207° MG - Il libro dell'inquietudine di Fernando Pessoa

Minerva6

Monkey *MOD*
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Ho letto fino al frammento numero 5, che è molto bello, una parte era riportata nell'introduzione e mi aveva colpito molto per la sua negatività :paura:
Se vuoi riportarlo la evidenzio :wink:

Scusami ma non ho capito a quale parte ti riferisci :boh:, in questi giorni sono stralunata più del solito :W, se vuoi posta la foto altrimenti mandamela su wapp e poi faccio io il copia e incolla :wink:.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Frammento 6: finalmente un po di ironia! :YY Questo frammento è molto fantozziano, le descrizioni dell'ufficio e lui che non sa/non vuole mollarlo come se fosse dipendente da una droga! Questo è un classico esempio di paralisi joyciana :wink:

E meno male che Joyce c'è :mrgreen:, così ti permette di apprezzare anche Pessoa :wink:.

Appena ho un po' di tempo posto le mie parti segnate fino a questo frammento, le ho segnate sul lettore ed ora non è con me.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Ho chiesto tanto poco alla vita e anche questo poco la vita me l’ha negato. Un raggio di sole, un campo, un sorso di quiete con un morso di pane: che non mi angosci molto sapere che esisto, e che non esiga niente dagli altri né che gli altri lo esigano da me. Pure questo mi è stato negato, come chi nega l’elemosina non per mancanza di bontà d’animo, ma per non doversi sbottonare la giacca.
Scrivo, triste, nella mia stanza quieta, solo come sempre sono stato, solo come sempre sarò. E penso se la mia voce, apparentemente così poca cosa, non incarni la sostanza di migliaia di voci, la fame di dirsi di migliaia di vite, la pazienza di milioni d’anime sottomesse come la mia al destino quotidiano, al sogno inutile, alla speranza senza fondamento. In questi momenti il mio cuore palpita più forte per la coscienza che ho di esso. Vivo più, perché vivo più grande. Sento nella mia persona una forza religiosa, una specie di orazione, una somiglianza di clamore. Ma la reazione contro me proviene dalla mia intelligenza… Mi vedo al quarto piano in Rua dos Douradores, mi assisto con sonno; guardo, sul foglio mezzo scritto, la vita vana senza bellezza e la sigaretta economica che, nel fumarla, appoggio sul vecchio tampone della carta assorbente. Io qui, in questo quarto piano, a interrogare la vita! A dire ciò che le anime sentono! A fare prosa come i geni e le celebrità! Qui, io, così…


L'inizio è meraviglioso, l'avevo evidenziato sul lettore :ad:
 

bonadext

Ananke
Ho chiesto tanto poco alla vita e anche questo poco la vita me l’ha negato. Un raggio di sole, un campo, un sorso di quiete con un morso di pane: che non mi angosci molto sapere che esisto, e che non esiga niente dagli altri né che gli altri lo esigano da me. Pure questo mi è stato negato, come chi nega l’elemosina non per mancanza di bontà d’animo, ma per non doversi sbottonare la giacca.
Scrivo, triste, nella mia stanza quieta, solo come sempre sono stato, solo come sempre sarò. E penso se la mia voce, apparentemente così poca cosa, non incarni la sostanza di migliaia di voci, la fame di dirsi di migliaia di vite, la pazienza di milioni d’anime sottomesse come la mia al destino quotidiano, al sogno inutile, alla speranza senza fondamento. In questi momenti il mio cuore palpita più forte per la coscienza che ho di esso. Vivo più, perché vivo più grande. Sento nella mia persona una forza religiosa, una specie di orazione, una somiglianza di clamore. Ma la reazione contro me proviene dalla mia intelligenza… Mi vedo al quarto piano in Rua dos Douradores, mi assisto con sonno; guardo, sul foglio mezzo scritto, la vita vana senza bellezza e la sigaretta economica che, nel fumarla, appoggio sul vecchio tampone della carta assorbente. Io qui, in questo quarto piano, a interrogare la vita! A dire ciò che le anime sentono! A fare prosa come i geni e le celebrità! Qui, io, così…
Quello che ho sottolineato è devastante, il massimo della negatività :OO

Però devo dire che è anche sublime :wink:
 

bonadext

Ananke
Sono arrivato al frammento 23. Devo dire che mi stanno piacendo questi frammenti, se letti in ottica diversa dalla mia solita, in maniera più distaccata, più ironica, risultano piacevoli :?

Nel numero 17 mi sei venuta in mente, quindi te lo dedico a te xbbx :mrgreen:

Come trovi la traduzione? Per me è perfetta, fluida, e con la giusta musicalità :wink:


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Cit. dal frammento 16
Ho avuto grandi ambizioni e sogni sconfinati - ma questi li hanno avuti anche il garzone o la sartina, perchè i sogni ce l'hanno tutti: ciò che ci differenzia è l'intensità per raggiungerli o il destino che li raggiunge per noi.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Avendo letto prima quella di Tabucchi sono affezionata alla sua traduzione :ad:, ma anche questa è intensa, scorrevole e poetica, poi cerco un frammento uguale per farle confrontare anche a te.

Intanto ecco il 17 che ovviamente avevo evidenziato, ormai mi conosci bene :wink::

Varie volte, nel corso della mia vita oppressa dalle circostanze, mi è accaduto, quando voglio liberarmi da qualche loro groviglio, di vedermi improvvisamente accerchiato da altre dello stesso ordine, come se ci fosse definitivamente una inimicizia nei miei confronti nella tela incerta delle cose. Tiro via dal collo una mano che mi soffoca. Vedo che nella mano, con la quale ho tirato via l’altra, è rimasto impigliato un laccio che mi era caduto sul collo con il gesto di liberazione. Allontano, con precauzione, il laccio, ed è con le mie stesse mani che quasi mi strangolo.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Ecco altri frammenti che ho evidenziato

9
E io sono così, futile e sensibile, capace di impulsi violenti e coinvolgenti; buoni e cattivi; nobili e vili; ma mai di un sentimento che perduri, mai di una emozione che continui e penetri nella sostanza dell’anima. Tutto in me tende ad essere poi un’altra cosa: una impazienza dell’anima verso se stessa, come verso un bambino inopportuno; una inquietudine sempre crescente e sempre uguale. Tutto mi interessa e nulla mi prende. Seguo tutto sognando sempre; fisso le minime contrazioni del viso di colui con cui parlo, colgo le intonazioni millimetriche del suo modo di dire; ma nell’udirlo, non lo ascolto, penso ad un’altra cosa, e quello che meno ho colto della conversazione è stata la nozione di ciò che è stato detto, da parte mia o da parte di colui con cui ho parlato. Così, a volte, ripeto a qualcuno ciò che già gli ho ripetuto, gli chiedo di nuovo ciò a cui lui ha già dato una risposta; ma posso descrivere, in quattro parole fotografiche, il sembiante muscolare con cui lui ha detto ciò che non ricordo, o l’inclinazione di udire con gli occhi con cui ha recepito la narrazione che non ricordavo di avergli fatto. Io sono due, e entrambi distanti – fratelli siamesi non congiunti.

10 LITANIA
Noi non ci realizziamo mai.
Siamo due abissi- un pozzo che fissa il cielo.


12
Ciò che scrivo e che riconosco brutto, può anche offrire momenti di distrazione da una cosa peggiore ad un altro spirito angosciato e triste. Questo mi basta, o non mi basta, ma in qualche modo serve, e così è tutta la vita.

20 ASSURDO
Divenire sfingi, anche se false, fino al punto di non sapere chi siamo. Perché, del resto, noi non siamo che sfingi false e non sappiamo chi siamo realmente. L’unico modo di andare d’accordo con la vita è essere in disaccordo con noi stessi. L’assurdo è il divino.
Fissare teorie, pensandole pazientemente e onestamente, solo per poi agire contro di esse – agire e giustificare le nostre azioni con teorie che le condannino. Ritagliarsi un cammino nella vita, e poi agire in modo contrario per non seguire quel cammino. Avere tutti i gesti e tutte le attitudini di qualche cosa che non siamo, né pretendiamo di essere, né pretendiamo di essere considerati come se lo fossimo.
Comprare libri per non leggerli; andare ai concerti ma non per sentire la musica né per vedere chi c’è; fare lunghe passeggiate perché sazi di camminare e andare a passare dei giorni in campagna solo perché la campagna ci annoia.
 

bonadext

Ananke
In questi giorni sono arrivato al frammento 29...

Uno dei miei frammenti preferiti è il 23 :YY

Il frammento 24 è molto interessante perchè abbiamo l'interpretazione di Pessoa sulla letteratura :sbav:

Il frammento 27 è fondamentale per capire la storia di Bernardo Soares, e da dove nasce la sua negatività :paura: visto che non ha mai ricevuto l'amore materno :paura:



@mine: se vuoi posta pure questi frammenti per me :wink:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Eccoli

23
Dare ad ogni emozione una personalità, ad ogni stato d’animo un’anima. Avevano fatto la curva del tragitto ed erano molte ragazze. Lungo la strada cantavano e il suono delle loro voci era felice. Non so se loro lo fossero. Le ho ascoltate per un po’ in lontananza, senza un sentimento specifico. Mi sono sentito stringere il cuore per loro. Per il loro futuro? Per la loro incoscienza? Non direttamente per loro – o, chissà? Forse solo per me.

24
La letteratura, che è arte coniugata al pensiero e realizzazione senza macchia della realtà, mi sembra che sia il fine cui dovrebbe tendere ogni sforzo umano, se fosse veramente umano, e non il superfluo della parte animale. Credo che nominare una cosa è conservarle il pieno valore e spogliarla del suo aspetto terrifico. I campi sono più verdi quando si descrivono che nel loro reale colore verde. I fiori, se saranno descritti con frasi che li definiscano sull’aria dell’immaginazione, avrebbero colori talmente persistenti, da essere introvabili nella vita naturale delle cellule. Muoversi è vivere, dirsi è sopravvivere. Non c’è niente di reale nella vita se non ciò che si è descritto bene. I critici della casa dalle ristrette vedute sono soliti sottolineare che la tal poesia, lungamente ritmata, in fondo, non vuol dire altro che il giorno è bello. Ma dire che il giorno è bello è difficile, e il giorno bello, perfino esso, passa. Dobbiamo, quindi, conservare il giorno bello in una memoria fiorita e prolissa, come anche costellare di nuovi fiori o di nuovi astri i campi o i cieli dell’esteriorità vuota e passeggera.
Tutto è ciò che siamo, e tutto sarà, per coloro che ci seguiranno nella diversità del tempo, a seconda di come noi lo avremo immaginato, ossia, a seconda di come saremo veramente stati, con l’immaginazione inserita nel corpo. Non credo che la storia, nel suo grande panorama sbiadito, sia niente di più di un decorso di interpretazioni, un consenso confuso di testimonianze distratte. Il romanziere è noi tutti, e narriamo quando vediamo, perché vedere è complesso come tutto. Ho in questo momento tanti pensieri fondamentali, tante cose veramente metafisiche da dire, che mi stanco repentinamente e decido di non scrivere più, di non pensare più, ma di lasciare che la febbre di dire mi faccia venire sonno, e faccia festa con gli occhi chiusi, come si fa festa a un gatto, a tutto quanto avrei potuto dire.


27
Riconosco, non so se con tristezza, l’aridità umana del mio cuore. Vale di più per me un aggettivo di un reale pianto dell’anima. Il mio maestro Vieira2 […]
Ma a volte sono diverso, e ho lacrime, quelle calde lacrime di coloro che non hanno, né hanno mai avuto, una madre; e i miei occhi che ardono di tali lacrime morte ardono dentro al mio cuore.
Non mi ricordo di mia madre. È morta che avevo un anno. Tutto ciò che c’è di disperso e duro nella mia sensibilità viene dall’assenza di questo calore e dalla nostalgia inutile dei baci che non ricordo. Sono posticcio. Mi sono sempre svegliato al seno altrui, coccolato per errore.
Ah! È la nostalgia dell’altro che io avrei potuto essere che mi smarrisce e spaventa! Chi altri sarei io, se mi avessero dato quella tenerezza che, partendo dal grembo, giunge a ricoprire di baci il viso del bambino?
Forse la nostalgia di non essere figlio ha un grande rilievo nella mia indifferenza sentimentale! Chi, nell’infanzia, mi ha cinto al proprio viso non mi poteva cingere al cuore. Lei era lontana, in una bara – lei che mi sarebbe appartenuta, se il Destino avesse voluto che mi appartenesse.
Mi hanno detto, più tardi, che mia madre era bella, e dicono che, quando me lo hanno detto, non ho detto niente. Ero già maturo di corpo e di anima, ignorante di emozioni, e il loro parlare ancora non era una notizia di altre pagine difficili da immaginare.
Mio padre, che viveva lontano, si è ucciso quando avevo tre anni e non l’ho mai conosciuto. Non so ancora perché vivesse lontano. Non mi è mai importato saperlo. Ricordo la notizia della sua morte come momenti di grande serietà a tavola (mentre mangiavo) le prime volte dopo che si era saputo. Guardavano, ricordo, di tanto in tanto verso di me. E io contraccambiavo lo sguardo, comprendendo stupidamente. Poi mangiavo più correttamente, pensando, senza vederli, che continuassero a guardarmi.
Io sono tutte queste cose, sebbene non lo voglia, nel fondo confuso della mia sensibilità fatale.
 
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Minerva6

Monkey *MOD*
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25
Un alito di musica o di sogno, qualche cosa che faccia quasi sentire, qualche cosa che faccia non pensare

Dal 28
Cessare, dormire, sostituire questa coscienza intermittente con migliori cose melanconiche sussurrate in segreto a chi non mi conoscesse!... Cessare, passare fluido e liquido, flusso e riflusso di un vasto mare, su coste visibili nella notte in cui veramente si dormisse!...
 

bonadext

Ananke
Finale del frammento 36:
Non sapere di sé è vivere. Sapere poco di sé è pensare. Sapere di sé, all’improvviso, come in questo momento lustrale, è avere in un attimo la nozione della monade intima, della parola magica dell’anima. Ma questa luce improvvisa brucia tutto, consuma tutto. Ci lascia nudi persino di noi stessi. È stato solo un momento, e mi sono visto. Ma ora non so neppure dire cosa sia stato. E, alla fine, ho sonno, perche, non so perché, penso che il senso è dormire.
 

bonadext

Ananke
A proposito di "saudade", leggendo le recensioni su anobii molti accostano quest'opera alla saudade, ma leggendo il significato su wiki mi pare di aver capito che alla fine di tutto si guardi con speranza e fiducia al domani, ma nel libro dell'inquietudine non c'è speranza di niente :OO :boh: :?
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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A proposito di "saudade", leggendo le recensioni su anobii molti accostano quest'opera alla saudade, ma leggendo il significato su wiki mi pare di aver capito che alla fine di tutto si guardi con speranza e fiducia al domani, ma nel libro dell'inquietudine non c'è speranza di niente :OO :boh: :?

La saudade indica la nostalgia e il rimpianto tipici del popolo portoghese (in questo io mi sento molto vicina a loro), non so se sia vissuta con speranza nel futuro ma non m'importa, per me questo libro resta comunque splendido :ad: :mrgreen:.

Ho proseguito (mi sono fermata al 41) poco fa mentre passeggiavo (ora invece piove a dirotto, ho fatto appena in tempo a farmi due passi).

Ovviamente avevo segnato anche io la parte finale del 36, ora posto anche l'inizio:
D’improvviso, come se un destino chirurgo mi avesse operato di una vecchia cecità con immediati grandi risultati, sollevo il capo, della mia anonima vita, verso la conoscenza nitida di come esisto. E vedo che tutto ciò che ho fatto, tutto ciò che ho pensato, tutto ciò che sono stato, è una specie di inganno e di follia. Mi meraviglio di non essere riuscito a vederlo. Mi stupisco di quello che sono stato, vedendo che alla fine non sono.

Dal 38:
Noto che, pur tante volte allegro, tante volte contento, sono sempre triste.
Ma non c’è quiete – ah, né ci sarà mai! – in fondo al mio cuore, pozzo vecchio al confine del podere venduto, memoria di infanzia chiusa nella soffitta polverosa della casa altrui. Non c’è quiete – e, povero me! Neppure c’è desiderio di averla…


Dal 39:
Così, come laviamo il corpo dovremmo lavare il destino, cambiare vita come cambiamo biancheria – non per preservarla, come quando mangiamo e dormiamo, ma per quel rispetto altrui per noi stessi, che propriamente chiamiamo pulizia.
Così porto a spasso il mio destino che procede in avanti, poiché io non procedo; il mio tempo che scorre, senza che io scorra.


E ho segnato tutto il 41 che mi riguarda proprio mentre passeggio, ma l'ebook fa i capricci e non mi fa più fare il copia e incolla... e l'ho pure pagato :W.
 

Marzati

Utente stonato
Ciao, su invito di Minerva ho fatto qualche ricerca su questo libro, che mi pare interessante, e mi è venuta voglia di unirmi a voi(se non è un problema), Minerva proponeva di fermarvi per aspettarmi, ma non vorrei creare problemi, quindi potete continuare, piano piano vi raggiungerò!
 

bonadext

Ananke
Ciao, su invito di Minerva ho fatto qualche ricerca su questo libro, che mi pare interessante, e mi è venuta voglia di unirmi a voi(se non è un problema), Minerva proponeva di fermarvi per aspettarmi, ma non vorrei creare problemi, quindi potete continuare, piano piano vi raggiungerò!

Io leggo qualche frammento ogni tanto mi ci vorranno sei mesi per finirlo, se non di più :wink:
 

bonadext

Ananke
Dal 39:
"Vi sono persone sporche di destino, come me, che non si allontanano dalla banalità del quotidiano per quella sorta di attrazione per la propria impotenza."

Sempre dal 39, questa è pesa! :paura: :
"Chi vive come me non muore: finisce, marcisce, cessa di vegetare."
 

Marzati

Utente stonato
Dunque, per la troppa curiosità ho letto una parte del saggio introduttivo (cosa che non faccio mai), l'introduzione e i primi due frammenti. L' opera è veramente, come avete già detto, quasi incommentabile; ma ci proverò.
Partendo dall' introduzione:

Tutto è imperfetto, non v'è tramonto così bello da non poterlo essere di più, o brezza lieve che invita al sonno che non possa favorire un sonno ancor più sereno.

Confesso che non ha importanza: del resto nulla ha importanza.

Dove mi sono rifugiato? Ho l'impressione di non essermi rifugiato da nessuna parte. Mi sono abbandonato, ma non so a cosa.

Ho scelto queste frasi perchè sottolineano il senso di insoddisfazione che mi sembra, dal poco che ho letto, profondamente insidiato nel Soares; è una insoddisfazione che nasce dalla consapevolezza triste e potentissima che nulla ha un senso, un fine, consapevolezza che conduce all' abbandono che è rifugio ma anche gogna. Altra cosa che noto, sottolineata da quel "ma non so cosa" è l' assenza di certezze e sicurezze, che non sono conosciute perchè inesistenti..

Frammento 1:
Il dover scegliere fra cose che si detestano ci dice che considerazione abbia il protagonista della realtà e del modo in cui l' affronta. Una citazione credo sottolinei come sia l' indecisione noncurante e un po' angosciosa e l' inerzia ad averla vinta:

Poichè ad un certo momento devo sognare o agire, mescolo una cosa con l' altra

Frammento 2:

Trascino, fino all'imbrunire, una sensazione di vita.


Provenendo dal fuori non sono stati da me voluti.


Nel mio cuore c'è una pace di angustia, e la mia quiete è fatta di rassegnazione.

Qui c'è il rapporto con l' esterno, è un rapporto difficoltoso vista la dimensione soggettiva che permea la vita del protagonista e che si manifesta come lo sguardo di chi non appartiene a quella realtà, che produce solo fastidio e rumore, e che viene quasi rigettata. Noto anche il modo di vivere e sentire: sbiadito. Così la pace è tormentata, quasi fastidiosa; la vita è una sensazione che viene trascinata. Eppure questo frammento inizia con una parole fortissima, vivificatrice quanto poche altre: Amo!

Letto il frammento 2... la poetica di Pessoa è eccellente, ma la cosa che mi turba assai è la mancanza di speranza (e la speranza è l'unica cosa che tiene in vita gli uomini!) :paura: la rassegnazione del protagonista (alias Pessoa) è veramente terrificante! Io che mi immedesimo nei libri che leggo è come precipitare in un abisso senza fine, non so se mi spiego, mi fa paura :paura: La vita di Pessoa dev'essere stata un incubo totale a occhi aperti! :? :paura:
Sono pienamente d' accordo, qui v'è abbandono, rassegnazione e nichilismo puro!
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Si tratta di osservazioni preliminari, sono sicuro che più in là conosceremo meglio il protagonista, che forse non si rivelerà dinamico ma sicuramente sarà caratterizzato da mille sfumature, intanto mi scuso per il mega post e la scomposizione quasi scientifica (che è una mostruosità, specie in un libro del genere) di un qualcosa che è fortemente emotivo; mi giustifico così: volevo studiare Soares per iniziare a conoscerlo.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Ripeto la richiesta di malafi scritta in altra sede: voglio vedere anche io la tua carta d'identità :mrgreen: :ad:.
Scherzi a parte, sono davvero contenta che questo libro ti stia già piacendo, anche se come termine è riduttivo, perché secondo me questo libro non piace solo, ma pervade l'anima, prende il cuore e la mente, avvolge tutto il nostro essere... e che sarai dei nostri in questa splendida immersione nell'inquietudine più estrema :wink:.
 

bonadext

Ananke
Io sono arrivato al 50.

@Mine se mi posti il numero 46 :wink:, visto che mi riguarda in prima persona, almeno ho qualcosa in comune anche con Pessoa :paura: sembrano i miei pensieri che li ha pensati qualcun altro, da paura!! :OO questo è un frammento rivelatore, ed è sublime :ad:
 
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