XXXIX GdL - Qualcuno con cui correre e Cent'anni di solitudine

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P

~ Patrizia ~

Guest
Qualcuno con cui correre

Il libro è veramente scorrevole ma non si è impossessato di me come speravo, soprattutto all'inizio. (Sto diventando troppo esigente, e anche un po' acida...)


Alcuni stralci del diario di Tamar, riflessioni già sentite ma comunque intense e vere. Chi non ha pensato così, almeno una volta, nei momenti di sconforto:

"Un tempo piangevo moltissimo ed ero piena di speranze. Oggi rido parecchio, un riso disilluso."

"Probabilmente mi innamorerò sempre di qualcuno che ama qualcun altro. Perché? Così. Ho un talento particolare per le situazioni impossibili. Tutti hanno talento per qualcosa... La mia arte? Non lo sai? Morire il presente."


Notevole il personaggio di Teodora, la suora anziana rimasta bambina nel profondo perché reclusa. Una donna votata all'attesa, che trova risposta al suo desiderio di vita e d'esperienza nei libri.


E mi è piaciuta molto l'idea di un amore che nasce indipendentemente e a dispetto della fisicità.
Una forma superiore di contatto, più cerebrale, eppure così invasiva:

"...aveva avuto la sensazione che un'esistenza nuova cercasse di introdursi a forza nella sua vita, di aggrapparvisi a ogni costo, di mettervi radici.
E Assaf, in fondo, non amava sorprese come quelle."



Il pregio maggiore di Grossman resta, a mio avviso, la sua capacità di descrivere le emozioni e i sentimenti dei protagonisti, che diventano tangibili, quasi si avvertono sulla pelle...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Scusate la piccola intromissione, anche se non lo sto leggendo in questo momento...

Volevo dire a Patrizia che, per quanto mi riguarda, il libro ha iniziato a impossessarsi di me verso pag. 50 - 60 :D

Fantastica Teodora!
 
P

~ Patrizia ~

Guest
Grazie Alessandra. Intervieni tutte le volte che vuoi. Ti saremo grati per il tuo contributo alla discussione. :)
 

Dory

Reef Member
Grazie anche da parte mia Alessandra, avevo bisogno di un incoraggiamento in più per continuare a leggere questo libro.
La mia maggiore difficoltà sta nel fatto che non riesco ad "entrare in Gerusalemme".. :roll:... sembra una battuta, invece è una cosa seria!
Non so, ma leggendo questo libro ho la sensazione di non sapere dove mi trovo, non sento abbastanza la città.
Mi sembra come se fosse ambientata in un luogo qualsiasi, mentre invece il fatto che ci troviamo a Gerusalemme mi pare di fondamentale importanza.
E' solo una mia impressione o qualcun'altro l'ha notato?
Lo stile di Grossman non mi coinvolge gran che, sebbene la storia, l'idea della storia, al contrario, mi piaccia molto.
 
P

~ Patrizia ~

Guest
Sicuramente non è il Grossman di "Che tu sia per me il coltello", ma forse la semplicità è voluta.

Così come la scelta di un narrare vicino alla favola che può svolgersi in qualunque luogo del mondo.
 

darida

Well-known member
Cavoli! otto richieste prima della mia in biblioteca per Grossman, quasi quasi inzio con Marquez che quello ce l'ho...boh! ghe pensi su :wink:
 

Frundsberg

New member
Grazie anche da parte mia Alessandra, avevo bisogno di un incoraggiamento in più per continuare a leggere questo libro.
La mia maggiore difficoltà sta nel fatto che non riesco ad "entrare in Gerusalemme".. :roll:... sembra una battuta, invece è una cosa seria!
Non so, ma leggendo questo libro ho la sensazione di non sapere dove mi trovo, non sento abbastanza la città.
Mi sembra come se fosse ambientata in un luogo qualsiasi, mentre invece il fatto che ci troviamo a Gerusalemme mi pare di fondamentale importanza.
E' solo una mia impressione o qualcun'altro l'ha notato?
Lo stile di Grossman non mi coinvolge gran che, sebbene la storia, l'idea della storia, al contrario, mi piaccia molto.
Chiedo scusa per l'intromissione, ma vorrei "incoraggiare" Dory...
Grossman rappresenta forse più di Oz, oggi senz'altro di più, lo stereotipo dello scrittore in Ivrit, cioé l'ebraico moderno.
L'Ivrit è una lingua essenziale, talvolta scabra e franca. David Grossman è un sabre, cioé un israeliano doc.
L'originale dei suoi romanzi è spesso più elastico delle traduzioni che, talvolta, risultano leggermente lacunose.
Tuttavia Grossman è Gerusalemme, e se come dici "non riesci ad entrare in Gerusalemme", be'...probabilmente sei sulla giusta strada.
Avanti, Grossman ama essere conquistato.
F.
 

Minerva

New member
Io passo.
Marquez non m'ispira e non riesco a perdonare Grossman :mrgreen:; risento ancora dello shock post traumatico dovuto a “Che tu sia per me il coltello”. :paura:
Buona lettura ai partecipanti.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
CENT'ANNI DI SOLITUDINE

Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendia si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era cosí recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.

come modo di attaccare una storia con "c'era una volta" non mi sembra affatto male :)
 

darida

Well-known member
Ri-cavoli! Pat, che lampo :) brava! Hai ragione, e' piu' interessante commentare insieme, che poi penso sia anche il senso del GdL :)
Dalle mie parti pare non scorrere troppo 'sto Grossman :MUCCA caso mai ne discuteremo insieme nella piccola biblioteca :wink:
 
P

~ Patrizia ~

Guest
Guarda veh Daria, che ci hai fatto il bidone :mrgreen:... Tremenda!



Io già domani potrei passare in libreria e procurarmi il mitico Cent'anni di solitudine... ma ammetto che ho un po' di paura e timore reverenziale ad addentrarmi nelle paludi di Macondo... temo di perdermi o rimanere sospesa sui rami dell'albero genealogico della famiglia Buendía...:oops:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Guarda veh Daria, che ci hai fatto il bidone :mrgreen:... Tremenda!



Io già domani potrei passare in libreria e procurarmi il mitico Cent'anni di solitudine... ma ammetto che ho un po' di paura e timore reverenziale ad addentrarmi nelle paludi di Macondo... temo di perdermi o rimanere sospesa sui rami dell'albero genealogico della famiglia Buendía...:oops:

Dai, dai, dai, ti mando una scimmietta che ti riporti giù :D Io l'ho (ri)cominciato ieri notte, ero troppo stanca e ho letto solo una pagina, ma sono già immersa nel suo magico mondo :YY
 
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