla tua domanda Zef potrebbe essere un sì. Stiamo con questo tipo di "cultura", oggi usata come "colonizzazione" intaccando le capacità astrattive dell'uomo, quella sua capacità di concepire l'infinito.
Si sta mercificando la sua (non)evoluzione?
 
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Zefiro

da sudovest
Lucio Russo, (...) "Le sostituzioni di segmenti con bastoncini cominciano ad avere effetto, convincendo gli studenti dell'inutilità degli enti teorici. " ...dunque... La risposta alla tua domanda Zef potrebbe essere un sì. Stiamo con questo tipo di "cultura", oggi usata come "colonizzazione" intaccando le capacità astrattive dell'uomo, quella sua capacità di concepire l'infinito.
Si sta mercificando la sua (non)evoluzione?

Ok, vedo che conosci il testo cui facevo riferimento. Esattamente. Il mio dubbio/domanda sta proprio qui. La sostituzione dei "segmenti" con i "bastoncini" mi inquieta un po'.
 

asiul

New member
Ok, vedo che conosci il testo cui facevo riferimento. Esattamente. Il mio dubbio/domanda sta proprio qui. La sostituzione dei "segmenti" con i "bastoncini" mi inquieta un po'.

Inquieta anche me.Condivido il concetto espresso, penso che si stia veramente andando verso una predilezione per l'informatica ovvero i "bastoncini" per dirla alla Russo.
Un tempo la scuola formava l'individuo alla professionalità.Certo non era aperta a tutti, soltanto una piccola cerchia di persone poteva accedervi, ma questo spingeva l'individuo a colmare questo suo dislivello impegnandosi nell'apprendimento. Con l'istruzione di oggi, divenuta ormai di "massa", si sta perdendo questo tipo di formazione.
 
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