Anche punto sei? È il mio libro preferito, forse in assoluto. Non so che mi ha preso quando l'ho letto, ma per la prima (e a quanto ricordo unica) volta, quasi alla fine, Joseph va, spinto da Juanito, a parlare con un prete. Ebbene, alla fine del colloquio il prete dice una cosa che mi procurò dei brividi in tutto il corpo. Fu come se qualcosa mi attraversasse e mi scuotesse e mi facesse comprendere meglio il compito che con inarrestabile determinazione e come in "trance" Joseph si apprestava a porre a termine. O forse ero io in "trance" mentre leggevo. Ma a quel punto del libro non si poteva capire le sue intenzioni, sebbene proprio quasi al termine del romanzo. E nemmeno Joseph lo sapeva che cosa avrebbe fatto.
Questo libro ha una forza, Steinbeck e le sue pagine hanno una forza che ben poche volte ho percepito in un romanzo. Io non so se sia talento o duro lavoro, ma scrivere tre capolavori così, come "Al Dio sconosciuto", "Furore" e "La valle dell'Eden" (e forse anche il sottovalutato "La battaglia") non è da tutti.
Sono oltremodo curioso, Elisa, di conoscere le tue considerazioni finali. Fammi sapere assolutamente, nella mia bacheca, in privato o in PB, dove si recensisce il libro, quali sono i tuoi pensieri, il tuo giudizio al termine della lettura.
:wink:
Ciao e buona continuazione!
PS: perché non ha vissuto di più o scritto altri capolavori del genere, Steinbeck? Non ho trovato più libri così profondi e pregni di significato. Steinbeck è uno scrittore biblico.