Ho letto questo libro tra stamani e oggi pomeriggio, non perchè sia particolarmente scorrevole o perchè tenga incollato alle pagine - la scrittura della Murgia anzi un paio di volte costringe a soffermarsi e rileggere due volte per coglierne la profondità e il senso - ma perchè questo è un libro che fa star male. Si può dire male con la M maiuscola?
Credo di non aver mai letto in vent'anni pagine più pregne, struggenti, dolorose di quelle in cui Maria assiste Tzia Bonaria bloccata nel letto e poi in coma.
Non c'è buonismo o sentimentalismo spiccio della Murgia in queste pagine, nè tantomento una morale spiattellata da un piedistallo. L'autrice non si pronuncia se sia giusto o sbagliato il ruolo dell'accabadora. A mio parere, si limita a ritrarcela magistralmente con tutto il suo dolore e lotta interiori. E a disegnare l'ineluttabile fatalità, predestinazione di quel ruolo.
Premio meritatissimo e libro da leggere assolutamente
Credo di non aver mai letto in vent'anni pagine più pregne, struggenti, dolorose di quelle in cui Maria assiste Tzia Bonaria bloccata nel letto e poi in coma.
Non c'è buonismo o sentimentalismo spiccio della Murgia in queste pagine, nè tantomento una morale spiattellata da un piedistallo. L'autrice non si pronuncia se sia giusto o sbagliato il ruolo dell'accabadora. A mio parere, si limita a ritrarcela magistralmente con tutto il suo dolore e lotta interiori. E a disegnare l'ineluttabile fatalità, predestinazione di quel ruolo.
Premio meritatissimo e libro da leggere assolutamente