A proposito delle "autrici femminili" tema vincitore sondaggio X Sfida

ayuthaya

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Anche a me, vuoi o nn vuoi, alcuni classici nn sono "piaciuti", caso mai perchè sono stati letti obbligatoriamente a scuola (tipo i Malavoglia) oppure semplicemente perchè nn rispondevano alla mia "sensibilità" (i libri sono come le persone... nn puoi mica andare d'accordo con tutti!!!), però nn mi sognerai MAI di dire che Il rosso e il nero o I promessi sposi nn siano opere di valore!!! (perdonami Velmez!!! :D)
se nn riusciamo a discernere ciò che ha un certo spessore da ciò che nn lo ha, allora tutto diventa "possibile"!!! anche affermare che "Il codice da Vinci" è meglio (più leggibile, più scorrevole, più "facile") del Pendolo di Foucault!!! Spero nn arriveremo mai a qst limite!!!! :mrgreen:
 

velmez

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invece secondo me I promessi sposi deve il suo valore e la sua fama solo al periodo in cui è stato scritto... se fosse stato scritto ai giorni nostri non avrebbe avuto tanto successo.
Non sto dicendo che sia un libro da cestinare, assolutamente! solo che lo ritengo sopravvalutato! Insomma io ho fatto un anno intero di programma di letteratura al liceo solo su I promessi sposi... a me sembra decisamente esagerato!
 

ayuthaya

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invece secondo me I promessi sposi deve il suo valore e la sua fama solo al periodo in cui è stato scritto... se fosse stato scritto ai giorni nostri non avrebbe avuto tanto successo.

Ma Velmez, il punto è proprio qst: nn puoi pensare "se un libro fosse stato scritto in un altro momento storico, allora..."!!!
anzi, credo che uno dei "valori" di un grande classico sia proprio il suo rapporto assolutamente imprescindibile con la sua epoca, col suo substrato storico, politico, sociale...
So che tu ami tanto Murakami... perchè? perchè ti dice qlc di qst momento, di qst realtà... Figuriamoci poi in capolavori come I promessi sposi, Il rosso e il nero, ecc.
Può darsi che abbia interpretato male il tuo commento, ma nn riesco proprio a immaginarmi un Promessi sposi scritto ai "giorni nostri"...!:D
 

mame

The Fool on the Hill
anzi, credo che uno dei "valori" di un grande classico sia proprio il suo rapporto assolutamente imprescindibile con la sua epoca, col suo substrato storico, politico, sociale...

Al contrario, il valore di un classico si vede proprio dalla sua universalità e dalla sua capacità di oltrepassare le epoche per essere una sorta di archetipo.
 

velmez

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Ma Velmez, il punto è proprio qst: nn puoi pensare "se un libro fosse stato scritto in un altro momento storico, allora..."!!!
anzi, credo che uno dei "valori" di un grande classico sia proprio il suo rapporto assolutamente imprescindibile con la sua epoca, col suo substrato storico, politico, sociale...
So che tu ami tanto Murakami... perchè? perchè ti dice qlc di qst momento, di qst realtà... Figuriamoci poi in capolavori come I promessi sposi, Il rosso e il nero, ecc.
Può darsi che abbia interpretato male il tuo commento, ma nn riesco proprio a immaginarmi un Promessi sposi scritto ai "giorni nostri"...!:D

non parlavo di substrato politico o sociale. I promessi sposi è considerato il primo romanzo italiano (che in realtà sarebbero Le lettere di Jacopo Ortis, ma vabbè...) ed è per questo che si studia così tanto... se fosse stato scritto anche solo 50 anni dopo sicuramente non sarebbe tanto famoso!

e a proposito di classici da accantonare, vogliamo parlare di Cuore di de Amicis??
 

ayuthaya

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Al contrario, il valore di un classico si vede proprio dalla sua universalità e dalla sua capacità di oltrepassare le epoche per essere una sorta di archetipo.

un po' in ritardo rispondo a mame, per spiegare cosa intendevo:
prendi un romanzo straordinario come I demoni di Dosto... è un grande classico? certamente, anche se nn di facile lettura... universale? sì, anche se, ripeto, nn per tutti (nel senso che per certi versi può risultare ostico)
tuttavia nn è incredibilmente radicato nella sua epoca, da cui prende spunto per una serie di tematiche fondamentali fra cui la crisi politica russa e il diffondersi del nichilismo (oltre al fatto di cronaca vero e proprio che ispira il romanzo, ma che in sè, se vuoi, è anche trascurabile)? la grandezza di qst autore sta proprio nell' essere riuscito ad interpretare la sua contemporaneità (cosa nn facile) per poi trascenderla, come dici tu, fino a giungere all'essenza stessa della natura umana, che nn conosci limiti temporali e spaziali.
Alla fine io la penso come te, ma credo cmq che voler forzatamente "strappare" un'opera dal suo contesto (così come dal suo autore) la renda in qlc modo mutilata...
Altro esempio: L'idiota (si capisce che sono un'amante di Dosto? :)). é chiaro che una vera e grande opera finisce per trascendere perfino la sua mente creatrice diventando così una creatura "indipendente"... ma potrei affermare di aver compreso pienamente un romanzo come L'idiota se nn sapessi il rapporto a tratti autobiografico che Dosto aveva col suo protagonista? o se nn sapessi della sua profondità religiosità, che lo ha spinto a cercare sempre in tutta la sua produzione di sviscerare il tema del rapporto fra uomo e Dio, uomo e libero arbitrio?
x cui sì, certo, l'opera "parla da sè", ma parla molto di più e molto meglio se sappiamo interrogarla con le domande giuste...
qst è almeno il mio parere...
 

Mizar

Alfaheimr
Beh, ma non è mica questione di maschilismo, che discorsi sono? Solo
che, a mio parere, tutte queste grandi scrittrici io non le vedo! (perchè io ho scritto "di valore", non medie e mediocri)

Infatti molte di quelle segnalate NON sono di valore assoluto: alcune sono "di moda" (Szyrimboska, Szabo), altre sono le signore nessuno, piaccia oppure no (Gruber, Agnello, H. Aleramo), poi ognuno legge quel che gli pare e può chiudere gli occhi e pensare come meglio crede, tutto qui :)
Ed hai ragione.


Charlotte Bronte, Emily Bronte e Jane Austen sono la prova che la letteratura al femminile è in grado di farsi valere e che non ha assolutamente nulla in meno rispetto a quella "al maschile". Per non parlare di Virginia Woolf.

Le quali sono - tutte - manifestamente ai livelli di Dante, Cervantes, Shakespeare etc. :mrgreen::mrgreen:
Eh sì!

Ciò che im-porta è essere convinti/e


Visti i nomi proposti credo che qui se c'è qualcuno che "ignora" non sono certo io :)
Il fatto che la Nafisi sia la prima donna ad essere entrata nel parlamento iraniano ha rilevanza 0 sulle sue doti di scrittrice!!
Il fatto che "Leggere Lolita a Teheran" (che ho letto, libro pessimo) sia un best seller non vuol dire assolutamente nulla; non si giudica un autore dalle copie vendute, anzi, direi il contrario, più vende più è da mettere nella spazzatura! :D Volo vende migliaia di copie, Brown vende migliaia di copie..
Quando parlo "di valore" intendo che saranno ricordate negli anni a venire a fianco alla Austen, che entraranno nelle "immortali" della letteratura, Carson (l'unico Carson immortale che conosco è Kit :D :) ) e Ortese immortali? Nei tuoi sogni :)
E tanto per esser chiaro: basta lodare la Vargas, è una scrittrice sopravvalutata, che scrive robetta da supermarket (anzi troppo, direi da discount :D ), non se ne può più!!! :D Leggetevi la Colette che è 10 spanne meglio va :) Se vuoi parlare di grande letteratura, hai sbagliato posto, quelle quattro signore qui non hanno asilo..
Poi se uno si ostina a capire quello che vuole allora mettiamo chiunque nelle scrttrici "immortali".
La domanda che uno si dovrebbe fare è: "La scrittrice X vale George Eliot o simile?" :)

Quoto
E ti stimo
E sottolineo che nessuna, in questa discussione, ha ancora confutato i tuoi argomenti. Chissà pperché:mrgreen:
 
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