LXVI Gruppo di lettura - Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami

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alessandra

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Commento finale - spoileroni

Provare a scrivere qualcosa, a libro finito, un po’ mi dispiace; sembra quasi di chiudere un cerchio che fa piacere lasciare aperto, di separarsi per sempre da un mondo magico in cui i sogni e l’immaginazione entrano in contatto diretto con la realtà, un mondo di spiriti viventi, di uomini che parlano la lingua dei gatti, di pietre dotate di enormi responsabilità, di metafore e di misteri. Per me, stupendo. Capisco che non può piacere a tutti, è un libro decisamente singolare. Affascinante, ipnotizzante l’idea di un legame soprannaturale tra fatti apparentemente indipendenti opersone che nemmeno si conoscono; l’idea (ma è solo un esempio) di una pietra che può cambiare la vita di persone lontane, collegare, in parte unire, il mondo dei vivi e quello dei morti, segnare il passaggio o meglio il mescolarsi del mondo dei sogni con quello reale. Reale, sì: perché qui, paradossalmente, tra sogni premonitori, omicidi a distanza, fantasmi sui generis, tutto si svolge su uno sfondo squisitamente “terreno”, come se capitasse qui e ora. Il concatenarsi degli eventi passati e presenti, reali e immaginari, crea un cerchio surreale, che alla fine, ovviamente in maniera adeguata al contesto, si chiude riportando ogni cosa al posto giusto, pur senza dare una vera spiegazione su come ciò è avvenuto. Sta a noi riflettere, o forse sentire. Pur sapendo che non giungerà nessuna risposta, ma ugualmente felice e coinvolta nel pormi le domande, continuo a pensare alla cosa bianca che esce dalla bocca di Nakata dopo morto, si tratta di un “qualcosa” di simbolico legato a Johnnie Walker? La frase della canzone Kafka sulla spiaggia sulle parole senza più lettere ha un legame con l’analfabetismo di Nakata? Perché proprio Nakata ha trovato le salviette della maestra durante la gita dalla quale ha avuto origine il tutto? Predestinazione? E così via…mille cose continuano a sfuggirmi, ma è quasi piacevole vederle fuggire, è come una conferma dell’immaterialità di questa storia e del fatto che il cerchio che include me e il libro non si chiuderà mai, che me lo porterò sempre dentro.
La cultura orientale si respira nelle pagine permeate di un senso di calma ineluttabilità, assorbe e avvolge il lettore in un mondo dove tutto è possibile, nel bene e nel male. Molta importanza viene data agli spostamenti, forse intesi come crescita, e ai luoghi, quali testimoni di esperienze reali e oniriche: la foresta, il ponte, e soprattutto la biblioteca Komura, in cui avviene la formazione di Kafka. Perché questo è, forse soprattutto, un romanzo di formazione, seppur decisamente sui generis.
Notevoli, sebbene più velati che in Norwegian wood, i riferimenti alla competitività e alla spietatezza della società giapponese, soprattutto riguardo alla vita dei giovani. “Tu devi essere il quindicenne più tosto del mondo”, dice a Kafka il suo alter ego, il ragazzo chiamato Corvo.
Anche la cultura dell’autore si respira piacevolmente e arricchisce leggere i dialoghi, profondi e intelligenti, per esempio quelli tra Kafka e Oshima, sulla musica, la diversità, la vita, percepire la totale assenza di giudizio morale. Sono d’accordo con la recensione di velmez nella Pb (dopo che ho finito di leggere il libro ho letto tutto il topic) per quanto riguarda la scarsa differenza tra i modi di parlare dei vari personaggi. Kafka è decisamente troppo intelligente e parla troppo bene per la sua età, così come Nakata non sembra proprio un analfabeta. Però, leggendo, Kafka ero io, e Nakata pure.
E’ un libro che mette addosso il desiderio di scrivere lasciando libera la mente e la voce dell’inconscio che alberga in ciascuno di noi.
Scritto con uno stile semplice, raffinato, scarno e ricco allo stesso tempo.
L’opera di un genio dotato di lucida follia.
Inquietante, avvolgente, onirico, surreale, vero. Catalizzante. Non credo che lo scorderò facilmente.
 

alessandra

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Spoiler

Comunque alla fine non è andata come avevo previsto: credevo che Oshima avesse un ruolo diverso. Ma vabbè, è stato bello anche così. Mi è dispiaciuto un sacco voltare pagina e trovare un foglio bianco. :W

Betty, cosa pensavi di Oshima? Io per un po' ho pensato che fosse la sorella ...
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Betty, cosa pensavi di Oshima? Io per un po' ho pensato che fosse la sorella ...

Anche io ho pensato che fosse la sorella. :W
Credevo che tra i due nascesse qualcosa di intimo! :mrgreen:
Avrebbe avuto più senso che madre e figlia continuassero a vedersi e stare assieme. :?
Poi insomma, così a caso, prendi un autobus e incontri tua sorella. Uhmmm, no!
 

alessandra

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Anche io ho pensato che fosse la sorella. :W
Credevo che tra i due nascesse qualcosa di intimo! :mrgreen:
Avrebbe avuto più senso che madre e figlia continuassero a vedersi e stare assieme. :?
Poi insomma, così a caso, prendi un autobus e incontri tua sorella. Uhmmm, no!

Sì, anch'io ho fatto lo stesso ragionamento. Ma Sakura è davvero la sorella adottiva? Perché all'inizio lei racconta la sua vita e fa capire che è vissuta con i genitori. Io ho pensato che lui la percepisse come tale, e lei pure, del resto in un contesto del genere non c'è molta differenza tra percezione e realtà :? Boh :mrgreen: Credo che sia un'altra grande domanda che, giudicando con il nostro metro realistico, non troverà risposta...
 

Dory

Reef Member
Niente da fare, non ce la faccio a finirlo, la scrittura di Murakami mi irrita come poche e non è scattata nessuna empatia con il ragazzino protagonista, se almeno lui mi fosse stato simpatico forse ce l'avrei fatta a continuare, ma purtroppo no. :ARR

Ho letto un po' il commento di Alessandra e mi mangio le mani, perché di solito a me questo genere di libro piace tantissimo, ed è proprio per la trama che l'avevo proposto. Il fatto di non riuscire a leggerlo per i motivi che ho detto sopra mi dispiace proprio tanto. :-(
 

Minerva6

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Dory, non ti fare problemi, intanto io qui tolgo dal rilievo ma lascio aperto perché c'era ayu che voleva leggerlo...magari poi ti viene voglia di riprenderlo :wink:.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Niente da fare, non ce la faccio a finirlo, la scrittura di Murakami mi irrita come poche e non è scattata nessuna empatia con il ragazzino protagonista, se almeno lui mi fosse stato simpatico forse ce l'avrei fatta a continuare, ma purtroppo no. :ARR

Ho letto un po' il commento di Alessandra e mi mangio le mani, perché di solito a me questo genere di libro piace tantissimo, ed è proprio per la trama che l'avevo proposto. Il fatto di non riuscire a leggerlo per i motivi che ho detto sopra mi dispiace proprio tanto. :-(

Ma che problema c'è? :)Se non ti piace, pace e bene :mrgreen: O magari, se davvero ti dispiace tanto, ritenterai in un altro momento :)
 

ayuthaya

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Aggiorno questa discussione poichè finalmente anch'io l'ho iniziato stamattina! Sono a pagina 40 e promette bene: sembra coinvolgente e poco impegnativo, il che è perfetto per me in questo periodo... Interessantissimi i due capitoli relativi all' "incidente" del 1944: mi chiedo che collegamento possa avere col resto della storia... (ma l'episodio è del tutto inventato, vero?)

DOMANDA A CHI HA GIA' LETTO: ma è giusto che, nel racconto del ragazzo scappato di casa, alcune parti siano in neretto, vero? non è un errore di stampa?
 

alessandra

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Aggiorno questa discussione poichè finalmente anch'io l'ho iniziato stamattina! Sono a pagina 40 e promette bene: sembra coinvolgente e poco impegnativo, il che è perfetto per me in questo periodo... Interessantissimi i due capitoli relativi all' "incidente" del 1944: mi chiedo che collegamento possa avere col resto della storia... (ma l'episodio è del tutto inventato, vero?)

DOMANDA A CHI HA GIA' LETTO: ma è giusto che, nel racconto del ragazzo scappato di casa, alcune parti siano in neretto, vero? non è un errore di stampa?

Mi sembra che le parti in neretto siano quelle in cui parla il suo alter ego, il ragazzo chiamato Corvo...quando torno a casa controllo.:?
 

ayuthaya

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Fine capitolo 14° - piccoli spoiler

Accipicchia... di certo è un libro che ti tiene incollata alle pagine, era da molto che non mi succedeva! intendo dire che la storia si delinea quasi con un thriller, per cui è naturale voler andare avanti per cercare di capire dove l'autore vuole andare a parare...
Dai commenti precedenti credo di intuire che comunque si tratta di un romanzo visionario, per cui non mi aspetto risposte soluzioni "logiche"... però, vi prego, ditemi che gli extraterrestri non c'entrano!!!! vanno bene ipnosi, profezie, uomini che parlano coi gatti e ragazzi che perdono coscienza inspiegabilmente (protagonista compreso), ma gli extraterrestri no!!!!!:mrgreen: E poi basta con tutto questo sangue... sono impressionabile io! :paura:
 

ayuthaya

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Anche a me sta prendendo molto... vorrei commentarlo meglio, ma non ho il tempo! (se avessi più tempo lo impiegherei per andare avanti!!!:mrgreen:) Cmq sono praticamente a metà, alla fine del capitolo XXIII: finalmente le cose si fanno più chiare... fin dallo svelamento dell'identità di Jhonny Walker... Le cose si collegano (non solo i "fatti", ma anche i temi): resta una forte componente visionaria, ma non mi disturba, essendo appunto supportata da una relazione fra le cose...
Ok, non volevo spoilerare e mi sono ingarbugliata! :mrgreen:
Cmq rispetto a Norwegian Wood (unico romanzo di Murakami letto finora, che mi è piaciuto ma non mi ha folgorato) trovo questo qui, paradossalmente, molto più "giapponese" e mi sembra, finora, il suo miglior pregio... :wink:

:MUCCA
 

ayuthaya

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nessuno spoiler

Sto galoppando verso il finale, con quasi 100 pagine al giorno...:paura: Se non avessi mille altre cose da fare, credo che divorerei le ultime 1oo pagine questo stesso pomeriggio (e non è detto che non ci riesca)! :mrgreen:
Tutto comincia a tornare: la "soluzione" a questo vero e proprio giallo non la so, ma tutto inizia a converge e ho quasi paura che questo atteso "momento della verità" possa lasciarmi in qualche modo delusa. :?
Da un certo punto in poi, mi è sembrato di ritrovare alcuni temi già presenti in Norwegian wood, evidentemente cari all'autore, ma caso mai ne parlo meglio nel commento finale!
Un libro che si è fatto divorare, come non credevo di riuscire a fare visto il poco tempo che ho...
 

ayuthaya

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Finito!

Puntina di delusione per il finale (o meglio, per la non completa funzione del finale di spiegare almeno una parte della trama), ma lo temevo un po' e forse ci sta. Comunque molto, molto bello.
 

Minerva6

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Finito:

Le porte di Tannhauser: Il libro è scritto molto bene, ha uno stile molto leggero che comunque non annoia; per quanto attiene la storia l'autore è molto bravo a mischiare fatti reali e fantastici conferendo al libro una sorta di aura magica. E' una lettura molto interpretativa e non sempre risulta facile comprenderne il senso. Questo è ciò che penso di questo libro cercando di esprimere una critica abbastanza distaccata, dal punto di vista emotivo invece, non è un libro che fa per me, appartiene ad un genere che non è nelle mie corde e sinceramente ho fatto molta fatica a finirlo ed ho odiato le ultime 200 pagine con tutto me stesso.

Ugly Betty: Murakami è un genio. Per riuscire a scrivere un romanzo del genere bisogna avere una marcia in più ed essere un po' fuori di testa. Penso che abbia una straordinaria capacità di narrare cose assurde. E riesce a tenermi incollata ai suoi libri come se fossero una calamita. Mi piace la sua abitudine di narrare vicende parallele a capitoli alterni. Mi piace la dose di onirico e surreale che è sempre presente. E mi piace la componente musicale che è sempre presente nei suoi libri. Penso che questo libro mi resterà impresso nella memoria a lungo.

alessandra: La cultura orientale si respira nelle pagine permeate di un senso di calma ineluttabilità, assorbe e avvolge il lettore in un mondo dove tutto è possibile, nel bene e nel male E’ un libro che mette addosso il desiderio di scrivere lasciando libera la mente e la voce dell’inconscio che alberga in ciascuno di noi. Scritto con uno stile semplice, raffinato, scarno e ricco allo stesso tempo. L’opera di un genio dotato di lucida follia. Inquietante, avvolgente, onirico, surreale, vero. Catalizzante. Non credo che lo scorderò facilmente.

ayuthaya: Ho sentito questo romanzo molto “giapponese”, e questo nonostante Murakami si premuri di creare una commistione molto forte, e molto ben riuscita, fra cultura orientale e occidentale: è come se lo scrittore fosse riuscito a trovare un punto d'incontro fra la componente “allucinatoria” della letteratura europea – non a caso la scelta di Kafka – e la millenaria tradizione culturale del regno del Sol Levante. Un gran bel libro, a metà fra il thriller e il fiabesco. Una bella prova per questo scrittore che mi ha convinto a dargli ancora fiducia, in futuro.
 
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Minerva6

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@ ayu:
posta un breve* :)mrgreen:) commento qui, così poi chiudo il GdL. Grazie :)

* quello del tuo ultimo post mi sembrava davvero troppo breve per riportarlo :mrgreen:
 

ayuthaya

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commento breve

Ho sentito questo romanzo molto “giapponese”, e questo nonostante Murakami si premuri di creare una commistione molto forte, e molto ben riuscita, fra cultura orientale e occidentale: è come se lo scrittore fosse riuscito a trovare un punto d'incontro fra la componente “allucinatoria” della letteratura europea – non a caso la scelta di Kafka – e la millenaria tradizione culturale del regno del Sol Levante. Un gran bel libro, a metà fra il thriller e il fiabesco. Una bella prova per questo scrittore che mi ha convinto a dargli ancora fiducia, in futuro.
 
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