Palahniuk, Chuck - Fight Club

Argeltam

New member
non ho letto il<libro.
vidi il film,lo trovai interessante e bello ma con tesi molto forzate(anche il libro?)e assai intrise di un niccianesimo un po'....semplicistico e romanzesco.
Ma interessante il tutto,senza dubbio.

T.

si diciamo che anche il libro è abbastanza forzato, con tesi molto nichiliste e di distruzione del mondo inteso come civiltà e cultura, ma fantastico con le sue ripetizioni e con le sue denunce a questo nuovo mondo corrotto... comunque consiglio vivamente di leggerlo
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Uno dei pochi casi in cui libro e film sono sullo stesso, altissimo livello. Le prime 30 pagine sono state una tribolazione: stile spezzato, psichedelico, allucinato, tortuoso e martellante. Fastidioso, ecco. Poi dal momento in cui Tyler e la voce narrante fanno a botte per la prima volta, mi sono mangiato questo libro in 5 ore. Geniale! Una critica dissacrante all'apatia sociale e al consumismo che ti logora e ti corrode dall'interno, un'autodistruzione necessaria per risorgere dalle proprie ceneri e guardare la vita con occhi diversi e nella giusta prospettiva ("perché solo distruggendo me stesso posso aspirare al più alto valore del mio spirito").
Menzione di merito per la parte in cui il narratore anonimo e Tyler "condiscono" e insaporiscono le pietanze ai catering a cui servono come camerieri e il capitolo in cui fanno ammutolire il direttore dell'hotel e il capo dell'ufficio con la minaccia di sputtanare quello che avevano fatto. Fantastici.
Voto 3/5
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
da un mini gdl, riporto:

Le ultime cinquanta pagine hanno risollevato l'andamento della lettura che si stiracchiava da troppi giorni senza riuscire a dare un senso alle parole lette. Certo il soggetto raccoglie molti umori giovanili e non, una ricerca di senso e di significato che paradossalmente diventa reale solo nel momento in cui si sentono le sensazioni forti sul proprio corpo fino al dolore, al sangue, alle ferite causate dai combattimenti del sabato notte. Ma è anche un po' il manifesto della dissociazione, del doppio Tyler notturno e diurno, del doppio in tutto, tanto da creare continui parallelismi, che differenza c'è tra la liposuzione e la distruzione dei connotati? tra il dolore vero dei partecipanti ai gruppi di auto aiuto e quello di Marla che vi partecipa abusivamente? è un continuo rimando ad abitudini disgustose come quelle dei camerieri che forse ancora hanno presa sui giovanottini finto perbenino che si occupano di grafica e di informatica e di pubblicità e di promozioni e che sognano come ultimo atto quello di non andar più a lavorare? ma che poi sono altro e altro ancora...troppa carne al fuoco, troppo grasso che sfrigola, sangue che gocciola, nasi rotti e buchi nelle guance, duecento pagine di troppo, un racconto lungo avrebbe avuto la medesima efficacia.
 

elesupertramp

Active member
Era da molto che volevo leggere questo libro perché Soffocare l'avevo trovato originale e geniale.
Con questo,invece,mi sono completamente ricreduta sulle qualità dell'autore...un libro assurdo, incomprensibile, infantile e nauseante, un delirio dall'inizio alla fine.
Mai letto niente di peggio. Orrendo!
 

alexyr

New member
rileggo fight club a intervalli regolari. Sono sicura di aver gia' espresso il mio entusiasmo atavico.
e ogni volta, al momento del Colpo di Scena (che tutti coloro che hanno letto sanno benissimo quale sia) mi sorprendo ancora, pur sapendo del suo arrivo.
quest'uomo sa scrivere storie intessute di cavi di alta tensione, schegge di vetro e seta che ti entrano sottopelle.
peccato gli ultimi libri stiano calando un po'.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
All'inizio lascia un po' sconcertati, ma è quel tipo di sconcerto che porta a desiderare di non staccarsi dal libro.
Ci si chiede dove voglia andare a parare, Chuck. Dove porteranno quelle frasi taglienti e geniali, quella violenza (gratuita?), la descrizione di un'insoddisfazione che non trova soluzione né riscatto se non nel "toccare il fondo", nel distruggere tutto quanto circonda i protagonisti, per poi giungere al totale annientamento di se stessi. La risposta a questa domanda non si trova, se non nel Colpo di Scena (come l'avete definito voi, spero che sia lo stesso :mrgreen:) che dà un senso, a suo modo (ma si fa sempre per dire!), al delirio del protagonista e che costituisce il vero pugno nello stomaco (stavolta metaforico) all'interno del romanzo. Mi chiedo come sia stato possibile riprodurlo nel film. Mi sa che devo proprio vederla, questa trasposizione.
Potrei dire che è un libro giovanile ma in realtà, se l'avessi letto a vent'anni, non sarei riuscita ad apprezzarlo,anzi mi avrebbe turbato forse troppo per portare avanti la lettura.
Oggi dico solo che le parole per descrivere questo libro mi mancano. E' stata una lettura fatta più che altro di sensazioni, è come se fossi incappata per qualche sera in un genio tragico del quale non riesco a parlare.
Ho adorato le parti grottesche, come la scena del ristorante e quelle delle riunioni dei Comitati dei malati, uniche situazioni in cui si percepisce un minimo di solidarietà umana. Tra tutti spicca un unico personaggio davvero vivo, quello di Marla.
 
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