120º minigruppo - L'uomo senza qualità di Robert Musil

ayuthaya

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Per quanto sia tentata di proseguire nella mia galoppata, mi costringo a fermarmi e a "recuperare" un po' di citazioni e un po' di commenti "specifici", ovvero sullo svolgimento della trama vera e propria!

Allora, provo a mettere in pratica l'idea di evidenziare IN ROSSO tutti i passaggi principali in cui si parla esplicitamente dell'uomo "senza qualità", iniziando col cap. 4, dove si confronta il senso della realtà col senso della possibilità. Io ho trovato questo paragrafo, di cui riporto solo alcuni pezzi, sublime...

"Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità. Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe accadere la tale o tal altra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: beh, probabilmente potrebbe anche esser diverso. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe essere, e di non dar maggior importanza a quello che è, che a quello che non è.
(...) Il possibile però non comprende soltanto i sogni delle persone nervose, ma anche le non ancor deste intenzioni di Dio. Un'esperienza possibile o una possibile verità hanno qualcosa di divino in sè, un fuoco, uno slancio, una volontà di costruire, un consapevole utopismo che non si sgomenta della realtà bensì la tratta come un compito e un'invenzione.
(...) E poiché possedere delle qualità presuppone una certa soddisfazione di constatarle reali, è lecito prevedere come a uno cui manchi il senso della realtà anche nei confronti di se stesso, possa un bel giorno capitare di scoprire in sé l'uomo senza qualità.
"

Un passaggio l'ho già riportato (e adesso l'ho messo in rosso), un altro è questo (cap.39). è abbastanza complesso, molto "filosofico" ma se si riesce a seguirlo è grandioso:
"E così s'era anche dovuto convincere che le qualità in tal modo acquistate, più che con lui erano connesse fra loro (...). Anche adesso non dubitava che la differenza fra l'attivo delle proprie esperienze e qualità e il loro rimanere estranee a lui fosse soltanto una diversità d'atteggiamento, in certo senso una volizione o la scelta di viere a un punto determinato posto fra la generalità e la personalità.
(...) Oggi invece la responsabilità ha il suo punto di gravità non più nell'uomo ma nella concatenazione delle cose. Non s'è notato come le esperienze si sian rese indipendenti dall'uomo?
(...) È sorto un mondo di qualità senza uomo, di esperienze senza colui che le vive, e si può quasi immaginare che nel caso limite l’uomo non potrà più vivere nessuna esperienza privata, e il peso amico della responsabilità personale finirà per dissolversi in un sistema di formule di possibili significati. Probabilmente la decomposizione del rapporto antropocentrico che per tanto tempo ha posto l’uomo come centro dell’universo, ma è in ribasso da secoli, è giunta finalmente all’Io, perché l’idea che l’importante dell’esperienza è il viverla, e dell’azione il farla, incomincia a sembrare un’ingenuità alla maggior parte degli uomini. Ci sono ancora persone che vivono molto personalmente; dicono «ieri siamo stati dal tale e dal tal’altro», oppure «oggi facciamo questo e quest’altro» e ne son contenti, senza bisogno di altro significato e contenuto. Amano tutto ciò che toccano con le dita e sono tanto esclusivamente persone private quanto è possibile esserlo; appena ha da fare con loro il mondo diventa un mondo privato e brilla come un arcobaleno. Forse sono molto felici; ma quella specie di gente appare già assurda, di solito, a tutti gli altri, sebbene non si capisca ancora bene il perché. E a un tratto, davanti a queste perplessità, Ulrich dovette confessare sorridendo a se stesso, che era nonostante tutto un carattere, pur senza averne uno
."


Intanto ecco altri passaggi molto belli:
"E questo passaggio dal trovar vecchio al trovar bello è quasi uguale al passaggio dalla mentalità dei giovani alla morale superiore degli adulti, che per molto tempo è un ridicolo soggetto d'insegnamento, finchè a un tratto ci si accorge di possederla".

"La conoscenza è un atteggiamento, una passione. Un atteggiamento illecito, in fondo; perché come la dipsomania, l'erotismo e la violenza anche la smania di sapere foggia un carattere che non è equilibrato. Non è vero che il ricercatore insegue la verità, è la verità che insegue il ricercatore. Egli la subisce. Il vero è vero, e il fatto è reale senza curarsi di lui, egli ne ha soltanto la passione..."

Allora, messa così sembra che il romanzo sia composto esclusivamente di speculazione filosofica, ma non è così. C'è una vicenda, ci sono personaggi interessanti, spesso paradigmatici, ma l'una e gli altri sono uno strumento per analizzare a fondo, in modo quasi scientifico, l'identità dell'epoca moderna e dell'uomo moderno. POSSIBILI SPOILER La serie interminabile di inviti, sedute, confronti per decidere in cosa effettivamente debba consistere questa benedetta Azione Parallela sono davvero uno spasso... è più che semplice "sarcasmo" diretto alla vuotezza di certe idealismi. In realtà non credo che Musil volesse denigrare la grandezza di queste ideali, di questo aspirare a simboli universali, capaci di scuotere - attraverso l'Austria - la coscienza di tutto il mondo, ecc ecc (insomma: tutte gli elevatissimi e inconcludenti discorsi messi in bocca a Diotima), quanto mostrarci come tutte queste aspirazioni siano ormai impossibili da realizzare nel mondo moderno. Faccio davvero molta fatica a rielaborare con parole mie quello che Musil ci mostra con tanta competenza, bravura, ironia, per cui mi fermo qui, certo è che leggendo questo libro non ci si annoia proprio... :mrgreen:
 
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Spilla

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Cap 20

Non riesco proprio a copiare citazioni, perciò vado a memoria:
stupendo il passo, al cap 15 o 16 , in cui si parla della stupidità che soppianta la verità. La verità, si dice, è meno duttile e risulta ingombrante; la stupidità si adatta ad ogni situazione, è malleabile e facile da trattare. Perciò, a partire dalla fine del XIX secolo, la sua diffusione è stata inarrestabile.
Musil è un genio! :paura:

Anche i caratteri dei personaggi sono straordinari: Clarisse si nega al marito perché da ragazza ha deciso che solo un genio l'avrebbe potuta avere :mrgreen: , Ulrich è a portata di mano... ma è un genio, lui? :?
Walter ha molto talento, ma è irresoluto e "perdente" nell'atteggiamento e verso la moglie. Poi c'è questa straordinaria figura dell'assassino...
E' come avere in mano le tessere di un puzzle e non sapere ancora quale immagine si comporrà :link:

A questo punto, mi sa che passeremo l'estate insieme :mrgreen::mrgreen:
 

francesca

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Eccomi: capitolo VI

Finito il buon Fedor (con L'Idiota), eccomi con altra letturina leggera!!!
Ho iniziato ieri, e come vedete sono molto all'inizio. Ho letto i vostri commenti solo più o meno sulla prima parte.
Gli altri li recupero in seguito (con calma, eh :wink:).

Dunque, prima di tutto: ho un'edizione Einaudi in UN SOLO VOLUME!!! Un malloppo intrasportabile con le pagine finissime, tanto che devo procurarmi l'edizione ebook se ho qualche speranza di portelo leggere anche altrove oltre che a casa.

L'inizio come molti di voi avete già notato, per me si è rivelata una sorpresa: ironia, scorrevolezza, una suddivisione in capitoletti che rende agevole la lettura. E anche un certo qualcosa che avvince, per cui appena se ne è finto uno si ha comunque la voglia di leggere anche quello successivo.
Ho letto qua e là che la II parte parte però si fa più lenta approfondita.
Insomma, mi sa che avremo altre sorprese!!!
Già in questi primi sei capitoletti ho trovato spunti di riflessioni che potrebbero bastare per un anno!!!

Non andate troppo veloce!!! Non spero di raggiungervi, ho anche un altro libro della sfida da finire, libro di racconti, quindi mi sa che alternerò. Quindi abbiate pazienza per la lentezza e il ritardo dei commenti.

Francesca
 

ayuthaya

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parte seconda - cap. 63 (pag. 300) POSSIBILI SPOILER

Ok, ora provo anch'io a commentare il romanzo senza farmi travolgere dai filosofeggiamenti del nostro caro Uli... :mrgreen:
I personaggi sono tutti interessanti, e di tutti in qualche modo viene svelata l'anima... è interessante notare come le donne vengano mostrate spesso nella loro ambizione di acquisire una posizione (sociale, o intellettuale) grazie al proprio matrimonio, e come in questa ambizione vengano poi spesso disilluse (succede con Clarisse nei confronti di Walter, ma anche di Diotima verso il caposezione Tuzzi e, in modo un po' diverso, essendo lei di estrazione sociale più elevata, anche la signora Fischel verso suo marito)...
Le parti in cui si parla di Clarisse e Walter le trovo a loro modo abbastanza difficili, a volte più dei pezzi filosofici veri e propri... sarà perchè non sono nè esperta nè particolarmente amante di musica? Ad ogni modo ho idea che fra Clarisse e Ulrich succederà qualcosa...
Invece trovo divertentissime tutte le parti in cui si parla del conte Leinsdorf, di Diotima e del dottor Arnheim... su di lui in particolare l'ironia di Musil porta frutti esilaranti: era a lui che si riferiva la frase sulle "tante idee" e i "tanti quattrini" :mrgreen:. Arnheim è una figura davvero interessante, e in fin dei conti è molto vicina alla nostra esperienza (indiretta) di tutti i giorni... Musil ribadisce che si tratta certamente di una persona colta e istruita, che ha le mani in pasta dappertutto e "riesce" in tutto, ma sottolinea anche che la sua autorevolezza si fonda sul suo successo, e il suo successo è alimentato dal fatto che tutti lo considerino autorevole... :mrgreen: Insomma: ho idea che potrebbe anche dire e scrivere un mucchio di stupidaggini, ma verrebbe comunque considerato un "vincente"!!! della serie "se ce l'ha fatta un motivo ci sarà..." :? :mrgreen: Fra l'altro ho letto che il suo personaggio è ispirato al tale Walther Rathenau, di cui però non so ancora nulla! sarebbe interessante approfondire la cosa!
Invece ho qualche difficoltà a inserire tutto ciò che riguarda Moosbrugger :??... cioè, ho capito che è un'occasione per sondare la questione sanità/pazzia, libero arbitrio, colpevolezza effettiva in rapporto alla necessità della punizione... ma in che modo si lega intimamente alla vicenda di Ulrich? voi vi siete fatti qualche idea?

Avrei anche un'altra questione, più "filosofica", da porvi, ma lo faccio nel prossimo intervento sennò qst diventa troppo lungo...
Comunque oggi pomeriggio, intorno al paragrafo 60, ho avuto le prime serie difficoltà: quando Musil parla del "saggismo" mi sono persa completamente... troppo difficile, troppo strettamente filosofico come discorso...:paura: Sono andata avanti senza capire nulla, ma conto di tornarci facendomi aiutare dall'Introduzione o da qualche altro passo della critica che mi spieghi in modo più semplificato cosa intendesse dire l'autore... :BLABLA
 
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ayuthaya

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Seconda parte - cap.68 (pag.322 circa)

Musil parla di "sesso"... a modo suo! :mrgreen:

"Non c'è nulla che infiamma l'amore borghese come la lusinghiera consapevolezza della propria capacità di costringere il compagno a un'estasi in cui si comporta così pazzamente, che bisognerebbe essere un assassino per voler provocare in un altro modo una simile trasformazione. E davvero, che creature civili possano trasformarsi così, che un simile effetto possa emanare da noi - non è questa la stupita domanda negli occhi audaci e smorenti di tutti quelli che approdano all'isola solitaria della voluttà, dove'essi sono assassini, destino e dio, e toccano nel modo più comodo il massimo grado dell'irrazionalità e dell'avventura?"

A dopo per il resto!
 
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ayuthaya

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nessuno spoiler, ma pura filosofia! ;)

a mia parziale discolpa: meglio perdermi nei libri e nella filosofia che non diventare paranoica per altre ragioni!!!! :p :W
stralci di "Cos’è il possibilismo? Riflessioni su Musil e la filosofia austriaca" di Wolfgang Grassl:

"È ormai opinione diffusa che la chiave per comprendere il pensiero di Musil stia proprio nell’ interpretazione del titolo del suo grande romanzo. Un primo spunto euristico lo troviamo nelle parole dell’ autore stesso: la questione del possesso o della mancanza di qualità dev’essere prospettata alla luce della relazione tra il reale e il possibile. L’uomo della possibilità é quell’uomo per cui qualcosa di reale non significa niente di più che qualcosa di immaginato. (uno dei passaggi che ho riportato in rosso)

(...) E qui si apre la porta ad un chiarimento in termini fenomenologici. Se per esempio consideriamo un oggetto attualmente percepito, che in qualche modo costituisce un caso paradigmatico di esistenza reale, non possiamo fare a meno di constatare che esso è, per così dire, il punto di incontro di un insieme virtualmente infinito di potenzialità cognitive: ciò che io costituisco come oggetto unitario d’esperienza non è soltanto ciò che mi è effettivamente dato, l’ insieme degli “adombramenti” che sono determinati dalla prospettiva da cui ho effettivamente guardato l’oggetto stesso, ma è anche la sintesi dei potenziali adombramenti che potrei ottenere se passassi ad altre prospettive o punti di vista. Questa dinamica della percezione è addirittura costitutiva dell’oggetto.
La sfida del musiliano “uomo senza qualità” è dunque quella di pensare costantemente la realtà nei termini anche delle sue potenzialità inespresse, facendo del rapporto tra soggetto e oggetto un campo di tensioni dove l’oggetto è moltiplicato e il soggetto rinuncia all’esercizio del dominio sulla cosa.
Secondo quest’impostazione fenomenologica, la distinzione fra “ciò che vi è” e “ciò che non vi è” non è più una distinzione di ordine assoluto fra oggetti e non-oggetti, ma è una distinzione fra modalità diverse di strutturazione degli oggetti.

(...) È lì che si vede se siamo davvero capaci di pensare liberamente, di spingerci al di là dell’ovvio. Il senso della possibilità è la capacità di estendere il nostro orizzonte mentale (...). Non si perviene a quest’estensione se non per l’epoché scettica attraverso la quale la validità del mondo, di tutto ciò che è naturalmente dato, è sospesa.

Questo excursus fenomenologico ci aiuta a illuminare un tema che viene ulteriormente accentuato nell’Uomo senza qualità: la dimensione costruttiva, il senso di sviluppo implicito nella possibilità. Per Musil, quindi, la realtà è un dato trasformabile e non un dato di fatto immutabile. Ma ciò non implica che essa non abbia delle strutture. Si può forse intendere la realtà musiliana come uno stato di equilibrio dinamico.
"


per chi fosse interessato al resto http://www.consultorium.com/docs/musil.pdf
 

ayuthaya

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considerazioni per chi è arrivato ai capitoli che parlano dell'Azione Parallela

ok, a costo di farmi odiare, butto giù anche l'ultima riflessione che avevo in sospeso!

vorrei avere la vostra opinione su una cosa... secondo voi, quando Musil parla degli ideali che muovono l'Azione Parallela (soprattutto per bocca di Diotima), tutti i discorsi sul pensiero, la morale, il patriottismo, l'idea, ecce ecc... in che posizione si colloca? è ironia, rimpianto o altro?
L'idea che mi sono fatta (ma è solo un'impressione) è che lui in realtà non voglia, attraverso Ulrich, rifiutare la morale in quanto tale, ma sottolineare come questa non possa più essere concepita in modo tradizionale, ovvero come qualcosa di "dato" e perciò di immutabile, perchè anche questa per forza di cose dovrebbe essere assorbita dal "relativismo" dell'epoca moderna, che coinvolge tutti gli aspetti dell'esistenza e non solo quelli scientifici.
Per cui in realtà quello che lui (forse) denuncia è il contrasto fra la modernità della scienza che tende all' "esattezza" e la vecchia morale, quindi l'idealismo, ormai del tutto inadeguati all'epoca contemporanea... Voi che ne dite???

Ma se questo è vero, cosa succederebbe dei valori tradizionali portati alle estreme conseguenze, ovvero scomposti scientificamente in modo sempre più minuto? Non era stato Ulrich stesso in più punti a dire che dello "spirito", così scomposto, non resterebbe nulla? :?
 

ayuthaya

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stavo per riportare un'altra citazione divertentissima e correggere il mio precedente intervento, ma per fortuna devo scappare via...
Vi prego bloccatemi, o non mi fermo più!!!!!! TUNZZZ :mrgreen: :MUCCA
 

darida

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stavo per riportare un'altra citazione divertentissima e correggere il mio precedente intervento, ma per fortuna devo scappare via...
Vi prego bloccatemi, o non mi fermo più!!!!!! TUNZZZ :mrgreen: :MUCCA

no, no, continua pure che io leggo te, al libro ho già rinunciato...troppo poco estivo :mrgreen:
preferisco le tue...sintesi :mrgreen: :wink:
 

Spilla

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no, no, continua pure che io leggo te, al libro ho già rinunciato...troppo poco estivo :mrgreen:
preferisco le tue...sintesi :mrgreen: :wink:

Ma dài, che è proprio d'estate che ci si può godere un bel malloppone :mrgreen: eppoi, mica lo devi leggere tutto d'un fiato... per quello c'è la nostra Ayu :)
 

Spilla

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stavo per riportare un'altra citazione divertentissima e correggere il mio precedente intervento, ma per fortuna devo scappare via...
Vi prego bloccatemi, o non mi fermo più!!!!!! TUNZZZ :mrgreen: :MUCCA

Ma come fai a trascrivere citazioni così lunghe? digiti alla velocità del suono? io per le mie poche righe impiego minimo 20 minuti... :paura:
 

ayuthaya

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no, no, continua pure che io leggo te, al libro ho già rinunciato...troppo poco estivo :mrgreen:
preferisco le tue...sintesi :mrgreen: :wink:

... un ossimoro! :mrgreen:

@Spilla: bè, dipende... le ultime cose le ho prese da un breve saggio trovato sulla rete: è bastato un copia e incolla di ciò che mi piaceva di più! negli altri casi comincio a ricopiare e poi spero (qualche volta è successo) che ci sia già la citazione pronta da qualche parte! TUNZZZ sennò ricopio tutto! :paura:

capitoli 71-72: molto interessanti, anche se decisamente andiamo verso un progressivo rallentamento dell'azione (romanzo assolutamente sconsigliato a chi tiene molto alla trama: io ne ho sempre fatto volentieri a meno! :mrgreen:)... Considerazioni intorno alla natura grande, "unica" e quindi fondamentalmente "inutile" dei geni :mrgreen: (citazione: "ma questa venerazione (verso i geni) non è del tutto reale; (...) è difficile capire se la bocca si apre nell'ammirazione o nello sbadiglio" :mrgreen:) e, nel capitolo dopo, intorno alla natura "malvagia" della scienza (concetto molto particolare e originale, mi credo se Musil lo pensasse davvero)!

Quanto a ciò che ho scritto prima sulla morale e sull'Azione Parallela, mi sono accorta di essere stata imprecisa... In realtà una cosa sono le speculazioni filosofiche di Ulrich intorno allo spirito, all'anima, alla morale, un altro è il modo estremamente ironico in cui Musil ci descrive i lavori dei vari comitati nell'Azione Parallela: qui l'ironia si avvicina molto al sarcasmo (tutti si profondono in magniloquenti discorsi e patriottismi ma nessuno arriva a una conclusione), sebbene neanche qui io riesca a leggere un vero disprezzo... La verità è che Musil è bravissimo a trattare la materia della sua opera in modo "scientifico": analizza con lucidità ed eccezionale acutezza, senza mai emettere un giudizio o prendere parte a uno "schieramento". Forse, coerente alla sua teoria del "possibilismo", vuole mostrarci le mille sfaccettature della realtà (e dell'irrealtà!) senza per questo far prevalere una piuttosto che l'altra?

Mah... :?


PS sì, è vero, sto andando abbastanza veloce, ma lo faccio perchè
1) ho molto tempo libero ultimamente ed è meglio che lo impieghi così :mrgreen:
2) è più forte di me: mi sta piacendo troppo!!! :mrgreen:
2) mi sta piacendo così tanto che non posso permettermi di diluirlo troppo, o rischierei prima o poi di avere un rigetto! :mrgreen::mrgreen::mrgreen:
 
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ayuthaya

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Ho tempo da perdere, per cui vi dò in pasto un passaggio bellissimo... lo metto in rosso perchè in qualche modo riguarda la natura "inetta" di Ulrich:
seconda parte - capitolo 69: dialogo fra Diotima e Ulrich

(Ulrich) "E ora le chiedo: non le pare che chiunque si sentirebbe in imbarazzo se accadesse improvvisamente ciò che per tutta la sua vita ha ardentemente desiderato? (...) Io voglio dire questo: che nella realtà v'è un assurdo desiderio d'irrealtà. (...) La gente è felicissima di essere lasciata lì in pace senza poter attuare le proprie idee!
- E lei che cosa farebbe - chiese Diotima stizzita - se avesse per un giorno il reggimento del mondo?
- Non mi resterebbe altro, credo, che abolire la realtà! (...) Noi sopravvalutiamo a dismisura il presente, il sentimento del presente, quello che è qui, che c'è; ma quello che si agita veramente in noi, in me almeno, sta sempre in un certo contrasto con questa maniera dell'esperienza. Esso è cacciato via dal presente; in questa maniera non può diventare il presente!
"

é incredibile come, pur identificandomi così poco in questo sentimento, io riesca a sentirmi avvinta dalla forza di queste parole! potere della letteratura! :sbav: :ad:
 
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ayuthaya

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Seconda parte - cap.76 (pag.366) POSSIBILI SPOILER

Già ieri, fra le altre cose, volevo scrivere che avevo l'impressione che Arnheim costituisca un personaggio antitetico rispetto a Ulrich... in effetti se il nostro protagonista incarna "l'uomo della possibilità" e quindi "senza qualità" o ancora "le qualità senza uomo", pare proprio che Arnheim rappresenti invece "l'uomo della realtà", pieno di "qualità" fra le quali forse verrebbe da chiedersi dov'è finito l'uomo... :? :boh: Paradigma anche lui di una grossa fetta della società moderna?
In ogni caso ho avuto conferma di questa intuizione nel discorso che si svolge fra Diotima e Ulrich proprio a proposito di Arnheim... Molto divertente come fra i due sia nata una cortese antipatia, la quale però non impedisce che ci sia uan sorta di attrazione/ammirazione. Della serie "poli opposti si attraggono"!

Nel cap. 73 si fa finalmente la conoscenza di Gerda Fischel, personaggio da cui si intuisce bene che prenderanno avvio"sviluppi" di un certo tipo... :BLABLA :mrgreen: In ogni caso l'atmosfera di casa Fischel, il rapporto di Gerda coi suoi genitori, in considerazione dei sentimenti antisemiti che cominciano a prendere piede nella Germania (e quindi suppongo anche in Cacania) dell'epoca, è davvero interessante. é la prima volta che si fa accenno a qualcosa del genere e mi chiedo se l'argomento verrà ulteriormente sviluppato (considerando comunque che la vicenda si ferma, mi pare, alla prima guerra mondiale)...
 

darida

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Ma dài, che è proprio d'estate che ci si può godere un bel malloppone :mrgreen: eppoi, mica lo devi leggere tutto d'un fiato... per quello c'è la nostra Ayu :)

è un libro pesante...anche in senso letterale :wink:
io leggo da sdraiata e in estate mi sudicchia l'incavo del gomito , ma che bella immagine :mrgreen:

e poi sono in periodo cruciverba:matitina, temperino,gomma... e internet,che soddisfazione finalmente riempio tutti gli schemi :D
 

ayuthaya

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...dove siete finiti tutti??? :boh:

Mi vergogno per il mio "tale" Rathenau... :oops: :mrgreen:... e per farmi perdonare ecco qui:

Walther Rathenau - Wikipedia

E MUSIL GLI FECE IL RITRATTO - la Repubblica.it

PS per chi non ha letto il post incriminato :mrgreen:, Rathenau è il personaggio storico a cui si è ispirato Musil per il dottor Arnheim... :paura:

PPs d'ora in poi Arnheim possiamo immaginarcelo così:
800px-Walther_Rathenau.jpg

:OO :p :mrgreen:
 

Spilla

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Il libro si è bloccato di nuovo :W:W:W
Ho il cartaceo della biblioteca, ma è davvero poco maneggevole,mannaggia :MM
 

ayuthaya

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Seconda parte - capitoli 77/82 (fino a pag.400 circa)

Fra ieri pomeriggio e oggi ho avuto un piccolo rallentamento: ieri mi sono imbattuta in un altro capitolo che mi ha messo a durissima prova (cap. 78: La metamorfosi di Diotima) e anche gli altri, sebbene siano ripieni come sempre di ironia, riflessioni lucide e sorprendenti e piccolissime integrazioni alla vicenda o al carattere dei personaggi, sono un pochino slegati l'uno dall'altro e richiedono una certa concentrazione... :?

Stamattina sono sola in ufficio: potrei andare avanti, ma in realtà ho da fare altre cose (mie)... Nel caso ripasso dopo per riportare qualche citazione!
 

darida

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...
Ho il cartaceo della biblioteca, ma è davvero poco maneggevole,mannaggia :MM

:?? poco maneggevole per fargli un complimento :??
my dear, siamo già viziate dal digitale :mrgreen:

(@ ayu? scusa per queste incursioni fuori tema, mi permetto perchè è un gruppetto strange :mrgreen: come dire....di impostazione poco classica :wink:)
 

Pimpa

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Fine prima parte

Ho finito la prima parte (ho l'edizione Einaudi in due volumi)...veramente interessante. Mi chiedevo se sapete qualcosa delle altre opere di Musil....A parte Torless....sarei curiosa di leggere qualcos'altro dell'autore ..
 
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