12° Poeticforum - Le poesie che amiamo

Jessamine

Well-known member
Una poesia che è l'espressione del dolore più forte, quello che annienta ogni emozione, che si radica nell'animo al punto da renderlo inaridito e duro.
Lacrime come pietra, dunque un pianto che non sii manifesta con una reazione, ma piuttosto resta ancorato nell'intimità, forse perché troppo grande per essere diluito con una semplice manifestazione di dolore come possono essere le lacrime.
Particolarmente significativa secondo me è la chiosa, un'affermazione dura, eppure così difficile da smentire.
E' straordinario che un dolore così totalizzante, così forte da cancellare anche la reazione emotiva più immediata e istintiva, abbia comunque permesso al poeta di non smettere di essere poeta, o meglio forse di trasformarsi in poeta.
 

peter67

New member
le lecrime

Ricordalo....le lacrime sono la voce dell'anima
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ed eccoci giunti all'ultima poesia, di Hotwireless (credo :D)...salvo ritardatari :D

caro fratello amato...


amica mia diletta
e dolce

tra serio e faceto a mezza via,
ma oltrecciò, negar non posso,
con indefinibile speranza
e vaga,
ti chiesi se quel fratel io fossi.

con mortificazione desolante
per ciò che a quello punto
sol più sciocca presunzion sonava
e insensibile,

atto presi poco a poco
che di chi più ora non c'è
se non nello tuo cuor, trattavasi,
straziato

alfin mi ritirai così.
vuoi sol per la vergogna,
vuoi solo pel rispetto
del dolor che elaborar dovevi,
vieppiù

ma forse,
come accademi sovente,
fallando stavo...
malandrino
e a te dappresso stare
ognor dovuto avrei.

come, con mesti occhi osar
al suolo incatenati
il perdon tuo, o madonna
ambir giammai potrò?



da "Rime Dubbie" - Cino da Pistoia (?)
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Ed eccoci giunti all'ultima poesia, di Hotwireless (credo :D)...salvo ritardatari :D

caro fratello amato...


amica mia diletta
e dolce

tra serio e faceto a mezza via,
ma oltrecciò, negar non posso,
con indefinibile speranza
e vaga,
ti chiesi se quel fratel io fossi.

con mortificazione desolante
per ciò che a quello punto
sol più sciocca presunzion sonava
e insensibile,

atto presi poco a poco
che di chi più ora non c'è
se non nello tuo cuor, trattavasi,
straziato

alfin mi ritirai così.
vuoi sol per la vergogna,
vuoi solo pel rispetto
del dolor che elaborar dovevi,
vieppiù

ma forse,
come accademi sovente,
fallando stavo...
malandrino
e a te dappresso stare
ognor dovuto avrei.

come, con mesti occhi osar
al suolo incatenati
il perdon tuo, o madonna
ambir giammai potrò?



da "Rime Dubbie" - Cino da Pistoia (?)

alla dama oggetto dell'amor cortese del nostro poeta, viene a mancare il fratello.
ella dunque compone dei sonetti per celebrarne il ricordo, a lui appellandosi come "caro fratello amato".
non essendo venuto a conoscenza del lutto, il poeta interpreta essere tali rime a lui stesso indirizzate, dalla dama che finalmente lo corrisponde.
scoperto l'equivoco ne prova tale vergogna da non osare più di farsi vedere. ma poi a mente fredda capisce che quello sarebbe stato il momento di trascendere dal proprio ego e tradurre nei fatti il proprio sentimento, stando vicino a lei per sostenerla in un momento così difficile.
e sente di non meritare perdono.
 

bouvard

Well-known member
Non posso farci niente, ma io questa poesia proprio non riesco a leggerla seriamente :mrgreen:, mi metto di impegno, ma dopo qualche riga mi viene da sorridere, sarà il linguaggio d'altri tempi, sarà questo tipo di amor cortese che trovo alquanto comico, ma proprio non mi riesce di rimaner seria :mrgreen:
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Non posso farci niente, ma io questa poesia proprio non riesco a leggerla seriamente :mrgreen:, mi metto di impegno, ma dopo qualche riga mi viene da sorridere, sarà il linguaggio d'altri tempi, sarà questo tipo di amor cortese che trovo alquanto comico, ma proprio non mi riesce di rimaner seria :mrgreen:

chissà che sganasciate,

quando leggi Brunetto Latini, Lapo (non Elkann, che per ridere basta ascoltarlo) & allegri compagni di merende...

e se provi a pensare che il sommo water con quella "selva oscura" stesse facendo un'allusione sessuale...

e il purgatorio fosse la sede della dolce euchessina dove degli esseri in camicia nera somministravano l'olio di ricino...

si rigirerebbe invece nella tomba Dante, vedendo come si è abbruttita e abbrutita la sua amata lingua, la cui evoluzione è corrisposta ad una progressiva contaminazione in ragione di quanto più si diffondeva.

e come rammaricarsi che oggi non si capisca l'amore, quando quello cortese fa solo che ridere !

:MUCCA
 
Ultima modifica:

maclaus

New member
...ah, il dolce "stil novo"... meraviglioso:YY Cino da Pistoia è uno dei poeti "minori" di questo fantastico periodo e questa è forse la sua migliore composizione...
Non raggiunge le vette del grande Petrarca o di un Guido Cavalcanti, ma si difende bene...
L'ultima strofa è bellissima e il verso "con mesti occhi osar/al suolo incatenati" è struggente...:ad:
 

bouvard

Well-known member
chissà che sganasciate,
quando leggi Brunetto Latini, Lapo (non Elkann, che per ridere basta ascoltarlo) & allegri compagni di merende...
e se provi a pensare che il sommo water con quella "selva oscura" stesse facendo un'allusione sessuale...
e il purgatorio fosse la sede della dolce euchessina dove degli esseri in camicia nera somministravano l'olio di ricino...
si rigirerebbe invece nella tomba Dante, vedendo come si è abbruttita e abbrutita la sua amata lingua, la cui evoluzione è corrisposta ad una progressiva contaminazione in ragione di quanto più si diffondeva.
e come pretendere che oggi non si capisca l'amore, quando quello cortese fa solo che ridere !

Mi dispiace che tu te la sia presa tanto per il mio commento :boh: ma ho espresso solo una MIA opinione, non ho mai detto che l'amor cortese faccia ridere, semmai ho detto che IO trovo divertenti alcune espressioni o alcuni atteggiamenti, ma era solo una considerazione soggettiva.
In quanto alla lingua, so bene quale sia la culla dell'italiano, e sono ben consapevole delle brutture che oggi riusciamo ad infliggere a questa lingua, ciononostante alcune espressioni mi fanno sorridere, non perché scorrette, semplicemente perché appartenenti ad un modo di esprimersi e concepire la vita che non c'è più ...
Non pretendo che gli altri la pensino come me, e non pretendo che trovino divertente (faccio notare che io ho detto che mi fa sorridere la poesia, non ho mai parlato si sonore sganasciate) ciò che io trovo divertente, ma visto che io ho espresso la mia opinione in modo pacato, avrei preferito una critica sugli stesi toni :boh:
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Mi dispiace che tu te la sia presa tanto per il mio commento :boh: ma ho espresso solo una MIA opinione, non ho mai detto che l'amor cortese faccia ridere, semmai ho detto che IO trovo divertenti alcune espressioni o alcuni atteggiamenti, ma era solo una considerazione soggettiva.
In quanto alla lingua, so bene quale sia la culla dell'italiano, e sono ben consapevole delle brutture che oggi riusciamo ad infliggere a questa lingua, ciononostante alcune espressioni mi fanno sorridere, non perché scorrette, semplicemente perché appartenenti ad un modo di esprimersi e concepire la vita che non c'è più ...
Non pretendo che gli altri la pensino come me, e non pretendo che trovino divertente (faccio notare che io ho detto che mi fa sorridere la poesia, non ho mai parlato si sonore sganasciate) ciò che io trovo divertente, ma visto che io ho espresso la mia opinione in modo pacato, avrei preferito una critica sugli stesi toni :boh:
scusami
mi ha tratto in inganno questa frase, che evidentemente ho frainteso:

sarà questo tipo di amor cortese che trovo alquanto comico,

sai, all'amor cortese sono da sempre stato affine, e sentirlo trovare comico mi ha coinvolto, come se per transitivita' io pure fossi ridicolo coi miei sentimenti la mia sofferenza la mia cavalleria ...
se non apprezzassi le altrui opinioni non frequenterei questo forum, ma tu mi insegni che alle volte ci si può far prendere la mano. voglio dirti che appunto i miei toni, forse poco pacati -ma credimi, non intenzionalmente (e rileggendomi, tutt'ora non ho questa impressione)- sono da interpretare come un particolare sentire l'argomento, e non certo come tentativo di zittire le altrui opinioni.
del resto ribadisco che la mia cultura letteraria è fai-da-te, e certamente qui ho solo da imparare. da tutti, non ultima te.

:ABBB
 

bouvard

Well-known member
scusami
mi ha tratto in inganno questa frase, che evidentemente ho frainteso:
sarà questo tipo di amor cortese che trovo alquanto comico,
sai, all'amor cortese sono da sempre stato affine, e sentirlo trovare comico mi ha coinvolto, come se per transitivita' io pure fossi ridicolo coi miei sentimenti la mia sofferenza la mia cavalleria ...
se non apprezzassi le altrui opinioni non frequenterei questo forum, ma tu mi insegni che alle volte ci si può far prendere la mano. voglio dirti che appunto i miei toni, forse poco pacati -ma credimi, non intenzionalmente (e rileggendomi, tutt'ora non ho questa impressione)- sono da interpretare come un particolare sentire l'argomento, e non certo come tentativo di zittire le altrui opinioni.
del resto ribadisco che la mia cultura letteraria è fai-da-te, e certamente qui ho solo da imparare. da tutti, non ultima te.
:ABBB

Caro Andrea,
ci sono sensazioni, emozioni, sottolineo immediatamente secondo me :wink:, che a provarle non c'è niente di male, ma di cui quando se ne parla si rischia di apparire comici, buffi o perlomeno melodrammatici ...
Tra l'esser rozzi, buzzurri e simili ed il mettere una donna su un piedistallo a quattro metri d'altezza per venerarla come un Angelo senza difetti, per me ci sono mille altre valide vie di mezzo :wink:
Corteggiare una donna, esser galanti e romantici non sono cose comiche, ma si sa il troppo storpia ed è questo, a volte, a far apparire comici :wink:
Comunque, sempre secondo me :wink:, il poeta non sarebbe del tutto scontento della mia interpretazione divertita, visto che egli stesso si definisce alla fine malandrino :wink: e pensa che avrebbe dovuto approfittar della buona occasione che gli era capitata per star vicino alla sua bella :wink:

Da me di sicuro non hai da imparar niente :mrgreen:, vista la mia vasta e dichiarata ignoranza :mrgreen: più che i toni non pacati mi avevano dato fastidio i riferimenti a water ed altro, ma forse non ho colto bene il tuo pensiero ... :? :boh:
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
...ah, il dolce "stil novo"... meraviglioso:YY Cino da Pistoia è uno dei poeti "minori" di questo fantastico periodo e questa è forse la sua migliore composizione...
Non raggiunge le vette del grande Petrarca o di un Guido Cavalcanti, ma si difende bene...
L'ultima strofa è bellissima e il verso "con mesti occhi osar/al suolo incatenati" è struggente...:ad:

credo che uno degli scopi della poesia sia comunicare.
e più di altre forme di scrittura è adatta in particolare per i sentimenti.
ho preso l'occasione di questo 3D quindi per esporre ciò che penso sull'amore. l'anonimato della dama, la non corrisponsione, lo starsene in disparte...
cose un po' accantonate in questi tempi ove tutto è veloce, funzionale, ridotto all'essenziale, quasi spersonalzzato.
quale miglior riferimento che il Dolce Stil Novo !
il problema però era trovare il sonetto ideale, quello che meglio avrebbe racchiuso ciò che intendevo proporre.
così ho deciso di sopperire ... componendolo da me.
(per scrupolo di coscienza ho inserito quel punto interrogativo alla fine, a intendere che autore e titolo non erano "sicuri").

son rimasto tranquillo che non si generassero equivoci, per prima cosa a causa della pochezza del mio stile e di alcuni anacronismi, poi per aver scritto l'accorta Alessandra "poesia di Hot".
ringrazio particolarmente Maclaus per avermi sostenuto nel lodare l'amor cortese e gli autori stilnovisti, fingendo di non aver capito che la composizione era mia.

:wink:
 

maclaus

New member
Andrea, sei un signore :ad:
Amo molto il "dolce stil novo" e dopo aver letto il componimento di Cino da Pistoia (?) :? sono andato a riprendere polverosi quanto ormai, ahimè, antichi miei quaderni del liceo e tra le rime dei vari Cavalcanti, Guinizzelli ed il sommo Petrarca, ho ritrovato questo sonetto (autentico) di Cino da Pistoia:
Se non si move d'ogni parte Amore
Si dall'amato, come dall'amante,
Non può molto durar lo suo valore,
Che 'l mezzo Amore non è fermo, nè stante

Niente male, vero?
Evidentemente a quel tempo me l'ero trascritto dopo l'ennesima delusione d'amore...
Grazie ancora Andrea per avermi "costretto" a tirar fuori dai meandri del tempo ricordi ormai sopiti...
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Andrea, sei un signore :ad:
Amo molto il "dolce stil novo" e dopo aver letto il componimento di Cino da Pistoia (?) :? sono andato a riprendere polverosi quanto ormai, ahimè, antichi miei quaderni del liceo e tra le rime dei vari Cavalcanti, Guinizzelli ed il sommo Petrarca, ho ritrovato questo sonetto (autentico) di Cino da Pistoia:
Se non si move d'ogni parte Amore
Si dall'amato, come dall'amante,
Non può molto durar lo suo valore,
Che 'l mezzo Amore non è fermo, nè stante

Niente male, vero?
Evidentemente a quel tempo me l'ero trascritto dopo l'ennesima delusione d'amore...
Grazie ancora Andrea per avermi "costretto" a tirar fuori dai meandri del tempo ricordi ormai sopiti...

sicuro sicuro che l'abbia composto lui ?
:mrgreen:



ps) Signori si nasce e, modestamente, io lo nacqui.

cit. Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio
(altezza imperiale, conte palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e di Illiria, principe di Costantinopoli, di Cilicia, di Tessaglia, di Ponte diMoldavia, di*Dardania, del*Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro, conte e duca di*Drivasto*e Durazzo).

:YY :wink:
 

maclaus

New member
...detto TOTO' :YY :YY :YY

P.s.: stavolta ho verificato... non l'hai scritta tu e nemmeno io... è proprio del grande Cino da Pistoia :D
 

bouvard

Well-known member
credo che uno degli scopi della poesia sia comunicare.
e più di altre forme di scrittura è adatta in particolare per i sentimenti.
ho preso l'occasione di questo 3D quindi per esporre ciò che penso sull'amore. l'anonimato della dama, la non corrisponsione, lo starsene in disparte...
cose un po' accantonate in questi tempi ove tutto è veloce, funzionale, ridotto all'essenziale, quasi spersonalzzato.
quale miglior riferimento che il Dolce Stil Novo !
il problema però era trovare il sonetto ideale, quello che meglio avrebbe racchiuso ciò che intendevo proporre.
così ho deciso di sopperire ... componendolo da me.
(per scrupolo di coscienza ho inserito quel punto interrogativo alla fine, a intendere che autore e titolo non erano "sicuri").
son rimasto tranquillo che non si generassero equivoci, per prima cosa a causa della pochezza del mio stile e di alcuni anacronismi, poi per aver scritto l'accorta Alessandra "poesia di Hot".
ringrazio particolarmente Maclaus per avermi sostenuto nel lodare l'amor cortese e gli autori stilnovisti, fingendo di non aver capito che la composizione era mia.
:wink:

In effetti quel "malandrino" verso la fine avrebbe dovuto metterci sull'avviso, e farci capire che Cino da Pistoia (?) altri non poteva essere che il nostro autentico Andrea da Bolzano :mrgreen:, esponente di spicco della Nova Scola Poetica di Forumlibri :mrgreen:
Complimenti per la fantasia :wink: e per la capacità di animare sempre questo forum :mrgreen: ... però per favore la prossima volta scrivi una poesia sulla falsariga di qualche poeta più "moderno", così non dovrai riprendermi se dico che il sonetto mi ha fatto sorridere :ad::mrgreen:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Io avevo dato per scontato che la poesia fosse di Hot, sia per il testo che riporta espressioni moderne, sia per quel punto interrogativo alla fine. Non mi ero proprio posta il problema che potessero sorgere degli equivoci, probabilmente mi sbagliavo ... Grazie Hot per aver chiarito (però non farlo più! :mrgreen:)

La poesia è contraddistinta da un'ironia amara, appunto, caratteristica di Hot; la storia raccontata è piuttosto singolare e descritta in versi in modo arguto.
Il fatto è che il contrasto tra alcune espressioni (soprattutto "malandrino"), la modernità del tema, che sembra avere caratteristiche di una storia dei giorni nostri, e il linguaggio da "dolce stil novo" può effettivamente far sorridere, e in questo caso capisco bouvard. Far sorridere non vuol dire, però, che ci sia qualcosa di ridicolo; forse semplicemente questo miscuglio di elementi alleggerisce l'effetto dato dallo scoramento del poeta e non è detto che questo sia un male.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
La poesia è contraddistinta da un'ironia amara, appunto, caratteristica di Hot; la storia raccontata è piuttosto singolare e descritta in versi in modo arguto.

se la carota è questa, mia diplomatica amica,
dammi tutte le bastonate che vuoi.

ti adoro.

Cin ... ooops ! Hot

:mrgreen:


ps) mi sento in ultima di dubitare che la vicenda sia così marcatamente odierna, primo per la rarefazione che oggi affligge questo concetto d'amore, secondo per l'inattesa modernità che il movimento stilnovista presenta, secondo me avveniristica proprio per quella spiritualizzazione che in ogni epoca sopravviverà comunque nel profondo, a prescindere, eterna quale che sarà la fisicità del rapporto.
quanto a termini non del tutto "antichi", non li prenderei come prova certa. quante volte chi presenta tali opere ricorre a traduzioni anche piuttosto approssimate purché comprensibili, laddove preme prediligere senso e contenuto anche a discapito della forma ...

pps) la vera svista è a mio avviso quella causata dalla mia passione per Freud. "elaborare un lutto" fa parte della psicodinamica del lutto, da lui trattata in "Lutto e Melancolia".
testo che difficilmente poteva aver letto il buon Cino ...
il quale semmai avrebbe parlato di dolore da lenire o lasciare affievolire

ok. dovevo scrivere sciagurato o tapino o meschino codardo infingardo scellerato, al posto di malandrino... ma non mi veniva il termine !
 
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P

ParallelMind

Guest
La prossima poesia non ha bisogno di presentazioni :)

Canto notturno di un pastore errante dell'Asia

di Giacomo Leopardi

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?

Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
E' la vita mortale.

Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perchè dare al sole,
Perchè reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
Perchè da noi si dura?
Intatta luna, tale
E' lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.

Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perchè delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno co' suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.

O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perchè d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perchè giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu se' queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, nè di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perchè giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?

Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
E' funesto a chi nasce il dì natale.

Ma quanto e`bello Leopardi.Quant`e`lirica ed estasica la sua poesia.
Mi innamoro ogni volta delle sue espressioni,dei suoi chiari richiami adolescenziali ed infantili ad un epoca in cui il cuor delle persone viveva ancora di emozioni e dolci sensazioni.
Sicuramente e`un fatalista,uno che vede la vita come estrema sofferenza.
Ma io credo al contrario di lui che lo sia solo da giovani.Poi la vita diventa piatta e tutto perde sapore e si diventa come quelle pecore descritte nella poesia,quasi insensibili al dolore e alla tristezza dell'umana condizione.La luna e`forse l'uomo adulto piu`che mai,ormai cosi`ben avvezza alle fattezze e cose del mondo da esserne distaccata e superiore.Ma c'e`cosa peggiore che puo`succedere ad un cuore?
Questo vorrei chiedere a Leopardi.E io credo che lui ben lo sapesse.La riprova e`nel Sabato del Villaggio.
Quest'opera e`in realta`un lamento nn lamento di un Leopardi giovane.Che sa bene quant'e`preziosa e bella la solitudine angosciosa del pastore,perche`infondo ancora spera,ancora si interroga e lotta dentro,ancora vive,soffre,s'infiamma di passione,ancora e`inquieto.
Poi inesorabilmente,nel tempo,tutto tace.E Leopardi anela all'oblio piu`che alla non-vita come ogni artista e uomo sensibile che si rispetti.
 

maclaus

New member
Nonostante il grave significato originario, che si rifà allo stagionato immaginario del vagabondo mascalzone, è difficile usare questa parola seriamente: il malandrino non può più essere un pericoloso delinquente, un brigante senza scrupoli, un pendaglio da forca. Il malandrino oggi è piuttosto il birbaccione che una ne fa e cento ne pensa, o il monello impertinente, o la simpatica canaglia; certo non tiene le più irreprensibili delle condotte, ma diciamo che la sua vivacità e il suo estro gli valgono una facile venia e una strizzata d'occhio, mentre gli si leva e agita la mano contro in una blanda minaccia.
Si tratta di una parola di grande valore proprio perché il suo semplice impiego determina il tono scherzoso del discorso - uno scherzo posato, contenuto, mai volgare.
Ma, soprattutto, è di origine medievale... perciò, caro Hot, è perfettamente "inquadrata" nella tua sublime composizione poetica...:YY
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Siamo arrivati alla fine delle proposte ... aspettiamo ancora un giorno, poi apro il prossimo :):wink:
 
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