Parliamo di lavoro...

bouvard

Well-known member
Beh lavorare 20 ore per 700 euro e 30 ore per 380 euro non mi sembrano proprio la stessa cosa :boh:

Capisco l'indignazione di Ayu e sono d'accordo con lei, è sfruttamento punto e basta :W anche perché se uno non è più ventenne e in uno studio (o in un qualsiasi altro posto di lavoro) ci lavora già da un po' non c'è neppure la scusante del "far pratica", "far esperienza" per un simile stipendio da miseria :W
Capisco e sono d'accordo, però, anche con il discorso di Mare, trovandomi anch'io in situazioni non differenti da queste :W, se su un piatto della bilancia ti mettono 1000 euro e sull'altro 1300 hai la possibilità di scegliere, ma se su un piatto della bilancia ci sono pochi euri e sull'altro neppure quelli, dove sta la possibilità di scegliere? :boh: La possibilità sussiste ancora se si ha la fortuna di avere un compagno con uno stipendio decente, ma per chi non è in queste condizioni e deve comunque campare e pagare le bollette e le tasse che, per un'assurda beffa almeno queste, sono "uguali per tutti" (beh certo almeno per quelli che le pagano :W) dove sta questa possibilità di scegliere? :boh:
Mi dispiace ma è una "guerra fra poveri" perché se io non accetto certe condizioni, al mio posto va un altro a lavorare :W negli anni passati era diverso, uno riusciva a far rispettare i propri diritti, adesso ........ :boh:
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Ultimissima cosa: lo so Mare, me lo avevi già detto...ti ho quotato solo per evidenziare una differenza, non per altro. Il fatto é che la piega che stava prendendo il discorso (e non solo il tuo intervento) mi hanno fatto venire il dubbio di essere stata fraintesa... io non voglio passare per quella che non sono, sarà una mia debolezza ma sono paranoica sul fatto di essere capita male. Per qst ho voluto ribadire il concetto. (Ps: non ho corretto in tempo: lavoro 25 ore, non 30) Ieri ero sconvolta e forse cercavo solo uno sfogo... anche perché gran colpa di cciò che é successo é mia. Ora non ci torno più, scusate ancora.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Mio caro Hot,se tu hai , l
tto davvero le mie risposte c'è scritto "certo che non è giusto"ma nel mio caso non posso rifiutare,non vivo in una società ideale ma nella realtà e con questa devo fare i conti,pericoloso semmai è non rendersi conto di quello che succede al tuo vicino,vivere nella propria piccola realtà personale,senza vedere che ci sono anche suicidi proprio legati alla mancanza e alla perdita di lavoro,pericoloso è non capire che finché hai un lavoro stai meglio dell'60% di quelli che non ce l'hanno!probabilmente la tua situazione più sicura Hot non ti permette di avere una visione a 360° e quello si è un privilegio!Il problema non è la rassegnazione ma affrontare la realtà che stiamo vivendo ora,non la realtà che ci piaciarebbe in una società giusta,non sottovalutarmi sono ben consapevole di cosa sia giusto e non,ma rimango ben ancorata alla realtà del momento.E probabilmente per calarsi nella realtà bisogna vivere certe cose sulla propria pelle,anche se vedo che qui nel forum ci sono persone che non hanno i paraocchi e la cosa mi fa piacere,riescono a vedere cosa succede..
Lo ripeto lavorare solo 20 ore per 700 euro non sono pochi,se voi avete dei salari molto più alti meglio per voi,ma la maggior parte dell'Italia non vive così,ecco.
ho letto molto bene le tue risposte.
ma forse tu non altrettanto le mie.

se vuoi giudicare che continuare a pensare in qualcosa di ideale sia utopica attività attestante che chi lo fa sia fortunato e privilegiato, liberissima.
ma fortunato e privilegiato perché nel suo animo sopravvivono le idee, la giustizia e la libertà.
quanto al fatto che starebbe anche meglio economicamente e occupazionalmente, tu cosa ne sai ?!?
non sono io a non vedere a 360 gradi, amica mia,
sei tu che vedi solo la tua fetta di sfiga, sfogandoti col lamentarti ed invidiare gli altri, perché sul lavoro meglio tacere!
ma cosa importa. intanto arriviamo a fine mese.

a cercare di cambiare le cose ci pensino gli altri, -ma possibilmente senza mettere di malumore il mio benefattore...-,
quelli che poiché parlano hanno evidentemente la pancia piena. che non vedono ad un palmo dal naso, come vive chi gli sta vicino.
(già, ma allora perché farebbero tutto questo casino...).

se non vedessi come stanno gli altri, penserei che tutto va bene, amica mia. ma la storia ci insegna che le cose non si sono mai cambiate sopportando in silenzio, attendendosi che chi ti sfrutta si svegli un giorno improvvisamente santo.

e i forconi li impugnavano gli affamati, non quelli che avevano il bastante per vivere.

mai ti ho detto di rifiutare, ma fare i conti con la realtà non è giustificare i nostri sfruttatori e rimproverare il vicino di non lamentarsi che tutto sommato gli va ancora bene.
anzi, quasi quasi dovrebbe stare male come noi: non c'è giustizia.

boh, mettila come ti rassicura con te stessa. ma non lamentarti se non cambierà. la realtà del momento la creiamo noi.
e non insinuare che chi si fa sentire sia perché sta meglio.

i padroni esistono se ci sono i servi.
e stare zitti non è certo dimostrazione di vedere come stanno male anche gli altri, che non si giovano certo di un confortante esempio di come si possa sopportare di più, ma avrebbero piuttosto bisogno di qualcuno che sia esempio di alzare la voce, cui unire anche la propria.

ma già, il mondo reale ...
 

darida

Well-known member
Ultimissima cosa: lo so Mare, me lo avevi già detto...ti ho quotato solo per evidenziare una differenza, non per altro. Il fatto é che la piega che stava prendendo il discorso (e non solo il tuo intervento) mi hanno fatto venire il dubbio di essere stata fraintesa... io non voglio passare per quella che non sono, sarà una mia debolezza ma sono paranoica sul fatto di essere capita male. Per qst ho voluto ribadire il concetto. (Ps: non ho corretto in tempo: lavoro 25 ore, non 30) Ieri ero sconvolta e forse cercavo solo uno sfogo... anche perché gran colpa di cciò che é successo é mia. Ora non ci torno più, scusate ancora.

bimba, smetti di scusarti che non è proprio il caso :)
"Volevo dirti che" siamo in questo thread. Un pensiero espresso di getto, chi legge ne dovrebbe tener conto :wink:

per come la vedo io se nascono spunti per discussioni più mirate dovrebbero spostarsi altrove

e buona camicina a tutti :mrgreen:
 

gamine2612

Together for ever
Ultimissima cosa: lo so Mare, me lo avevi già detto...ti ho quotato solo per evidenziare una differenza, non per altro. Il fatto é che la piega che stava prendendo il discorso (e non solo il tuo intervento) mi hanno fatto venire il dubbio di essere stata fraintesa... io non voglio passare per quella che non sono, sarà una mia debolezza ma sono paranoica sul fatto di essere capita male. Per qst ho voluto ribadire il concetto. (Ps: non ho corretto in tempo: lavoro 25 ore, non 30) Ieri ero sconvolta e forse cercavo solo uno sfogo... anche perché gran colpa di cciò che é successo é mia. Ora non ci torno più, scusate ancora.

Ayu a mio pare hai ragione ed anche Maredentro!
A parte il fatto che i part-time non sono la metà del full time, in rapporto ( quando lavorava tutto il giorno ne guadagnava 1100 circa).
Ci sono comunque differenze di retribuzioni tra settori e tipi di lavoro
Sarei curiosa di vedere una busta paga tedesca:?

Qui mi fermo perché temo di essere fraintesa anche io.
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
Visto che siamo stati dirottati su questo nuovo topic, posso virtualmente urlare e sfogarmi senza rischiare di andare OT :mrgreen:

In questi giorni, la questione "futuro" (il mio, per la precisione) è molto dibattuta. Parlando con delle persone che sono nel settore restauro da una ventina d'anni e facendo qualche domanda in alcuni gruppi su FB, mi sono sentita rispondere: "seeeeee, restauro al giorno d'oggi?! Sei pazza? I restauratori fanno solo la fame".
Poi, altro discorso analogo, ma sostituite la parola restauro con la parola insegnamento.

Insomma, non vale la pena buttarsi in nessun settore e neanche seguire una passione. Ma allora io che devo fare? :?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Visto che siamo stati dirottati su questo nuovo topic, posso virtualmente urlare e sfogarmi senza rischiare di andare OT :mrgreen:

In questi giorni, la questione "futuro" (il mio, per la precisione) è molto dibattuta. Parlando con delle persone che sono nel settore restauro da una ventina d'anni e facendo qualche domanda in alcuni gruppi su FB, mi sono sentita rispondere: "seeeeee, restauro al giorno d'oggi?! Sei pazza? I restauratori fanno solo la fame".
Poi, altro discorso analogo, ma sostituite la parola restauro con la parola insegnamento.

Insomma, non vale la pena buttarsi in nessun settore e neanche seguire una passione. Ma allora io che devo fare? :?


segui la passione, senza stancarti mai, con ottimismo e speranza, fare un lavoro che ti piace è il massimo della realizzazione, fare un lavoro che faresti anche gratis ti permette di superare tutte le frustrazioni, anche di tipo economico. Io prima di fare il lavoro che faccio ho fatto diversi anni di volontariato nello stesso posto dove lavoro, adesso, dopo quasi 30 anni di lavoro sono entusiasta come il primo giorno, questo mi ripaga di tanto, anche di uno stipendio medio-basso, dove devo fare tanti sacrifici per poter tirare avanti, visto che sono l'unica che lavora.

Per cui persa per persa, punta sulla qualità, poi accetta tutto quello che viene, è chiaro che più ti fai esperienza e resti sempre in circolo, prima o poi qualcosa salta fuori.

Per voi giovani è durissima, me ne rendo conto, ed è una delle cose più pesanti da sopportare, quella di non trovare uno straccio di lavoro che ti permetta di mantenerti e pensare al futuro.

Speriamo che le cose cambino.
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
segui la passione, senza stancarti mai, con ottimismo e speranza, fare un lavoro che ti piace è il massimo della realizzazione, fare un lavoro che faresti anche gratis ti permette di superare tutte le frustrazioni

Sì Elisa, concordo, ma il problema è che questo lavoro manca :mrgreen: in realtà fare un lavoro che mi piace sarebbe il massimo, ma quando parlo coi miei coetanei che lavorano mi rendo conto che è difficile far conciliare le due cose.

Io comunque nel mio post mi riferivo allo studio. Di passioni ne ho più di una, ma il problema è: quale facoltà intraprendere, premesso che sono tutte in ambito umanistico e quindi gli sbocchi lavorativi sono pari a quasi 0? Sono molto combattuta.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Sì Elisa, concordo, ma il problema è che questo lavoro manca :mrgreen: in realtà fare un lavoro che mi piace sarebbe il massimo, ma quando parlo coi miei coetanei che lavorano mi rendo conto che è difficile far conciliare le due cose.

Io comunque nel mio post mi riferivo allo studio. Di passioni ne ho più di una, ma il problema è: quale facoltà intraprendere, premesso che sono tutte in ambito umanistico e quindi gli sbocchi lavorativi sono pari a quasi 0? Sono molto combattuta.

Se aspetti stasera che sono al pc e non al cell, avrei piacere a risponderti io, così ne approfitto anche per condividere la mia esperienza e chiarire eeventuali equivoci...
 

Dory

Reef Member
Tutto il mercato del lavoro è un'ingiustizia, e finché non si metterà un vero muro di sbarramento agli opportunisti, ossia quelli che pensano sempre e solo a far più soldi piuttosto che, semplicemente, a fare degnamente il proprio lavoro, sarà così nei secoli dei secoli amen.

Il mio primo contratto di lavoro l'ho avuto quest'anno e dura 5 mesi. A luglio finisco e poi non si sa. Il lavoro mi piace, non sono sfruttata e lo stipendio è giusto, l'unico problema è che, appunto, dura solo 5 mesi. Se riuscirò ad ottenere un altro contratto, sarà sempre a tempo, qualche mese, un anno, chissà, ma l'indeterminato nel mio campo non esiste più, me lo posso dimenticare, non l'avrò mai.
Così ho dovuto prepararmi un piano B che mi piace, anche quello accettabile nel rapporto lavoro/paga, anche quello altamente precario, ma chissà pure se riuscirò mai a realizzarlo. Unico neo dei piani A e B il pendolarismo, che mi porta uno stress e malesseri incalcolabili, ma che devo fare, se va, si fa.
Così sto pensando anche a piani C, D, E... possibilmente cose che possano piacermi, per cui potrei essere portata, sperando di non arrivare alla Z, ovvero: lavorochenonmipiaceesonosfruttata. Uscire fuori dall'alfabeto vorrebbe dire disoccupazione a vita, cosa che mi auguro non capiti, anche se ho superato già la trentina e chissà che dopo la quarantina non stia ancora nelle identiche condizioni di oggi.
 

SALLY

New member
ho letto molto bene le tue risposte.
ma forse tu non altrettanto le mie.

se vuoi giudicare che continuare a pensare in qualcosa di ideale sia utopica attività attestante che chi lo fa sia fortunato e privilegiato, liberissima.
ma fortunato e privilegiato perché nel suo animo sopravvivono le idee, la giustizia e la libertà.
quanto al fatto che starebbe anche meglio economicamente e occupazionalmente, tu cosa ne sai ?!?
non sono io a non vedere a 360 gradi, amica mia,
sei tu che vedi solo la tua fetta di sfiga, sfogandoti col lamentarti ed invidiare gli altri, perché sul lavoro meglio tacere!
ma cosa importa. intanto arriviamo a fine mese.

a cercare di cambiare le cose ci pensino gli altri, -ma possibilmente senza mettere di malumore il mio benefattore...-,
quelli che poiché parlano hanno evidentemente la pancia piena. che non vedono ad un palmo dal naso, come vive chi gli sta vicino.
(già, ma allora perché farebbero tutto questo casino...).

se non vedessi come stanno gli altri, penserei che tutto va bene, amica mia. ma la storia ci insegna che le cose non si sono mai cambiate sopportando in silenzio, attendendosi che chi ti sfrutta si svegli un giorno improvvisamente santo.

e i forconi li impugnavano gli affamati, non quelli che avevano il bastante per vivere.

mai ti ho detto di rifiutare, ma fare i conti con la realtà non è giustificare i nostri sfruttatori e rimproverare il vicino di non lamentarsi che tutto sommato gli va ancora bene.
anzi, quasi quasi dovrebbe stare male come noi: non c'è giustizia.

boh, mettila come ti rassicura con te stessa. ma non lamentarti se non cambierà. la realtà del momento la creiamo noi.
e non insinuare che chi si fa sentire sia perché sta meglio.

i padroni esistono se ci sono i servi.
e stare zitti non è certo dimostrazione di vedere come stanno male anche gli altri, che non si giovano certo di un confortante esempio di come si possa sopportare di più, ma avrebbero piuttosto bisogno di qualcuno che sia esempio di alzare la voce, cui unire anche la propria.

ma già, il mondo reale ...

Hot...mio genero ha parlato, non è stato zitto....risultato ...non gli hanno rinnovato il contratto (..e non è certo un lavativo e neanche una testa calda, anzi sembrava essere apprezzato, ma qualcuno spingeva per far entrare il figlio di...e lui gli ha dato l'appiglio) ed ora, con bimba piccola e un mutuo ventennale va via...forse qualcosa suo padre gli trova a Milano ...farà il padre via skipe, con l'unico desiderio di tirare fuori almeno i soldi per il mutuo....
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Hot...mio genero ha parlato, non è stato zitto....risultato ...non gli hanno rinnovato il contratto (..e non è certo un lavativo e neanche una testa calda, anzi sembrava essere apprezzato, ma qualcuno spingeva per far entrare il figlio di...e lui gli ha dato l'appiglio) ed ora, con bimba piccola e un mutuo ventennale va via...forse qualcosa suo padre gli trova a Milano ...farà il padre via skipe, con l'unico desiderio di tirare fuori almeno i soldi per il mutuo....

già, hai perfettamente ragione, è facile protestare quando sei sicuro che nessuno ti manda via, hai un lavoro a tempo indeterminato, con contratto super blindato, magari statale. E' facile fare gli idealisti da salotto, senza rischiare come invece ha fatto tuo genero, voglio vedere quanti con il posto fisso e sicuro vanno a fare i picchetti davanti alle fabbriche o alle aziende che licenziano migliaia di operai, impiegati e tecnici. Anche tanti lavoratori superpagati e supertutelati e superviziati sono fatti della stessa pasta di chi ci governa.
 

bouvard

Well-known member
già, hai perfettamente ragione, è facile protestare quando sei sicuro che nessuno ti manda via, hai un lavoro a tempo indeterminato, con contratto super blindato, magari statale. E' facile fare gli idealisti da salotto, senza rischiare come invece ha fatto tuo genero, voglio vedere quanti con il posto fisso e sicuro vanno a fare i picchetti davanti alle fabbriche o alle aziende che licenziano migliaia di operai, impiegati e tecnici. Anche tanti lavoratori superpagati e supertutelati e superviziati sono fatti della stessa pasta di chi ci governa.

Già, ma forse questa è la ragione per cui in Italia non riusciamo mai a cambiare niente :W ognuno pensa per se :W notato mai la differenza tra uno sciopero in Francia ed uno in Italia? :W
... abbiamo una classe politica che ruba persino i fazzoletti di carta e noi cosa facciamo? ci arrabbiamo, ma sopportiamo, abbiamo dei servizi che fanno pena (almeno dalle mie parti) ci lamentiamo, ma alla fine sopportiamo, ci pagano poco, ma dobbiamo accettare il lavoro perché se non lo accettiamo noi, lo accetta un altro, e quel "un altro" non è necessariamente uno straniero, spesso è un italiano :W, se nessuno accettasse allora sarebbe diverso, il lavoratore sarebbe nella condizione di far valere i suoi diritti, non pretese assurde, semplicemente i suoi diritti, ma questa compattezza non c'è, e questa è la cosa più grave e la differenza rispetto a 30/40 anni fa ...
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Hot...mio genero ha parlato, non è stato zitto....risultato ...non gli hanno rinnovato il contratto (..e non è certo un lavativo e neanche una testa calda, anzi sembrava essere apprezzato, ma qualcuno spingeva per far entrare il figlio di...e lui gli ha dato l'appiglio) ed ora, con bimba piccola e un mutuo ventennale va via...forse qualcosa suo padre gli trova a Milano ...farà il padre via skipe, con l'unico desiderio di tirare fuori almeno i soldi per il mutuo....

so che è così.
la mia vita è costellata di simili episodi, che se non hanno portato a licenziamenti mi hanno comunque chiuso le carriere, coi relativi incentivi economici.
ma posso dire che se ho mantenuto il lavoro era non certo perché nessun altro lo ambisse -la' fuori era comunque già pieno di gente in fila-, ma perché si era tutti pronti a sostenersi a vicenda, anche mobilitandosi uniti scioperando.
e nessuno si sognava di approfittarne, perché sarebbe stato emarginato e perché conscio che prima o poi lui stesso avrebbe avuto bisogno degli altri colleghi.
dopo anni di lotte, all'epoca si poteva licenziare solo per giusta causa, e se dopo aver cacciato uno per presunto esubero lo rimpiazzavano con qualcun altro, erano casini veri.
ora con questa truffa internazionale della crisi, per me una vera guerra scatenataci contro dal sistema bancario gestito dalle multinazionali coi loro politici corrotti, gradatamente si è permesso che ci togliessero i nostri diritti.
ed ora raccogliamo i frutti. ognuno per sé, a chi ruba il lavoro agli altri, offrendosi a condizioni inferiori, e chi ti sfrutta è un benefattore.
tuo genero è vittima di questa decadenza.
ma credimi, se in attesa c'era davvero il figlio di..., avrebbe potuto anche essere il migliore e lavorare gratis 30 ore al giorno, ora sarebbe a casa uguale uguale.

grazie al cavaliere, ma ancor più a chi l'ha sostenuto sperando di arricchirsi in barba agli onesti e alle leggi per i fessi.
han perso loro, e rovinato gli altri.
 
M

maredentro78

Guest
ho letto molto bene le tue risposte.
ma forse tu non altrettanto le mie.

se vuoi giudicare che continuare a pensare in qualcosa di ideale sia utopica attività attestante che chi lo fa sia fortunato e privilegiato, liberissima.
ma fortunato e privilegiato perché nel suo animo sopravvivono le idee, la giustizia e la libertà.
quanto al fatto che starebbe anche meglio economicamente e occupazionalmente, tu cosa ne sai ?!?
non sono io a non vedere a 360 gradi, amica mia,
sei tu che vedi solo la tua fetta di sfiga, sfogandoti col lamentarti ed invidiare gli altri, perché sul lavoro meglio tacere!
ma cosa importa. intanto arriviamo a fine mese.

a cercare di cambiare le cose ci pensino gli altri, -ma possibilmente senza mettere di malumore il mio benefattore...-,
quelli che poiché parlano hanno evidentemente la pancia piena. che non vedono ad un palmo dal naso, come vive chi gli sta vicino.
(già, ma allora perché farebbero tutto questo casino...).

se non vedessi come stanno gli altri, penserei che tutto va bene, amica mia. ma la storia ci insegna che le cose non si sono mai cambiate sopportando in silenzio, attendendosi che chi ti sfrutta si svegli un giorno improvvisamente santo.

e i forconi li impugnavano gli affamati, non quelli che avevano il bastante per vivere.

mai ti ho detto di rifiutare, ma fare i conti con la realtà non è giustificare i nostri sfruttatori e rimproverare il vicino di non lamentarsi che tutto sommato gli va ancora bene.
anzi, quasi quasi dovrebbe stare male come noi: non c'è giustizia.

boh, mettila come ti rassicura con te stessa. ma non lamentarti se non cambierà. la realtà del momento la creiamo noi.
e non insinuare che chi si fa sentire sia perché sta meglio.

i padroni esistono se ci sono i servi.
e stare zitti non è certo dimostrazione di vedere come stanno male anche gli altri, che non si giovano certo di un confortante esempio di come si possa sopportare di più, ma avrebbero piuttosto bisogno di qualcuno che sia esempio di alzare la voce, cui unire anche la propria.

ma già, il mondo reale ...

Sinceramente la tua risposta è palesemente offensiva e colma di giudizi su una persona che non conosci, che reputo più sensato da parte mia evitare ulteriori interventi qui,ti lascio filosofeggiare per conto tuo,io continuerò a fare i conti con la realtà senza per questo perdere i miei sogni,le mie speranze e fare le mie battaglie.:wink:
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
già, hai perfettamente ragione, è facile protestare quando sei sicuro che nessuno ti manda via, hai un lavoro a tempo indeterminato, con contratto super blindato, magari statale. E' facile fare gli idealisti da salotto, senza rischiare come invece ha fatto tuo genero, voglio vedere quanti con il posto fisso e sicuro vanno a fare i picchetti davanti alle fabbriche o alle aziende che licenziano migliaia di operai, impiegati e tecnici. Anche tanti lavoratori superpagati e supertutelati e superviziati sono fatti della stessa pasta di chi ci governa.

a me pare invece che in piazza ci vadano soprattutto proprio quegli "idealisti da salotto", perché gli altri hanno una gran paura di perdere il posto e facendo ciascuno per se sanno che nessuno li aiuterebbe.
noto una certa acida frustrazione verso chi ha il posto fisso...
ragazzi, i concorsi non si vincono se non si vale nulla.
io il posto fisso non l'ho rubato a nessuno, e mi sono sbattuto per anni in mille concorsi, e in quello che mi ha portato l'assunzione ho superato lealmente centinaia di concorrenti.
che non essendo all'altezza di vincerne uno hanno poi tentato di mettersi in proprio.
ma se uno non vale non vale... però a sentirli se poi falliscono è perché lo stato è ladro! e perché ci sono quelli col posto fisso.
ma meno male. qualcuno che paga le tasse ci vuole.

per la cronaca, non sono uno statale, lavoro da diplomato da 37 anni, timbro il cartellino e a tempo pieno non arrivo a 1500 euro con famiglia a carico. sono stati versati tutti i contributi previsti dal contratto, ma sono 4 volte che me lo modificano arbitrariamente per negarmi la pensione, perché loro in quanto inps, non io, non hanno saputo gestirli.

certo non mi lamento, perché sarebbe offensivo per chi sta peggio...
ma non vietatemi di essere incaz*ato.

ps) quelli come me, se non si fosse notato, oltre a pagare le tasse anche per i privati che le evadono, e vivere a livelli ove il superfluo non è di casa, mantengono in casa i figli disoccupati.
tra i quali mia figlia fino a poco tempo fa e mio genero tutt'oggi.
i quali tra l'altro lo prendono come un diritto divino, perché la crisi li autorizza ad essere indignati e sfruttare chi, quasi fosse una sua colpa, lavora da una vita e lo farà finché crepera' di vecchiaia.

e nemmeno il contentino di mettersi in salotto con me a fare insieme un minimo di idealismo
 
Ultima modifica:

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Per come si stanno nuovamente mettendo le cose, so già che è una pessima idea, ma idealmente rispondo ad Athana...

Allora, io, come chiunque mi conosca un pochino non fa fatica ad accorgersi, sono sempre stata più predisposta (e appassionata) alle materie umanistiche, in particolare Letteratura e Storia dell'Arte. Ma al momento di scegliere l'Università, indecisa fra Lettere moderne, Psicologia (altra piccola passione) e Architettura (mi piaceva la "sfida" e mi sembrava un ottimo compromesso fra i miei interessi e il "mondo del lavoro") ho scelto quest'ultima, soprattutto per ragioni professionali: credevo (a torto o a ragione non lo so, dovrei tornare indietro e ripercorrere la mia vita in un altro senso per scoprirlo) che laurearmi in architettura mi avrebbe aperto più strade, mentre facendo Lettere mi sarei trovata quasi certamente disoccupata.
Vabbè... per farla breve (ma non ci riuscirò!:W): ho sbagliato. Adesso come adesso sono una libera professionista, e lo sottolineo appunto per non creare equivoci, dove per "equivoci" intendo il fatto che c'è una differenza enorme fra l'essere dipendenti e l'essere liberi professionisti. E c'è una differenza ancora maggiore fra l'essere liberi professionisti "veri" e liberi professionisti "di nome", ovvero collaboratori che vengono pagati un fisso da uno studio professionale, come se fossero dipendenti (ma non lo sono, poichè non godono di una serie di diritti dei dipendenti regolari, tipo i permessi) e con lo stipendio di un dipendente (ma non lo è, poichè a questo stipendio vanno poi detratte tutte le tasse).
Io non ho scritto da nessuna parte quanto prendo al lordo perchè credo che siano cose personali, ma quel che è certo è che non mi sono mai lamentata: tutti i neo-architetti (così come i neo-avvocati, e tutte le libere professioni che iniziano con un tirocinio...) iniziano a lavorare sottopagati (so di ragazzi che hanno iniziato prendendo 500 euro in nero lavorando 10 ore al giorno). è sempre stato così ed è "normale".
e proprio perchè è "normale", le Casse di previdenza (che per noi sono private) garantiscono per un certo periodo un regime fiscale "agevolato" (un libero professionista si paga i contributi da sè, cioè detrae dal suo reddito lordo ciò che un dipendente regolare neanche vede nella busta paga perchè gli viene detratto a monte)... Di questo regime ho usufruito per alcuni anni, e ora è finito. L'ho scoperto ieri (colpa mia e della mia commercialista: credevo durasse fino al compimento del mio 35° anno d'età). La conseguenza è che il mio stipendio (già basso) resta lo stesso, ma le tasse mi si sono triplicate... Il "risultato" sono quei famosi 400 euro per 25 ore, che io non posso accettare. Non posso farlo perchè non ha neanche senso mantenere Partita Iva con un reddito così basso, è da folli.
Certo la battuta sulla donne delle pulizie era infelice, ma non volevo mancare di rispetto per nessuno (anch'io ho amici laureati che non sono in quelle condizioni ma quasi), quanto sottolineare l'assurdo che viviamo oggi, dove fare le pulizie (lavoro dignitosissimo, per carità, ma sfido che sia per chi ha studiato tanti anni la più alta aspirazione...) è più redditizio che esercitare in base al proprio titolo di studio. Mi dispiace dirlo, ma è così. E potete dirmi quel che volete sul fatto che mi devo rassegnare. non è giusto comunque.

Non sto incolpando nessuno: nel mio caso ho sbagliato io. Ho sbagliato io perchè ho iniziato una carriera per la quale non sono minimamente portata, costringendomi a una strada, quella della libera professione, che comporta non solo uno stile di vita, ma persino un "carattere" che io non ho... e non avrò mai. è tanto che mi sono resa conto di aver sbagliato, ma adesso ci ho sbattuto la testa contro il muro: o trovo uno studio che mi paghi tre volte quello prendo adesso, o io devo chiudere Partita Iva. Ergo: cambiare mestiere. E sapete, quando ci si rende conto di aver buttato via sei anni della vostra vita per pensare "adesso che faccio?" non è una cosa tanto carina. Sicuramente c'è chi sta peggio, ma io sono stata male. e adesso ci sto ancora più male.

Scrivo tutto questo solo per spiegare il mio sfogo di ieri, ma anche perchè non voglio passare per quella che si lamenta o che incolpa il mondo della propria sfiga... sapevo che prima o poi sarebbe successo (il passaggio dai minimi al regime normale), ho fatto lo struzzo e adesso la "pacchia" è finita. Non si tratta di trovare un altro studio, perchè con ogni probabilità mi pagherà uguale (e addio part-time, che ho chiesto solo per potermi occupare di mio figlio, che pretendo abbia sua mamma vicino almeno adesso che è piccolo e ne ha bisogno).

E qui torno ad Athana (scusami la lunga digressione...mi conoscete!:wink:): non rinunciare a quello che desideri di fare in nome di un' ipotetica strada professionalmente più feconda... adesso come adesso le difficoltà ci sono dappertutto, ma almeno (come dice Elisa, che quoto in pieno) avrai seguito la tua vera passione. e alla fine è la passione che ti aiuta a far fronte alle difficoltà che comunque incontrerai. Se ti manca quella, forse avrai anche più "sbocchi", ma non riuscirai a trarne vero profitto perchè lo farai senza l'unica cosa che in mezzo a questa situazione di "emme" che viviamo è l'unica cosa che conta: il cuore. Non parlo da romantica, so che finire per fare il lavoro dei nostri sogni e, anzi, persino il lavoro per il quale abbiamo studiato, spesso è un'utopia, ma davvero... adesso come adesso preferirei essere disoccupata (o sottopagata) avendo però la competenza (non dico il "titolo di studio", che vale quanto vale...) in ciò che amo, piuttosto che essere disoccupata (o sottopagata) non avendo le competenze necessarie perchè quella cosa non l'ho mai amata davvero. Col "senno del poi" è pieno il mondo, ma se tornassi indietro nella mia vita credo che cambierei... forse adesso anzichè sentirmi così "in trappola" (che faccio? torno al full-time? cerco un altro studio? lascio partita IVA? rinuncio a tutto e cambio strada?), troverei la grinta necessaria per uscire da questa situazione.
Fai quello che ami fare, credo che adesso come adesso sia l'unica cosa su cui ci resti puntare.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Sinceramente la tua risposta è palesemente offensiva e colma di giudizi su una persona che non conosci, che reputo più sensato da parte mia evitare ulteriori interventi qui,ti lascio filosofeggiare per conto tuo,io continuerò a fare i conti con la realtà senza per questo perdere i miei sogni,le mie speranze e fare le mie battaglie.:wink:

vai a rileggerti quello che tu hai scritto a me, cara amica.
non vedo perché cose poco onorevoli e giudizi su una persona che non si conosce debbano essere offensivi se detti da me a te, quando tu non ti sei fatta problemi nei miei riguardi.
e non è che buttar lì un "probabilmente" annulli le parole...

purtroppo molte persone non vedono al di là della propria pancia, hai ragione.
ma non è il mio caso, che lo farei perché -chissà perché- pensi che l'abbia piena, bensì il tuo, che te la senti vuota.

filosofeggiare è indispensabile se si vogliono cambiare le cose!
accettare supinamente e criticare chi invece protesta, non mi pare fare battaglie. e comunque l'errore è insito proprio in quel "mie".

quindi continua a sognare.
ma nel frattempo bada che le tue speranze, con questi presupposti, potranno realizzarsi solo tramite l'iniziativa di altri !
che sognano meno ma cercano di fare qualcosa...
magari anche scambiandosi idee in salotto.

Perciò, tra una lamentela e l'altra, vedi almeno di non disprezzarli. un giorno ti ritroverai la pappa scodellata.
e avranno pagato loro, anche per te.

con invariato affetto
Hot
(filosofo con la pancia piena)
 

SALLY

New member
so che è così.
la mia vita è costellata di simili episodi, che se non hanno portato a licenziamenti mi hanno comunque chiuso le carriere, coi relativi incentivi economici.
ma posso dire che se ho mantenuto il lavoro era non certo perché nessun altro lo ambisse -la' fuori era comunque già pieno di gente in fila-, ma perché si era tutti pronti a sostenersi a vicenda, anche mobilitandosi uniti scioperando.
e nessuno si sognava di approfittarne, perché sarebbe stato emarginato e perché conscio che prima o poi lui stesso avrebbe avuto bisogno degli altri colleghi.
dopo anni di lotte, all'epoca si poteva licenziare solo per giusta causa, e se dopo aver cacciato uno per presunto esubero lo rimpiazzavano con qualcun altro, erano casini veri.
ora con questa truffa internazionale della crisi, per me una vera guerra scatenataci contro dal sistema bancario gestito dalle multinazionali coi loro politici corrotti, gradatamente si è permesso che ci togliessero i nostri diritti.
ed ora raccogliamo i frutti. ognuno per sé, a chi ruba il lavoro agli altri, offrendosi a condizioni inferiori, e chi ti sfrutta è un benefattore.
tuo genero è vittima di questa decadenza.
ma credimi, se in attesa c'era davvero il figlio di..., avrebbe potuto anche essere il migliore e lavorare gratis 30 ore al giorno, ora sarebbe a casa uguale uguale.

grazie al cavaliere, ma ancor più a chi l'ha sostenuto sperando di arricchirsi in barba agli onesti e alle leggi per i fessi.
han perso loro, e rovinato gli altri.

...sono convinta anch'io che (visto il motivo) avrebbero trovato la maniera...ma non c'è assolutamente solidarietà tra i lavoratori, almeno in quel settore, un grande magazzino sparso in tutta Italia, si fanno le scarpe tra capireparto, magazzinieri, vicedirettori e quant'altro...e i sindacati (nati per i diritti dei lavoratori) han fatto capire chiaro e tondo che sono in affari con queste grandi catene....e l'ultimo chiuda la porta!
 
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