Delle scienze dell'anima

asiul

New member
Ma il discorso non è questo. Quoto Dory, ma mi rivolgo anche ad elisa e a lillo. Il discorso iniziale di D. verteva sulle scienze dell'anima. E da quel discorso si evinceva che il problema riguardava le fondamenta della scienza psichiatrica. Che senso ha dirsi ancora scienza se poi tradisci l'origine del tuo statuto? A me sinceramente non interessa proprio la sua sopravvivenza. Mi piacerebbe che si parlasse dell'uomo, delle modalità con cui dispiega la sua esistenza, piuttosto che difendere a tutti i costi, pur di farla sopravvivere, una scienza ormai piena di contraddizioni.
Ritornando alla caccia alle streghe, è vero, non esiste più, ma esistono ancora, nella riflessione e nella pratica della cura, modi (sottili) della psichiatria di manifestare il proprio dominio, e una certa distanza. E non soltanto nei confronti di coloro che vengono ancora chiamati pazienti.

Ecco, leggo qualcosa di sensato.Grazie Apart. Questo era il nocciolo della questione, non tutto il resto.

Adesso vado a farmi psicanalizzare e torno a discutere gradevolmente con voi. :)
 

asiul

New member
asiul ha scritto:
Questo non l'ho capito, ma davvero. :roll:
Cioè? Ci si serve della psichiatria per fare quanto da te descritto? E perché, quali sono le probabili applicazioni?

Mi domando perché si cerchi l'ausilio della psichiatria per trovare delle risposte a qualcosa di apparentemente complesso, quando qui non si riesce o non si danno(?) risposte nemmeno a questioni più semplici.
elisa?Io aspetto eh? :wink:
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Quando la passione per i formaggi, i collant e la cioccolata raggiunge un punto tale da prendere le redini dell'intera esistenza dell'individuo (leggasi dipendenza), sostituendosi ad ogni altro piacere e in maniera tale da impedirgli di vivere come era abituato a vivere in precedenza, creandogli una vasta gamma di problemi nel rapporto con se stesso e con gli altri (oltre a rischi seri per la salute nel caso dei forti mangiatori, bevitori etc. :wink:) io credo che ci sia un problema comportamentale da affrontare, anche perché - se non affrontato - dall'Essere si fa presto a passare al Non Essere (chiedetelo ad Amleto :mrgreen:).


Ma chi ti dice quando una passione invade tutta l'esistenza? E, quand'anche accadesse, chi stabilisce che ciò non normale, o è patologico, o sbagliato? Facciamo passare come dovere la cura dell'altro, quando non siamo in grado di dire quale effettivamente sia questa cura: ed implicitamente ammettiamo ne esista una e una sola. Tu non prendi in considerazione che lo stato di dipendenza può non significare sofferenza, patema, infelicità.

Shoofly ha scritto:
Possiamo definire la pedofilia, l'istinto omicida e suicida come malattie? Sì, ammesso che in questi casi con malattia s'intenda quello stato dell'Essere in cui l'Essere si avvia in maniera "oltremodo" rapida verso la negazione di se.


Ma anche no. :mrgreen:
 

lillo

Remember
Il tuo discorso è interessante, parecchio. Non credo l'ICF sia riuscito a superare la dicotomia normale-anormale, ed in ogni caso le inadeguatezze della legge sono evidenti. Le norme faticano a tenersi al passo, ed è anche per questo, per via di questo dinamismo, che una parte del problema viene risolto dalla perizia-medico legale. Ma tu, e a ragione, facevi riferimento a problematiche ben diverse. Chiedi: come si conciliano queste due cose? La necessità di garantire la soggettività, la libertà dell'individuo con la sua tutela e la tutela degli altri? E da qui emerge un'altra immensa questione, quella posta in essere proprio da Basaglia, allorché condannava il meccanismo di esclusione, la patologizzazione e dunque l'isolamento del diverso. Chiusi i manicomi, si è dimostrata la vanità di tutto il suo lavoro, in quanto la società non è stata pronta ad assorbire un mutamento tanto radicale nel trattamento del malato. D'altra parte la psichiatria non è che l'istituzione incaricata di trattare la malattia mentale, non dimentichiamo che essa è voluta dalla società. Nelle sue Conferenze Brasiliane, il buon Franco scriveva:

Io ho detto che non so che cosa sia la follia. Può essere tutto o niente. È una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia. Invece questa società riconosce la follia come parte della ragione, e la riduce alla ragione nel momento in cui esiste una scienza che si incarica di eliminarla. Il manicomio ha la sua ragione di essere, perché fa diventare razionale l'irrazionale. Quando qualcuno è folle ed entra in un manicomio, smette di essere folle per trasformarsi in malato. Diventa razionale in quanto malato. Il problema è come sciogliere questo nodo, superare la follia istituzionale e riconoscere la follia là dove essa ha origine, come dire, nella vita.

Di poi, il discorso su scienza e legge m lascia altri spunti. Per cominciare, l'ingerenza dannosissima dell'etica. L'ordinamento giuridico, si sa, è appunto espressione formalizzata dell'etica di un Paese, è questa la sua ragion d'essere: disciplinare il giusto e il meglio. Ma cosa accade se una scienza teoricamente obiettiva ma priva di statuto, si lascia informare dall'ethos? Un certo tipo di patologia oggi compresa nel DSM ha avuto senza dubbio questo tipo di derivazione. E intendo essere provocatorio quando parlo della pedofilia. E' questa una malattia? Può un istinto essere una malattia? No, assolutamente no, la pedofilia, come tutte le alternative all'eterosessualità, è un mero orientamento: la sua - giusta - stigmatizzazione può aversi in sede giuridica, quando se ne condannino gli effetti e si constati il danno su un altro cittadino, nella fattispecie minore; l'essere intimamente dannosa per la società non ne conclude essere malattia, non ci autorizza a dichiararla anormale. E per ora qui mi fermo.





Forse che delle rimembranze pasoliniane arrivano da lontano? Certo Pier Paolo lo aveva previsto: la cultura borghese vede se stessa come unica possibile, essa ammette solamente la sua esistenza come legittima. Non ti dice nulla questo 'dispotismo culturale'? Chi si discosta dall'educazione, quindi dall'etica borghese, cosa è? Un criminale ..oppure un malato.





E' la stessa solfa della 'qualità della vita'. Stiamo decidendo in luogo di un'altra persona se sia normale o meno il disturbo (?) ossessivo compulsivo. Supponendo tra l'altro un'angoscia nei fatti probabilmente inesistente. Posto in altri termini questo argomento avrebbe avuto senso, così com'è invece, lascia trapelare esattamente il fine ultimo della psichiatria: l'uniformità.





Qualcuno che dice le cose come stanno! Non mi stupisce, finora sei il solo ad avere qualcosa da dire.

Posto in questi termini credo impossibile una dialettica tra scienze e filosofia. Forse ad entrambi mancano le conoscenze dell'altro. Però credo che l'arroccarsi su posizioni teoriche su questi argomento senza affrontarne gli aspetti reali, che incidono fortemente sulla vita delle persone, sia dannoso. Ti ricordo che le neuroscienze, per quanto riduttive esse siano, hanno imposto un forte ripensamento alla filosofia della mente. Spero che non rimarrete fermi a discutere sulla verità dell'homunculs cartesiano mentre qualcun'altro ha dimostrato molti dei meccanismi di funzionamento della mente
 

Dory

Reef Member
Posto in questi termini credo impossibile una dialettica tra scienze e filosofia. Forse ad entrambi mancano le conoscenze dell'altro. Però credo che l'arroccarsi su posizioni teoriche su questi argomento senza affrontarne gli aspetti reali, che incidono fortemente sulla vita delle persone, sia dannoso. Ti ricordo che le neuroscienze, per quanto riduttive esse siano, hanno imposto un forte ripensamento alla filosofia della mente. Spero che non rimarrete fermi a discutere sulla verità dell'homunculs cartesiano mentre qualcun'altro ha dimostrato molti dei meccanismi di funzionamento della mente

Precisamente!!!!
 

asiul

New member
Spero che non rimarrete fermi a discutere sulla verità dell'homunculs cartesiano mentre qualcun'altro ha dimostrato molti dei meccanismi di funzionamento della mente


Ma se ogni mente è diversa dall'altra come è possibile dimostrarne il funzionamento ed i meccanismi?Questo è (anche) quello che la pseudoscienza non vuol comprendere.
Uno dei tanti problemi della psichiatria è il suo voler a tutti i costi ricercare la malattia in ogni funzione o "ferita" del corpo.
Quello che fa la psichiatria è ipotizzare e dare diagnosi su basi puramente teoriche.Non possiamo parlare di scienza.

Si costruiscono tabelle comportamentali del tutto arbitrarie (DSM) definite affidabili. Ma faccio osservare che tutto ciò che è affidabile non è detto che sia valido.
Il metodo adottato dallo psichiatra è basato sull'intuito, sul pregiudizio e sul manifestarsi di sintomi.Dov'è la vera informazione?
Una corretta informazione per dirsi tale deve avere, per dirla alla Heisenberg, un grado di certezza, in assenza della quale non può che esserci una totale incertezza e conseguentemente assenza di informazione (per dirla in parole povere).


Quello che fa la psichiatria è formulare una diagnosi basandosi puramente sul comportamento. E la validità di una malattia non può affidarsi ad una diagnosi.
La scienza deve provare la validità di quanto afferma è questo che non può fare la psichiatria perché non c'è validità certa in quello che afferma, ma solo più o meno affidabilità. E lo psichiatra come il religioso crede in quello che afferma,ma senza basi scientifiche.
 

lillo

Remember
Ma se ogni mente è diversa dall'altra come è possibile dimostrarne il funzionamento ed i meccanismi?Questo è (anche) quello che la pseudoscienza non vuol comprendere.
Uno dei tanti problemi della psichiatria è il suo voler a tutti i costi ricercare la malattia in ogni funzione o "ferita" del corpo.
Quello che fa la psichiatria è ipotizzare e dare diagnosi su basi puramente teoriche.Non possiamo parlare di scienza.

Si costruiscono tabelle comportamentali del tutto arbitrarie (DSM) definite affidabili. Ma faccio osservare che tutto ciò che è affidabile non è detto che sia valido.
Il metodo adottato dallo psichiatra è basato sull'intuito, sul pregiudizio e sul manifestarsi di sintomi.Dov'è la vera informazione?
Una corretta informazione per dirsi tale deve avere, per dirla alla Heisenberg, un grado di certezza, in assenza della quale non può che esserci una totale incertezza e conseguentemente assenza di informazione (per dirla in parole povere).


Quello che fa la psichiatria è formulare una diagnosi basandosi puramente sul comportamento. E la validità di una malattia non può affidarsi ad una diagnosi.
La scienza deve provare la validità di quanto afferma è questo che non può fare la psichiatria perché non c'è validità certa in quello che afferma, ma solo più o meno affidabilità. E lo psichiatra come il religioso crede in quello che afferma,ma senza basi scientifiche.
Molte patologie della psiche hanno correlati anatomo funzionali come dimostrato dalla RMN funzionale e dallo studio delle alterazioni di neurotrasmettitori e recettori del cervello (vedi serotonina dopamina, i più noti) che ottengono un miglioramento sia con la psicoterapia che con la farmacoterapia. mai sentito parlare della proteina fruitles (con una s sola)?
 

lillo

Remember
dimenticavo il ruolo dei neuroni specchio localizzati nella corteccia prefrontale e chiamati in causa nello sviluppo dell'autismo. ancora gli studi effettuati sul paziente HM. Ma di valutazioni scientifiche ne potrei citare centinaia. Il rischio che si rimanga a discutere dell'homunculus copernicano e sull'anima; meglio Kant e le sue affermazioni sulla conoscenza a priori e sulle categorie.
 

lillo

Remember
dimenticavo il ruolo dei neuroni specchio localizzati nella corteccia prefrontale e chiamati in causa nello sviluppo dell'autismo. ancora gli studi effettuati sul paziente HM. Ma di valutazioni scientifiche ne potrei citare centinaia. Il rischio che si rimanga a discutere dell'homunculus copernicano e sull'anima; meglio Kant e le sue affermazioni sulla conoscenza a priori e sulle categorie.
lapsus freudiano,
 

asiul

New member
dimenticavo il ruolo dei neuroni specchio localizzati nella corteccia prefrontale e chiamati in causa nello sviluppo dell'autismo. ancora gli studi effettuati sul paziente HM. Ma di valutazioni scientifiche ne potrei citare centinaia. Il rischio che si rimanga a discutere dell'homunculus copernicano e sull'anima; meglio Kant e le sue affermazioni sulla conoscenza a priori e sulle categorie.

Perché l'autismo è una malattia che riguarda lo psichiatra? :?
Per quanto riguarda la Risonanza Magnetica Nucleare se posso permettermi (dicendolo terra terra) ti fornisce nozioni su casa accade nel cervello non ti spiega il perché e nemmeno ti rivela che sei affetto da una psicopatologia.Tu pensi, ti muovi, e la macchina, il tubo, ti rivela quali parti sono interessate ed in che modo, ma ti faccio presente che ad una stessa azione in soggetti diversi può corrispondere l'interessamento di una differente area cerebrale.

Tant'è che questo tipo di esame RMN o fRMn viene per di più utilizzato per capire in soggetti affetti da cerebropatie quali parti del cervello siano o meno interessate da un eventuale malformazione funzionale.

Stai parlando di neurologia,non di psichiatria.

Per quanto riguarda la proteina io conosco quella con due ss, ma se vuoi spiegarmi a cosa ti riferisci ne sarei ben lieta.Non ho la presunzione di parlare di ciò che non conosco.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Mi domando perché si cerchi l'ausilio della psichiatria per trovare delle risposte a qualcosa di apparentemente complesso, quando qui non si riesce o non si danno(?) risposte nemmeno a questioni più semplici.
elisa?Io aspetto eh? :wink:


io non ho molto tempo per stare al pc, esco dal lavoro adesso perchè ripeto per chi non lo sapesse che anche io lavoro e quindi rispondo quando posso perchè dovendo scegliere devo privilegiare la moderazione, a meno che non ci siano dei tempi e degli obblighi di risposta mi avvalgo della libertà di farlo nei miei modi e nei miei tempi.
Poi messa come l'hai messa tu la domanda passa ogni mia voglia di rispondere.
Dove mi è ancora possibile scegliere se fare una cosa o meno mi avvalgo di questa libertà, quindi aspetta pure :wink:
 

asiul

New member
io non ho molto tempo per stare al pc, esco dal lavoro adesso perchè ripeto per chi non lo sapesse che anche io lavoro e quindi rispondo quando posso perchè dovendo scegliere devo privilegiare la moderazione, a meno che non ci siano dei tempi e degli obblighi di risposta mi avvalgo della libertà di farlo nei miei modi e nei miei tempi.
Poi messa come l'hai messa tu la domanda passa ogni mia voglia di rispondere.
Dove mi è ancora possibile scegliere se fare una cosa o meno mi avvalgo di questa libertà, quindi aspetta pure :wink:

Non era un'offesa, ma se passata come tale me ne scuso.

Per me puoi anche decidere di non rispondere o farlo in tempi lunghissimi...ça va sans dire:MUCCA
 

Apart

New member
L'argomento si fa sempre più complesso, dato che si stanno sollevando parecchi sotto-argomenti. Comunque, esprimo la mia opinione: confidiamo così tanto nelle neuroscienze da sperare che queste, prima o poi, trovino un "difetto" fisiologico in quelli che dovrebbero essere i malati mentali? Continuiamo a eludere il problema, delegando ancora alla scienza (medica) di poter distinguere, in futuro, fra ciò che è normale e ciò che non è normale. E se le neuroscienze poi fallissero in questo obiettivo? E poi si dimentica sempre l'importanza della relazione fra le persone. Ad una persona puoi offrire tutte le cure mediche che vuoi, ma se manca la relazione (affettiva), manca tutto, anche la possibilità di "guarigione". Come spiegare, dunque, a livello fisiologico, gli effetti benefici della relazione sull'uomo?
Rivolgendomi a D.: abbiamo introdotto anche l'argomento giuridico, e il discorso si fa ancor più interessante e stimolante. Ma mannaggia a te, e a voi, qui mi sembra che non ne verremo più a capo. E più andiamo avanti, e più mi faccio domande e non trovo risposta. Ma secondo te è davvero pensabile una legge liberata dall'etica (borghese)? Avremmo forse una fenomenologia della legge? :??
L'ICF supera il binomio normalità/anormalità, il problema è che continua a ragionare in termini di oggettivazione dell'uomo, quando lo definisce in base al suo funzionamento. Questa è la mia opinione, anche se nessuno era d'accordo con me, quando espressi questa opinione, in università.
 
Ultima modifica:

asiul

New member
L'argomento si fa sempre più complesso, dato che si stanno sollevando parecchi sotto-argomenti. Comunque, esprimo la mia opinione: confidiamo così tanto nelle neuroscienze da sperare che queste, prima o poi, trovino un "difetto" fisiologico in quelli che dovrebbero essere i malati mentali? Continuiamo a eludere il problema, delegando ancora alla scienza (medica) di poter distinguere, in futuro, fra ciò che è normale e ciò che non è normale. E se le neuroscienze poi fallissero in questo obiettivo? E poi si dimentica sempre l'importanza della relazione fra le persone. Ad una persona puoi offrire tutte le cure mediche che vuoi, ma se manca la relazione (affettiva), manca tutto, anche la possibilità di "guarigione". Come spiegare, dunque, a livello fisiologico, gli effetti benefici della relazione sull'uomo?

Tutt'altro Apart.Io sono d'accordo con te.
 
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Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
L'argomento si fa sempre più complesso, dato che si stanno sollevando parecchi sotto-argomenti. Comunque, esprimo la mia opinione: confidiamo così tanto nelle neuroscienze da sperare che queste, prima o poi, trovino un "difetto" fisiologico in quelli che dovrebbero essere i malati mentali? Continuiamo a eludere il problema, delegando ancora alla scienza (medica) di poter distinguere, in futuro, fra ciò che è normale e ciò che non è normale. E se le neuroscienze poi fallissero in questo obiettivo? E poi si dimentica sempre l'importanza della relazione fra le persone. Ad una persona puoi offrire tutte le cure mediche che vuoi, ma se manca la relazione (affettiva), manca tutto, anche la possibilità di "guarigione". Come spiegare, dunque, a livello fisiologico, gli effetti benefici della relazione sull'uomo?

Quello che io non mi spiego, Apart, è perché non si parli chiaro una volta per tutte, invece di pungere su post sporadici e lapidari. Ragionare come gran parte di noi sta cercando di fare. Salvo poi chiedere un'apertura di dialogo, quando per primi..

Naturalmente ti quoto su tutta la linea. Sono d'accordo con te.

Rivolgendomi a D.: abbiamo introdotto anche l'argomento giuridico, e il discorso si fa ancor più interessante e stimolante. Ma mannaggia a te, e a voi, qui mi sembra che non ne verremo più a capo. E più andiamo avanti, e più mi faccio domande e non trovo risposta. Ma secondo te è davvero pensabile una legge liberata dall'etica (borghese)? Avremmo forse una fenomenologia della legge? :??
L'ICF supera il binomio normalità/anormalità, il problema è che continua a ragionare in termini di oggettivazione dell'uomo, quando lo definisce in base al suo funzionamento. Questa è la mia opinione, anche se nessuno era d'accordo con me, quando espressi questa opinione, in università.

Definire in base alla funzione è una abitudine borghese. :p Ma facezie a parte, tu chiedi se sia possibile la legge priva di etica: certo che no, la legge esiste solo e soltanto come etica disciplinata, come sua giuridicizzazione. Il punto non è questo. Quello che ho voluto mettere in luce è la predominanza (..necessaria?) della cultura (ergo etica) borghese. Può esistere un'alternativa giuridica a questo dominio di fatto? Ecco, questo è importante, e, credimi, rispondere mi riesce assai difficile. Certo, ammettendo la coesistenza di più sistemi etici all'interno della norma, il concetto di normalità verrebbe enormemente eliso, se non proprio debellato. Oltre a queste gigantesche questioni, si pone anche il problema del dopo. Anche gestire la post-normalità presenta le sue complicazioni..
 

lillo

Remember
Quello che io non mi spiego, Apart, è perché non si parli chiaro una volta per tutte, invece di pungere su post sporadici e lapidari. Ragionare come gran parte di noi sta cercando di fare. Salvo poi chiedere un'apertura di dialogo, quando per primi..

Naturalmente ti quoto su tutta la linea. Sono d'accordo con te.



Definire in base alla funzione è una abitudine borghese. :p Ma facezie a parte, tu chiedi se sia possibile la legge priva di etica: certo che no, la legge esiste solo e soltanto come etica disciplinata, come sua giuridicizzazione. Il punto non è questo. Quello che ho voluto mettere in luce è la predominanza (..necessaria?) della cultura (ergo etica) borghese. Può esistere un'alternativa giuridica a questo dominio di fatto? Ecco, questo è importante, e, credimi, rispondere mi riesce assai difficile. Certo, ammettendo la coesistenza di più sistemi etici all'interno della norma, il concetto di normalità verrebbe enormemente eliso, se non proprio debellato. Oltre a queste gigantesche questioni, si pone anche il problema del dopo. Anche gestire la post-normalità presenta le sue complicazioni..
per onestà intellettuale è molto difficile parlare di apertura quando percepisco una chiusura precostituita ad una branca della medicina quale la psichiatria ricorrendo ad un pout pourry di definizioni retrodatate ed obsolete e poi si parla di Basaglia che non dimentichiamolo era uno psichiatra. trovo una contraddizione in termini davvero difficile da sbrigliare. Anche la definizione di psichiatria come se ne è parlato è vecchia e triste. Forse qualcuno non sa che neurologia e psichiatria tendono a confluire pur rimanendo distinte le patologie (o variazioni?) delle quali si occupano. Sono un assertore della legge 180 e della teoria basagliana fin da prima che questa diventasse legge (vengo dal secolo passato) e concordo quando si dice che tale legge è stata disattesa (lo vivo giorno dopo giorno). Inoltre come si fa a mettere in dubbio la sofferenza (soggettiva od oggetiva poco importa) della malattia psichiatrica (scusate se uso questa terminologia così borghese), forse tale affermazione coincide con la scarsa conoscenza sul campo. Non amo parlare riferendomi a me stesso, ma proprio oggi ho vistato un ragazzo affetto da disturbi di attacco di panico (DSM?) e vi assicuro che non si sentiva molto bene.
La fMRI non si usa solo in caso di patologie neurologiche, basterebbe leggere qualche testo di neuroscienze per sapere quale importanza ha questa tecnica nello studio delle funzioni mentali superiori. Il rapporto oggettività degli studi scientifici e la percezione soggettiva del prorpio Se è qualcosa di estremamente complesso e l'ho indicato nel mio intervento di apertura; è li che ci si sta "scornando" ed è lì che il dialogo si fa serrato perchè non si riesce a comprendere come la stessa immagine percepita con gli stessi strumenti (retina, corteccia calcarina, aree corticali secondarie della visione eccetera) determini percezioni soggettive tanto diverse; quali strutture, quali meccanismi si attivano nella coscienza di ciascuno di noi? non lo sappiamo e non certo possiamo (a mio parere) pensare all'anima immortale di Platone o a quella religiosa. Su questo mi vorrei confrontare e non discutere se lasciare in mano alle neuroscienze la conoscenza di tali argomenti. Le scienze sperimentali (compresa la psichiatria) determinano dei punti fermi da cui - a mio parere - può partire la discussione e trovare delle concordanze o delle discordanze. Ma poichè nessuno di noi ha conoscenze così profonde in ambito tanto diversi, sarebbe interessante che ognuno mettesse del suo su tali argomenti. Allora io potrei comprendere cose della filosofia che ignoro. Celiando oggi ho scritto che preferivo Kant a Cartesio, ma in realtà c'era del vero in questo, perchè molto è stato dimostrato dal riduzionismo empirico su concetti quali la conoscenza a priori e le categorie, molto si è scritto sul noumeno in termini psichici e Lacan ha fatto delle considerazioni molto interessanti su tale argomento. Un caro amico psichiatra ha pubblicato anni orsono un articolo molto interessante su ciò.
Per quanto riguarda la relazione medicina-norma non affronto tale problema perchè forse dovrei scrivere il triplo delle troppe cose fin qui dette.

@Asiul: se ti interessa cerca fruitless (adesso con 2 s) e drosophila (dobbiamo tanto a questo piccolo insetto).
 

lillo

Remember
Cos'è un modo per liquidare la questione o sono i compiti per le vacanze?:?
Scusa,ma non capisco il metodo... :boh:
nessun metodo ma solo stanchezza. si tratta di un lavoro pubblicato alcuni anni fa. Dei ricercatori hanno modificato una proteina della drosophila femmina, sostituendo un singolo aminoacido della catena polipeptidica, (tale proteina modificata è stata chiamata fruitles)determinando in tal modo una variazione nel comportamento sessuale dell'insetto che ha cominciato a corteggiare femmine della stessa specie. inserendo nei maschi della drosophila il gene che codifica un determinato feromone presente solo nelle femmine, hanno osservato che le femmine geneticamente modificate corteggiavano i maschi geneticamente modificati. Si tratta del primo lavoro scientifico in cui si è dimostrato il correlato biologico di un comportamento sessuale.... tutto qua.
 

asiul

New member
Ok, grazie lillo, ma il punto è...cosa c'entra con questo discorso? :boh:

PS rispondi, se vuoi/puoi quando ne hai il tempo...:wink:
 
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