Baricco, Alessandro - Oceano mare

Monica

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Non è stato facile per me leggere questo libro,venuto dopo Seta.Ieri mi ci sono dedicata con fatica.Non ha una trama ben definita,lineare ma c'è un continuo intreccio di persone diverse tra loro unite dalla volontà di ritrovare se stesse.Si muovono in un ambiente surreale,la locanda Almayer(,condotta da bambini particolari,empatici)posta su una spiaggia immaginaria vicino al mare,che è appunto il vero protagonista della storia.
C'è il pittore Plasson,che dipinge i suoi quadri solo con l'acqua salata del mare,Bartebloom un professore che colleziona lettere d'amore da dare alla donna che un giorno per caso incotrerà e amerà per sempre,Elisewin,una delicata ragazza che deve curarsi per le sue mille paure,madame Deviera,che deve curarsi dalla malattia del tradimento,thomas,marinaio assetato di vendetta per la morte dell'amata.E' come un puzzle,un quadro fatto di molti frammenti in cui l'elemento mare è visto come il rimedio ai mali dell'uomo,ma anche un mare che uccide,immenso,misterioso.......
Mi ha lasciata perplessa,forse non sono riuscita a coglierne il senso pieno(anche se ci sono brani di una delicatezza e poesia incredibili),ciò che l'autore voleva dire.Non mi è entrato dentro,non mi ha commossa né entusiasmata.E' senz'altro un mio limite.

"Quasi ogni giorno,ormai da anni,prende la penna in mano e le scrive.Non ha nomi e non ha indirizi da mettere sulle buste:ma ha una vita da raccontare.E a chi, se non a lei?
lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle:
-ti aspettavo.
Lei aprirà la scatola lentamente, leggerà le lettere ad una ad una e, risalendo un chilometrico filo d'inchiostro blu, si prenderà gli anni,i giorni gli istanti che quell'uomo,prima ancora di conoscerla già le aveva regalato_O forse più semplicemente,capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere ,sorriderà,dicendo a quell'uomo:"tu sei matto".
E per sempre l'amerà"
 
concordo sulla bellezza dell'inzio di Oceano Mare però.... però Baricco prende in prestito un pò troppi spunti e temi, anzi, siamo al limite del plagio!

prendiamo Bartleboom che a tanti è piaciuto.... è praticamente identico (nella descrizione e in quello che fa, oltre che nel nome) a Mr Bartlebooth di "La vita: istruzioni per l'uso" di Georges Perec, uscito nel 1978 (grandissimo libro!)

ecco, per me Oceano Mare è un bel libro ma Baricco..... mmmhh, non mi convince del tutto
Il fatto e' che Baricco mi piaceva per l'originalita' e per i guizzi d'ingegno che riesce a mettere ogniqualvolta il ritmo sembra cedere...
Mi ha un po' deluso.
Infatti:
Il Titanic al tempo di Napoleone
Nel 1816 la fregata francese "Medusa", dopo un ammutinamento e diversi tentativi per tenerla a galla, naufraga nell’oceano, al largo della costa africana. I naufraghi si precipitano sulle scialuppe, ma queste non sono sufficienti e così 149 di essi vengono stipati su di una zatterona di fortuna al traino dei barconi. Nella crisi di una tempesta, però, chi governa le scialuppe ordina di tagliare le gomene che rimorchiano la zattera le persone che vi si trovano muoiono, uno dopo l’altro, nei 15 giorni di terribili sofferenze passati sopra la rudimentale imbarcazione in balìa delle onde, prima del recupero dei quattordici superstiti da parte della nave "Argo": sulla zattera si è consumato, non solo il dramma di un incidente ma, secondo la testimonianza dei sopravvissuti, una tragedia umana con orrendi risvolti.


C'e' un capitolo e una parte del libro di Baricco che semplicemente, riracconta questa storia, ampliandola ed infiocchettandola.

E' plagio? :paura:


Comunque bello.
 

DoppiaB

W I LIBRI !
E' il primo libro di Baricco che leggo, lo stile mi ricorda un po' Stefano Benni e non so dire se mi piace o no...
La storia scorre tra vari personaggi curiosi e misteriosi ma è come non avesse un capo e una coda, o meglio io non ho trovato né capo né coda.
Non so davvero come giudicare questo libro. Secondo me non è niente di imperdibile, non è il mio genere di lettura. Forse lo dovrei rileggere?:boh:

Nonostante ciò non si possono non notare personaggi come il prof. Bartleboom o il pittore Plasson.
Mi sono annotata anche qualche bel passaggio:
“ Davvero ci sono momenti in cui l'onnipresente e logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, e scende in platea, mescolandosi con il pubblico, per lasciare che sul palco, sotto le luci di una libertà vertiginosa e improvvisa, una mano invisibile peschi nell'infinito grembo del possibile e tra milioni di cose, una sola ne lasci accadere.”
“Pensare che mai si sarebbero sfiorati, se non attraversando da capo a piedi l'universo,e invece nemmeno si erano dovuto cercare, questo è incredibile, e tutto il difficile era stato solo riconoscersi, una cosa di un attimo, il primo sguardo e già lo sapevano, questo è il meraviglioso, questo continueranno a raccontare per sempre, nelle terre di Carewall, perchè nessuno possa dimenticare che non si è mai lontani abbastanza per trovarsi.”
 

isola74

Lonely member
Questa è stata una rilettura per me, a distanza di almeno 5 anni.. affrontata per vedere se mi avrebbe fatto sempre lo stesso effetto :?
E devo dire che più o meno non sono cambiata molto...
Si tratta, secondo me, di un libro molto poetico, non troppo adatto alle mie corde più concrete:mrgreen:, in esso ho però trovato spunti bellissimi (che andrò a trascrivere), alcuni dei quali sembrano proprio parlare di me....
 

isola74

Lonely member
perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi. E qualcuno - un padre, un amore, qualcuno - capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume - immaginarlo, inventarlo - e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio.

Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita. E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare. Farsi ferire, anche.

Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente, umano. Basterebbe la fantasia di qualcuno - un padre, un amore, qualcuno. Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare. Strada clemente, e bella.
Una strada da qui al mare.
 

isola74

Lonely member
Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada.
Così... Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. É lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare.




Sai cos’è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise,

ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un’orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. E come se noi non fossimo mai esistiti. Se c’è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. É tempo. Tempo che passa. E basta.

Una volta pregavo. Poi ho fatto un calcolo. In otto anni mi ero permesso di chiedere all’Onnipotente due cose. Risultato: mia sorella è morta e la donna che sposerò la devo ancora incontrare. Adesso prego molto meno.

— Non credo che...
— I numeri parlano chiaro, Padre Pluche. Il resto è poesia.





— Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando.
Silenzio.
Che sia troppo tardi, madame.
Avrebbe potuto continuare così per sempre.
 
Questa è stata una rilettura per me, a distanza di almeno 5 anni.. affrontata per vedere se mi avrebbe fatto sempre lo stesso effetto :?
E devo dire che più o meno non sono cambiata molto...

Io ci ho messo 15 anni per capire che non era la qualità dei Dylan Dog che si era abbassata, ma io ero cambiato. Ora riconpro il Dylan Dog, è proprio vero che quando si invecchia si diventa bambini.

Rileggerò anch'io Oceano Mare
 

Cocci

New member
L'inizio di questo libro mi ha lasciato così:paura:
Non capivo i personaggi, non capivo dove volesse andare a parare l'autore e l'insieme mi sembrava un'accozzaglia di parole ben scelte ma tra loro slegate. Ci ho messo quasi un mese per superare questo blocco e rifiuto iniziale e proseguire con la lettura. Poi all'improvviso tutti i pezzi sono andati al loro posto, la narrazione ha iniziato a scorrere veloce e piacevole, con una mescolanza di stili e toni che sottolineano l'ottima capacità di narratore di Baricco. Mi è piaciuta tantissimo la seconda parte, impossibile non restarne affascinati e sconvolti. Della terza parte ho apprezzato soprattutto l'incredibile capacità di fondere le storie insieme e i diversi artifici letterari che l'autore ha usato per dare una degna conclusione ai suoi bellissimi personaggi. L'unica parte davvero superflua e "stonata" è l'ultimo capitolo: a mio parere poteva essere tranquillamente tagliato.
Dal punto di vista del linguaggio, mi piacciono le metafore, mi piace come Baricco sa giocare con le parole ma soprattutto con il ritmo: alcune parti vengono "spontaneamente" lette con un certo ritmo scandito oppure concitato oppure salmodiante a seconda della scelta e dell'intenzione dell'autore. Secondo me già questo è un pregio imprescindibile.

In conclusione: l'inizio può risultare spiazzante, confusionario, destabilizzante.. ma secondo me è proprio questa l'intenzione, per poi permettere di apprezzare l'incredibile maestria e perizia con cui il puzzle si ricompone.
Sicuramente degno di lettura, molto più del celebre "Seta" dello stesso autore, che a me ha lasciato poco o nulla.
4 stelline!
 

malafi

Well-known member
Lo definirei un libro 'dissonante'.

La prima parte, quella che si svolge nella locanda Almayer, seppur surreale rapisce.
Qui la prosa di Baricco dà il meglio di sè e ci trasporta in uno stato d'animo dove non ci chiediamo il perchè di certe stramberie dei personaggi (o dei conduttori della locanda): lì, tutto può succedere e non ce ne stupiamo. Ci pare credibile che vi sia il pittore che vuole dipingere il mare, ma non ne trova la chiave di interpretazione; neppure strano lo scienziato che studia dove finisce il mare .... e quei bambini che sembrano piovuti da un altro pianeta sono un tratto surreale ma effervescente.

Poi, nel prosieguo, quando tutti i pezzi del puzzle vanno a ricomporsi, diventa un libro normale, una prosa normale: certo la trama si intreccia e si dipana con maestria, ma si perde tutto il fascino e l'atmosfera della prima parte.

3/5
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
non so... Baricco mi piace, ma alla fine dei suoi libri resto sempre con il dubbio di non averlo capito... di non aver colto il suo messaggio...
Ad ogni modo "oceano mare" mi è piaciuto molto, in particolare mi ha colpito la storia tra la ragazza e Tomas, il marinaio... molto intensa e singolare.
 

Spilla

Well-known member
non so... Baricco mi piace, ma alla fine dei suoi libri resto sempre con il dubbio di non averlo capito... di non aver colto il suo messaggio...
Ad ogni modo "oceano mare" mi è piaciuto molto, in particolare mi ha colpito la storia tra la ragazza e Tomas, il marinaio... molto intensa e singolare.

Forse è perché non c'è nessun messaggio... è "l'arte per l'arte", come si diceva una volta, puro desiderio di sorprendere con la scrittura.
O almeno è così che lo interpreto io :boh:
 
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