27° Minigruppo - Tutti i racconti del mistero, dell'incubo e del terrore di E.A. Poe

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SALLY

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La mascherata della morte rossa

Non c'è scampo alla morte,una volta attraversate tutte le fasi della vita (le stanze colorate),al ritmo incalzante del tempo,è ineluttabile finire nella stanza nera e rossa...alla fine,quando gli ospiti del castello tentano di prendere la maschera per vedere chi è m'è venuto un pensiero...ih ih ih sotto il vestito niente :mrgreen:
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
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Il ritratto ovale, Il cuore rivelatore, Il gatto nero

Il ritratto ovale

Il dipinto che prende vita da colei che è ritratta in posa, succhiandole via via tutta la linfa vitale:paura:. Racconto che ho trovato particolarmente scorrevole e divorabile, grazie anche alla maggiore brevità rispetto agli altri. Com'è bravo a descrivere il buio e la luce fioca della lampada a olio, mi sembrava di avere la stanza e il letto davanti agli occhi.

Il cuore rivelatore

Questo mi ha fatto venire la pelle d'oca: il senso di colpa che fa uscire di senno l'assassino, metaforizzato come battito ovattato del cuore ancora pulsante. Notevole la resa psicologica dello stato d'animo del protagonista, quasi ai livelli di Delitto e Castigo. Confesso che quando intenzionalmente rivela ai poliziotti la posizione esatta del cadavere sotto le travi, mi è venuto in mente il caso Scazzi quando Misseri fa ritrovare il cellulare cedendo al senso di colpa lacerante. Poe conosceva molto bene l'animo umano.

Il gatto nero

Nonostante il patema che mi procura il leggere di maltrattamenti ad animali e sorvolando sull'eresia che sono bestie senz'anima(cit.), sono rimasto affascinato dall'illazione che i gatti neri siano streghe travestite. Anche qui mi è venuta in mente la serie "mia moglie è una strega" degli anni 80, oppure la Minerva Mcgranitt di Harry potter che si trasforma proprio in un gatto. Quanta eredità immaginifica che ha lasciato Poe dietro di sè e quanti hanno attinto da lui. Un fedele, innocuo animale da compagnia diventa per il protagonista uno stalker silenzioso ma per la sua stessa sanità mentale, altrettanto destabilizzante.
Racconto sublime
 

SALLY

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Il ritratto ovale

Brevissimo racconto,dove,tema ricorrente,un'altra donna malata muore...di freddo,perchè il marito, pittore, è talmente preso dalla sua arte da non averne coscienza, anche qui,come in Ligeia,la morte non è totale,perchè il soffio di vita della donna trapassa nel quadro....l'immortalità dell'arte.
 

Luisa

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Si infatti Luisa...anch'io ho pensato che il tutto fosse intenzionale,anche perchè Ligeia leggeva ed era attratta da libri di occultismo,esoterismo e mistero,lui ha preparato il sacrificio della seconda moglie,che mal sopportava,per riportare in vita Ligeia.
Scusami, inizialmente ti avevo frainteso, pensavo che l' avessi interpretato diversamente.



La maschera della morte rossa
Un capolavoro, mi ha messo davvero i brividi!!!Racconto molto ben costruito, ricco di suspence, dallo stile, mi pare, più efficace rispetto ai precedenti. Magistrale la descrizione delle sette stanze. La massima tensione è prodotta dai rintocchi del grande orologio d' ebano: il trascorrere del Tempo segna l' ineluttabilità del destino. Leggendo questa parte, non ho potuto fare a meno di ripensare ad un racconto, del tutto diverso, di Federigo Tozzi: "Gli orologi". Qui sette orologi (e uno in particolare) costituiscono una presenza misteriosa e inquietante nell' abitazione del protagonista.


Il cuore rivelatore
Qui, più che altrove, Poe si distacca dal tradizionale racconto horror. Non vi è traccia di fenomeni soprannaturali, né di allucinazioni causate dall' abuso di oppio. Piuttosto, viene dimostrato come tutti i fantasmi, le angosce, i terrori, non sono prodotti da fattori esterni, ma hanno origine nella mente dell' uomo. La scelta del titolo è geniale, perché racchiude in sé un duplice significato. Il "cuore rivelatore", infatti, è non solo (e non tanto) quello del vecchio che, con il suo battito incessante, rivelerebbe agli astanti il delitto commesso, ma anche e soprattutto quello dell' assassino, che rende manifeste a sé e agli altri le sue ossessioni e le sue angosce. Tale ossessività è resa efficacemente anche dallo stile, ricco di iterazioni, che rende faticosa e affannosa la lettura ad alta voce.
 

Luisa

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Berenice
Di nuovo alcuni temi ricorrenti: la donna amata che si ammala e muore, la personalità monomaniaca, il seppellimento prematuro. Mi sembra, finora, il racconto più ricco di elementi autobiografici. L' autore subì infatti la perdita precoce della madre e della moglie (la cugina Virginia Clemm), che per lui rimasero sempre immagini della bellezza minacciata dalla morte. Quanto alla personalità monomaniaca e le turbe della memoria, sono verosimilmente riconducibili all' abuso di alcol e droghe che caratterizzò tutta la sua vita. Il terrore ossessivo del seppellimento prematuro, infine, trova la sua spiegazione secondo me più coerente in un altro racconto che già ho citato, The Premature Burial.


William Wilson
Bel racconto, caratterizzato da un più esplicito messaggio morale. Il tema del doppio è sempre affascinante, in più sono davvero sorprendenti le analogie con Il ritratto di Dorian Gray. Notevole, all' inizio, la descrizione della casa elisabettiana come un intricato labirinto: Poe non finirà mai di stupirmi per le sue capacità descrittive, in particolare degli interni, quasi volesse dirci che sono proprio le cose a cui siamo più abituati, quelle che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, che possono assumere i risvolti più inquietanti. Anche qui non manca l' elemento autobiografico: in gioventù, Poe venne espulso dall' università perché aveva il vizio del gioco e dell' alcol. Inoltre ritroviamo, ancora una volta, un protagonista amante del lusso e dell' eccentricità, come già in Ligeia e nella Maschera della morte rossa; pur non avendo, per ora, trovato conferme in proposito, mi sembra verosimile che anche questo fosse un tratto caratteristico della personalità dell' autore.


Il diavolo nella torre
Il diavolo, fin dalle origini, è stato colui che ha stravolto la dimensione temporale nella vita umana. Dopo la cacciata dall' Eden, l' uomo è stato infatti condannato al tempo e ai limiti della storia e dell' esistenza terrena, perdendo la precedente condizione felice e immortale. La valle è una specie di Eden illusorio, in cui gli abitanti si illudono di poter controllare il tempo a proprio vantaggio, anzi, si creano addirittura un loro tempo, una sorta di eterno presente (stabiliscono che nulla deve mai cambiare, che fuori del villaggio non vi è nulla, e che vogliono restare fedeli ai loro orologi e ai loro cavoli). Gli orologi, dunque, hanno qui una funzione positiva, rassicurante, ben diversa da quella del pendolo nella Maschera della morte rossa. L' arrivo del diavolo, che crea tanto scompiglio, dimostra che nessuno può sfuggire al male che è insito nel mondo, né alla casualità degli eventi, che spesso e volentieri sconvolgono inevitabilmente tutti i nostri piani. Il tono umoristico ricorda Landolfi, che per molti aspetti si può definire un continuatore di Poe.
 

SALLY

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Grazie Luisa,anche da parte mia,molto chiarificatori i tuoi commenti,non avevo pensato che il diavolo nel campanile rappresentasse un tentativo (inutile) di sfuggire al male.


Il cuore rivelatore

Come Germano,questo racconto m'ha riportato a Delitto e castigo,ma oltre al senso di colpa incontenibile,è una storia di follia ragionata,quest'uomo si ostina a dire che era solo un po' nervoso,e nei minimi particolari spiega,con una logica razionalissima,un sentire per niente razionale...non l'ha fatto per soldi ne' per odio,anzi...solo, doveva sopprimere quell'occhio!
 

SALLY

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Il gatto nero

...e questo ci son rimasta male :-(...è una sofferenza leggere questa crudeltà sul gatto,uno se lo immagina,sto' povero gattino...con sto' ubriacone :W
Anche qui è pazzia,per quanto il protagonista continui a dire che non è pazzo...c'è della suspense,mentre si segue la discesa nell'abisso di quest'uomo inizialmente,"normale",persino troppo buono.
 

GermanoDalcielo

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Il pozzo e il pendolo - Lo scarabeo d’oro

Il pozzo e il pendolo

Uno scenario quasi alla Saw e stavolta l'enigmista è addirittura l'Inquisizione, col suo lato più perverso e sadico. Poe è un maestro nel rendere l'angusta e asfittica atmosfera della cella della prigione, per non parlare dell'ansia mentre si avvicina la lama del pendolo. Il deus ex machina del finale un pochino lo banalizza, ma resta comunque un racconto eccezionale.


Lo scarabeo d'oro


Bellissimo questo racconto, chiaro e spiegato in maniera semplice e accessibile anche a una mente meno matematica come la mia:mrgreen: il crittogramma che sta alla base della vicenda. La narrazione mi ha tenuto incollato alle pagine, l'avventura, il fascino dei pirati, il mistero del tesoro. Quant'è bravo Poe. Ho letto che Stevenson per "L'isola del tesoro" ha copiato da questo racconto!:paura::shock:
 

francesca

Well-known member
niente, non sono riuscita a procurarmi il libro, ho battuto troppo la fiacca in questi giorni...
non so se riesco ad accodarmi,
se no scusatemi se non riesco ad essere dei vostri

Francesc
 

SALLY

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Il pozzo e il pendolo

Da brivido...questo racconto,non so perchè, mi ha ricordato Kubrick,ma non è tanto la storia,ma il modo di descrivere le sensazioni,l'ambientazione...che ti sembra di essere lì,senti quasi la lama che taglia l'aria,vedi i topi affamati...qui Poe non ti dà respiro fino alla fine della storia,un genio.
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
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La lettera rubata - Il barile di Amontillado

La lettera rubata

La verità è nascosta sotto il sole, agli occhi di tutti. E' lo stesso ragionamento che sta alla base del principio metodologico de "il rasoio di Occam": la soluzione a un problema il più delle volte è quella più semplice, non servono ipotesi aggiuntive se le prime sono sufficienti. Quando il prefetto racconta che la casa del ministro è stata rivoltata come un calzino, anche a me è venuto subito in mente che la lettera fosse nascosta in bella vista e "mimetizzata". Devo ammettere però che convincere il lettore che la polizia non abbia visto la lettera stropicciata sul camino solo perchè ha supposto che non poteva essere a priori quella che cercavano, mi è sembrata una forzatura da parte di Poe. Se rivolto la casa da cima a fondo, guardo anche quella lettera lì cosa contiene, no? Vabbè, questo non inficia il giudizio positivo sul racconto, molto coinvolgente e piacevole.

Il barile di Amontillado

La vendetta e la perversione sono moti dell'animo umano che Poe sembra conoscere bene. La parte che più mi ha "preso" di questo raccontino è il punto in cui la voce di Fortunato si trasfigura, la sua risata sembra quasi satanica, mi ha ricordato - con un brivido - un film in cui il condannato sulla sedia elettrica assicura che ritornerà dal mondo dei morti per vendicarsi. Forse il finale è un po' frettoloso. Carino.
 

Luisa

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Grazie Luisa,anche da parte mia,molto chiarificatori i tuoi commenti,non avevo pensato che il diavolo nel campanile rappresentasse un tentativo (inutile) di sfuggire al male.

Grazie a voi, ragazzi (scusate, non sono riuscita a citare tutti e due i vostri messaggi), per avermi fatto scoprire un autore così affascinante. E' il primo gruppo a cui partecipo, e sono felice se il mio contributo risulta positivo, perché amo la letteratura più di tutto.




Il gatto nero
Ancora una volta, ritroviamo alcuni elementi già noti: il nevrotico che cerca di giustificare la propria condotta negando di essere pazzo, l' abuso di alcol, il tentativo fallito di compiere un delitto perfetto. Questo racconto si distingue però dai precedenti perché è "più fantastico", come dice lo stesso narratore nell' incipit, in quanto il soprannaturale sembra avere un ruolo decisivo nello svolgimento della vicenda. Dico "sembra" perché in realtà, a ben guardare, anche in questo caso le ossessioni di un uomo malato restano la causa primaria di tutto.
Quello che più mi ha colpito è una certa analogia con la vicenda di William Wilson. La funzione di persecutore e di giustiziere implacabile, lì svolta dall' alter ego del protagonista, in questo racconto è affidata addirittura a un animale, a un gatto. Perché? A mio avviso, la scelta di Poe non è dovuta soltanto al carattere "magico", misterioso, ambiguo di questo animale, che nel corso dei secoli è stato di volta in volta idolatrato o demonizzato. Azzardo un' ipotesi, rifacendomi in parte ad alcuni saggi letti tempo fa, riguardanti il ruolo dell' animale nell' immaginario collettivo. L' animale è, fondamentalmente, altro da noi, in quanto non possiede la ragione né il linguaggio verbale, ossia gli elementi che distinguono e rendono superiore l' uomo rispetto a tutti gli altri esseri del creato. L' uomo, però, proprio in quanto dotato di libero arbitrio, conosce anche i sentimenti negativi, la malvagità, la falsità. L' animale, invece, poiché segue solo il suo istinto, non è né buono né cattivo, è "innocente". Allora ci viene il dubbio: e se gli animali, in qualche modo, fossero davvero superiori a noi? Forse sono addirittura in grado di capirci e di giudicarci... Essi sono ai nostri occhi l' immmagine di un paradiso perduto, di un' innocenza originaria... Credo sia per questo che il protagonista, mentre scivola sempre più in basso nella sua corruzione, non sopporta più la presenza dei suoi animali da compagnia (e in particolare quella di Pluto, definito fin dall' inizio un gatto di grande bellezza e intelligenza): gli ricordano troppo ciò che una volta è stato e che ora non è più, un uomo puro, semplice, buono.
 

alessandra

Lunatic Mod
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La lettera rubata
Diversissimo dagli altri due che ho letto, nessun elemento horror, un racconto in cui il signor Dupin si diverte a risolvere un caso e a puntualizzare (fra le righe ma non troppo) la scarsa avvedutezza della polizia, pur nella sua scrupolosità. Mi è piaciuta molto la parte in cui fa un confronto tra la mente del matematico e quella del poeta, elogiando la seconda. Racconto molto arguto, che mi ha fatto riflettere sulla tendenza umana a cercare l'intelligenza nella complessità, mentre spesso è il contrario.
Ora mi manca solo Lo scarabeo d'oro, però sono molto incuriosita dai vostri commenti, prima o poi mi procurerò anche gli altri racconti ma per ora mi fermo qui.
 

SALLY

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Lo scarabeo d'oro

Bello,bello,bello questo racconto d'avventura,mi sembrava di vedere Indiana Jones...leggo sopra che Stevenson l'isola del tesoro l'ha estrapolata da questo racconto,però!
Jupiter mi fà morire...è buffissimo!
 

Luisa

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Il pozzo e il pendolo
Un altro capolavoro, in cui Poe riesce a mantenere fino all' ultimo un clima di estrema tensione, come nella Maschera della morte rossa. Le descrizioni sono talmente efficaci che ci sembra di vivere davvero le vicende narrate, diventiamo noi stessi il prigioniero in balia dell' Inquisizione. Il finale è sorprendente e liberatorio. Per due volte, ritorna il terrore ossessivo del seppellimento prematuro: nella condanna del pozzo e nella parte iniziale, quando il protagonista si sveglia circondato dalle tenebre e crede perciò di trovarsi in una tomba. Vista la frequenza con cui simili rappresentazioni ricorrono nei racconti di Poe, credo che si trattasse in realtà di una sua propria fobia, che egli riversava di continuo nella scrittura, verosimilmente con lo scopo di oggettivarla, di distanziarsene (anche se, lo preciso, finora nelle biografie consultate non ho trovato conferme in proposito).
Un altro tema ricorrente è quello del fatale scorrere del tempo, che segna l' approssimarsi della fine della vita. Il tempo, nella prigione, appare sempre uguale perché, in mancanza di orologi (e, inizialmente, anche della luce), non può essere misurato secondo le convenzioni umane. Tuttavia, esso scorre inesorabile. Se, nella Maschera della morte rossa, il pendolo costituiva solo un presagio, qui esso diventa uno strumento di morte, in senso proprio e non figurato.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Scusate, ma questo libro era in edicola poco tempo fa? perchè se si trova ancora vorrei prenderlo anch'io...

Il mio è diverso, sono solo 4 racconti ed è intitolato "Il crollo della casa Usher e altri racconti". Era in edicola con Repubblica a 1 euro, se hai trovato gli altri probabilmente troverai anche questo.
 
Stato
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