Parte seconda - cap. 36 (152 pagine circa)
Eccomi qui... ho un po' di tempo e me ne prendo un po' per commentare questo romanzo che si sta rivelando uno di quelli che mi fa proprio "quell'effetto lì"... quale? quello di un'opera grandiosa, complessa ma bellissima... non è questione di aspettative: ho inziato libri su cui avevo puntato molto e che poi mi hanno deluso, mentre altri - come il Faust, come Proust, come questo - fin da subito mi hanno dato l'impressione/conferma non solo che ho fra le mani un capolavoro, ma che vivrò un momento eccezionale, irripetibile fin quando non avrò finito di leggerlo... é una sensazione distinta, palpabile... un godimento intellettuale che si trasforma in un piacere reale, fisico!
Detto questo, scendiamo nei dettagli... Con la seconda parte siamo entarti nel vivo dell'azione: i primi capitoli sono stati molto scorrevoli e hanno cominciato a presentarci quelli che suppongo diventeranno i personaggi principali della vicenda: oltre a Ulrich, Diotima, il conte Stallburg e il conte Leinsdorf, il dottor Arnheim, ecc. Si inizia a delineare inoltre il contesto entro cui si inserisce la vita di Ulrich: ovvero i lavori in preparazione dell'altisonante e non meglio definita Azione Patriottica o Azione Parallela, in occasione del settantesimo anniversario dell'imperatore d'Austria (si intuisce già che la preparazione di questo fantomatico evento, pregno di uno smisurato idealismo, darà occasione per molta ironia...).
Fra il 24° e il 34° capitolo della seconda parte in effetti si rallenta un po'... in alcuni punti ho dovuto andare avanti pur rendendomi conto di non comprendere pienamente tutto ciò che era scritto (sarà una mia debolezza, ma ho sempre creduto che accettare di non capire tutto in questi romanzi un po' complessi non debba necessariamente pregiudicare la bellezza e la comprensione dell'insieme)... Poi mi sono imbattuta nel capitolo 34, Un raggio ardente e pareti fredde, che analizza il pasaggio dallo spirito giovanile a quello dell'uomo adulto, perfettamente itegrato nella società contro cui per tanto tempo ha cercato di ribellarsi, e mi ha messo i brividi... sublime! (poi se riesco riporto quale stralcio)
Sto sottolineando una miriade di passaggi, impossibilie riportarli tutti (tanto più che sono costretta a farlo a mano)! Questo è quello che avevo scritto ieri:
"(...) non la profondità ma l'ampiezza della cultura è la difficoltà insuperabile. Persino le questioni facilmente accessibili (...) si scomponevano, parlando con intenditori, in una sterminata molteplicità di dubbi e di supposizioni."
Chiudo dicendo che io personalmente ci andrei molto cauta nel dire che la definizione che dà il titolo al romanzo è ironica... in realtà credo sia molto, molto di più (un po' come dice Spilla). Ulrich è paradigma dell'uomo moderno, privo di qualità in quanto dotato del senso di possibilità invece del senso di realtà (il paragrafo che spiega la differenza fra i due credo sia una chiave di lettura fondamentale); anche il passaggio in cui Walter "denigra" il suo vecchio amico d'infanzia è molto significativo:
"(l'uomo senza qualità) è il tipico prodotto del nostro tempo. Ha ingegno, volontà, spregiudicatezza, coraggio, perseveranza, slancio e prudenza... non voglio addentrarmi in un'analisi, diciamo che possiede tutte queste qualità. Eppure non le possiede! Esse hanno fatto di lui quello che è, e hanno segnato il suo cammino, ma non gli appartengono. (...) Per lui nulla è saldo, tutto è trasformabile, parte di un intero, di innumerevoli interi che presumibilmente appartengono a un superintero, il quale però gli è del tutto ignoto. Così ogni sua risposta è una risposta parziale, ognuno dei suoi sentimenti è soltanto un punto di vista, di ogni cosa non gli preme di sapere cos'è ma solo di scoprire un secondario "com'è", un accessorio qualunque."
Cioè, non so voi ma io... :sbav::sbav::sbav:
Insomma, mi sta piacendo da morire: è uan lettura impegnativa, ma per nulla pesante e la suddivisione in capitoletti brevissimi invoglia molto la prosecuzione... Alla prossima!!!! :MUCCA