È il secondo romanzo che leggo di Jane Austen, e anche se Orgoglio e pregiudizio mi è piaciuto di più sia per la storia che per i personaggi, anche questo è stato una piacevole lettura.
Lo stile è lo stesso, ma in questo caso l'autrice fa un passo avanti e si fa sentire di più, mostrandoci meglio il suo punto di vista sull'amore.
Anche in questo caso i protagonisti devono migliorarsi un po' prima di riuscire a raggiungere ciò che vogliono, ma stavolta la protagonista fa un passo in più, quasi emancipandosi dalla famiglia e forse dalla società che la circonda. Ed è un passo importante, specie se la compariamo alla protagonista di Orgoglio e pregiudizio, Elizabeth.
Anne, la protagonista di Persuasione (che, per inciso, è solo il titolo postumo dato all'opera), non solo cresce rispetto all'inizio del romanzo ma ci rende partecipi del punto di vista dell'autrice sulla donna e sull'amore. Se la donna viene spesso vista (dagli uomini, ma anche per abitudine dalle stesse donne) come un essere che può solo cercare un marito e da lui lasciarsi portare "a braccetto", dipendendo da lui in ogni cosa, dandogli dei figli (e che siano maschi, eh!) e badando alla casa, mentre le viene spesso tolta ogni prerogativa di acculturarsi, mostrare la propria intelligenza, ecc., in questo romanzo l'autrice ci dice che no, non dev'essere per forza così.
Riguardo all'amore, in un punto la protagonista dice:
"Noi non vi dimentichiamo così presto come invece accade a voi. Forse è il nostro destino, piuttosto che il nostro merito."
Se anche oggi le cose sono cambiate, e la parità dei sessi (purtroppo ancora solo presunta in tante cose) ha mischiato le carte in tavola, resta vero che, uomo o donna, amare davvero può diventare un vero investimento, ma quando lo è solo da parte di uno dei due, l'effetto si vede chiaramente quando si è costretti a dimenticare, perché uno dei due ci riesce facilmente, l'altro può solo rassegnarsi a provare e riprovare.
Voto: 4 stelle su 5