Frank, Anna - Diario

Spilla

Well-known member
Anna va ancora fatta conoscere. Il suo è uno dei libri che ancora oggi i ragazzi riescono ad amare. In tutto questo c'è un perché.
 

selen

Member
E' il mio primo diario.
Mi è piaciuto moltissimo nella sua semplicità.
Le sue pagine non mi hanno trasmesso sentimenti troppo tristi o struggenti.Lei racconta, come solo una bambina può fare, la sua vita nell'alloggio segreto,che non è piena di avvenimenti anzi potrebbe essere come la mia o la vostra, fatta di amori e litigi. E' in guerra e la paura e la morte incombono, ma non ho percepito quest'ultimi come sentimenti dominanti nel diario, tutt'altro.
La parte, anzi la pagina più straziante è quella che non ha mai scritto.


"E la cosa migliore per chi abbia paura o si senta solo, sicuramente è uscire e andare in un luogo di completa solitudine,dove è solo con il cielo e con la natura [.....]
Fino a quando tutto ciò esiste, e credo che esisterà per sempre, io so che c'è un conforto in qualsiasi sofferenza in ogni circostanza.E credo che la natura salvi da ogni paura, che si tratti di bombe o spari"
 

velvet

Well-known member
Ovviamente conoscevo il Diario di Anna Frank, letto a scuola, a stralci.
L'ho voluto leggere da adulta e per intero.
Che dire? Anna era una ragazza sveglia e intelligente per la sua età, brava nello scrivere e nel pensare. Il diario è una testimonianza struggente perché ci fa conoscere non gli errori noti della guerra, ma il 'dietro le quinte', la vita degli ebrei nascosti angosciante per la paura e le privazioni, ma anche e soprattutto difficile nel quotidiano, perché gli uomini non possono vivere così, perché quella che sembra scorrere come una vita normale di una famiglia in realtà non è vita.
La cosa più toccante del diario è per ovvie ragioni l'incompiutezza, la sua interruzione così improvvisa e proprio in un momento di ottimismo e speranza per tutti.
 

Tanny

Well-known member
Credo che questo sia un libro da leggere a priori, oltre ad essere un atroce testimonianza della prigionia di Anne e degli altri ospiti dell'alloggio segreto, fa comprendere al lettore anche ciò che la guerra ha comportato dal punto di vista psicologico, la vita clandestina con le sue continue paure ed i suoi drammi è una parte fondamentale di questa testimonianza, ma vedo ugualmente importanti tutti i passaggi in cui Anne racconta di se stessa, dei propri problemi, della sua intimità, delle paure e dei desideri, anzi è proprio questa cosa rendere così bello (nella sua atrocità) questo libro, se gli stessi fatti fossero stati scritti da una persona più matura forse lo stile letterario sarebbe migliore, ma perderebbe della sua intensità, ciò che lo rende speciale è appunto la spontaneità con la quale vengono riportate le emozioni di una ragazzina costretta a vivere in una situazione a dir poco tremenda.
Come già detto è un libro da leggere obbligatoriamente
Voto 5/5
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Il diario di Anna Frank è uno di quei libri che desideravo leggere da sempre, ma che non trovavo mai il coraggio di affrontare. Ne avevo letto alcuni brani da ragazzina, a scuola, e l'avevo mitizzato tanto da provarne timore reverenziale. Ora che ho trovato il coraggio di leggerlo posso dire che è un libro "normale" e insieme straordinario. La sua "normalità" sta nel fatto che, apparentemente, racconta la quotidianità e le riflessioni di una ragazzina di tredici anni durante la Seconda guerra mondiale, unendosi di fatto alle tante testimonianze letterarie di quegli anni, pertanto sbagliavo io a mitizzarlo. La sua straordinarietà sta nel fatto che a scriverlo è sì, una ragazzina durante la seconda guerra mondiale, ma una ragazzina costretta a lasciare la sua casa, la scuola, le amiche, la sua vita e a trasferirsi in un rifugio, un alloggio segreto, per sfuggire alla deportazione. Qui convivrà con un'altra famiglia e con un dentista irrascibile, mangerà quel che c'è, farà i turni per il bagno, troverà il tempo e il modo per studiare e lavorare. Tutto questo, e il modo tanto naturale con cui Anna lo racconta, è straordinario. È straordinario, oltre che inconcepibile, che delle persone debbano vivere per due anni in quel modo, debbano nascondersi come topi in gabbia, devono assoggettarsi alla bontà d'animo di amici e colleghi, debbano vedersi sottratta la vita e la libertà… per un'ideologia omicida che vede nell'altro un nemico da annientare. Anna, poi, dalla sua è molto particolare: alterna un animo vivace, attivo, civettuolo ad una maturità che la fa apparire adulta e la porta ad analizzare con sorprendente consapevolezza se stessa, gli altri e ciò che accade all'esterno, nel mondo fuori dall'alloggio. Parla quasi con naturalezza di gas, campi di concentramento, persecuzioni agli ebrei, ma anche – ciò che fa più male – di speranza, di dopoguerra, di futuro. Tutte cose che purtroppo non vedrà mai: Anna morirà nel marzo 1945 in un campo di concentramento e con lei moriranno la sua giovialità, le speranze, i sogni, la voglia di amare, scrivere, vivere.
Un libro da leggere, a qualunque età.
 

Dallolio

New member
Avevo già letto questo diario due volte; la prima fu a scuola durante il biennio, ma non riuscì a comprenderne nemmeno l'essenza, e il secondo a 30 anni e ne apprezzai la profondità senza però mantenere molto di quella lettura; questa volta ho dedicato alla lettura una maggiore attenzione e scrupolo e ho compreso che in questo romanzo c'è moltissimo: l'autoanalisi di un'adolescente, unica come ciascun adolescente nella sua transizione alla vita adulta, c'è, sottotraccia, una testimonianza storica e c'è infine una commedia leggera che si interseca con la tragedia che affiora ciclicamente; pur essendo incompleto a causa della tragedia finale, ha comunque in sé tutti gli elementi di un'esperienza autenticamente umana.
 

ila78

Well-known member
Ho letto tutti i commenti di questa discussione e mi dispiace che in passato ci sia stato qualcuno che ha messo in dubbio la bellezza di queste pagine.
Il diario di una ragazzina? Sicuramente ma è una ragazzina con una capacità di analisi e di scrittura che il 99% degli adolescenti di ieri oggi e domani si sogna, e se questa ragazzina non avesse messo nero si bianco le vicende degli otto componenti dell'alloggio segreto oggi non avremmo una testimonianza lucida e perspicace di quei due anni, come ho già detto: quante menti brillanti e geniali abbiamo perso "grazie" alla follia nazista (e ad altre follie non meno deliranti)? A me basta questo per apprezzare all'infinito questo scritto e anche il fatto che leggendolo ho la sensazione che Anne si sia presa una bella rivincita, diventando immortale.
A parte questo, è un libro che va letto e riletto in diverse fasi della vita, è un diario che ci insegna la speranza in una delle situazioni più bestiali della storia. Voto 5/5. Senza se e senza ma.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Quest'anno ho deciso di leggere, in ricorrenza alla commemorazione dell'olocausto, IL diario.
È da tanto che volevo farlo ma, comparato ad altre testimonianze, mi ha sempre spaventato, per vari motivi.

Sono pagine incredibilmente belle, piene di speranza, di sogni, ma anche dei pensieri sulla vita, sull'uomo, e non per ultimo sui problemi della vita di tutti i giorni e dell'adolescenza, di una giovane ragazza costretta a vivere nascosta insieme ad altre sette persone.
I litigi, le incomprensioni, gli attriti fra caratteri diversi, fanno quasi da sfondo alla vita di una giovane che cresce, che vuole amare, essere capita, essere libera, e che stenta a capire l'orrore di ciò che la circonda, della guerra e del nazismo, che ancora ha visto solo da lontano, solo per sentito dire.

Anne è incredibilmente saggia per la sua età. Certo, i suoi sono ancora i giudizi di una ragazzina, non certo di una donna, ma più e più volte mi sono fermato a chiedermi, come sarebbe diventata negli anni, quando i pensieri troppo idealistici sarebbero stati un po' smussati dall'esperienza, dalla piena maturità?
Ma questo non vuole essere un giudizio negativo, anzi. È bello leggere ciò che scriveva ogni giorno, il suo modo di affrontare la vita e i piccoli e grandi problemi che si trova davanti. Più difficile da capire il suo rapoorto con la madre, troppo travagliato e tormentato. Mi fa sperare che alla fine, pur soffrendo, si siano lasciati riappacificati.

Più negativo è invece il commento sulla versione "editoriale" che ho letto. Avrei preferito un'edizione organizzata meglio, che raffronti i vari stadi dello sviluppo del diario, con un corredo di note e i riferimenti alle pagine originali, non ancora modificate dall'autrice quando decide di voler pubblicare i suoi racconti dell'alloggio segreto. Molto utile invece la sezione finale, anche se straziante, in cui si riassumono le poche testimonianze su ciò che accadde ad Anne e agli altri dopo la cattura.

Mi sono dilungato, ma mi accorgo di non riuscire a riassumere i miei pensieri su questa meravigliosa opera, testimonianza, e non ultimo, diario.
 
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