Golden, Arthur - Memorie di una geisha

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Mi chiedo come molte autorevoli penne abbiano potuto scrivere tutti i commenti positivi che ho letto in giro. Non tanto sul libro in sè, che quello è ovviamente opinabile, quanto sulla storia che tanti ritengono essere vera al cento per cento. Ad esempio il Times parlò di "rievocazione splendida di un mondo ormai perduto", con quell'aria malinconica che suona sempre bene quando si parla di Oriente. Mi chiedo se l'autore della recensione abbia realmente letto il libro, visto che la protagonista viene nell'ordine, schiavizzata, menata e stuprata.

Intendiamoci, secondo me questo è un libro scritto bene, quella che discuto è l'operazione commerciale portata avanti dal suo autore, che è stata eticamente quanto meno discutibile. Avendolo personalmente scelto come uno dei cinque per la sfida di "culture lontano dalle nostre", devo dire che non potevo fare scelta peggiore.

Ha ragione Valuzza quando dice che si tratta di un romanzo e che come tale va considerato. E per giunta è scritto da un americano intriso di cultura americana, la qual cosa allontana sensibilmente dall’obiettivo che spesso viene percepito come il principale di quest’opera; quello di descrivere la vera vita delle geishe. Intendiamoci: tra le pagine il Giappone c’è, si respira e alle volte anche profondamente, ma non è in alcun modo un documento storico. Direi anzi che ne è agli antipodi, essendo pura fiction letteraria.

L'intenzione di Golden fu quella di vendere un prodotto attraverso un marketing fazioso: far passare per realtà ciò che invece era pura invenzione. Una realtà che se fosse stata vera sarebbe stata a dir poco terribile e che invece, come dicevo, venne dai più esaltata, perchè tutto ciò che è esotico e passato deve essere posto sul piedistallo della malinconia.

Mineko Iwasaki, una delle geishe che raccontò la propria storia a Golden, denunciò quest'ultimo per diffamazione. L’autore le dovette versare una somma, probabilmente piuttosto esosa, perchè alla Mineko fu riconosciuto che non solo l'autore aveva rotto il patto di segretezza che vincola le geishe alle loro scuole, ma si era inventato di sana pianta alcuni particolari fondamentali, facendoli poi passare, attraverso interviste e scritti, come fatti assolutamente reali.

Disse Golden che il suo libro fu il risultato di dieci anni di interviste e ricerche storiche. Personalmente ne dubito, ma se davvero così fosse, direi che avrebbe potuto impiegare il proprio tempo a scrivere altri romanzi, visto che il mestiere della penna ce l'ha.
Molti lettori si colpiscono attraverso il pietismo e questa fu l’operazione di Golden, una scelta piuttosto discutibile per uno storico dell’arte.

Se è forse vero che ci furono casi di bambine che vennero vendute alle scuole, è altrettanto vero che nella stragrande maggioranza dei casi la scelta di entrare in quel mondo era assolutamente libera.
E aggiungo che non erano dei centri dove si maltrattavano le ragazze e se anche fosse vero che vi sono stati casi di quel tipo, sarebbero da ritenersi episodici. C'è sempre chi agisce male, così nelle Chiese, come nelle scuole come in qualsiasi altro contesto.

In diversi punti viene sottinteso che le geishe fossero anche prostitute. Nulla di più falso, tendenzioso e offensivo per delle artiste la cui tradizione è di certo sensuale e affascinante.
Le geishe dovevano intrattenere la società, soprattutto quella maschile. Ricordiamoci che il Giappone ha avuto un'accelerazione vertiginosa, passando in pochi anni da tradizioni medioevali e imperiali alla modernità più sfrenata. Prima della Seconda Guerra Mondiale, ad esempio, le donne non avevano accesso alla cultura, di conseguenza il mondo delle geishe nacque proprio per intrattenere, attraverso l'arte della danza, della musica, della parola e delle cerimonie, quei mariti che a casa avevano delle mogli ben poco interessanti.
E' chiaro che questo era terreno fertile per quella critica femminista che negli anni '60 tuonò le proprie accuse di maschilismo al mondo intero. Pagare una donna per parlare, servire e riverire era quanto di più abietto un uomo potesse fare. E di critica, in critica, come un tendenzioso passaparola globale, la geisha diventerà presto una prostituta.

Leggete Golden se volete leggere un romanzo ben scritto, ma non leggetelo assolutamente se volete informarvi sul mondo delle geishe. In quel caso vi consiglio di rivolgervi altrove.

Votato 3/5 come romanzo (0/5, se fosse possibile, come documento storico).
 
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estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Sul tema consiglierei la virtù femminile scritto dalla monaca giapponese Harumi Setouchi Che conosce l'argomento per esperienza personale. Inoltre credo che la stessa geisha mi nego abbia scritto un proprio romanzo. Non l'ho ancora letto quindi non posso dare un parere.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Sul tema consiglierei la virtù femminile scritto dalla monaca giapponese Harumi Setouchi Che conosce l'argomento per esperienza personale. Inoltre credo che la stessa geisha mi nego abbia scritto un proprio romanzo. Non l'ho ancora letto quindi non posso dare un parere.

Grazie dei consigli!

Si la Mineko ha scritto, dopo Golden, un proprio libro "Storia proibita di una geisha, una storia vera", che non ho ancora letto. Lo farò presto, se vuoi possiamo leggerlo insieme.
 

Tanny

Well-known member
Libro divorato in pochissimi giorni, sinceramente di cultura giapponese non ci capisco nulla e come detto da altri è comunque un libro scritto da un occidentale e quindi non può essere definito un documento storico, ciò nonostante non posso dire altro che questo romanzo mi ha emozionato e mi sono lasciato coinvolgere dalla storia come raramente mi accade.
Posso solo affermare che è un libro eccezionalmente bello e non posso far altro che dargli il massimo dei voti, 5/5.
 

qweedy

Well-known member
Libro letto d'un fiato, ben scritto ed avvincente, che ci avvicina ad un mondo misterioso ora scomparso.

La geisha Mineko Iwasaki, che accusava Golden di perpetuare il mito comune delle geishe come prostitute d’élite, mentre nella realtà le geishe non sono altro che artiste altamente preparate, dedite al ballo e al canto, lo ha denunciato per diffamazione di persona, anche perché le confidenze divulgate le hanno fatto ricevere diverse minacce di morte. La riservatezza dei racconti di Mineko Iwasaki è stata violata dall’autore quando l’ha citata nei ringraziamenti finali, anche se non è stata l’unica geisha a venire intervistata.
Golden ha senza dubbio dato seguito all’immaginario collettivo sul mondo delle geishe, ed evidentemente non ha protetto la sua fonte, ma ciò non toglie nulla al fascino irresistibile di questo romanzo.

“Le avversità somigliano a un forte vento, che non soltanto ci tiene lontani dai luoghi in cui altrimenti saremmo potuti andare, ma ci strappa anche di dosso tutto il superfluo cosicché in seguito ci vediamo come realmente siamo, e non come ci piacerebbe essere”

"Da bambina credevo che la mia vita non sarebbe stata turbata da nulla se il signor Tanaka non mi avesse strappata alla mia casa ubriaca; ora so che il nostro mondo è tanto instabile quanto un'onda che si innalza in mezzo all'oceano. Quali che siano stati i nostri conflitti e i nostri trionfi, per quanto indelebile sia il segno che questi abbiano potuto lasciare su di noi, finiscono sempre per stemperarsi come una tinta ad acquerello su un foglio di carta".

“Conduciamo la nostra esistenza come acqua che scende lungo una collina, andando più o meno in un'unica direzione finché non urtiamo contro qualcosa che ci costringe a trovare un nuovo corso”.
 
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