24° Minigruppo - Kafka sulla spiaggia di Murakami Haruki

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francesca

Well-known member
sinceramente questo collegamento mi era venuto abbastanza spontaneo
tanto che quando ho letto che non capivi bene cosa c'entrassero le varie interviste dei militari per l'incidente ai bambini in montagna, non ho detto nulla perchè ho pensato o che non avevo capito o che comunque magari ci arrivavi da sola....:D

Io sono al capitolo XVII.
Allora, intanto i giorni nella baita di montagna di Tamura mi sono piaciuti molto, è proprio questa figura del bibliotecario che non mi sembra particolarmente riuscita e che spezza il piacere della narrazione.

Poi c'è l'incontro di Nakata con Johnny Walker... questo capitolo è davvero terribile, direi disgustoso, non me l'aspettavo, finora la storia di Nakata era molto leggera e delicata.
Ma non voglio dirti troppo...

Francesca
 

velmez

Active member
sinceramente questo collegamento mi era venuto abbastanza spontaneo
tanto che quando ho letto che non capivi bene cosa c'entrassero le varie interviste dei militari per l'incidente ai bambini in montagna, non ho detto nulla perchè ho pensato o che non avevo capito o che comunque magari ci arrivavi da sola....:d
francesca

mi autoflagellerò per questo!:W
:ad:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Francesca,sei arrivata alla storia di J. Walker e i gatti? Tremenda :OO !
Come ho scritto anche nella piccola biblioteca,è stata l'unica parte che non mi è piaciuta e avrei fatto volentieri a meno di leggere.
 

francesca

Well-known member
sì, terribile davvero
non volevo dire troppo perchè non so se velmez l'ha già letta.
Sinceramente un cambio repentino di atmosfera e contenuto, che non mi aspettavo.
Agghicciante.
Ieri sono arrivata a quando Nakata va dal poliziotto e quindi ho letto la storia della signora Saeki.
Ci sono delle parti di questo libro, soprattutto nella parte che riguarda Tamura, che sembrano troppo di passaggio, non le sento armoniche e fluide con la narrazione, come se fossero pagine di servizio.
In moltissimi romanzi ci sono divagazioni, momenti in cui si introducono informazioni per delineare meglio i personaggi ecc...
ma in questo romanzo si sente moltissimo lo stacco fra la narrazione principale e queste parti.
Tanto che sono al capitolo XVIII e mi sembra in molti momenti che non siamo ancora nella storia, ma in fase preparatoria.

Francesca
 

velmez

Active member
sai questo procedere della narrazione credo che abbia a che fare con la letteratura giapponese in generale, o per lo meno con i romanzi giapponesi che ho letto fino ad ora (Banana Yoshimoto, Murakami Haruki e Yukio Mishima) e anche con i film...
la cultura giapponese mi dà l'impressione di essere profondamente analitica: soppesa le cose e ne accetta sia quelle razionali che quelle più fantasiose, però gli accadimenti più incredibili e fantasiosi vengono così analizzati da rientrare in schemi più riflessivi e "razionali", invece che sembrare arbitrari o lasciati al puro caso creativo...
è come se razionalizzino tutto: accettano il reale e il fantastico o il paranormale in egual misura.

ora sono arrivata al capitolo XVII:
i giorni di Tamura Kafka in montagna sono piaciuti anche a me, mi hanno fatto venire anche una grande invidia... (non per il dormire da sola al buio, sarei morta al suo posto:OO)
e credo di iniziare a capire qualcosa del personaggio: la sua estrema meticolosità, il suo organizzarsi la giornata è in fondo solo un metodo per resistere alla paura. Una paura non solo dovuta alla fuga da casa in un'età non ancora adulta, ma una paura che proviene dal passato: c'è qualcosa, legato a questa profezia e probabilmente all madre e alla sorella, a cui non vuole pensare:

Tu hai paura del potere dell'immaginazione. E ancora di più, hai paura dei sogni. Hai paura della responsabilità che potrebbe cominciare nei sogni. Però non puoi evitare di dormire, e se dormi, i sogni verranno. Quando sei sveglio, puoi anche riuscire a controllare l'immaginazione. Ma non puoi mettere a tacere i sogni.

Poi ho letto il capitolo su Nakata e Johnnie Walker: decisamente disgustoso, che dire? ho retto finchè non ha iniziato a mangiarsi i cuori dei gatti, li proprio non ce la facevo più!
mi ha anche colpito la scioltezza con cui Nakata l'ha ucciso, mi sono immaginata la scena: come se lui affondasse il coltello in un Johnnie Walker di gelatina o budino... :paura:

In fine la storia della Signora Saeki... che triste... mi ha colpito in particolare l'affermazione finale di Oshima:

Tamura Kafka, nella vita c'è un punto in cui non si può tornare indietro. E poi c'è un punto, ma i casi sono molto più rari, in cui non è più possibile andare avanti. Quando questo accade, che sia un bene o un male, l'unica cosa che possiamo fare è accettarlo in silenzio. E' così che viviamo.
 

francesca

Well-known member
Velmez, hai visto che mi hai raggiunto?

Hai scritto una cosa che condivido assolutamente e che stavo per leggere.
Anch'io ci trovo molto di giapponese in questo tipo di narrazione.
E' stato come riconoscere uno stile.
Solo che poi non ho voluto espormi troppo perchè io in realtà ho letto solo libri di Banana Yoshimoto, non ricordo di aver letto altri autori giapponesi, quindi mi sembrava un po' affrettata come conclusione.
Ma se me la confermi anche tu, mi fa pensare che sia proprio così.
In qualche modo anche questo tipo di commistione fra realtà, fantasia, paranormale mi ha ricordato la letteratura sud americana, ma con una differenza fondamentale.
Anche in molta letteratura sud americana c'è il senso del magico, del fiabesco che permea tutta le realtà, ne fa parte ed è accettato come normale.
Ma non c'è il costante desiderio di analizzare, razionalizzare, far rientrare tutto in una sfera più razionale che sentimentale.
Come se si volesse sempre aver tutto sotto controllo, anche le cose che non si possono spiegare o capire, analizzandole nei minimi dettagli comunque le teniamo a bada.

A questo proposito mi viene in mente una frase di Tamura che però non ricordo bene, sul fatto che lui si è dato delle regole e pensa che seguendole riuscirà a tenere a bada la paura e tutte le cose che non vanno.

Piano piano il personaggio di Tamura si sta svelando, c'è qualcosa di oscuro e terribile nella sua vita che ancora non è chiaro a pieno e non si sa nemmeno se è completamente chiaro a lui.

Francesca
 

francesca

Well-known member
Capitolo del primo giorno di lavoro di Tamura in biblioteca...
ed eccoci ad una rivelazione sconvolgente.
Mentre andava avanti, mi chiedevo, ma che c'entra tutto questo, dove si vuol arrivare?
e poi, tatatà, il colpo di scena
Non voglio dire molto di più, non so se Velmez l'ha letto.

Continuano a sorpendermi le descrizioni dei vari personaggi del libro, del loro abbigliamento, in questo capitolo addirittura si arriva alle marche delle scarpe.
Mi sembra quasi una contraddizione: in una storia che per forza di cose lascia moltissimo all'immaginazione, alle supposizioni, all'interpretazioni personali, almeno per ora, dove sembra che ci sia molto più di non detto che detto, l'autore non ci vuole lasciare nessuna possibilità di immaginare i personaggi, ce li fotografa più che descrivere, con una minuzia di particolari che io nemmeno noterei in una fotografia.

Francesca
 

velmez

Active member
Tranquilla siamo allo stesso punto!
in effetti la rivelazione di Oshima donna mi ha un po' sorpreso... ho dovuto rileggerlo per capirci bene, mi ha fatto un po' l'effetto di quando guardavo Lady Oscar da piccola...:?

Però mi è piaciuto moltissimo il dialogo tra Oshima e le due donne: preciso e intelligente!!

un'altra cosa che adoro dei giapponesi è la loro capacità di affrontare argomenti legati al sesso senza "arrossire". L'impressione che ne ho è che dicano sempre le cose nel modo più diretto possibile, seguendo il concetto del: più analizzi un concetto, più lo riempi di significato scientifico, più è facile controllare le emozioni che lo riguardano.

e i pesci che cadevano dal cielo??:OO
ora Nakata non è più un "gattologo" ma un metereopata?
 

francesca

Well-known member
già, quella cosa dei pesci che cadono del cielo è incredibile!!!
Ma che senso ha? Spero che riusciremo a capirlo nel seguito, perchè una cosa così strana non può solo essere messa lì.
Penso che Nakata con lo stravolgimento dell'omicidio di Walker, abbia perso il potere di parlare con i gatti, ma abbia preso qualche altro potere che hanno loro, perchè la pioggia di sardine e sgombri mi sembra troppo collegata all'assurda discussione con il gatto con cui non riusciva a parlare e che poi ha capito grazie a Mimì (non mi ricordo che nome gli aveva dato).

Francesca
 

francesca

Well-known member
Allora,
sono piovute anche sanguisughe...
Mah,
spero che ci sia un senso, cioè non una spiegazione, ma un senso.
Intanto la storia mi sembra proprio entrata nel vivo e finalmente le due storie finora parallele si sono incrociate con l'assassinio di Walker.
Mi sono piaciuti molto i capitoli di Nakata on the road: gli incontri che fa, questi camionisti "filosofi" con cui parla...
Quello che gli spiega i "collegamenti": quasi un anticipo al collegamento che si trova dopo fra la morte di Walker e Tamura.
E finalmente si è anche svelata la profezia.
Tutto per ora manca della spiegazione fondamentale del perchè le cose vadano come vadano.
In fondo il lettore a questo punto non è altro che come Tamura che si chiede perchè questa profezia? Perchè questo padre così strano e pazzo? L'immedesimazione è totale, almeno per me.
I personaggi stanno tutti assumendo il loro posto e il ruolo che devono.
Insomma le cose iniziano ad incastrarsi.
Ieri fra l'altro ho letto il discorso di Oshima sull'ironia e la tragedia.
Lì per lì non l'avevo capito per niente. Come l'ironia potesse essere la chiave di svolta negli eventi drammatici che segnano una vita mi sfuggiva completamente.
Ma poi, stamani alla sei e mezzo, mi è venuto da ripensarci, ho fatto un "collegamento", tipo quelli di cui raccontava uno dei camionisti.
Mi è venuta in mente una canzone di Alanis Morrissette che si intitola proprio Ironic.
Probabilmente la sai, ma incollo il testo:
"Ironic"

An old man turned ninety-eight
He won the lottery and died the next day
It's a black fly in your Chardonnay
It's a death row pardon two minutes too late
And isn't it ironic... don't you think

It's like rain on your wedding day
It's a free ride when you've already paid
It's the good advice that you just didn't take
Who would've thought... it figures

Mr. Play It Safe was afraid to fly
He packed his suitcase and kissed his kids goodbye
He waited his whole damn life to take that flight
And as the plane crashed down he thought
"Well isn't this nice..."
And isn't it ironic... don't you think

It's like rain on your wedding day
It's a free ride when you've already paid
It's the good advice that you just didn't take
Who would've thought... it figures

Well life has a funny way of sneaking up on you
When you think everything's okay and everything's going right
And life has a funny way of helping you out when
You think everything's gone wrong and everything blows up
In your face

A traffic jam when you're already late
A no-smoking sign on your cigarette break
It's like ten thousand spoons when all you need is a knife
It's meeting the man of my dreams
And then meeting his beautiful wife
And isn't it ironic...don't you think
A little too ironic...and, yeah, I really do think...

It's like rain on your wedding day
It's a free ride when you've already paid
It's the good advice that you just didn't take
Who would've thought... it figures

Life has a funny way of sneaking up on you
Life has a funny, funny way of helping you out
Helping you out


E mi è sembrato che il significato del discorso di Oshima fosse proprio questo.
Ci sono tragedie enormi, piccolezze, inceppi quotidiani, cose da cui sembra che non usciremo vivi.
Siamo noi che scegliamo, sono le nostre azioni che ci portano a tutto ciò, o subiamo la vita?
Che importa, siamo sempre noi,
e le cose viste da una certa angolazione sono permeate da un'ironia continua.
La vita è solo e semplicemente sorprendente.

Francesca
 

velmez

Active member
cavolo quella canzone me l'ero completamente dimenticata! bellissima!
e devi dire che da un po' di tempo il concetto dell'ironia fa un po' parte della mia filosofia di vita... non so a me viene in mente il film di Woody Allen: Basta che funzioni
il concetto di ironia (che per significa fare dell'humor in situazioni tragiche, drammatiche) l'ho sempre paragonato all'umorismo yiddish o alla società indiana...
ed è una delle cose che più ricerco nelle forme artistiche: che sia letteratura, pittura, scultura, cinema, musica...

concordo in pieno sul fatto che finalmente il romanzo inizia ad essere chiaro!
Le domande che rimangono a me riguardano il collegamento tra Tamura, scultore che muore nudo e con le costole rotte e Walker, produttore di whisky che muore vestito...:? che sia stato un viaggio-allucinazione per far compiere a Nakata l'omicidio??
vedremo, per ora mi accontento delle ultime scoperte!
per quanto riguarda la profezia, vuoi vedere che Sakura è proprio la sorella?
 

velmez

Active member
...capitolo XXVII

Dunque, devo proprio ammettere che il libro ha iniziato a prendermi molto, dopo un inizio a rilento ora ne sono totalmente presa!!

Ora, di capitolo in capitolo, si inizia a capire di più... a mano a mano viene decifrata la canzone Kafka sulla spiaggia e i pezzi del puzzle vanno insieme...
Non capisco perchè Nakata è stato attirato in questa storia... il motivo potrebbe risalire anche al suo "incidente" durante la guerra?

un'altra cosa mi quadra decisamente poco: perchè mai Tamura Kafka si è innamorato della signora Saeki? insomma dopo averla vista un paio di volte si è già innamorato forse, moltissimo :?
che lo spirito del 15enne innamorato di Saeki si sia impossessato di lui?

torno a leggere!
 

francesca

Well-known member
Capitolo XXX

Invece io inizio un po' a stancarmi e a riavere quella sensazione di forzatura nella storia che avevo avuto nei primi capitoli iniziali.

Trovo forzati i dialoghi di Tamura con Oshima e anche con la signora Saeki.
Trovo forzato l'innamoramento...
tutto troppo letterario.
Soprattutto la storia di Tamura, sono capitoli che più o meno si ripete sempre uguale, scandite dalle apparizioni notturne della signorina Saeki, e anche la parte di sesso con la signora Saeki mi ha saputo di poco.
I dialoghi sono pieni di spunti profondi, ma sembrano buttati lì, non riesco a sentirli parte naturale della storia che i personaggi stanno vivendo, quasi una sfoggio di erudizione, non mi viene nemmeno tanta voglia di approfindire gli spunti che danno da come li trovo artificiosi.
La storia parallela di Nakata è quella che continua a piacermi di più, anche se l'apparizione del colonnello Sanders mi ha lasciato molto perplessa (nemmeno sapevo chi fosse, l'ho cercato su wikipedia), non capisco perchè Hoshino abbia dovuto prima incontrare questa prostituta filosofa, non capisco come si incastra nella storia.

Via, sono in un momento di stanchezza.

Ma comunque il libro scorre bene, quindi vado avanti fiduciosa.

Francesca
 

velmez

Active member
non so, io questa sorta di artificiosità l'avevo già assimilata negli altri romanzi, per cui ora la trovo divertente, anzi, la definirei una sorta di "grottesco" piacevole...

ad esempio: l'apparizione del colonnello sanders mi è sembrata molto simpatica, come la ragazza che snocciola hegel facendo l'amore!

ultimamento apprezzo di più i libri e i film che mi sanno sorprendere...

per quanto riguarda invece Tamura e Saeki, il loro rapporto dà fastidio anche a me... forse perchè ormai è scontato che lei sia sua madre...
 

velmez

Active member
ho letto poco oggi...

dunque, Kafka si scopre sempre di più e la signora Saeki cede... effettivamente è tutto molto strano, anche l'immischiarsi del padre di Kafka e del giovane innamorato di Saeki...

mi sembra molto innaturale, la capacità schietta del quindicenne Kafka nel provarci con Saeki... :boh:

vedremo!
 

francesca

Well-known member
capitolo XXXVI

La storia di Tamura con la sig. Saeki mi ha creato abbastanza disagio, non so perchè, la trovo innaturale, proprio da un punto di vista letterale e narrativo.
Non mi ci si incastra, è forzata.
Ma comunque, come ho già detto, tutta la storia di Tamura mi dà questa impressione. Mi scorre molto meglio, nonostante sia forse anche più assurda, quella di Nakata.
Molti dei discorsi fra Tamura e Oshima, fra Tamura e la sig. Saeki proprio non li capisco. Tutto questo insistere sulla realtà meteforica...
Mi sono segnata una frase che veramente per me è incomprensible, che la sig. Saeki dice a Tamura:
"Ti stai avvicinando ad una verità metaforica attraverso la realtà? O ad una verità reale attraverso una metafora? Oppure le due cose sono complementari?"
Mi chiedo, ma il libro è una metafora? Di cosa?

Insomma se leggo la storia così, scorre bene e mi sembra anche divertente, ironica in molti punti.
Se cerco di afferrarne un significato più profondo mi sfugge.
Notavo un parallelismo interessante fra le due storie, che comunque si stanno intrecciando sempre più:
entrambi i protagonisti, Tamura e Nakata, hanno una specie di nume tutelare, il personaggio che li aiuta e li guida: Nakata ha Hosino, Tamura ha Oshima.

Bellissimo il discorso di Hoshino con il proprietario del caffè amante della musica, quando parlano di Beethoven: dietro i grandi geni, le grandi menti, ci sono sempre persone magari meno brillanti, meno geniali, ma che in qualche modo aiutano i grandi nelle cose che a loro non riuscirebbero, nella vita quotidiane e spicciola, come faceva il duca Rodolfo con Beethoven.

Devo ammettere che spunti di riflessioni in questo libro ce ne sono davvero tanti, così tanti che è impossibile riuscire a seguirli tutti.
Ma è anche il bello di questo libro, viene spontaneo seguire e approfondire quei concetti che più ci attirano in modo naturale.

Francesca
 

velmez

Active member
Sono arrivata anch'io al capitolo XXXVI...

Sono d'accordo con te per quanto riguarda la storia tra Kafka e la signora Saeki, mi sembra innaturale e lui mi sta diventando antipatico: sarà anche il quindicenne più tosto del mondo ma continua ad oscillare tra concetti super metafisici (anch'io mi perdo in alcune loro osservazioni) e momenti di sconforto e confusione, in cui sembra non saper cosa fare... ma, nel complesso ha sempre addosso quell'aria da "so tutto io"... insomma non si intomorisce nemmeno quando chiede a Saeki di andare a letto con lui...:OO

Se non fosse per Oshima (che non capisco perchè continua a nominare al maschile:?) questa parte del romanzo non mi piacerebbe!

Nakata e Hoshino, sono molto più simpatici! Anche se ho l'impressione che Murakami Haruki faccia fatica a caratterizzare in modo ben distinto i personaggi: ho l'impressione che si immedesimi troppo. Ad esempio vuole far apparire Hoshino un po' stupido, però, secondo me, ci riesce solo ogni tanto... E anche Kafka dice cose da persona troppo adulta rispetto alla sua età... sembra che le riflessioni di base abbiano sempre una base comune nella voce dello scrittore...

Io invece non ho molto capito la riflessione che fa Hoshino sulla storiella del discepolo del Buddha (quello troppo stupido che raggiunge l'illuminazione lucidando le scarpe) che gli ha raccontato suo nonno...
la sua spiegazione si trasforma in: non importa quello che fai, tanto la vita fa comunque schifo... :??

E mi sono persa nella descrizione dell'apertura dell'entrata... :?

Comunque nel complesso mi piace sempre di più!
 

velmez

Active member
le storie ora si sono decisamente intrecciate!

Mentre Tamura se ne sta in baita in preda a sogni erotici e giri nella foresta nel tentativo di perdersi (...diciamolo lui si vuole perdere che poi abbia molta fortuna e non ci riesca...) Nakata incontra la signora Saeki che gli consegna letteralmente la sua vita...
ora spero proprio che Nakata non distruggerà davvero tutto! almeno una sbirciatina non gliela si può dare?

Intanto ho pensato a cosa non mi torna nel personaggio di Hoshino: è arrivato a 25 anni senza mai leggere nulla e Murakami Haruki cerca di farlo passare un po' per tonto... ma in realtà ha un buon linguaggio, fin troppo buono...
ho l'impressione che Murakami metta le stesse parole in bocca a tutti i suoi personaggi, anche lo stesso Nakata, se non continuasse a parlare di sè in terza persona e non continuasse a ripetere che è stupido, si può dire che parla allao stesso modo...
 
Stato
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