3° Poeticforum - Le poesie che amiamo

Nerst

enjoy member
Questa poesia più la rileggo e più mi sembra un vade mecum per chi si vuole accingere a scrivere di poesia, come se la poetessa stesse dispensando consigli. Mi è piaciuta molto la seconda parte, quando descrive gli animali nel loro ambiente e l' incapacità che l' uomo ha di comprenderli fino in fondo. Inoltre trovo assai giusto il pensiero che vede il poeta scrivere su ciò che è "genuino", lo condivido, perchè per me il poeta è in grado di riportare la semplicità delle cose che molti non notano neppure.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
non è una poesia facile, una di quelle che ti prende e capisci al primo momento, almeno io faccio fatica a trattenerla, anche se la cosa che mi colpisce è che la stessa poetessa parla di incomprensibilità delle cose o degli avvenimenti e questo può essere poesia solo che non sia scritta da qualcuno che di poesia sarebbe meglio non scrivesse. Non la trovo immediata e questo è un limite.
 
G

giovaneholden

Guest
Tra le più alte voci della poesia del 900 americano,Marianne Moore è poco conosciuta in Italia e con questa poesia ho pensato di farla conoscere sul forum. Curiosamente,nel dire che la poesia deve essere semplice,parlare delle piccole cose,in realtà,essendo vicina al modernismo di Pound e Eliot,in realtà non lo è per nulla.La sua poesia, anzi, quella che paradossalmente lei non ritiene poesia, ci offre un profilo di donna aperta verso gli altri e insieme austera, la cui visione del mondo è mediata dall’esperienza altrui e mai diretta, l’immagine di una persona che rifiuta gli eccessi, la pompa, il pathos e fa del successo un motivo di crescente sorpresa. come si addice a una natura plasmatasi nel rigore presbiteriano.Sarà Eliot a definire con precisione la poesia della Moore: «La versificazione di M.M. è tutt’altro che “libera”. Molte sue poesie seguono schemi formali non solo rigidi, ma talvolta complicati e hanno il movimento elegante di un minuetto.Il metodo compositivo si ripete con regolarità. Marianne prende appunti su di una frase colta per caso, due o tre parole felici che le vengono in mente, senza sentirsi obbligata a scrivere. Il tema solitamente è presentato nella prima strofa in modo diretto per venire successivamente commentato con citazioni di dialogo, quasi che intervenisse un interlocutore, poi il racconto si dipana (9). Marianne scava nella memoria, trova riferimenti storici, operei viste nei musei, brani letterari, partiture musicali. Come nel mito platonico della caverna nelle sue descrizioni gli animali e gli oggetti sono ombre, forme rivelatrici di un mondo che esiste e che non è dato conoscere se non nelle sue imperfette apparenze. Allorché il materiale a sua disposizione assume una certa consistenza, la composizione diventa febbrile. Marianne viene trascinata dalle parole come da una forza di gravità ed esse si aggregano in grappoli, si organizzano come cromosomi in una cellula. Si ha l’impressione di un procedimento a spirale, che parte da un nucleo occasionale, scelto tra i temi prediletti, in genere di carattere naturalistico, per poi avvitarsi in descrizioni dettagliate, alle quali per associazione si collegano disquisizioni di genere estetico ed etico, divagazioni, riferimenti storici e scientifici. Ciò che appare evidente è l’amore per tutto “il creato”, specie per gli esseri più misconosciuti di cui la Moore rivela ignote virtù. Segnatamente in questa composizione,ci dice cosa per lei è poesia,per poi in realtà immetterci in questo gorgo di sensazioni tutt'altro che semplice trovo bellissima la frase in cui dice che la poesia non deve essere come “giardini immaginari con rospi veri dentro”.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
non è una poesia facile, una di quelle che ti prende e capisci al primo momento, almeno io faccio fatica a trattenerla, anche se la cosa che mi colpisce è che la stessa poetessa parla di incomprensibilità delle cose o degli avvenimenti e questo può essere poesia solo che non sia scritta da qualcuno che di poesia sarebbe meglio non scrivesse. Non la trovo immediata e questo è un limite.

Neppure io l'ho trovata immediata e quindi non riesco a commentarla.
Ora vado a leggermi quello che ha postato gh così proverò a capirci qualcosa di più :wink:.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Canzone d'autunno di Paul Verlaine

La prossima poesia da commentare

Canzone d'autunno - Verlaine

I singhiozzi lunghi
dei violini d'autunno
mi feriscono il cuore
con languore
monotono.

Ansimante
e smorto, quando
l'ora rintocca,
io mi ricordo
dei giorni antichi
e piango;

e me ne vado
nel vento ostile
che mi trascina
di qua e di là
come la foglia
morta.
 

Nerst

enjoy member
Questa poesia la conoscevo già, anche in francese, e ogni volta che mi capita di rileggerla non posso fare a meno di pensare che la vita dell' uomo è proprio paragonabile ad una foglia. Lei se ne sta attaccata all' albero che l' ha generata, con forza, nei suoi colori brillanti, poi arriva il forte vento che ci prova a staccarla, ma lei resta aggrappata con i suoi colori che cominciano a sbiadire, poi un giorno d' autunno senza vento con i violini che suonano la foglia decide di cadere.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Canzone d'autunno di Paul Verlaine

io trovo questa poesia di Verlaine perdutamente disperata, l'urlo di dolore di un uomo che si vede arrivare all'età matura, l'autunno della vita, senza neanche più speranza per il futuro nè soddisfazione per il presente, con soli rimpianti, dolorosi perlopiù e con la sensazione di essere in balia della vita, foglia accartocciata e secca portata dal vento. In questo momento sto leggendo le sorprendenti poesie di Rimbaud, tutti conoscono il disperato amore di Verlaine per il giovanissimo e talentuoso dicissettenne, al quale sparerà anche un colpo di pistola al colmo della passione e della disperazione. Verlaine è un uomo disperato, combattuto tra l'amore per il poeta e la vita borghese con moglie e figli. Un uomo così lacerato non può che sentirsi come lui si descrive, una foglia morta. Se Rimbaud scriverà i suoi capolavori tra i 16 e 19 anni e poi non scriverà più, morendo a 37 anni di cancro dopo una vita avventurosa e intensa, in continuo peregrinare, l'amico Verlaine "vivrà" fino a 52 anni, con una vita travagliata piena di dolori ed accessi. Due vite perennemente tragiche.
 
G

giovaneholden

Guest
Poesia legata alla "Vanitas",tema tipico di molti quadri di nature morte barocche,alla caducità della vita,pur tuttavia mantiene un tono lirico languido e leggero,musicale e rassegnato che non ne fa affatto un testo triste né lugubre,ma nella ineluttabilità degli eventi assume quasi un aspetto nirvanico e dunque positivo.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io ho dato un significato più tragico e biografico alla poesia, mi ricorda anche l'altro grande poeta, Ungaretti, che paragona i soldati alle foglie d'autunno sugli alberi.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ecco la prossima poesia da commentare insieme :D

Naturalmente potete (anzi possiamo:mrgreen:) ancora commentare quelle precedenti.

Guido Gozzano

SPERANZA

Il gigantesco rovere abbattuto
l'intero inverno giacque sulla zolla,
mostrando, in cerchi, nelle sue midolla
i centonovant'anni che ha vissuto.
Ma poi che Primavera ogni corolla
dischiuse con le mani di velluto,
dai monchi nodi qua e là rampolla
e sogna ancora d'essere fronzuto.
Rampolla e sogna - immemore di scuri -
l'eterna volta cerula e serena
e gli ospiti canori e i frutti e l'ire
aquilonari e i secoli futuri...
Non so perché mi faccia tanta pena
quel moribondo che non vuol morire!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
La poesia di Marianne Moore è piuttosto complicata per me, meno male che c'è Holden a illuminarci :D:mrgreen: E' vero che colpisce la contraddizione tra il testo ostico e le opinioni della poetessa sulla bellezza della semplicità nella poesia, però non ho capito se quest'effetto sia voluto. In ogni caso traspare il profilo di una donna di classe e ironica.

Canzone d'autunno è bellissima, immagino quest'uomo che dopo una vita intensa e tormentata non prova altro che una tremenda solitudine e rassegnazione, per un'indole come la sua i tormenti dell'autunno, privi di grandi scosse emotive, sono ben peggiori rispetto a quelli del tempo in cui lo spirito era vigoroso e c'era ancora una speranza. Si percepisce in pieno il dolore di chi non si aspetta più niente.
 

Nerst

enjoy member
Guido Gozzano SPERANZA

Bellissima poesia. Riporta tutta la tristezza che si può provare nel vedere un tronco d' albero segato e quel che rimane è un chiaro segno di qualcosa che è stato portato via ma non del tutto. Abbatte vedere gli anelli nella sezione che segnano l' età secolare di quella vita strappata, ma che è ancora lì a voler vivere, come dice il poeta, visto che sul tronco cominciano a crescere ciuffetti d' erba e fiori.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Speranza di Guido Gozzano

In questa poesia si ritrovano termini a noi poco consueti ed uno stile poetico che a primo acchito non fanno riflettere sul significato ma più sulla musicalità delle parole e dei versi. Poi rileggendola più volte si comprende meglio anche il significato e il paragone tra il rifiorire dell'albero centenario e la Speranza, che non muore mai, anche nelle condizioni più avverse, anche negli ultimi giorni di vita, la volontà di vita più forte di qualsiasi cosa, anche della morte. Spesso gli alberi sono protagonisti poetici, io amo molto anche questa poesia di Giovanni Pascoli, La quercia caduta e la seguente di Umberto Saba, :

La quercia caduta di Giovanni Pascoli

[FONT=verdana, helvetica, arial][SIZE=-1][FONT=&quot]Dov'era l'ombra, or sé la quercia spande
morta, né più coi turbini tenzona.
La gente dice: Or vedo:era pur grande!

Pendono qua e là dalla corona
i nidietti della primavera.
Dice la gente: Or vedo:era pur buona!

Ognuno loda, ognuno taglia. A sera
ognuno col suo grave fascio va.
Nell'aria, un pianto… d'una capinera

che cerca il nido che non troverà. [/FONT]
[/SIZE][/FONT]

L'arboscello di Umberto Saba

Oggi il tempo è di pioggia.
Sembra il giorno una sera,
sembra la primavera
un autunno, ed un gran vento devasta
l'arboscello che sta - e non pare - saldo;
par tra le piante un giovanetto alto
troppo per la sua troppa verde età.
Tu lo guardi. Hai pietà
forse di tutti quei candidi fiori
che la bora gli toglie; e sono frutta,
sono dolci conserve
per l'inverno quei fiori che tra l'erbe
cadono. E se ne duole la tua vasta
maternità.
 
G

giovaneholden

Guest
Poeta delle piccole cose quotidiane Guido Gozzano,spesso dotato di notevole ironia nelle descrizioni,in questo componimento fa trasparire come malgrado la vita dell'albero sia stata vissuta fino in fondo,ormai infatti è solamente un ceppo abbattuto,ancora vuole riaffermare la sua identità nel ricordo delle sue chiome frondose.Il poeta ne prova pena pensando sia uno sforzo vano quello di rimanere tra i vivi. Tra gli esponenti della corrente crepuscolare,rientra tra quegli scrittori amanti del gotico,della caducità della vanitas,ma vista attraverso semplici accadimenti come ne è esempio anche un altro possibile tra i tanti,L'incrinatura.
L'incrinatura
Perché nel vetro di Boemia antica,
dopo un'ora, già langue l'aromale
fior che m'offerse la mia dolce Amica?
Ché la verbena vi languisce, quale
la Donna amante il biondo Garcilaso
già martoriata dal segreto male.
Io so quel male: il calice del vaso
la bella mano - o gran disavventura! -
col ventaglio d'avorio urtò per caso.
E pur bastò. La lieve incrinatura
è insanabile ormai; il morituro
fiore s'inchina, stanco, nell'arsura,
ché la ferita del cristallo duro
tacitamente compie tutto il giro
per cammino invisibile e sicuro.
Vanisce l'acqua e muore il fiore. Io miro
il calice mortifero che serba
quasi non traccia di ferita in giro,
e una assai trista simiglianza e acerba
sento fra il vetro e il calice d'un cuore
sfiorato a pena da una man superba.
La ferita da sé, senza romore,
il calice circonda nel rotondo
e il fior d'amore a poco a poco muore.
Il cuor che sano e forte pare al mondo
sèrpere senta la segreta pena
in cerchio inesorabile e profondo.
E pur la mano l'ha sfiorata a pena...
Perché nel vetro di Boemia antica,
dopo un'ora, già langue la verbena
che vi compose la mia dolce Amica?
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Il poeta, un po' con indulgenza e un po' con commiserazione, non comprende come mai il moribondo si ostini a non morire e non voglia rinunciare a quegli ultimi accenni di frondosità e di vita. Il rovere ostinato ispira simpatia, è come un essere umano sinceramente attaccato alla vita e alle sue gioie, che non vuole arrendersi al fatto che la fine sta per arrivare. Bella poesia, sia per il significato che per il tono ironico che lo accompagna rendendolo meno drammatico.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Che ne dite se passiamo alla prossima poesia? :D

La culla

"Un grande sonno nero
cade sulla mia vita :
dormite ogni speranza,
dormite ogni desio !

Io non vedo piú nulla,
e perdo la memoria
del male e del bene…
Ah, triste storia!

E io sono una culla
che una mano dondola
sul vuoto d'una tomba.
Silenzio, silenzio..."


(da Sagesse, Paul Verlaine)

 
G

giovaneholden

Guest
Poesia di atmosfera crepuscolare,che contraddice un po' altre poesie della raccolta stessa,Sagesse,che segna invece un tentativo di trovare risposte nella conversione religiosa,dopo la vita dissoluta che lo aveva portato persino in carcere.Un velo pessimistico lo fa tornare verso un sogno che tutto copre facendolo brancolare nel buio,rimettendo in discussione quello che faticosamente aveva cercato come risposta all'oblio nel cristianesimo. Esprime dunque molto bene i dubbi e le perplessità che affliggono ogni rito di passaggio verso un nuovo approdo morale e filosofico.
 

Nerst

enjoy member
Alla lettura di questa poesia non posso fare a meno di provare un sentimento di riposo, ma un riposo legato allo spegnersi del corpo, insomma di morte. Può sembrare una contraddizione, perchè la culla dovrebbe significare vita. Ma qui invece colgo un messaggio di silenzio, e di addio, un addio da dire ai sogni, al desiderio, alla vita. tutto dorme e tace, si spegne e ci si abbandona in un sonno eterno, come eterni possono essere i desideri irrealizzati.
 
Poesia che trasmette tutta la sofferenza e la disillusione del vissuto delle dure esperienze. Si rende conto che ha errato da più parti nel tentativo di reinserirsi umanamente e letterariamente, per questo contraddittoriamente cerca nella religione l'illusione di trovare in essa una pace definitiva, pero' si contraddice con l'intenzione di rivedere tutta la sua storia privata alla luce di quella singolare conversione.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ho appreso da voi il motivo del tormento del poeta e il momento particolare nel quale la poesia è stata scritta.
Mi colpisce quello che a me appare come un ideale passaggio diretto dalla culla alla tomba, come se in un attimo tutto ciò che separa l'una dall'altra, ossia tutta la sua vita potesse scomparire, come se non fosse servita a niente. Si intuisce che è stata scritta in un momento di disperazione nera, uno di quei momenti in cui tutto sembra perduto e non si intravede la luce in fondo al tunnel.
 
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