Riflettiamo seriamnete, ripeto seriamente (se possibile).
E' ancora un tabù parlare di italia divisa?
Creare uno stato federale con un governo centrale con potere legislativo e una serie di mini-stati federali con poteri fiscali regionali non sarebbe la soluzione di ogni male?
La popolazione sarebbe molto più coinvolta nelle "questioni" pubbliche e vigilerebbe in modo molto più attento sull'operato delle amministrazioni locali.
Purtroppo che lo si voglia o no ci sono 2 italie e non voglio discutere di problemi ma di soluzioni.
Succede anche al nord, dove le persone aiutano tutti e non solo i loro pari-latitudine.
Certo, da sottolineare che chi non se lo merita secondo i rigidi canoni padani non viene aiutato (giustamente aggiungo io che da questo punto di vista sono Bavarese), ma chi dimostra di impegnarsi e di essere unabrava persona viene più che aiutato.
Concludendo, se domani ci fosse il referendum per l'annessione del Veneto alla Bavaria voterei sì ma io non faccio testo, mi sento fin troppo allineato alla mentalità tedesca su questi aspetti pur amando all'infinito la terra italiana (fino a Pantelleria!).
Quando leggo ste cose mi infurio. Dove abito io, dopo il primo allaccio abusivo, una volta scoperto le altre 59 famiglie avrebbero massacrato di botte l'evasore (ma ripeto, forse non rappresento l'italia settentrionale... 70 anni eravamo austriaci).
Divino! Io vorrei anche farla una riflessione seria, ma prima cerca di essere serio e rigoroso con te stesso.
La tua furia lasciala per altri fatti, ed evitala per il titolo del Gazzettino che ho postato.
Se avessi letto l’articolo in modo serio e rigoroso non solo non ti saresti indignato e mi avresti dato una nordica lezione di civiltà, ma avresti solidarizzato con quei poveri cristi che hanno provato ad accendere un fornellino elettrico per riscaldarsi.
Prendiamo il titolo: A Napoli 60 famiglie su 100 rubano l’energia elettrica.
Da Salvini mi aspetterei la furia politica: Terùn ladri. Anche da Calderolima non da te. Il titolo non corrisponde all’articolo. A Napoli il 99% delle persone pagano l’energia elettrica.
L’articolo dice che sui 100 nuclei residenti nei “bipiani” di Barra, ben 60 hanno un allaccio abusivo.
Il giornalista (chi fa un titolo così può esser definito tale?) ha la verecondia di inserire “bipiani” tra parentesi.
Andiamo a vedere cosa sono i “bipiani” di Barra.
I Bipiani sono dei prefabbricati costruiti all’indomani del sismo dell’’80 per i senza tetto campani, costruiti tra Barra e Ponticelli, non esattamente il Vomero.
I Bipiani, simil container, nulla a che vedere con le residenze di “lusso” delle New Town aquilane furono abbandonati molti anni dopo, a seguito della costruzione di case popolari nei quartieri di Barra e Ponticelli ove si trasferirono le famiglie ivi ospitate.
Nel 1998, ben 18 anni dopo il sisma, al trasferimento dei disperati napoletani, quelle baracche furono occupate da immigrati ivoriani, albanesi e rumeni. Nel 2004 c’è stata un’ordinanza di sgombro, per le autorità quelle baracche non dovrebbero esistere. Le condizioni di vita sono al limite della sopravvivenza. La situazione igienico – sanitaria è precaria, molte baracche non hanno l’acqua potabile, sorvoliamo sulla loro composizione, costruite con amianto, del quale conosciamo il suo essere un materiale cancerogeno.
Mi fermo qua, non mi va di continuare. Alla luce di quello che ho scritto, il titolo del Gazzettino doveva essere:
“Nei bipiani di Barra, 40 famiglie su 100 pagano inspiegabilmente pagano l’elettricità”.
Non c’è polemica Divino!, ma se una persona che io reputo intelligente come te, mi fa questi discorsi, allora questo paese non ha veramente futuro.
Sulla vostra annessione alla Bavarìa, dimmi dove devo firmare, ma ricordati che ogni Sud ha un suo Nord.
In Le ragioni del Sud di Domenico Ficarra è riportato questo passo, descrive come gli austriaci consideravano i lombardi:
«Considerate le condizioni molto depresse della Lombardia, sotto tutti gli aspetti, il governo austriaco cerca, con sovvenzioni a fondo perduto, con prestiti di favore, con esenzioni tributarie e premi di produzione e di esportazione, oltre che con divieti di importazione a tutela dalla concorrenza straniera, di sollecitare le capacità produttive indigene (...). L'amministrazione austriaca invita anche imprenditori stranieri, maestri, tecnici e operai a prendere dimora in Lombardia, ma malgrado l'assistenzialismo, i risultati che vengono conseguiti in quella regione sono molto modesti, sicuramente non proporzionati all'impegno sopportato dal pubblico erario».
Sono cambiati i tempi, ma non credo che l’opinione dei tedeschi sul Veneto sia molto diversa di quella austriaca nei confronti dei lombardi.