Le ultime pagine sono strazianti, ma sono tra le più belle che abbia mai letto. Sicuramente un capolavoro, peccato che, come avete già scritto, tra il 1946 e il 1947 vi sia un intermezzo forse un po' pesante o poco utile ai fini della storia, che però non inficia la bellezza del libro.
La storia di persone umili e anonime, all'interno della Storia dell'umanità in uno dei suoi momenti più drammatici. L'una e l'altra raccontate come se avvenissero qui e in questo istante, come se fisicamente anche noi fossimo lì.
L'autrice, per raccontarci la storia o la Storia, ha scelto Ida, donna fragile e un po' infantile che, tuttavia, ha la forza straordinaria di andare avanti durante una guerra di cui non troppo viene raccontato esplicitamente, ma della quale una scrittura sensibile e attenta fa percepire in pieno l'impatto tragico. Senza lamentarsi e senza piangersi addosso, Ida va avanti tenendo dentro di sè le sue paure e riuscendo a non farle pesare a Useppe. Mi aveva già colpito in Aracoeli, e qui viene confermata, la grandezza della Morante nel descrivere l'animo di un bambino particolarmente sensibile, in certo qual modo rifiutato dal contesto in cui vive. E tuttavia a Useppe basta poco per essere felice di esistere. Tanti personaggi forse, da un certo punto in poi, appesantiscono il racconto, ma la storia di ciascuno di loro permette di comprendere che la Storia è uguale per tutti, che non c'è scampo al dolore inutile e fine a se stesso, e accettare questo è una cosa atroce, è questo che causa sofferenza mentre si legge. Sembrerebbe che la scrittrice abbia dato vita a Davide Segre per esprimere in maniera appassionata e veemente il suo pensiero politico e sociale, e chi potrebbe darle/gli torto? Non abbiamo ogni giorno la prova che la Storia si ripete continuamente, che il conflitto e le disuguglianze tra padroni e servi cambiano nella forma, a volte così tanto da essere irriconoscibili, ma non nella sostanza? E che a questo non c'è scampo? E' un romanzo che non lascia alcuna via d'uscita, nè sul piano individuale, nè su quello sociale.
Stupendo e particolare anche il modo di descrivere la sensibilità degli animali come se fossero persone, Bella è un vero e proprio personaggio e non certo secondario. Mi è piaciuto molto anche lo stile della Morante e le sue poetiche metafore, anche se, d'altro canto, sarei curiosa di sapere come mai usa certe parole come "scancellare".
Bellissimo, intenso e struggente, lo consiglio a tutti e credo che alcuni passi dovrebbero essere letti nelle scuole. Ma credo che sia meglio leggerlo in un momento di serenità.