da Il Gazzettino
LA "QUERELLE" CON FRANCO MIOTTO
De Luca: «Quella storia
viene dalla mia esperienza»
Lo scrittore si spiega: «Non ho letto
il libro della Mandrino, l’avrei citato»
Venerdì 15 Gennaio 2010,
È appena rientrato dalla Spagna. E non sa nulla dei j’accuse che girano in questi giorni sui blog. Erri De Luca, annoverato fra gli scrittori di punta della narrativa italiana e non solo, non ha ancora letto l’articolo del Gazzettino in cui l’alpinista bellunese Franco Miotto sostiene che le vicende narrate nel libro “Il peso della farfalla” (Feltrinelli) troppo assomiglino a quelle biografiche raccolte da Luisa Mandrino nelle pagine di “La forza della Natura” (Cda & Vivalda). Tanto da far gridare al “calco”.
«Non ho nulla da dire, non lo considero un problema, può esserlo per altri ma non è mio» si schiva De Luca. Che poi si fa riassumere la questione e, per nulla toccato, risponde alle domande di fila: «Non ho letto il libro della Mandrino. Se prendo informazioni da un altro testo lo cito sempre volentieri, lo avrei fatto pure in questo caso. Che alcuni passi riguardassero Miotto, che non mi pare di conoscere, l’ho saputo ora».
Lo scrittore napoletano va giù chiaro sul ruolo che nella cultura di tutti i tempi ha ricoperto la tradizione orale: «Ho ascoltato e nei racconti, di cui non ho preso appunti, i protagonisti erano uomini senza nome, cognome ed indirizzo. Anche la Bibbia è stata tramandata oralmente, prima di essere scritta. Così girano tante storie di cacciatori e camosci morti». Gli viene in mente, a tal proposito, di aver ricevuto di recente una mail da una guida alpina svizzera che gli comunica di aver recuperato un vecchio cacciatore trovato morto, in fondo ad un vallone, con un camoscio sulle spalle.
Nel libro “Il peso della farfalla” De Luca narra appunto le vicende in cui si intrecciano le vite di un uomo e di un camoscio: «Non esiste l’esclusiva per queste storie che provengono dalla mia frequentazione di bestie e persone di montagna». Montagna che vuol dire Alpi, ma anche Dolomiti bellunesi visto che due anni fa, per dirne una, Erri De Luca ha scalato in giornata la parete nord dell’Agner. Insomma di re dei camosci ne ha conosciuti molti. Come ci sono molti montanari o bracconieri che amano raccontare l’impresa «mettendoci qualche balla che, alla fine, fa parte della magnifica macchina del narrare».
Accuse tutte rispedite al mittente. Con un'aggiunta: «Paradossalmente – chiude De Luca – pensavo di scrivere la variante montanara de “Il vecchio e il mare”».