Wyoming, anni '60. Jack, esuberante ed estroverso, ed Ennis, malinconico e taciturno, trascorrono un'estate insieme lavorando come guardiani di pecore sullo sfondo - (meraviglioso!) - di Brokeback Mountain. Il loro rapporto si evolve velocemente, il cameratismo si trasforma presto in un'amicizia che sfocia in un sentimento più esclusivo e più forte. Trascorsa l'estate, i due si separano e ciascuno torna alla sua vita "normale". Entrambi si sposeranno, avranno dei bambini, vivranno le loro vicissitudini familiari e non, ma senza mai, in un certo senso, rinunciare a "Brokeback Mountain", al sentimento e alla passione che li lega.
Lo sfondo da sogno di Brokeback Mountain, un non-luogo dove tutto è possibile, contrasta con "l'altro" sfondo, rappresentato da una società che rifiuta categoricamente chi non vive secondo i canoni tradizionali; colpisce, anche da un punto di vista semplicemente estetico, il continuo alternarsi dello scenario in cui hanno luogo gli incontri tra i due uomini e quello, grigio, in cui si svolge la loro vita quotidiana. Questo film possiede, secondo me, l'insolita caratteristica di raccontare la storia di un amore omosessuale utilizzando, con forza e delicatezza insieme e comunque senza cadere troppo nella retorica, uno schema piuttosto classico, lasciando da parte clichè e luoghi comuni.
Mi è piaciuta la descrizione di due personalità così opposte e per questo complementari: l'irruenza di Jack, che forse avrebbe il coraggio di tentare di costruire un futuro con Ennis se questi, più debole e segnato da un passato drammatico, non si tirasse indietro. Toccante e struggente la descrizione di ogni forma di dolore e delle sue manifestazioni, non solo da parte dei due protagonisti, ma anche di chi li circonda: quello più evidente e "arrabbiato" della moglie di Ennis contrapposto a quello, più sottile e mai palese, della moglie di Jack. Il senso di incompletezza e di disorientamento che inevitabilmente si accompagna ad un amore impossibile è raccontato in maniera efficace e coinvolgente. Sia per l'ambientazione che per il modo di raccontare la forza di un sentimento, mi ha ricordato vagamente "I ponti di Madison County" di Clint Eastwood. Lacrimuccia finale. Bello e intenso.
Lo sfondo da sogno di Brokeback Mountain, un non-luogo dove tutto è possibile, contrasta con "l'altro" sfondo, rappresentato da una società che rifiuta categoricamente chi non vive secondo i canoni tradizionali; colpisce, anche da un punto di vista semplicemente estetico, il continuo alternarsi dello scenario in cui hanno luogo gli incontri tra i due uomini e quello, grigio, in cui si svolge la loro vita quotidiana. Questo film possiede, secondo me, l'insolita caratteristica di raccontare la storia di un amore omosessuale utilizzando, con forza e delicatezza insieme e comunque senza cadere troppo nella retorica, uno schema piuttosto classico, lasciando da parte clichè e luoghi comuni.
Mi è piaciuta la descrizione di due personalità così opposte e per questo complementari: l'irruenza di Jack, che forse avrebbe il coraggio di tentare di costruire un futuro con Ennis se questi, più debole e segnato da un passato drammatico, non si tirasse indietro. Toccante e struggente la descrizione di ogni forma di dolore e delle sue manifestazioni, non solo da parte dei due protagonisti, ma anche di chi li circonda: quello più evidente e "arrabbiato" della moglie di Ennis contrapposto a quello, più sottile e mai palese, della moglie di Jack. Il senso di incompletezza e di disorientamento che inevitabilmente si accompagna ad un amore impossibile è raccontato in maniera efficace e coinvolgente. Sia per l'ambientazione che per il modo di raccontare la forza di un sentimento, mi ha ricordato vagamente "I ponti di Madison County" di Clint Eastwood. Lacrimuccia finale. Bello e intenso.
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