Mezzanotte
Mezzanotte, sono sveglio?
Sembra suonino alla porta… sei tu: quanto l’ho sognato!
Il tuo sguardo invoca, muto, “fammi entrare, per favore”;
traccia il trucco, sulle guance, lunghe chiazze scure, sciolto.
Io confuso mi discosto… ma il mio collo con le braccia
cingi e poi, sulla mia spalla il tuo bel viso poggi; e piangi.
Lui non è come credevi, grande errore fu lasciarmi!
Non sai il male che mi hai fatto!
Ma oramai più non importa: solo il tuo dolore conta.
Tu sei qui tra le mie braccia, non vi sono più pareti…
Premi i seni sul mio petto, il grembo mi offri sottomessa;
i vestiti ormai di troppo…
Pure non mi so spiegare: cerchi in me consolazione,
rivivendo quelle cose che con lui ti hanno ferito?
Accarezzo i tuoi capelli:
a fatica mi distacco; i tuoi occhi fisso e, muto,
con la testa lievemente, un diniego fermo accenno.
Giù le braccia ai fianchi lasci, con incredulo stupore;
le tue labbra ancora schiuse, non più per un dolce invito,
ma parole prigioniere…
Poi ti volti e fuggi via;
solo a questo punto piango…
Hot
Hai descritto benissimo una situazione che si verifica spesso, almeno fino ad "accarezzo i tuoi capelli"
Nella realtà spesso le persone sono più deboli, oppure pensano "ogni lasciata è persa" e via... Mi piace il tuo protagonista maschile, saggio, dignitoso e integro, che fa ciò che ritiene giusto anche se lo fa soffrire.