Parliamo di lavoro...

darida

Well-known member
Noi abbiamo un'attività in proprio...non mi fate parlare:??che se riesco a liberarmi di tutto, me ne vado proprio dall'Italia.
I miei figli lavorano e al momento se la cavano, sperem che duri, non possono lamentarsi, poche certezze molto spirito di adattamento-flessibilità, chiamatelo come volete.
 

velvet

Well-known member
(un libero professionista si paga i contributi da sè, cioè detrae dal suo reddito lordo ciò che un dipendente regolare neanche vede nella busta paga perchè gli viene detratto a monte

Ti assicuro che un dipendente lo vede in busta paga quello che gli viene detratto, e ci piange lacrime amare, perchè è veramente tanto... :cry:


PS: preciso subito che è solo una battuta (non divertente però), un inciso, e non un appunto al tuo discorso, che capisco, come non darti ragione...:ABBB
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
Ho preso un contratto, prestazione occasionale smazzi e scazzi, che guardando la filiera ha portato a queste performance:
dal lordo sborsato dal committente alle mie tasche sono stati persi, tenetevi forte, il 76% dei danari.
avendo fatto un paio di viaggi ed una serata in hotel per seguire quel lavoretto, paradossalmente ho speso più di quanto prendo di netto.
Non ho parole. Al giorno d'oggi a volte conviene rifiutare un lavoro: conviene in senso economico e algebrico! Pazzesco, il tutto per pagare cosa, non mi sembra di avere autostrade, ferrovie e infrastrutture a livello svedese.
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
Per come si stanno nuovamente mettendo le cose, so già che è una pessima idea, ma idealmente rispondo ad Athana...
E qui torno ad Athana (scusami la lunga digressione...mi conoscete!:wink:): non rinunciare a quello che desideri di fare in nome di un' ipotetica strada professionalmente più feconda... adesso come adesso le difficoltà ci sono dappertutto, ma almeno (come dice Elisa, che quoto in pieno) avrai seguito la tua vera passione. e alla fine è la passione che ti aiuta a far fronte alle difficoltà che comunque incontrerai. Se ti manca quella, forse avrai anche più "sbocchi", ma non riuscirai a trarne vero profitto perchè lo farai senza l'unica cosa che in mezzo a questa situazione di "emme" che viviamo è l'unica cosa che conta: il cuore. Non parlo da romantica, so che finire per fare il lavoro dei nostri sogni e, anzi, persino il lavoro per il quale abbiamo studiato, spesso è un'utopia, ma davvero... adesso come adesso preferirei essere disoccupata (o sottopagata) avendo però la competenza (non dico il "titolo di studio", che vale quanto vale...) in ciò che amo, piuttosto che essere disoccupata (o sottopagata) non avendo le competenze necessarie perchè quella cosa non l'ho mai amata davvero. Col "senno del poi" è pieno il mondo, ma se tornassi indietro nella mia vita credo che cambierei... forse adesso anzichè sentirmi così "in trappola" (che faccio? torno al full-time? cerco un altro studio? lascio partita IVA? rinuncio a tutto e cambio strada?), troverei la grinta necessaria per uscire da questa situazione.
Fai quello che ami fare, credo che adesso come adesso sia l'unica cosa su cui ci resti puntare.

Ho letto il tuo intervento.
Proprio ieri ne parlavo con la mia relatrice: bisogna valutare bene il da farsi, c'è in ballo il mio futuro. Proprio 3 giorni fa è stata regolamentata la figura dell'archeologo (una delle mie passioni): bisogna fare triennale, magistrale e specializzazione. Cioè praticamente io devo arrivare a 40 anni e sto ancora sui libri. Ok, è una passione, ma la passione ti fa mangiare? Io devo iniziare ad avere a che fare coi problemi degli adulti, cioè cosa mangiare, come pagare le bollette e come vivere. I miei non possono mantenermi a vita, considerando che hanno già una certa età, per cui io sinceramente non mi ci vedo a stare sui libri fino ad età matura e a sognare che le cose un giorno cambino in sto paese di merda.

L'università italiana è strutturata male, anche per intraprendere una semplice magistrale bisogna tener conto dei crediti maturati nel corso della triennale, perchè se questi crediti in tale materia non li hai allora li devi recuperare (o nel corso dei 2 anni o prima ancora d'iscriverti, il che significa che devi sostenere esami aggiuntivi e POI ti iscrivi alla magistrale). Sono anni di vita che se ne vanno e non tornano più. Tutte queste cose io le devo tenere in considerazione, dato che ho già quasi 27 anni e nella mia vita ho solo studiato. Ma per cosa poi? Per sentirmi dire "ah che bello, sei un'archeologa"? Della fama e del prestigio non me ne faccio nulla, se rimangono tali.

Spesso ho pensato di andarmene all'estero dai miei zii e cugini, che fanno lavori manuali (chi impiegato in fabbrica, chi muratore, chi imbianchino, chi in pizzeria, chi nel ristorante) ma guadagnano 2000 € mensili e vivono egregiamente.
 

Dallolio

New member
Hai ragione a porti queste domande, tuttavia non ci perderei troppo tempo... provo a spiegarmi:
1) Gli umanisti come te e come me sono sempre stati in una situazione occupazionale di "crisi", in un certo senso sono la Crisi stessa, apogeo ed esemplificazione di essa... le affermazioni sulla facilità di entrare a scuola "un tempo" sono frutto più che altro di semplificazioni che non reggono la prova della storia della scuola e della storia del lavoro.
2) Il filosofo ha comunque un durevole patrimonio letterario e culturale che agisce nei momenti difficili come uno psicofarmaco: l'interiorizzazione dei problemi Finali abitua comunque a una mentalità eterodossa, ribelle e imprevedibile. A chi mi obbietta che i problemi concreti sono ben più pressanti, rispondo di solito che si fa filosofia la si fa sul serio e non ci si abbatte di fronte alla prima difficoltà del "mondo delle cose".
Tu affermi: Io devo iniziare ad avere a che fare coi problemi degli adulti, cioè cosa mangiare, come pagare le bollette e come vivere.
Sì, è vero, ma è anche vero che la strada che hai scelto (gli studi umanistici) si pone già a priori come superiore e più "alta" di fronte al mondo degli adulti, operando un rovesciamento di priorità e di valori che possono concretizzarsi per il senso comunque anche in declino, caduta e fallimento, ma che interiormente vengono intuiti in ben altra maniera.
3) Quello che affermi sull'università è peraltro vero, crediti ed esami influenzano anche a distanza di anni il proprio percorso professionale in modo deletereo e onestamente non so immaginare un ente meno adatto alla formazione rispetto agli attuali atenei, massimamente quelli umanistici. Appena hai terminato gli studi il mio augurio è di fare come Nieztsche cioè di "uscire dal tempio dei dotti sbattendo la porta".
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Premesso che in altre discussioni ho manifestato il mio dispiacere per coloro che sono stati toccati maggiormente dalla crisi e il mio profondo disprezzo per gran parte della classe imprenditoriale italiana - che vale quanto quella politica perché ha gli stessi obiettivi e li perseguita con gli stessi mezzi - mi ritrovo in disaccordo con tanti post che mi hanno preceduto.

Da nessuna parte è scritto che si abbia diritto a un lavoro che risponda alle proprie aspettative in termini di mansionario, stipendio e tempo libero; e se è per quello non c'è nemmeno scritto che si abbia diritto a un tetto o a un pasto al giorno, e nella maggior parte del mondo, tutto ciò non si ottiene nemmeno lavorando 12 ore al giorno.

Il mondo del lavoro è una lotta.
Il mondo del lavoro nei paesi civili è meglio che in quelli incivili o la lotta per la sopravvivenza della giungla, perchè è governato da regole, ma non perché escluda la lotta.
E io non vedo grinta nei post che ho letto.
Ora, fosse un forum di pensionati o di vedove con 5 figli da sfamare, potrei capire.
Ma qui siete quasi tutti giovanissimi e invece di andare all'attacco e spaccare il mondo, state parlando di posti fissi, stipendi e passioni (oltretutto umanistiche!)
Abbiate pazienza, ma nulla vi è dovuto.

Non c'è nulla di male ad avere una passione (anche umanistica) ma pensare che questa ci dia dei diritti è profondamente sbagliato.

La mia solidarietà verso coloro che lavorando 10 ore al giorno non ottengono quel che comunque sarebbe equo se non giusto, e verso coloro che invece, per un motivo o per un altro, non possono lottare, ma per coloro che non lottano e tengono il muso, no.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Io stessa ho scritto che probabilmente me ne andrò all'estero dai miei parenti a lucidare maniglie per la Mercedes assieme a loro, o a fare la lavapiatti.

E fai benissimo, non solo perchè là prenderai i 2000€/mese che renderanno dignitosa la vita tua e della tua famiglia, ma perchè con quei soldi potrai andartene in vacanza come aiutante in un campo archeologico e goderti la tua passione almeno un mese all'anno, e magari - chissà! - trovare anche il modo che la tua passione diventi lavoro.

Eh sì, perchè in Italia non è più possibile, sia perchè è un economia in declino e in tale condizioni non c'è spazio per il superfluo, sia perchè la cosa pubblica è gestita a uso e consumo di chi la gestisce, perciò se c'è da assumere un archeologo, prenderanno sicuramente il cognato dell'assessore che fino a ieri ha fatto il salumiere; mentre in un paese civile e in crescita, se stanziano dei fondi per fare degli scavi a Palmira, ci mandano esperti e studenti, perciò per assurdo, tu hai più possibilità di fare l'archeologo lucidando maniglie alla Mercedes che mandando curriculum a Pompei.

Mi dispiace, posso solo farti il mio IN BOCCA AL LUPO

PS: io lavoro in maniera assolutamente precaria per 6 aziende, ho contratto (scritto su carta igieniuca) con solo 2 di esse e sono solito tornare a casa (dall'estero) nei week end, perciò il mio non è certo il punto di vista di un raccomandato o privilegiato.
 

pitchblack

New member
In un vecchio caffè letterario, a guisa di quelli frequentati dai fratelli Verri e da Beccaria, nel mezzo del gorgoglio del whisky, il tintinnio dei cubetti di ghiaccio, l'aroma di caffè, il vociare confuso degli astanti, bisbiglìo dal quale si udiva, flebile, il nome del filosofo di Treviri, risuonava prepotentemente una domanda, sillabata con fervore e in un turbinio di indignazione: che fine ha fatto il proletariato?
 
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HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
... e se è per quello non c'è nemmeno scritto che si abbia diritto a un tetto o a un pasto al giorno, ...

non entro nel merito del tuo post col quale, non ci crederai, ma concordo in molti punti.
e rinnovo anch'io con l'occasione la mia solidarietà e dispiacere verso chi si trova in brutte situazioni, cosa che forse non si è capito ma provo al 1000 %.

solo vorrei mostrare dissenso con la frase riportata.
credo che vi siano "alcune" righe sull'argomento in una certa raccolta di scritti alla base della repubblica democratica italiana.
sulla quale, non vorrei sbagliarmi, non mi pare di aver visto gruppi di lettura sul forum.

capisco che molti, quando si trovano nella m***a, tendano ad utilizzare la prima carta che si trovano per le mani...
ma forse è il caso di ricordare che se quella che finisce nel water non è carta igienica, questo si può anche intasare.
poi si deve ricorrere all'idraulico, che costa parecchio, ed all'impresa di pulizie, che fa tabula rasa senza andar troppo per il sottile !

:OO
 
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