fabiog
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E' inverno. Che fare in campagna ? Accolgo
Il servo, che mi porta al mattino una tazza di tè,
Lo accolgo con domande : fa un pò caldo ? Si è placata la bufera ?
C'è la neve fresca o non c'è ? Si può lasciare il letto
Per la sella, o è meglio prima di pranzo
Passare il tempo con le vecchie riviste del vicino ?
Neve fresca. Ci alziamo, e subito a cavallo
Al trotto nel campo, alla prima luce del giorno;
I frustini in mano, i cani ci seguono;
Osserviamo con occhi attenti la pallida neve;
Giriamo, cerchiamo, e già si è fatto tardi;
Dopo aver mancato due lepri, torniamo a casa.
Come si sta bene ! Ecco la sera; la bufera urla;
Cupa arde la candela; il cuore si stringe, soffre;
A gocce, lentamente, inghiotto il veleno della noia.
Voglio leggere; gli occhi scivolano sulle lettere,
E i pensieri sono lontani ... Chiudo il libro
Prendo la penna, mi siedo; a forza strappo
Alla Musa addormentata parole sconnesse.
I suoni non si armonizzano ... Perdo tutti i diritti
Sulla rima, su questa mia strana ancella :
Il verso si stiracchia fiaccamente, freddo e nebbioso.
Stanco, smetto di discutere con la lira.
Vado in salotto; là sento discorsi
Sulle prossime elezioni, su una fabbrica di zucchero;
La padrona è accigliata, come il tempo,
Muove frenetica i ferri da calza d'acciaio,
Oppure fa il solitario, chiede un responso al re di quadri.
Angoscia ! Così i giorni trascorrono in solitudine !
Ma se , verso sera, nel triste villaggio,
Mentre io in un angoletto gioco a dama,
Arriva di lontano in carro o slitta
Una famiglia inattesa : una vecchietta, due signorine
( Di bianca pelle, du sorelline slanciate e belle )
Come si arriva allora lo sperduto luogo !
Come la vita si fa piena, Dio mio !
All'inizio sguardi attenti e sfuggenti,
Poi poche parole, poi conversazioni,
E quindi anche un ridere tra amici, e canti di sera,
E arditi valzer, e un mormorio dietro il tavolo,
E languidi sguardi, e sventati discorsi,
Sulla stretta scaletta prolungati incontri;
E la ragazza al crepuscolo va sul terrazzino :
Il colo è scoperto, e il petto, e la bufera le va in faccia !
Ma le tempeste del nord non sono nocive a una rosa russa.
Come avvampa e brucia caldo il bacio nel gelo !
Come la fanciulla russa è fresca nello spolverio di neve !
Il servo, che mi porta al mattino una tazza di tè,
Lo accolgo con domande : fa un pò caldo ? Si è placata la bufera ?
C'è la neve fresca o non c'è ? Si può lasciare il letto
Per la sella, o è meglio prima di pranzo
Passare il tempo con le vecchie riviste del vicino ?
Neve fresca. Ci alziamo, e subito a cavallo
Al trotto nel campo, alla prima luce del giorno;
I frustini in mano, i cani ci seguono;
Osserviamo con occhi attenti la pallida neve;
Giriamo, cerchiamo, e già si è fatto tardi;
Dopo aver mancato due lepri, torniamo a casa.
Come si sta bene ! Ecco la sera; la bufera urla;
Cupa arde la candela; il cuore si stringe, soffre;
A gocce, lentamente, inghiotto il veleno della noia.
Voglio leggere; gli occhi scivolano sulle lettere,
E i pensieri sono lontani ... Chiudo il libro
Prendo la penna, mi siedo; a forza strappo
Alla Musa addormentata parole sconnesse.
I suoni non si armonizzano ... Perdo tutti i diritti
Sulla rima, su questa mia strana ancella :
Il verso si stiracchia fiaccamente, freddo e nebbioso.
Stanco, smetto di discutere con la lira.
Vado in salotto; là sento discorsi
Sulle prossime elezioni, su una fabbrica di zucchero;
La padrona è accigliata, come il tempo,
Muove frenetica i ferri da calza d'acciaio,
Oppure fa il solitario, chiede un responso al re di quadri.
Angoscia ! Così i giorni trascorrono in solitudine !
Ma se , verso sera, nel triste villaggio,
Mentre io in un angoletto gioco a dama,
Arriva di lontano in carro o slitta
Una famiglia inattesa : una vecchietta, due signorine
( Di bianca pelle, du sorelline slanciate e belle )
Come si arriva allora lo sperduto luogo !
Come la vita si fa piena, Dio mio !
All'inizio sguardi attenti e sfuggenti,
Poi poche parole, poi conversazioni,
E quindi anche un ridere tra amici, e canti di sera,
E arditi valzer, e un mormorio dietro il tavolo,
E languidi sguardi, e sventati discorsi,
Sulla stretta scaletta prolungati incontri;
E la ragazza al crepuscolo va sul terrazzino :
Il colo è scoperto, e il petto, e la bufera le va in faccia !
Ma le tempeste del nord non sono nocive a una rosa russa.
Come avvampa e brucia caldo il bacio nel gelo !
Come la fanciulla russa è fresca nello spolverio di neve !