Sarò banale ma mi sento un po' intimidito all'idea di recensire i classici. Questa è per una rilettura, anche se ho notato (con piacere) che ricordavo molto meno di quanto pensassi. Avevo visto l'adattamento del 2005 con Keira Knightley giorni fa e mi è venuta voglia di rileggerlo.
I personaggi sono tanti e vari. Oltre le 5 sorelle, le quali già rappresentano un bell'insieme di caratteri diversi, ci sono i due genitori delle giovani Bennet, mr. Bingley e mr. Darcy, anche loro in qualche modo caratteri diversi (se non in alcuni punti antitetici) che tendono di continuo a confrontarsi nella mente del lettore, e molti altri più o meno minori.
Quello che mi piace di questo romanzo è che riesce a rappresentare non solo diversi aspetti dell'amore ma anche del carattere umano, e in particolare l'orgoglio e il pregiudizio che danno il titolo al romanzo, qui personificati da due personaggi di cui non dirò il nome per chi non l'avesse ancora letto. I due protagonisti sono alla fine il fulcro della storia, ma l'autrice dedica comunque tempo a delineare un'altra storia d'amore e diverse vicende di alcuni dei personaggi, che si possono seguire di per sé o come "chiave di lettura" della storia principale.
Non sono capace di entrare nel valore letterario di questo romanzo, che posso solo "sentire" da lontano, ma mi piace il modo in cui la Austen affronta il tema dell'amore (troppo spesso banalizzato, ridicolizzato o fin troppo semplificato e pieno di luoghi comuni) e crea una storia in sé semplice ma con mille sfaccettature diverse. Ci si può fermare soltanto alla trama o seguire i vari personaggi e il modo in cui interagiscono, le loro reciproche differenze e somiglianze, oltre alle differenze di cultura, intelligenza e ricchezza (senza voler dare un senso dispregiativo a nessuna delle tre) che sono comunque caratteristiche di quell'epoca (o di tutte, in modi sempre diversi).
Un'altra cosa piacevole sono, oltre allo stile narrativo dell'autrice, le sue riflessioni, ben nascoste nell'opera o messe in bocca a questo o quel personaggio. Non pretendo di capire cosa sia fantasia e cosa sia un messaggio che l'autrice vuole trasmettere al lettore, ma a volte si ha proprio la sensazione che una frase risalti, che voglia essere riletta e meditata.
Va detto infine che, a prescindere dal lettore finale a cui la storia può essere destinata (che secondo me non è limitato alle sole donne), è un romanzo che parla di donne, e lo fa secondo me in modo molto positivo ed efficace, dando un ruolo attivo alla protagonista, rendendola una persona capace di pensare, desiderare (anche al di fuori dei canoni che la società le può imporre), evolversi, senza mai cadere nei cliché del genere romantico né risultare eccessivamente femminista o critica (perché altrettanto si evolve il protagonista maschile della storia).
Voto: 4,5 su 5