Penso che in quel momento uno sia rassegnato e comunque pensi che non sia ancora il momento.
E' difficile rendersi conto in quel momento, con il senno di poi si scopre che magari non era ancora venuto il proprio momento.
Ero in ospedale, dolori atroci addominali, quasi quaranta di febbre, intestino perforato da almeno un paio di giorni, peritonite, respinto prima da un pronto soccorso e poi ricoverato al policlinico, codice rosso, ero lucidissimo, i medici mi dicevano che avrebbero dovuto operarmi immediatamente (due o tre giorni prima ero in giro per acquisti natalizi e facevo progetti per il futuro poi tutto e' precipitato improvvisamente), i medici mi dissero che non erano in grado di fare delle previsioni ma che avrebbero dovuto aprirmi per capire in che stato fossi e che non sapevano cosa avrebbero fatto.
Parlavano della possibilita' di togliermi la milza o di fare una deviazione dell'intestino.
Circa cinque ore di anestesia (ed intervento durato poco meno), rimozione di circa 30 centimetri di colon, per fortuna nessun problema alla milza e nessuna deviazione dell'intestino (fu la prima cosa che chiesi dopo essermi svegliato).
Non ricordo di aver visto nessun angelo della morte e nessun tunnel con la luce bianca in fondo.
In quel momento non ci pensavo proprio e comunque ero consapevole di eventuali conseguenze negative, ma la speranza aveva preso il sopravvento.
Penso che l'angelo della morte sia un pensiero solo per chi non si e' mai trovato in situazioni veramente serie, in quel momento uno non ci pensa proprio (o al piu' e' rassegnato), ha altro a cui pensare che all'angelo della morte. Io telefonavo ai miei amici medici chiedendo loro cosa ne pensavano e descrivendo la mia situazione clinica lucidamente. L'angelo della morte mi sembra piu' da fumetto di Dylan Dog (che peraltro amo come fumetto e leggo spesso).