12° Poeticforum - Le poesie che amiamo

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
quoto Mac.

solo vorrei aggiungere, di mio, che io la sua tristezza e malinconia, per quanto profonde ed apparentemente senza vie d'uscita, non ho mai voluto considerarle pessimismo.
forse fatalismo, in buone dosi... ma pessimismo no.
proprio per il suo porsi tutta quella serie di interrogativi:
per quanto uno la veda nera, finché si pone domande non esclude risposte.
risposte che solo quando arriveranno riveleranno la loro natura.
si dirà che tali risposte lui non si aspettava neppure arrivassero...
ma allora perché ragionare in senso interrogativo, seppure con scarsa o nulla speranza ?!?
 

maclaus

New member
...perfetto hot:)
ho "impropriamente" usato il termine "pessimismo", lasciandomi (inconsciamente) trascinare dalla corrente (praticamente ininterrotta) della critica leopardiana...
Ovunque, in tutte le antologie, o libri sul grande poeta recanatese, ricorre questo concetto al punto che ti rimane fisso nel cervello 'sto pessimismo di Leopardi :MM
Hai ragione: la parola giusta è malinconia (nella sua accezione più romantica...) :) :ad:
 

bouvard

Well-known member
Bellissima poesia, anche se un po' lunghetta :ad:

Il poeta (il pastore) invidia la luna perché standosene da sempre lassù ha una visione della vita, del destino delle cose e degli uomini più ampia di quella dell'uomo stesso, che vivendo solo una piccolissima parte di questa esistenza, non sempre riesce a cogliere le finalità della sua stessa vita. Perché affannarsi tanto nella vita, infatti, quando alla fine si deve morire? L'uomo se lo chiede, ma non sempre riesce a darsi una risposta, ma magari, sembra pensare il poeta, la luna che sta lassù e ha visto più cose sa qual è lo scopo di tanto affanno.
Ma il poeta invidia anche il suo gregge, quei semplici animali vivono, infatti, la loro vita tranquillamente, senza l'affanno di tante domande e senza l'ansia di cercare delle risposte. Ma neppure l'ozio l'uomo sa godersi, quella condizione che, per gli animali, è di perfetto riposo, diventa per l'uomo di ulteriore tormento, perché fonte di tedio, noia ...
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Bellissima poesia, anche se un po' lunghetta :ad:

Il poeta (il pastore) invidia la luna perché standosene da sempre lassù ha una visione della vita, del destino delle cose e degli uomini più ampia di quella dell'uomo stesso, che vivendo solo una piccolissima parte di questa esistenza, non sempre riesce a cogliere le finalità della sua stessa vita. Perché affannarsi tanto nella vita, infatti, quando alla fine si deve morire? L'uomo se lo chiede, ma non sempre riesce a darsi una risposta, ma magari, sembra pensare il poeta, la luna che sta lassù e ha visto più cose sa qual è lo scopo di tanto affanno.
Ma il poeta invidia anche il suo gregge, quei semplici animali vivono, infatti, la loro vita tranquillamente, senza l'affanno di tante domande e senza l'ansia di cercare delle risposte. Ma neppure l'ozio l'uomo sa godersi, quella condizione che, per gli animali, è di perfetto riposo, diventa per l'uomo di ulteriore tormento, perché fonte di tedio, noia ...

la luna osserva dall'alto
gli animali non si pongono domande
e noi...
"lo scopriremo solo vivendo"
cit
ma il nostro poeta non è a livello problematiche,
ma se valga la pena vivere
per il privilegio di trovare risposte.
delle quali ha timore
e quindi esorcizza
manifestando un apparente
-quanto inevitabilmente sofferto-
distacco fatalistico
 

Nerst

enjoy member
Leopardi mi fa sempre pensare tanto.
In questa poesia ci sono gli elementi secolari che ispirano: la luna e l' uomo. Un legame che è indissolubile, forse più del sole. Il sole dà la vita, ma la luna dona un animo.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Che meraviglia, a partire dai primi versi che coinvolgono e immalinconiscono immediatamente.
Sarò condizionata dalle mie (pur scarse e ormai preistoriche :mrgreen:) reminiscenze scolastiche, ma io la trovo davvero pessimista...il poeta fa le domande già sapendo che le risposte non arriveranno. Che, anche se la luna dovesse avere una visione universale delle cose e comprendere il senso della vita, ciò sarà sempre negato all'uomo, così come la tranquillità e l'indifferenza delle greggi, che sanno godersi le piccole cose, l'ozio che tanto tedia l'essere umano.
Non tutti gli esseri umani sono uguali, alcuni, in realtà, si accontentano del poco, anche della tediosa serenità; altri non si pongono particolari domande. Non così il nostro poeta, animo inquieto e introspettivo.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Vi propongo la terza poesia, naturalmente potete continuare a commentare le altre :wink:

“Nella moltitudine” - Wislawa Szymborska

Sono quella che sono.
Un caso inconcepibile
come ogni caso.
In fondo avrei potuto avere
altri antenati;
e così avrei preso il volo
da un altro nido;
così da sotto un altro tronco
sarei strisciata fuori in squame.
Nel guardaroba della natura
c’è un mucchio di costumi:
di ragno, gabbiano, topo campagnolo.
Ognuno calza subito a pennello
e docilmente è indossato
finché non si consuma.
Anch’io non ho scelto,
ma non mi lamento.
Potevo essere qualcuno
molto meno a parte.
Qualcuno d’un formicaio, banco, sciame ronzante,
una scheggia di paesaggio sbattuta dal vento.
Qualcuno molto meno fortunato,
allevato per farne una pelliccia,
per il pranzo della festa,
qualcosa che nuota sotto un vetrino.
Un albero conficcato nella terra,
a cui si avvicina un incendio.
Un filo d’erba calpestato
dal corso di incomprensibili eventi.
Uno nato sotto una cattiva stella,
buona per altri.
E se nella gente destassi spavento,
o solo avversione,
o solo pietà?
Se al mondo fossi venuta
nella tribù sbagliata
e avessi tutte le strade precluse?
La sorte, finora,
mi è stata benigna.
Poteva non essermi dato
il ricordo dei momenti lieti.
Poteva essermi tolta
l’inclinazione a confrontare.
Potevo essere me stessa – ma senza stupore,
e ciò vorrebbe dire
qualcuno di totalmente diverso
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Potevo essere me stessa – ma senza stupore ...

credo che la poesia avrebbe potuto essere espressa con questa sola frase.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Tutti lì a pensare che saremmo potuti essere belli, ricchi, geniali, brillanti, famosi, o magari solo un po' più ... qualcosa, un po' più fortunati, un po' più talentuosi in certe cose in modo da poter fare un lavoro che ci piace di più, saperci fare un po' di più per avere successo con la gente etc. etc. etc. ...lì a piangerci addosso, mai contenti della nostra sorte...ed ecco lei che, placida, ti cambia le carte in tavola e ti fa vedere le cose dall'angolazione opposta, facendoti sentire un verme, anche se non hai avuto la sfortuna di nascere tale :) Qualche volta però quando schiaccio gli insetti mi capita di pensare "però, che sfiga" :mrgreen:
In questo periodo sono alla ricerca di poesie della Szymborska. Adoro, appunto, il suo contagioso stupore, quasi infantile, che contrasta ed è nel contempo compensato dalla sua infinita saggezza, i concetti semplici espressi con ricchezza di parole e fantasia di contenuti.
Bellissimi i versi finali.
 

Nerst

enjoy member
la poesia andrebbe fatta letta a molti e credo che coglierne il senso non significhi tanto essere consapevoli della fortuna che si ha avuto a nascere in certi frangenti "fortunati", quanto il fatto che dobbiamo pensare che proprio perché è stato così dovremmo modificare i nostri comportamenti affinché tutti possano sentirsi fortunati.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Terza poesia

Sono una creatura

Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così totalmente
disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo

Giuseppe Ungaretti
 
P

ParallelMind

Guest
Sono una creatura

Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così totalmente
disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo

Giuseppe Ungaretti

Poesia duramente realista di Ungaretti.Non appartiene al ciclo delle sue note ermetiche del periodo di guerra,eppure sembra quasi scritta in un momento peggiore della guerra stessa.
Probabilmente il dolore profondo di aver perso tanti amici lo ha segnato per il resto della sua vita.
Questa poesia e`un omaggio quasi a quelli che sono gia`trapassati(pietra dura e fredda)a cui egli quasi si rivolge,e nessuno riesce a cogliere quel pianto di dolore che vive dentro,per cui Ungaretti pensa all'idea della morte come una liberazione dalla sofferenza di vivere,che diventa per assurdo quasi una consolazione,un felice capolinea.
 

Nerst

enjoy member
Colgo un pianto sentito, ma non ascoltato. Quante lacrime si possono celare in un cuore? Ben nascoste come fa intendere il poeta. Non devono essere necessariamente di dolore, ma anche di gioia e la morte ancora...è ancora lei a farla da padrona nel suo tempo che sarà infinito. Lei che deve scontare il suo destino nel modo che non le è concesso: vivere.
 

bouvard

Well-known member
Sono una creatura

Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così totalmente
disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo

Giuseppe Ungaretti

A volte, di fronte a situazioni particolarmente dolorose, ci si sente davvero come delle pietre, come se ogni sentimento, ogni emozione in noi si cancellasse, come se la vita stessa ci abbandonasse ... poi pian piano la vita ritorna, e quel dolore così forte, così paralizzante si sconta vivendo, facendo ogni giorno i conti con quello che non c'è più ...
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
A volte, di fronte a situazioni particolarmente dolorose, ci si sente davvero come delle pietre, come se ogni sentimento, ogni emozione in noi si cancellasse, come se la vita stessa ci abbandonasse ... poi pian piano la vita ritorna, e quel dolore così forte, così paralizzante si sconta vivendo, facendo ogni giorno i conti con quello che non c'è più ...

sarà il pianto stesso
a vincere
la pietra che siam diventati
lacrima su lacrima
i torrenti
modellano le montagne
 

bouvard

Well-known member
sarà il pianto stesso
a vincere
la pietra che siam diventati
lacrima su lacrima
i torrenti
modellano le montagne

Hai ragione il pianto, anche quando è di dolore, è pur sempre un'emozione, quindi riuscire a piangere è già un non esser più una pietra ... è già un tornare alla vita :)
 

Nerst

enjoy member
A parer mio le lacrime sono la più bella manifestazione di emozione, siano esse di dolore , siano esse di gioia.
 

maclaus

New member
Lacrime:
E' come osservare
lucenti cristalli
attraverso cui scorgere
tutto il dolore/gioia
e la tristezza/bellezza
del mondo...
 
P

ParallelMind

Guest
Le lacrime bagnano l'anima e lavano via ogni tristezza,riportando nel cuore la speranza.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
A volte il dolore non induce al pianto, ma si pietrifica, troppo forte e duro per sciogliersi. Le lacrime non cancellano il dolore, ma aiutano a liberarsi. Il peggior dolore è forse quello che non si scioglie in pianto, o anche quello invisibile agli altri. Solo la morte può liberare dal dolore, ma è necessario "scontarla" affrontando la vita, nell'attesa. Poesia stupenda e dolorosissima.
 
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