Proust, Marcel - Alla Ricerca del Tempo Perduto

wiktor

Member
concordo con mizar,la parte di guermantes è da capogiro,la cena (da circa 200 pagine come dice swann:)) è meravigliosa,non ho parole per questo capolavoro;per la verita a me sono piaciuti i primi 4 in una maniera inaudita,gli altri 3 molto meno.infatti mi risulta che proust fosse gia morto e fossero stati stampati cosi come si trovavano mentre invece l autore fosse solito a rivedere COMPLETAMENTE i manoscritti.tanto è che basta leggere jean santeuil ( la sua opera giovanile) dove si ritrova pari pari la ricerca (con qualche centinaio di pagine in meno) ma con una potenza di scrittura completamente minore,certe parti (soprattutto iniziali nella ricerca,tipo il bacio della buonanotte)per alcuni trtti di brano sono praticamente identiche ma non con lo stesso risultato finale,perche proust rivedendo la struttura creava un impalcatura letteraria che mai nessun ha uguagliato.
 

wiktor

Member
in assoluto l opera piu bella che io abbia mai letto,assolutamente da non perdere.i primi 4 romanzi sono da orgasmo continuo,certo bisogna saper resistere...ma una volta entrati per bene non se ne esce piu,altro che LSD.( in omaggio a un nostro amico che aveva definito lisergica l esperienza prodotta da film come inland empire o stalker :) )
gli altri tre decisamente inferiori perchè come già detto in altra discussione Proust era gia morto e non aveva avuto il tempo di rivederli completamente come era solito fare prima della stampa.sono come i concerti di mozart basta spostare una nota (nel nostro caso una virgola :)) e tutta l impalcature crolla.
 

Biblio50

New member
Bellissimo

Mi associo a Wiktor. Un piacere indescrivibile. Ho finito il secondo volume dei Meridiani e sono letteralmente entusiasta. Momenti di grande coinvolgimento. Descrizioni stupende. Mi sembra di essere stato con lui durante le sue vacanze infantili. Personaggi inimitabili (Robert, Verdurin, Eltsir,Albertine,Charlus....) Da gustare con lentezza. Non vedo l'ora di cominciare col terzo volume.
Mi porto dentro, nella vita quotidiana, la bellezza del mondo di Marcel. Superconsigliato.
 

Rory

New member
Non l'ho ancora letto ma vorrei farlo presto, e dopo aver visto molti vostri commenti entusiasti non ho più dubbi, acquisterò con calma ogni volume.... sperando di non abbandonare poi la lettura :)
 

pigreco

Mathematician Member
Ho finito da un paio di giorni "Dalla parte di Swann", il primo volume dell'opera. Il giudizio è chiaramente più che soddisfacente, anche se con delle precisazioni. Ho amato molto la prima e l'ultima parte del romanzo, "Combray" e "Nomi di paesi: il nome", mentre ho trovato meno forte il romanzo nel romanzo "Un amore di Swann".

Soprattutto "Combray" è stata una vera e propria rivelazione. Proust riesce a descrivere e raccontare tutte quelle cose che ogni essere umano prova, tutti quegli avvenimento, apparentemente insignificanti, che a ognuno di noi almeno una volta capitano nella vita, ma sui quali raramente ci soffermiamo. Leggendo questo libro sembra di leggere la nostra storia, i nostri sentimenti di quando eravamo bambini e che non eravamo nemmeno più in grado di ricordare. Grazie a questa lettura riescono a riemergere sensazioni, immagini, odori, rumori e sentimenti che altrimenti sarebbero rimasti nel dimenticatoio per sempre.

"Un amore di Swann" è invece un romanzo molto più classico sul tema amoroso, mi ha dato molto meno in tutti i termini. Spesso mi ha ricordato addirittura "L'educazione sentimentale" di Flaubert (con le dovute differenze stilistiche, si capisce). Nonostante tutto, mi sento di consigliare senza alcun indugio questa meravigliosa lettura a ogni essere umano, il quale non potrà non rimanere assolutamente sorpreso di quanto di lui sia presente in queste magiche pagine.

Sicuramente, in un futuro forse anche prossimo, acquisterò via via anche i volumi successivi dell'opera e proseguirò in questo viaggio sorprendente. Nel frattempo, trattandosi comunque di una lettura molto impegnativa e dall'altissimo peso specifico, lo intervallerò con altri romanzi.
 

stellonzola

foolish member
Ho finito da un paio di giorni "Dalla parte di Swann", il primo volume dell'opera. Il giudizio è chiaramente più che soddisfacente, anche se con delle precisazioni. Ho amato molto la prima e l'ultima parte del romanzo, "Combray" e "Nomi di paesi: il nome", mentre ho trovato meno forte il romanzo nel romanzo "Un amore di Swann".

Soprattutto "Combray" è stata una vera e propria rivelazione. Proust riesce a descrivere e raccontare tutte quelle cose che ogni essere umano prova, tutti quegli avvenimento, apparentemente insignificanti, che a ognuno di noi almeno una volta capitano nella vita, ma sui quali raramente ci soffermiamo. Leggendo questo libro sembra di leggere la nostra storia, i nostri sentimenti di quando eravamo bambini e che non eravamo nemmeno più in grado di ricordare. Grazie a questa lettura riescono a riemergere sensazioni, immagini, odori, rumori e sentimenti che altrimenti sarebbero rimasti nel dimenticatoio per sempre.

"Un amore di Swann" è invece un romanzo molto più classico sul tema amoroso, mi ha dato molto meno in tutti i termini. Spesso mi ha ricordato addirittura "L'educazione sentimentale" di Flaubert (con le dovute differenze stilistiche, si capisce). Nonostante tutto, mi sento di consigliare senza alcun indugio questa meravigliosa lettura a ogni essere umano, il quale non potrà non rimanere assolutamente sorpreso di quanto di lui sia presente in queste magiche pagine.

Sicuramente, in un futuro forse anche prossimo, acquisterò via via anche i volumi successivi dell'opera e proseguirò in questo viaggio sorprendente. Nel frattempo, trattandosi comunque di una lettura molto impegnativa e dall'altissimo peso specifico, lo intervallerò con altri romanzi.

Io lo stò leggendo da anni e sono piano piano arrivata alla fine de "la prigioniera". Ma ogni tanto ricomincio a leggere di nuovo il primo volume perchè mi sembra sempre di aver dimenticato qualcosa, di doverlo rileggere, perchè davvero credo sia il migliore!
 

stellonzola

foolish member
ho trovato questo su wiki:

Nell'estate del 1912 Proust preparò una copia dattiloscritta di quello che sarebbe dovuto diventare il primo volume del suo romanzo. Ad ottobre, su suggerimento di Gaston Calmette, all'epoca direttore di Le Figaro, mandò il dattiloscritto a Fasquelle, editore tra gli altri di Émile Zola e di Edmond Rostand.
L'incaricato alla lettura dette parere negativo di fronte ad un'opera così sconcertante per l'epoca. In questo rapporto si legge:
«Dopo settecentododici pagine di questo manoscritto - dopo infinite desolazioni per gli sviluppi insondabili in cui ci si deve sprofondare ed esasperanti momenti d'impazienza per l'impossibilità di risalire alla superficie - non si ha nessuna idea di quello di cui si tratta. Che scopo ha tutto questo? Che cosa significa? Dove ci vuole condurre? - Impossibile saperne e dirne nulla».

spesso mi sento così anche io mentre lo leggo!!!:mrgreen:
 

El_tipo

Surrealistic member
eccoci qua, dopo quasi 2 mesi di lettura intensa e partecipata siamo arrivati al giro di boa, a metà strada verso questa ricerca del tempo perduto. Ho infatti concluso il terzo libro ed è quindi arrivato il tempo dei primi bilanci.

Ho cominciato questa lettura credendo che fosse questo il momento giusto per un'opera che mi avevano descritto in un certo modo. Subito mi sono reso conto però di non essere di fronte al libro più profondamente filosofico della storia (che era un po quello che mi avevano descritto persone che forse in realtà sono più "teorici" che "lettori" di Proust) ma a un romanzo, complesso non c'è dubbio, scritto da una persona, umana.

La storia se pur complessa segue la crescita di questo protagonista che fin ora non ha ancora un nome, di famiglia borghese, che si trova a frequentare salotti dell'aristocrazia francese dell'inizio del secolo scorso, affrontando tanto discorsi mondani quanto discorsi letterari artistici ma anche politici,su tutti quello relativo all'affare Dreyfus. In un'opera così corposa ovviamente c'è spazio per i più dolci dei sentimenti, quali l'amore, e l'amicizia e l'affetto per i propri cari.

Dei tre libri quello che mi è piaciuto di meno è stato "all'ombra delle fanciulle in fiore", ovviamente quello più premiato dalla critica (che al pari delle persone di cui soprai secondo il mio modesto pare il libro non lo hanno nemmeno sfogliato), sicuramente il più aulico, ma anche il più prolisso (le ultime 150 pagine sono terribili!). "I guermantes", questo terzo libro invece è più avvincente, la lettura è a tratti intrigante, anche perchè il protagonista è ora più maturo quindi comincia a vedere le cose sotto una prospettiva più convincente. Per il momento "la strada di Swann", il primo volume, risulta essere il più completo, quello che ho letto forse con più piacere. Aspettiamo di vedere il seguito
:mrgreen:
 

Dallolio

New member
Ciao a tutti,
Ho letto l'opera diluendola in due anni, con la tentazione più volte di interrompere la lettura. Di questa opera monumentale mi restano in mente le digressione e le analisi portate innanzi sul vissuto dell'io narrante e, a distanza di 10 anni ciò che mi resta in particolar modo è la descrizione della variante di Vinteuil, descritta come solo uno specialista dell'autonalisi può fare. Ciononostante, non lo inserisco tra i miei testi preferiti, in quanto ritengo che anche la lunghezza di un testo e la sua leggibilità siano tra i caratteri imprescindibili che decretano il suo valore. Se tornassi indietro non credo che lo rileggerei.
 

El_tipo

Surrealistic member
Ho fretta di smentire alcune cose che avevo asserito nel precedente post. Alla ricerca del tempo perduto non è un romanzo, è un'opera che ti rapisce quando meno te lo aspetti e ti fa innamorare. Come l'amore della mamma nei confronti della nonna scomparsa, con la rielaborazione di un lutto scritta in maniera esemplare, come l'amore del Barone di Charlus nei confronti di Morel, come l'amore di Marcel nei riguardi di Albertine e di questa per la figlia di Vinteuil...la girandola dei personaggi dei tre precedenti volumi si avvolge intrecciandosi su se stessa nel quarto libro, sodoma e gomorra. Ho appena finito di leggere sodoma e gomorra.
 

El_tipo

Surrealistic member
ho letteralmente divorato la prigioniera...in più introspettivo, il più cupo, il più atipico dei libri della recherche. E devo dire che mi è piaciuto un bel po, forse perchè secondo alcuni è quello più vicino a dostoevsky. Rispetto ai primi è meno poetico, manca di quella tessitura di figure retoriche che accompagnano la narrazione di all'ombra delle fanciulle in fiore, ma è sicuramente più psicologico, più leggibile, più appassionante.
Non vedo l'ora di cominciare albertine è scomparsa.
 

El_tipo

Surrealistic member
(sto monopolizzando la discussione)

ho concluso albertine è scomparsa, libro pazzesco, in cui il registro sembra cambiare completamente, assumendo tratti drammatici e anche più vicini al romanzo moderno. Particolarissima è la parte conclusiva in cui con una serie di matrimoni programmati si intrecciano i vari personaggi incontrati in tutti il libro. Per non parlare poi delle persone che vengono a mancare, delle morti "solenni", del vissuto profondo ma anche razionale del protagonista, di cui adesso conosciamo anche il nome.
Rimane il tempo ritrovato, per concludere un'opera che mi ha dato tante emozioni contrastanti ma che si sta configurando come il capolavoro della mia vita.
 

sergio Rufo

New member
ah, Proust , il rapitore...interessante questa lettura. Introspettiva ma tendenziosa. Proust e' tipicamente auto-riflessivo, diciamolo pure, un pizzico paranoico idealista. Si crea un mondo suo particolare, ma piacevole.
Lettura consigliata.
Sconsigliata , invece, a chi tende a dare troppo spazio alla fantasia. Si corre il tremendo rischio di perdersi in un mondo sensoriale quando cosi' non e'. Un po' quello che capita ai razionalisti asserviti alla logica geometrica o scientifica: si misura troppo in questo caso.
Ma rimane incontrovertibile l'aspetto piu' importante. Tutto cio' che e' profondo e' in superfice e non necessita ne' di fantasia ne' di spiegazione.
 

sergio Rufo

New member
Per El tipo

ciao El Tipo, come stai? Certo, ho letto Proust anni fa. Non tutta la Ricerca, pero'. Che dirti? ottima lettura naturalmente, ma a mio modo di vedere, da incontrare una volta sola nella vita . Specificatamente nel momento di idealizzazione massima di se stessi e del mondo. Dopo e' meglio abbandonare il "nevrotico" Proust uomo che su una tortina e' capace di imbastire tutto un "suo" passato.
dici bene quando dici che sembra tutto distaccato...: hai colto nel segno e del resto a differenza di un'interiorita' proiettiva, quella di Proust e' l'esatto contrario: e' allontanante.Il mondo di Proust e' parallelo , e' una sua rappresentazione come direbbe Schopenhauer.
La visione di Proust allarga a dismisura il mondo ( il suo) proprio perche' lo allontana da se' e ne osserva cosi' i minimi particolari con una macro lente d'ingrandimento...ma questo non fa di lui un buon psicologo, anzi, proprio perche' troppo psicologo inizia a divenire un tipo sospetto.
Rimane il fatto che la tua scelta estiva di lettura e' decisamente di qualita': Proust, prima o poi, va' letto di sicuro.
Forse per divenire piu' critici?

Ciao el tipo.
 

El_tipo

Surrealistic member
e'esattamente quello che si prova: un sentimento di partecipazione ai sentimenti ma di distacco nei riguardi di quella realtà che li ha fatti scaturire. Con quel suo modo di conoscere la realtà, proust ci rappresenta altro che il suo animo, identificandosi poi, pagina dopo pagina, sempre più col protagonista. Per questo riesce ad emozionarti senza vivere la psicologia dei propri personaggi, che sembrano messi lì, recitare quasi, di fronte ad uno spettatore di cui invece sappiamo tutto, anche i più degradanti pensieri. Quindi psicologo direi di no, piuttosto lo accosterei ad un conoscitore profondo dell'animo.
Certo che la lettura è impegnativa, anche per i numerosi temi trattati: questa prima guerra mondiale che sbuca anzi no, a cui si perviene gradualmente, è analizzata con un taglio critico, senza però fare critica. Su questo ci sarebbe tanto da imparare. E io con queste lettura beh, cercavo forse qualcosaltro, ero partito con tutti altri presupposti, di trovarmi di fronte un'opera diversa. Forse anche per questo avrò bisogno di un po di tempo per metebolizzarla. Ma non mi scoraggio mica, ho ancora tutto l'autunno :)
 

El_tipo

Surrealistic member
lentamente prendiamo a metabolizzare questo capolavoro. 7 libri. Il primo scritto insieme all'ultimo, struttura circolare. I primi tre libri (la strada si swann, all'ombra delle fanciulle in fiore e i guermantes) hanno uno stile di scrittura unitario, quasi sembrano romanzo a sè. Uno stile di certo aulico, molto più vicino alla poesia che alla prosa, con una narrazione richissima di figure retoriche, soprattutto di similitudini (anche più di una similitudine per chiarire meglio uno stesso concetto, il che può apparire parecchio pesante). Il libro da cui cambia tutto a mio parere è sodoma è gomorra, il quarto, molto più vicino al romanzo "romantico" ottocentesco, con le sue trame che cominciano a farsi definite, amori burrascosi e assolutamente fuori dal convenzionale. Il quinto, la prigioniera, è più vicino al romanzo psicologico, più dostoevskiano (anche se, come dicevamo con sergio rufo nel post precendente, non si puo parlare di psicologismo in proust), con i suoi tuffi nella psiche del protagonista, che cmq non si delinea mai completamente, forse anche come se ci fosse un pudore da parte dell'autore a celare alcune cose, sentendosi (proust) sempre più vicino a marcel. Il sesto libro, albertine scomparsa, cambia ancora registro, configurandosi come romanzo drammatico, dai toni tragici e anche vuoto, senza speranza. L'ultimo libro, il tempo ritrovato, è accostabile invece al romanzo filosofico, non solo per le famigerate riflessioni sul tempo, sul ricordo, sulla memoria, ma anche per i discorsi sulla guerra, e sulla pace
 

El_tipo

Surrealistic member
alla ricerca del tempo perduto è un'opera straordinaria, soprattutto per quel lettore che non è abituato a fare i conti con se stesso, con le minime inclinazioni dei suoi sentimenti.
Per quel che concerne il mio gusto, ho apprezzato tanto i libri 4 - 5 - 6. Pur se non revisionati, con qualche svista, sono i più veri, i più intensi. Anche il primo libro devo dire che è un esperienza unica, che forse si apprezza ancora di più alla fine dell'opera, quando si finisce il tempo ritrovato. Proprio il tempo ritrovato, eccezion fatta per le sublimi dissertazioni sulla prima guerra mondiale che rappresentano un patrimonio storico poetico enorme, mi ha stupito di meno. Le riflessioni sul tempo, sul ricordo, sulla memoria, beh mi sono sembrate poca cosa rispetto a tutto il resto. Non che non siano degne di riconoscimento e plauso, mi ricordano qualcosa di già visto e sentito, e come se già si sapesse dall'inizio che si va a finire lì e lì ci si finisce, senza sorprese diciamo. E forse per un parigino della belle epoque un discorso del genere poteva avere un grandissimo senso. Non so quanto possa cambiare la vita ad un italiano del terzo millennio
 
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