196° MG - Il processo di Kafka

bonadext

Ananke
Ho finito il capitolo 8, e ci sono rimasto male quando alla fine c'è scritto che il capitolo non è stato terminato :W :boh: Alla fine non si capisce se K rinuncia all'avvocato :boh: ...in compenso si è capito quanto è sudicia quella Leni!!! :OO :paura: :mrgreen:
 

Minerva6

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No! Non verso di lui verso l ingranaggio che tenta di inghiottirlo,se mi racconta la "colpa"di K potrei giustificare il sistema :? Troppo kafkiano?:mrgreen:

Ma lo sai che io non ci avevo pensato... è giusto quello che hai scritto, di certo anche io se conoscessi la sua colpa e fosse davvero grave non sarei più dalla sua parte, però nello stesso tempo ormai ho capito che una vera colpa non esiste perciò non viene mai menzionata.
E' questa l'assurdità più assurda :paura: :mrgreen:.

Il capitolo 8 io devo ancora finirlo...
 

bonadext

Ananke
Finito

Finito!!! :D Ho letto anche il saggio all'inizio del libro, adesso mi rimangono da leggere i capitoli incompiuti e la recensione di Dorfles :YY

Ci sarebbe tanto da parlare di questo libro... ma per il momento vi dico solo che la parabola Davanti alla legge è spettacolare :ad: :sbav: :ad: ed è li che sta la chiave di lettura del libro! :D
 

ayuthaya

Moderator
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Ci sarebbe tanto da parlare di questo libro... ma per il momento vi dico solo che la parabola Davanti alla legge è spettacolare :ad: :sbav: :ad: ed è li che sta la chiave di lettura del libro! :D

Esatto! E come avevo scritto in PB, questo racconto è presente nella raccolta di Tutti i racconti di Kafka come entità a sé, perciò per me è stato bellissimo ritrovarlo qui, in relazione a questo romanzo e commentato da Kafka stesso!!! :ad:
 

bonadext

Ananke
Riporto la parte finale della recensione di Piero Dorfles su "Il processo".
Per chi vuole vederci chiaro nel tortuoso labirinto kafkiano... A mio modesto parere questa rece è molto interessante :wink:

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Minerva6

Monkey *MOD*
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Finito -spoiler-

Purtroppo non mi sono potuta godere bene il capitolo nove perché l'ho letto ieri sera mentre fuori c'era un temporale in corso e a me questo evento atmosferico provoca sempre ansia, mi sa che stasera -tempo permettendo- me lo rileggo per capire meglio la parabola di cui parla bonadext.

L'ultimo capitolo letto stamattina poi mi ha lasciato l'amaro in bocca, non me l'aspettavo, credevo solo che andasse a finire in prigione...
La recensione di Dorfles mi è stata molto utile, anche se io il senso di colpa nel protagonista non l'ho riscontrato così forte (e a ragione perché sapeva di non essere colpevole), in fondo lui è sempre stato molto tranquillo e convinto di riuscire a risolvere tutto, non si è lasciato scappare le eventuali "scappatelle" con le varie donne incontrate nel corso della sua vicenda giudiziaria e tranne forse verso il finale in cui inizia a capire che per lui non ci sarebbe stato un lieto fine.
Di certo la libertà che uno stato moderno e civilizzato dovrebbe garantire a tutti gli uomini qui è mancata, essere accusato senza sapere il perché per qualcosa che non si è commesso e poi essere ucciso in modo così brutale e improvviso, senza passare prima per la prigione, io non lo avrei mai previsto :paura:.
Mi rendo conto che potrebbe e forse già è accaduto nella realtà e questo mi mette i brividi, però proprio la modernità dello stile spoglio e troppo burocratico non mi ha permesso di apprezzarlo come probabilmente meritava.
Ed anche l'angoscia di K. io non sono riuscita a percepirla fino in fondo perché non ho potuto istaurare con lui il processo dell'empatia in quanto l'ho trovato (come quello de Lo straniero -aveva ragione Fruttero nella prefazione di Aspettando Godot-) troppo distaccato di fronte a ciò che gli era successo ed anche troppo sicuro di sé (pur avendone tutte le ragioni in quanto di certo non colpevole).
Non so se sono stata chiara, ma in sostanza la vicenda, lo stile e il protagonista stesso non sono riusciti a coinvolgermi totalmente come chiedo io ad un romanzo, quindi il mio giudizio finale non è del tutto positivo.
Ora spero di rifarmi con Il castello che molti di voi hanno preferito a questo :wink:.
 

bonadext

Ananke
Purtroppo non mi sono potuta godere bene il capitolo nove perché l'ho letto ieri sera mentre fuori c'era un temporale in corso e a me questo evento atmosferico provoca sempre ansia, mi sa che stasera -tempo permettendo- me lo rileggo per capire meglio la parabola di cui parla bonadext.

L'ultimo capitolo letto stamattina poi mi ha lasciato l'amaro in bocca, non me l'aspettavo, credevo solo che andasse a finire in prigione...
La recensione di Dorfles mi è stata molto utile, anche se io il senso di colpa nel protagonista non l'ho riscontrato così forte (e a ragione perché sapeva di non essere colpevole), in fondo lui è sempre stato molto tranquillo e convinto di riuscire a risolvere tutto, non si è lasciato scappare le eventuali "scappatelle" con le varie donne incontrate nel corso della sua vicenda giudiziaria e tranne forse verso il finale in cui inizia a capire che per lui non ci sarebbe stato un lieto fine.
Di certo la libertà che uno stato moderno e civilizzato dovrebbe garantire a tutti gli uomini qui è mancata, essere accusato senza sapere il perché per qualcosa che non si è commesso e poi essere ucciso in modo così brutale e improvviso, senza passare prima per la prigione, io non lo avrei mai previsto :paura:.
Mi rendo conto che potrebbe e forse già è accaduto nella realtà e questo mi mette i brividi, però proprio la modernità dello stile spoglio e troppo burocratico non mi ha permesso di apprezzarlo come probabilmente meritava.
Ed anche l'angoscia di K. io non sono riuscita a percepirla fino in fondo perché non ho potuto istaurare con lui il processo dell'empatia in quanto l'ho trovato (come quello de Lo straniero -aveva ragione Fruttero nella prefazione di Aspettando Godot-) troppo distaccato di fronte a ciò che gli era successo ed anche troppo sicuro di sé (pur avendone tutte le ragioni in quanto di certo non colpevole).
Non so se sono stata chiara, ma in sostanza la vicenda, lo stile e il protagonista stesso non sono riusciti a coinvolgermi totalmente come chiedo io ad un romanzo, quindi il mio giudizio finale non è del tutto positivo.
Ora spero di rifarmi con Il castello che molti di voi hanno preferito a questo :wink:.
Beh di sicuro non ti ha aiutato il fatto che il romanzo è incompiuto ed è molto più frammentato che Il castello. Qui per esempio c'è un finale, anche se sembra (non sembra ma è) campato in aria :mrgreen:, direi uno dei finali più assurdi di sempre! :mrgreen: Cmq sembra che Kafka abbia scelto quel finale per dare un fine al romanzo, se no sarebbe continuato all'infinito (un po come nella parabola :OO )
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Ecco... mi sono dimenticata di rileggere la parabola :mrgreen:, però quello che hai scritto me l'ha fatta in parte ricordare, proseguiva all'infinito :paura:...
Comunque, riflettendo sull'incompiutezza del romanzo, in effetti non è proprio così perché un finale seppur assurdo c'è, quello che manca è la sentenza, non si sa per cosa sia stato condannato né come mai è stato ucciso in quel modo strano senza andare prima in prigione o essere uscita una sentenza regolare.
Ma mi sono resa conto che deve essere preso così senza starmi a fare troppe domande, con Il castello farò altrettanto :wink:.
 

darida

Well-known member
Ecco... mi sono dimenticata di rileggere la parabola :mrgreen:, però quello che hai scritto me l'ha fatta in parte ricordare, proseguiva all'infinito :paura:...
Comunque, riflettendo sull'incompiutezza del romanzo, in effetti non è proprio così perché un finale seppur assurdo c'è, quello che manca è la sentenza, non si sa per cosa sia stato condannato né come mai è stato ucciso in quel modo strano senza andare prima in prigione o essere uscita una sentenza regolare.
Ma mi sono resa conto che deve essere preso così senza starmi a fare troppe domande, con Il castello farò altrettanto :wink:.

Esattamente.non è il caso di farsi troppe domande va preso così com'è senza cercare di razionalizzare il grottesco che tanto non ci si riesce :wink:io trovo che questo tema dell'assurdità e ottusità in certi ambienti sociali sia sempre di grande attualità.sconsiglio di andare per uffici pubblici in piena lettura kafkiana :mrgreen:
Io intanto ho finito la rilettura saltellando qua e là, ho pensato di risparmiarmi un po di ansia a 'sto giro :wink:
 

alessandra

Lunatic Mod
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Capitolo 7 - inizio 8

Il settimo capitolo mi stava facendo venire il mal di testa, a parte l'allucinante scena del pittore e delle bambine che "appartengono al tribunale" :OO Più si va avanti e più l'assurdo diventa assurdo, le carte dei processi rimangono segrete praticamente per sempre, non esiste l'assoluzione "vera" :OO le uniche speranze che il "nostro" ha sono quella di rinviare il processo, ossia di mantenerlo nella fase più bassa in modo che non vada avanti, ma rinnovando ogni tanto il tutto con perquisizioni e balle varie, che serenità per l'imp...tato :mrgreen: oppure la firma di tutti i giudici da presentare al giudice responsabile del processo, ma ... piccolo particolare, i "nostri giudici" non sono di alto livello e non possono prendere decisioni definitive :? La cosa più surreale per me è l'apparente sangue freddo di K, lo spirito di adattamento dell'essere umano mi stupisce sempre...purtroppo tutto il resto mi sa soltanto di grottesca esasperazione di qualcosa che assomiglia al sistema anche attuale, non solo giudiziario.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Libro difficilissimo - al di là dello stile apparentemente leggero, diciamo pure scarno, in linea con la seppur cruda freddezza degli eventi e dei personaggi, stile che mi è piaciuto molto e mi ha facilitato la lettura - e claustrofobico, elemento che si riscontra anche negli ambienti "fisici". K. è un uomo la cui personalità viene totalmente annullata, tant'è che nemmeno il suo cognome si conosce, e raramente viene pronunciato il suo nome di battesimo, Josef. Forse il processo, culminante nella pena di morte, è solo l'epilogo di una progressiva spersonalizzazione del protagonista? Io non l'ho trovato distaccato nei confronti del processo né convinto della sua futura assoluzione, per me semplicemente non si è lasciato prendere dalla disperazione ma, al contrario, ha cercato di barcamenarsi, mantenendo un certo sangue freddo, cercando vie d'uscita all'interno di un incubo assurdo e surreale, che ha coinvolto tutti gli aspetti della sua vita. Pochi affetti: Elsa di cui si parla pochissimo, una madre lontana che non vede da due anni, uno zio un po' pedante, la vita di K. è tutta lavoro e carriera e le presunte amicizie sono legate a questi aspetti; una solitudine immensa e forse non percepita la pervade, una noia interiore che sfocia in un fatto eclatante come l'accusa per un reato non commesso e di cui non si conosce la natura. Da quel momento viene avviluppato in un terribile e contorto sogno, che sembra un labirinto senza via d'uscita: forse una metafora della sua vita interiore?
Pensando anche a La metamorfosi (che ho preferito a questo, seppure si tratti di un signor libro, molto significativo), non si può fare a meno di identificare i protagonisti di Kafka nello scrittore: personaggi alienati, dalla mente contorta, probabilmente (nonostante le apparenze, in questo caso) privi di autostima. E', sì, una critica del sistema piuttosto realistica, seppur portata all'eccesso, a suo modo anche ironica, a tratti divertente; una critica amara, forse, nei confronti del mondo intero, dove carnefici e vittime sono spesso un tutt'uno, dove non si capisce qual è la verità e se ce n'è una. O forse è soprattutto la storia di un uomo solo e problematico che, nel finale che purtroppo conoscevo perché avevo incidentalmente letto i vostri spoiler :mrgreen:, prova quasi sollievo nel porre fine al processo e alla sua vita, come se, subendo una punizione così terribile apparentemente senza causa, esorcizzasse in qualche modo la colpa di essere al mondo.
Mi hanno incuriosito i capitoli incompiuti: in alcuni K. sembra sognare, ma queste parti sono state per lo più cancellate dall'autore. Forse non voleva creare, nemmeno per un attimo, sollievo nel lettore o forse, scrivendole, gli sembrava di cedere ad una debolezza.
 

bonadext

Ananke
Libro difficilissimo - al di là dello stile apparentemente leggero, diciamo pure scarno, in linea con la seppur cruda freddezza degli eventi e dei personaggi, stile che mi è piaciuto molto e mi ha facilitato la lettura - e claustrofobico, elemento che si riscontra anche negli ambienti "fisici". K. è un uomo la cui personalità viene totalmente annullata, tant'è che nemmeno il suo cognome si conosce, e raramente viene pronunciato il suo nome di battesimo, Josef. Forse il processo, culminante nella pena di morte, è solo l'epilogo di una progressiva spersonalizzazione del protagonista? Io non l'ho trovato distaccato nei confronti del processo né convinto della sua futura assoluzione, per me semplicemente non si è lasciato prendere dalla disperazione ma, al contrario, ha cercato di barcamenarsi, mantenendo un certo sangue freddo, cercando vie d'uscita all'interno di un incubo assurdo e surreale, che ha coinvolto tutti gli aspetti della sua vita. Pochi affetti: Elsa di cui si parla pochissimo, una madre lontana che non vede da due anni, uno zio un po' pedante, la vita di K. è tutta lavoro e carriera e le presunte amicizie sono legate a questi aspetti; una solitudine immensa e forse non percepita la pervade, una noia interiore che sfocia in un fatto eclatante come l'accusa per un reato non commesso e di cui non si conosce la natura. Da quel momento viene avviluppato in un terribile e contorto sogno, che sembra un labirinto senza via d'uscita: forse una metafora della sua vita interiore?
Pensando anche a La metamorfosi (che ho preferito a questo, seppure si tratti di un signor libro, molto significativo), non si può fare a meno di identificare i protagonisti di Kafka nello scrittore: personaggi alienati, dalla mente contorta, probabilmente (nonostante le apparenze, in questo caso) privi di autostima. E', sì, una critica del sistema piuttosto realistica, seppur portata all'eccesso, a suo modo anche ironica, a tratti divertente; una critica amara, forse, nei confronti del mondo intero, dove carnefici e vittime sono spesso un tutt'uno, dove non si capisce qual è la verità e se ce n'è una. O forse è soprattutto la storia di un uomo solo e problematico che, nel finale che purtroppo conoscevo perché avevo incidentalmente letto i vostri spoiler :mrgreen:, prova quasi sollievo nel porre fine al processo e alla sua vita, come se, subendo una punizione così terribile apparentemente senza causa, esorcizzasse in qualche modo la colpa di essere al mondo.
Mi hanno incuriosito i capitoli incompiuti: in alcuni K. sembra sognare, ma queste parti sono state per lo più cancellate dall'autore. Forse non voleva creare, nemmeno per un attimo, sollievo nel lettore o forse, scrivendole, gli sembrava di cedere ad una debolezza.
Sei l'unica che hai nominato il capito incompiuto "Un sogno" quella parte è stata l'unica che mi è piaciuta tra i capitoli incompiuti :wink:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Sei l'unica che hai nominato il capito incompiuto "Un sogno" quella parte è stata l'unica che mi è piaciuta tra i capitoli incompiuti :wink:

Anche a me è piaciuta, stona piacevolmente con il resto perché emerge finalmente il lato più umano e sentimentale (a modo suo) di K. Forse sono stati cancellati perché è proprio questo che l'autore non voleva :?
 
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