Esiste un'età giusta per fare le cose?

mame

The Fool on the Hill
La verità è che non lo sai, isola. ...........[/QUOTE]

Cara Mame, è per te così difficile accettare che qualcuno pensi una cosa diversa?
è vero che la vita ci cambia, che noi cambiamo in base alle esperienze che facciamo, ma, ti ripeto, io CREDO che ci sia un motivo dietro alle cose che ci accadono, e ti assicuro che sono la prima, spesso, a non capirlo , a non trovarlo, o a non accettarlo, ma io ci credo, e ogni giorno faccio i conti con le mie idee, rispettando e non giudicando chi fa scelte diverse.
Posso essere rispettata anch'io?

Non sto affatto contestando le tue opinioni. Ti ho fatto notare che hai generalizzato e solo allora hai riportato le cose a te dicendo "Io non lo farei". Se parli solo di te, hai il diritto di avere rispetto per le tue opinioni. Io però continuo a chiedermi se continueresti a pensarla così nel momento in cui (facendo tutte le corna del caso) accadesse qualcosa di irreparabile a tuo figlio. Mi chiedo se ne desidereresti un altro. Mi chiedo cosa saresti disposta a fare se fossi in un'età in cui "è troppo tardi"..... Io non credo che tu possa sapere oggi cosa penseresti in quella situazione in un tempo futuro.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Esiste un'età giusta? Bella domanda. Sicuramente sì, esiste ed è innegabile un tempo per ogni cosa, sono i molteplici orologi cui andiamo sottoposti, ciascuno regolato a suo proprio conto, incurante degli stridii cui dà luogo: sono le incongruenze di Cronos, sfasamenti ad incastro. V'è il tempo della biologia, a dirci quando siamo puberi e sessualmente maturi, quando avere l'acne o la pelle rugosa o i capelli canuti, tra tutti, benché sia possibile rintuzzarlo lievemente, rimane invincibile; il tempo sociale, mutevole insieme alle culture, sempre cangiante, ci insegna (o impone?) quali sono i tempi utili per lo studio e il lavoro, a quanti anni è bene contrarre matrimonio e a quale età un ragazzo diventa (un prototipo di) uomo, conseguendo la maggiore età; v'è il tempo degli astri, la loro rigida elegante perfezione, le orbite dei pianeti, le luci e le tenebre dell'astronomia, ed ancora una volta scandiamo senza licenza d'appello il dì e la notte, l'inverno e la primavera, gli anni; abbiamo il tempo della coscienza, roba da filosofi, tanto ben descritto da Bergson nei suoi scritti: il filo di seta, la continuità. L'esserci e la temporalità, l'uomo generatore del tempo nella sua esistenza; quello degli psicologi, l'archeopsiche, la neopsiche, la storia falsata od omessa o inventata tutta da ricostruire partendo dai simboli, passato presente e futuro dell'io, cause e programmi, diagnosi, nella ferma persuasione di risolvere non si capisce bene cosa; e ancora il tempo della fisica, dell'astrologia, della storiografia, dell'arte e della teologia.

Nulla si presta a tante misurazioni tra loro eterogenee, contraddittorie anche, così come accade col il tempo. Tra tutti quelli sopra elencati, però, preme sottolineare l'unico effettivamente manipolabile, modificabile nella struttura: ed è il tempo degli uomini associati. Congiunto questo al tempo interiore dei filosofi, possiamo dire quanto sia relativo attenersi ed obbedire. L'età giusta si compone di tutte le età finché si voglia migliorarsi, crescere, rendersi felici o quanto meno tentare: le barriere invalicabili poste altrove sono qui fittizie o superabili, giacché autoassolte, artificiali. Una donna a ottant'anni non avrà un figlio, e su ciò non si discute; la stessa può però lavorare su di sé e la sua posizione nel mondo fino alla fine, fino al sopraggiungere della possibilità dell'impossibile che tutto ricolma di senso.

Esiste infine il tempo delle università. Ma quello è un girone a parte. :mrgreen:
 

SALLY

New member
Ma non mi piacerebbe essere il nonno dei miei figli.

Sulla questione dei figli a 50 anni e oltre,io (parlo per me,naturalmente)penso che il nocciolo sia proprio questo,una donna può anche volerlo con tutta l'anima,la scienza gliene dà la possibilità e può avere una marea di buoni motivi ma non è un tantino egoistico dare ad un bimbo di 10 anni una madre di 60?!
 

mame

The Fool on the Hill
Sulla questione dei figli a 50 anni e oltre,io (parlo per me,naturalmente)penso che il nocciolo sia proprio questo,una donna può anche volerlo con tutta l'anima,la scienza gliene dà la possibilità e può avere una marea di buoni motivi ma non è un tantino egoistico dare ad un bimbo di 10 anni una madre di 60?!

Se andiamo a sondare tutti i motivi per cui la gente mette figli al mondo, troveremmo certamente delle belle sorprese. Mettere al mondo un figlio è sempre un atto egoistico. Due persone suggellano il proprio amore con un figlio; due persone vogliono "una famiglia"; due persone vogliono lo "status" sociale di famiglia. Quanti pensano effettivamente a un atto di generosità quando mettono al mondo un figlio? Quante coppie sbalestrate mettono al mondo figli? Quante coppie giovani hanno la certezza di non avere un incidente d'auto e morire quando il figlio ha sette mesi?
No, secondo me non c'è differenza di egoismo in base all'età della mamma.
 

franceska

CON LA "C"
Sulla questione dei figli a 50 anni e oltre,io (parlo per me,naturalmente)penso che il nocciolo sia proprio questo,una donna può anche volerlo con tutta l'anima,la scienza gliene dà la possibilità e può avere una marea di buoni motivi ma non è un tantino egoistico dare ad un bimbo di 10 anni una madre di 60?!

Perché egoistico? E' un atto d’amore. Io sono cresciuta coi nonni e ti posso assicurare che ero molto fiera di avere una donna come lei, certamente non più giovane, a farmi da mamma.
Mia nonna, anzi, i miei nonni, seppur nella fatica dei loro anni, mi hanno dato esempi di vita e tanto amore che al confronto di chi aveva l’età giusta per fare il genitore (e la possibilità di farlo al meglio, ma non l’ha fatto) è stato incomparabile.
E mia nonna, che poteva essere una delle tante donne incomprese di cui si parla, all’età di 85 anni, fino ad un giorno prima di andare, ha fatto la nanna ai miei piccoli, sicché…
 

franceska

CON LA "C"
Mame, te lo chiedo per cortesia, la pianti di postare tragedie e accidenti per avvalorare le tue tesi? Altrimenti i maschietti non postano più. Grazie
 

darida

Well-known member
Boh!
riferito al mio percorso e alle mie esperienze, per me comincia ad essere tardi per diventare nonna :roll:
sono stata una mamma giovane e mi piacerebbe esserlo anche come nonna ma, non dipendendo da me...
Inoltre, sempre riferito alla maternita', fatemi dire che al di la' di considerazioni morali dalle quali rifuggo, ad una giovane eta' corrisponde oggettivamente una maggiore energia, freschezza, disponibilita' ecc...;fatto salve ovviamente le eccezioni, e di queste io sono, modestamente, una degna rappresentante :mrgreen:
 

Ira

Retired member
C’è un tempo per ogni cosa? Certo che c’è ma tutto può essere il contrario di tutto.

C’è un tempo per laurearsi?
Certo che c’è, se esiste un piano di studi un senso deve pur esserci. Per chi vuole una carriera accademica, scolastica o vuole fare carriera nel privato deve assolutamente restare nei tempi canonici altrimenti non avrà nessuna possibilità.
Non c’è se vuole prendere un’altra strada, a qualsiasi età si può aprire un’attività in proprio e a qualsiasi età ci si può laureare per acquisire cultura.

C’è un tempo per uscire di casa?
Si, se si vuole diventare indipendenti e dimostrare di essere in grado di cavarsela. No, se ci sono impegni familiari, o difficoltà economiche che non lo permettono. Poi ci sono i “bamboccioni” ma qui il discorso è diverso, bisognerebbe aprire una pagina a parte.

C’è un tempo per fare figli?
Si, se si vuole seguirli nel pieno delle proprie forze fisiche. No se prima si vuole pianificare la propria vita e poi dedicarsi completamente a loro.
Il discorso sui figli è più delicato e le motivazioni su quando averli sono così personali che nessuno può pontificare.
A vent’anni è sicuramente troppo presto, manca la maturità necessaria, ma il “mestiere di genitori” si impara, si parte sempre da zero a qualsiasi età.
A vent’anni ci si dovrebbe divertire. Vero ma si può benissimo posticipare di una decina d’anni, e che gioia farlo con un figlio/a che è già cresciuto/a e può condividere tutto con i genitori.
A cinquanta è troppo tardi, si se si pensa ai pericoli per la salute, no se lo si fa coscientemente e che gioia deve essere ringiovanire mentalmente.

C’è un tempo per diventare nonni?
Vale sempre lo stesso discorso, si se si pensa alla forza fisica che un bimbo richiede se lo si deve accudire, no se pensiamo che non c’è età per godere di una gioia immensa come quella che deve essere la nascita di un nipotino/a.

In conclusione: secondo me non esiste regola tassativa, ogni percorso di vita è singolo. Tutto si deve affrontare nel momento che si è pronti ad accettarne le conseguenze.

PS. La gente che parla e pontifica ma chi se ne f….., non hanno altro da fare.
 

Zefiro

da sudovest
Da qualche giorno seguo questa discussione nata per caso e correttamente elevata a livello di 3d autonomo perché in verità fa riflettere assai. Esiste un’età giusta per fare le “cose”? Trovo molto sensate le considerazioni di D e di Ira, come dire di buon senso. La risposta in sostanza è: dipende da caso a caso. Lascia forse il tempo che trova come risposta ma credo ci sia molto del vero: rende conto del fatto che ogni singola individualità, ogni singolo percorso, e questo è un fatto della vita, è unico, e, aggiungerei, irripetibile.

Volendo fare un passetto in più nel ragionamento, mi verrebbe da partizionare in due insiemi queste famose “cose”, ossia l’oggetto di riflessione per cui stiamo qui cercando di stabilire se esista o meno un giusto tempo e se si quale. Ed ancora se e in che misura altri esterni al singolo possano ed a che titolo entrare nel processo decisionale o comunque dire la loro. In generale che ciascuno parli "per sé" e dica "la sua" direi che c'è ben poco da discutere.

Le partizionerei sostanzialmente in due categorie le "cose": quelle che si richiudono su sé stessi, che non hanno conseguenze, o almeno conseguenze primarie al di fuori di noi da un lato, e quelle che non si richiudono su sé stessi, che implicano effetti e conseguenze su altri, implicazioni sulle altrui vite. Nel primo caso ricadono, a titolo di esempio, gli studi: come quando e così via. Nel secondo, sempre a titolo di esempio i rapporti amicali, affettivi, di genitorialità, aspetto quest’ultimo che costituisce un sottoinsieme della seconda tipologia ancor più delicato in quanto relativo a minori, persone cioè che non possono (con forza di legge almeno) dire la loro, della cui vita, fino a maggiore età almeno, sono altri a disporre.

Credo che in questa sostanziale differenza tra ciò che in qualche modo è autoreferenziale e ciò che invece non lo è, sia annidato un crinale discriminate che forza e costringe a considerazioni di diversa natura.

Per la prima tipologia non credo possano sussistere dubbi né credo ci sia granché da discutere: il giusto tempo è interamente demandato alla scelta del singolo che opererà perseguendo come è capace e come può la propria attitudine, soddisfazione, crescita e felicità. Facendosi carico peraltro delle conseguenze nel bene e del male delle sue scelte. Va da sé che lo studio per propria soddisfazione personale non ha tempo mentre quello finalizzato a fini professionali ha i suoi tempi, di mercato, per esempio.

Altrettanto dicasi per le “cose” ricadenti nella seconda categoria sottospecie numero 1, quella relativa ai rapporti tra persone adulte e consenzienti. Potremo approvare o meno in cuor nostro questo o quel comportamento o scelta, ma sicuramente non arrogarci, neppur lontanamente, il diritto di sindacare in merito. Le persone coinvolte saranno ben in grado di decidere cosa è “buono” per loro o di contro, se necessario, di difendersi con i modi che la circostanza richiede.

Resta infine il caso in diversi dei precedenti post discusso della genitorialità. In realtà quel che resta è parte di esso, l’aspetto relativo adozioni in sostanza, nonché quello relativo all’avvalersi dei mezzi di procreazione assistita che la scienza offre. Perché a tutto il resto, ancora una volta, provvede madre natura. Non si può certo impedire a chicchessia di avere rapporti con chi voglia a qualunque età voglia e relative possibilità di procreazione sia egli od ella parte di una coppia che possiamo in cuor nostro (e sottolineo in cuor nostro) giudicare inadeguata o single o qualunque altra tipologia e circostanza de facto ci possa sovvenire alla mente. In questi casi si avrà l’infinita gamma di possibilità che la vita mette in scena da sempre: dall’amore più disinteressato e puro agli egoismi più meschini ed abietti, con ciò attraversando tutte le gradazioni intermedie nessuna esclusa.

Restano infine i due aspetti che menzionavo, dicevo, procreazione assistita ed adozione (la faccio semplice senza dettagliare oltre tra i vari istituti, come l’affido per esempio…) In entrambi i casi si tratta di legiferare, visto che in entrambi i casi é richiesto un intervento pubblico, se non all’ottimo, al meglio possibile per lo meno, e la cosa non è semplice: cosa deve fare lo Stato per agire al meglio, secondo giustizia, tenendo conto di tutti i fattori in gioco?

Quanto sostenuto da alcuni, per esempio da mame (almeno così come l’ho compreso io) sulla base del campionario indubbiamente esistente di varia umanità credo porti ad un inaccettabile approccio al ribasso: poiché tutto, o almeno parecchio fa schifo, e tutto, o almeno parecchio, può capitare in termini di disgrazie varie, difficilmente possiamo far di peggio intervenendo noi: probabilmente possiamo far di meglio.

Se si pone però mente all’unica cosa cui si dovrebbe porre mente cioè il bene del minore, (di cui con sorpresa vedo poche tracce nei precedenti post dove tutto è molto adulto-centrico) non mi sento di condividerlo. Bisogna invece a mio parere, puntare alto, al meglio. Quale che sia questo meglio: questa la questione.

Verosimilmente un padre ed una madre, entrambi, ed i migliori possibili o i migliori che sia umanamente possibile "screenare", nonché in età tale che sperabilmente la salute e la forza li assistano per assolvere al loro compito e non pianificare de jure alcunché di meno. Ritengo infatti che entrambe le figure siano fondamentali e non opzionali.
Si può fare a meno in toto o in parte di quanto sopra? Sono possibili serene e piene felicità “senza” e indicibili disperazioni “con”? Certo. La vita lo dimostra. Ma pianificarne e consentirne per legge la possibilità mi sembra una ingiustizia nei confronti del minore appunto, al quale almeno in termini probabilistici credo vada dato il massimo delle possibilità. Se è vero che le disgrazie possono accadere non credo sia un buon motivo per consentire di pianificare ab origine una massimizzazione delle probabilità, quando non la certezza, di un orfano di padre o di madre.

Non so se le leggi in vigore in Italia siano oppure no le migliori possibili, e sicuramente tutto è perfettibile. Ma credo che a tali criteri debbano essere improntate, a dire con la sola, unica e prevalente cura e preoccupazione di difendere e massimizzare gli interessi del minore. Cioè di chi la “sua” non la può dire, e "per sé" non può parlare.
 
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Marika26

New member
Se andiamo a sondare tutti i motivi per cui la gente mette figli al mondo, troveremmo certamente delle belle sorprese. Mettere al mondo un figlio è sempre un atto egoistico. Due persone suggellano il proprio amore con un figlio; due persone vogliono "una famiglia"; due persone vogliono lo "status" sociale di famiglia. Quanti pensano effettivamente a un atto di generosità quando mettono al mondo un figlio? Quante coppie sbalestrate mettono al mondo figli? Quante coppie giovani hanno la certezza di non avere un incidente d'auto e morire quando il figlio ha sette mesi?
No, secondo me non c'è differenza di egoismo in base all'età della mamma.
Concordo..e aggiungerei, quante persone si mettono assieme o stanno soltanto sulla base del progetto di avere un figlio? Io ne conosco tante che poi, dopo averlo avuto, buttano via il partner..o, magari, dopo il divorzio, vogliono estromettere il padre dalla vita del figlio!
 

darida

Well-known member
Concordo..e aggiungerei, quante persone si mettono assieme o stanno soltanto sulla base del progetto di avere un figlio? Io ne conosco tante che poi, dopo averlo avuto, buttano via il partner..o, magari, dopo il divorzio, vogliono estromettere il padre dalla vita del figlio!

Cosa c'e' di sbagliato nel mettersi assieme e "progettare" di avere un figlio? :?
pensa che io avevo progettato di averne sei :mrgreen:
 

franceska

CON LA "C"
Credo che ci stiamo infilando in un vicolo cieco in cui potremo dibattere per mesi, senza capire con chiarezza cosa sia giusto e cosa no, anche perché in queste situazioni, ogni caso è un caso a sé. Io stessa per alcune circostanze sono favorevole, per altre assolutamente no, sicché la vedo dura.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io credo che ognuno abbia il proprio orologio personale inteso come opportunità di fare delle scelte importanti per sè e che magari influiscono anche sugli altri, come avere un figlio ad esempio. Partorire a cinquantanni sembrerebbe tardi come partorire a sedici sembrerebbe presto ma essendo nell'ordine delle cose è possibile che avvenga senza per questo essere giusto o sbagliato. Conosco molte persone figlie di genitori già in età che sono moderatamente felici come lo sono quelle di genitori ancora adolescenti, e come lo sono molte persone che rientrano nella media di età per partorire, forse le difficoltà stanno nella cultura e nel giudizio di chi li circonda. Poi come sempre la maggior parte delle donne partorisce a metà tra i 16 e 50 e quindi fa una scelta compatibile allo stile di vita e alle abitudini dell'epoca in cui vive, ma pensando che una donna può vivere in salute fino ad 80 anni partorire a cinquanta in modo naturale o meno non mi sembra un'idea così peregrina.

Diversa poi è l'età in cui si diventa nonni: mai a 50 :wink: (lo dice una donna di 50 anni con figliuolo di 17 anni fidanzatissimo :mrgreen:) poi se capita ne sarei felice, e che sarà mai :HIPP
 

Ira

Retired member
Diversa poi è l'età in cui si diventa nonni: mai a 50 :wink: (lo dice una donna di 50 anni con figliuolo di 17 anni fidanzatissimo :mrgreen:) poi se capita ne sarei felice, e che sarà mai :HIPP

hi,hi,hi a 50 sarei stata prontissima e felice a 60 ... sto cambiando idea :?? ... troppa fatica poi se capita ne sarei felice, e che sarà mai :HIPP
 

asiul

New member
Da qualche giorno seguo questa discussione (...)
Ma credo che a tali criteri debbano essere improntate, a dire con la sola, unica e prevalente cura e preoccupazione di difendere e massimizzare gli interessi del minore. Cioè di chi la “sua” non la può dire, e "per sé" non può parlare.


Leggo tutto con calma ed entro volentieri in questa discussione...

PS come sempre intervento brevissimo, ma non potevi avvertirci? Sapendolo prima avrei preso un giorno di ferie... :mrgreen:
 
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