Spoiler
Io credo che, quanto ad originalità delle idee, Saramago non abbia eguali .... Come si può pensare di scrivere un libro raccontando ciò che succederebbe se la morte, capricciosa, decidesse di cambiare le carte in tavola, prendersi dei periodi di pausa o addirittura colpire con preavviso? E poi, oltretutto, saperne brillantemente sviluppare la trama? Certo, ci sono delle cose inspiegabili, ma come pretendere che un romanzo che ha, in parte, come voce narrante la morte possa essere totalmente razionale? Tant'è che, con la sua solita ironia, è lo stesso autore a sottolineare ciò. Nella prima parte, pur sottile e intelligente, a tratti mi sono un po' persa, per poi ritrovare la strada giusta grazie alla penna sapiente dell'autore. La seconda parte, nella quale la morte viene umanizzata, mi ha colpito soprattutto all'inizio, quando lei stessa è spiazzata dal fatto di aver fatto un inspiegabile errore. Da un lato soddisfa, dall'altro intenerisce vedere colei che, volenti o nolenti noi poveri mortali, ha sempre il coltello dalla parte del manico confondersi all'interno dei suoi stessi - naturalmente diabolici, pur nella loro semplicità - procedimenti. Vederla nel panico, vedere che non sa cosa fare. Quanto al finale, devo ammettere che mi aspettavo un po' di più, mi è sembrato un po' sbrigativo seppure, a suo modo, poetico: anch'io l'ho interpretato come ayla, l'amore vince su tutto, anche sulla morte... Però non vi ho ritrovato la forza emotiva dell'ultima parte di Cecità. Ciò non toglie niente al fatto che si tratta di un libro bellissimo, da leggere.