Morante, Elsa - La storia

Dorylis

Fantastic Member
io ho trovato eccezionale Useppe e Bella, il loro rapporto è di una profondità unica e descritto con così grande sensibilità che ti resta dentro per sempre. Ida poi è una donna che riesce a superare ogni tragedia con animo stoico e semplice allo stesso tempo. Magnifico libro.

Peccato che il film di Comencini non esista in DVD! Ero veramente curiosa di vederlo, anche se penso che riprodurre fedelmente questo libro meraviglioso sia un'impresa ardua!
 

Biblio50

New member
questa è la dimostrazione che i deboli (ma non per questo meno importanti) non sempre ce la fanno
Anche per me un capolavoro. Vedo la morte di Giuseppe come un qualcosa che doveva succedere per vincere la violenza subita dalla madre. Indimenticabile, inoltre, la scena del suicidio con quella tenue ed ombrosa entrata nel mare di notte.......
 

pigreco

Mathematician Member
Capolavoro assoluto. Uno dei rari libri capaci di farmi versare delle lacrime. Durante la lettura i personaggi sono vicini a noi come fossero dei parenti stretti. Solo Benigni nel "La Vita è bella" credo sia riuscito a narrare una storia tanto personale nel contesto, perfettamente narrato, di una vicenda così tragica come la Seconda guerra mondiale. Emozioni fortissime. Voto 5, se ci fosse anche 6.
 

stellonzola

foolish member
Questo è un libro che si può tranquillamente definire Capolavoro. Parla de La Storia (con la s maiuscola) e io amo chiamarlo Il Libro (con la L maiuscola)!
Personaggi meravigliosi che ti porti dietro per lungo tempo, affascinanti, intensi.
Parla della guerra, della vita, della morte, senza scadere in moralismi o in struggenti scene di patatico dolore. Il dolore raccontato come veniva vissuto da chi al dolore si era abituato, da chi viveva nel dolore, con il dolore e dentro il dolore.
Certo è vero che l'impressione che stia sempre per succedere qualcosa di terribile pervade il libro (sensazione avvalorata dal fatto che poi quasi sempre questo qualcosa accade!), ma fa parte della Storia, soprattutto di quella di quegli anni terribili.
Il personaggio della madre è meraviglioso, è la vita stessa che lotta per difendersi e per difendere i propri figli,e che alla fine sopravvive a se stessa sempre e comunque.
Tutto il libro è un susseguirsi di fatti e di eventi (storici e personali) che sembrano concatenarsi in un continuum, in una sequenza temporale e causale, sembrano capitare così, come è destino che accadano, come se nulla potesse evitarli, come se già dall'inizio fossero dentro ai protagonisti ed attendessero solo il momento per esternarsi.
Libro triste e dolce, ti lascia a tratti scoraggiato e a tratti speranzoso.
Trovo che sia un romanzo completo, come se raccontasse tutta la vita dell'Uomo in queste 600 pagine (che a me tra l'altro sono proprio volate).
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Concordo con la definizione di Capolavoro e Libro con la l maiuscola.
L'ho letto diversi anni fa,avevo già visto il film con la Cardinale e mi fece piacere ritrovare gli straordinarii personaggi nel corso della lettura.
Il tema principale è sicuramente la seconda guerra mondiale e poi si estende ad abbracciare altre tematiche importanti legate alla morte,alla sofferenza,alla povertà,al coraggio,all'amore materno.
Struggente nella sua storia,capace di appassionare e coinvolgere il lettore,credo meriti di essere letto da tutti,senza spaventarsi per la quantità di pagine,che scorrono via una dopo l'altra senza appesantire assolutamente.
Della Morante ho adorato anche Menzogna e sortilegio,un altro romanzo davvero coinvolgente.
 
La Storia è quanto di più provocatorio abbia letto negli ultimi anni.
E’ stata una piacevole rilettura che ha ribadito quanta forza politica possa esserci in un’azione letteraria di questa portata.
Elsa Morante, grande scrittrice, sapeva ben combattere con la penna, un’arma carica di impegno eversivo, una scrittura pregna di denuncia sociale.

La Storia si dipana con crudeltà, tra le poesie e i racconti infantili del pischellino Useppe, il combattente, e Ida quale veicolo ignaro dell’ineluttabilità della vita.
Non solo la storia del dramma – vittime anonime e olocausto, carnefici anonimi e false salvezze – ma anche la decadenza culturale del post-guerra.
Una Storia che continua a ribadire che la resistenza, inutile e finale baluardo, è azione di pochi uomini, idealisti e destinati a soccomberne, perdenti in vita e vincenti in punto di morte.

La Storia è quanto di meglio si possa leggere in periodi di disillusione, tra ignavi e apatici, ignoranti e dotti, perduti in sacche di cultura putrida e incultura purulenta.

Elsa Morante, provocatrice e autonoma, scrittrice anarchica a cui va tutta la mia gratitudine.
 

sergio Rufo

New member
La Storia è quanto di più provocatorio abbia letto negli ultimi anni.
E’ stata una piacevole rilettura che ha ribadito quanta forza politica possa esserci in un’azione letteraria di questa portata.
Elsa Morante, grande scrittrice, sapeva ben combattere con la penna, un’arma carica di impegno eversivo, una scrittura pregna di denuncia sociale.

La Storia si dipana con crudeltà, tra le poesie e i racconti infantili del pischellino Useppe, il combattente, e Ida quale veicolo ignaro dell’ineluttabilità della vita.
Non solo la storia del dramma – vittime anonime e olocausto, carnefici anonimi e false salvezze – ma anche la decadenza culturale del post-guerra.
Una Storia che continua a ribadire che la resistenza, inutile e finale baluardo, è azione di pochi uomini, idealisti e destinati a soccomberne, perdenti in vita e vincenti in punto di morte.

La Storia è quanto di meglio si possa leggere in periodi di disillusione, tra ignavi e apatici, ignoranti e dotti, perduti in sacche di cultura putrida e incultura purulenta.

Elsa Morante, provocatrice e autonoma, scrittrice anarchica a cui va tutta la mia gratitudine.

Mi piace molto il tuo commento a questo favoloso libro. Un libro immortale, un libro alla Morante.
Questa Storia indifferente che si ripete incurante e crudele; questa Storia che non e' altro che una lunga ripetizione di quello che sempre e' accaduto.
E allora , perche' gli uomini, o almeno alcuni uomini, si affannano a contrastarne, modificarne il corso? Perche' questa idea?
Per un semplice motivo: perche' proprio grazie alla Storia che si ripete indifferente e crudele nella sua essenza, alcuni uomini vincenti o perdenti troveranno un senso al loro esistere. Resistere all'impossibilita' di un'idea.
La lotta trova fondamento proprio in questa impossibilita'.

Impossibilita': e' questa la parola recondita che si cela nella Storia.
La Storia non ascolta ragioni, non ascolta suppliche, non ascolta idee; la Storia non pretende di essere cambiata, non pretende un risultato, non pretende l'impossibile.
La Storia si manifesta diversa nel suo apparire, ma sempre uguale a se medesima nella sua essenza, per sua natura: dialettica tra forza e resistenza, tra urto e reale, tra inascoltato ed urlato, tra volonta' sperperata e volonta' sacrificata.
La Storia: l'altare dell'esistenza sul quale i sacrifici sono fini a se stessi perche' trovano il loro piu' alto significato unicamente nel loro compiersi.
Questa Storia cosi' crudele ma cosi' bella, cosi' vera ma cosi' incomprensibile, e' l'unica storia possibile per l'uomo, e' la radura stessa del suo esserci in questo mondo ed in questa esistenza.
Un essere qui e ora credendo a qualcosa di impossibile , proprio laddove non c'e' niente, perche' si sa bene: la Storia non esiste.
 
Impossibilita': e' questa la parola recondita che si cela nella Storia.

Nessuna interferenza, infatti. Impossibilità di cambiarla, aggiungerei.
Belle riflessioni aggiungi alle mie, utili a far permanere il senso di pienezza che mi ha lasciato Elsa.
Stavo leggendo di un professore dell'Università di Buenos Aires che ha preteso di cambiare il titolo della sua cattedra da Marketing e Psicologia in Tecniche di persuasione e meccanismi di controllo sociale.
E, come mi accade ogni volta che un libro si intrufola nel mio quotidiano, ho chiesto a Davide Segre cosa ne pensasse.
Ha continuato quel suo monologo stupefacente dalla critica esuberante:
"Quello che chiami amore è stato inventato da tipi come me per vendere calze" mi ha risposto.
Gli ho detto che questa frase l'ha copiata da Don Draper in Mad Men e che con me non deve barare.
"Mi dispiace di dover essere io a dirtelo, ma sappi che non esistono bugie, non esiste alcun sistema: l'universo è indifferente" ha risposto senza un briciolo di pudore.

Serata all'insegna della disillusione rivoluzionaria, schifando gli ex compagni che hanno trovato il modo di fingere che La Storia l'hanno fatta loro.
Che coglioni.
 

sergio Rufo

New member
"non esiste alcun sistema: l'universo è indifferente"

Senza pudore: per quale motivo avrebbe dovuto averne, Julia?
Persino l'eventuale tua indignazione di fronte ad una bugia sarebbe irrilevante ai fini del tutto.
E' nella nostra maschera, sul nostro palcoscenico, nella nostra recita, che nascono le " credenze" e non altrove.
La Storia ci fa " recitare" per suo diletto.
 

Aindreas

New member
Un capolavoro della letteratura italiana... Uno dei più grandi libri di sempre...
Elsa Morante ci descrive la situazione del nostro paese durante e dopo la seconda guerra mondiale attraverso le semplici vite comuni dei personaggi.
 

colilla

New member
Mia madre adora questo libro,lo avrà letto 3/4 volte, ascoltato in radio come audiobook, non si stanca mai..talmente tanto il suo entusiasmo che me lo fece leggere per la prima volta a 9 anni..un bel tomo direi!
Comunque anche a 9 anni rimasi folgorata dalla bellezza di questo libro, le pagine volavano e le lacrime scendevano, uno dei rarissimi libri che la mia memoria non ha spedito nel dimenticatoio.
Magnifico.
 

Edel

New member
Un capolavoro, un libro i cui personaggi restano nel cuore...non mi commuovo facilmente ma ho versato litri di lascrime leggendolo...
Non aggiungo altro perchè i commenti di elisa, che tra l'altro mi hanno convinta a partecipare al gdl in cui ho conosciuto questo libro, descrivono già benissimo quello che vorrei dire in un modo in cui non sarei capace...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Le ultime pagine sono strazianti, ma sono tra le più belle che abbia mai letto. Sicuramente un capolavoro, peccato che, come avete già scritto, tra il 1946 e il 1947 vi sia un intermezzo forse un po' pesante o poco utile ai fini della storia, che però non inficia la bellezza del libro.
La storia di persone umili e anonime, all'interno della Storia dell'umanità in uno dei suoi momenti più drammatici. L'una e l'altra raccontate come se avvenissero qui e in questo istante, come se fisicamente anche noi fossimo lì.
L'autrice, per raccontarci la storia o la Storia, ha scelto Ida, donna fragile e un po' infantile che, tuttavia, ha la forza straordinaria di andare avanti durante una guerra di cui non troppo viene raccontato esplicitamente, ma della quale una scrittura sensibile e attenta fa percepire in pieno l'impatto tragico. Senza lamentarsi e senza piangersi addosso, Ida va avanti tenendo dentro di sè le sue paure e riuscendo a non farle pesare a Useppe. Mi aveva già colpito in Aracoeli, e qui viene confermata, la grandezza della Morante nel descrivere l'animo di un bambino particolarmente sensibile, in certo qual modo rifiutato dal contesto in cui vive. E tuttavia a Useppe basta poco per essere felice di esistere. Tanti personaggi forse, da un certo punto in poi, appesantiscono il racconto, ma la storia di ciascuno di loro permette di comprendere che la Storia è uguale per tutti, che non c'è scampo al dolore inutile e fine a se stesso, e accettare questo è una cosa atroce, è questo che causa sofferenza mentre si legge. Sembrerebbe che la scrittrice abbia dato vita a Davide Segre per esprimere in maniera appassionata e veemente il suo pensiero politico e sociale, e chi potrebbe darle/gli torto? Non abbiamo ogni giorno la prova che la Storia si ripete continuamente, che il conflitto e le disuguglianze tra padroni e servi cambiano nella forma, a volte così tanto da essere irriconoscibili, ma non nella sostanza? E che a questo non c'è scampo? E' un romanzo che non lascia alcuna via d'uscita, nè sul piano individuale, nè su quello sociale.
Stupendo e particolare anche il modo di descrivere la sensibilità degli animali come se fossero persone, Bella è un vero e proprio personaggio e non certo secondario. Mi è piaciuto molto anche lo stile della Morante e le sue poetiche metafore, anche se, d'altro canto, sarei curiosa di sapere come mai usa certe parole come "scancellare".
Bellissimo, intenso e struggente, lo consiglio a tutti e credo che alcuni passi dovrebbero essere letti nelle scuole. Ma credo che sia meglio leggerlo in un momento di serenità.
 

Dory

Reef Member
La Storia è un libro straordinario, e più ci penso e più non capisco come abbia fatto Elsa Morante a scriverlo.
E' di un realismo disegnato in modo così particolareggiato, direi millimetrico, da sembrare un'autobiografia di ciascuno dei personaggi.
Alla fine del libro c'è un appunto della Morante che dice di aver ripreso dei resoconti veri come base di partenza per delineare le vite di alcuni personaggi così come di alcuni eventi, ma comunque le storie sono inventate, quindi, mi domando, come ha fatto a rendere il tutto così denso e vero?
Una tale densità (una parola che mi piace particolarmente e che trovo perfetta per descrivere certi tipi di narrazione) è più facile da trovare in un autobiografia, come ad esempio nel libro di Gregory Roberts 'Shantaram' che è uno dei miei preferiti. Ma Shantaram è per l'appunto un'autobiografia.
Penso comunque che questa sia una caratteristica chiave che delimita lo spartiacque tra i grandi scrittori e tutti gli altri, ed Elsa Morante è senza ombra di dubbio tra i più grandi.

Il mio voto non può che essere 5/5 con lode.
 

velmez

Active member
Quel che più mi è piaciuto è la descrizione dei personaggi. La Morante riesce a descrivere con estrema sensibilità e maestria ogni attore del romanzo, sia esso bipede o quadrupede! Se dovessi riassumere il romanzo preferirei citare dei passaggi o descrivere dei personaggi e ancor di più le relazioni tra di loro, piuttosto che fare un riassunto delle vicende. Infatti descrivendo le singole parti l'impressione che ne risulterebbe sarebbe più fresca, gioiosa in molti punti. Mentre a racchiudere tutto insieme, sembra che non ci sia altro che tristezza e morte...
Questo credo sia stato l'intento generale della Morante: descrivere le vicende nel quotidiano, piuttosto che le vicende generali (relegate ad introduzioni brevi e schematiche), per far risaltare la vita che continua a scorrere nonostante le vicende esterne. La morte dei vari personaggi, poi, non è mai legata direttamente alla guerra: però tutti ne sono indirettamente influenzati. Questo è un romanzo sull'influenza indiretta della storia nella vita quotidiana. Questo il mio commento a "caldo".
Voto complessivo 4/5
 
Ho letto molte cose interessanti su questa discussione e vorrei riportare una mia impressione su un episodio del romanzo che mi ha commosso, ossia la reazione di Ida allo stupro, dal quale poi rimarrà incinta di Useppe. Quello che mi ha colpito è stato questo misto di dolore, paura e pietà. Si alla fine, nonostante l’orrore dello stupro, è prevalsa la pietà in Ida, pietà per quel ragazzo tedesco che, come lei, alla fine era solo; come lei schiacciato e vittima della Storia, di questo gigante che alla fine, come altri nel romanzo, usa e passa sopra gli “umiliati e offesi” di questo mondo. Di conseguenza Ida accoglie il bambino, concepito da uno stupro, come un dono. Non so se la Morante fosse cristiana, ma quello di Ida è un bellissimo esempio di umiltà e pietà
 
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