30° Poeticforum - Le poesie che amiamo

Ondine

Logopedista nei sogni
Fotografie

Bisogno di ricordare,
di sentire ancora
gesti d'amore,
cose e persone care.
Illusione vana
d'imprigionare il tempo...


Mi rispecchio in questa strofa.
E' proprio questo che mi spinge a rivedere alcune foto: il bisogno, o meglio l'illusione, di rivivere le emozioni del passato, unicamente quelle legate a persone a cui ho voluto bene e che non dimentico per il bene ricevuto.
Mi è capitato al contrario di distruggere foto di persone che voglio dimenticare.
Per quanto riguarda le mie foto riconosco la malinconia di cui parla maclaus per il tempo che passa ma nello stesso tempo spero che il futuro sia migliore per me.
Mi piace molto il messaggio finale di speranza.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Non lo so, penso che nella poesia l'amore si è intrecciato con la paura.
"...E di te mi pesa adesso la presenza.
...................................................
e l’illuminante verità, quanto ovvia
nel mio deserto, traumatica, scoprire:
io sono te!"

Francamente, non capisco il motivo di questa paura: o non puoi essere come tuo padre, o sei troppo simile a lui.
Magari ho tradotto male la poesia.

Dalla sua esistenza ho imparato come/cosa non volevo essere.
Alla fine mi ritrovo ad avere fallito in questo proposito.
Mio malgrado.
Ed allora, l'unica spiegazione è che io non sono io, ma lui.

:boh:
 
Ultima modifica:

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Commento della poesia di Hot. Devo ammettere che la ho riletta più volte, non mi è sembrata molto chiara. Comunque molto bella, come si diceva, l'idea di un legame così forte e ancestrale col proprio sangue, in un miracolo della rigenerazione del vecchio nel nuovo, che diventano quasi la stessa cosa, o meglio: che sono quasi la stessa cosa. A proposito della parvenza a tratti quasi autopsicoanalitica, mi par di notare una specie di angoscia che sembra aumentare man mano che la poesia s'avvicina alla fine.

l'autoanalisi può essere brutale, perchè la sua efficacia sta proprio nel non applicare nei propri confronti quei filtri, che sono invece normali nel relazionarsi con gli altri.
Considerando vieppiù, che il subconscio può invece mascherare la presunta auto-chiarezza come alibi, una rassicurante forma di autopunizione che ti illude, come dire, di quadrare il cerchio.
Gli altri possono capire come no, e neppure se stessi si può talvolta riscontrare "l'inganno"; e appunto solo uno psicanalista -che non può perciò essere neppure se stessi- ne può trovare la chiave: ma questa è una poesia e non una seduta dallo strizzacervelli... e come tale va letta, assorbendone ciò che si ritiene atto per se stessi, a prescindere da come ne sia coinvolto l'autore.
Come altri ti riconoscono, mi associo nel dirti che sei persona molto intelligente e sensibile, con l'unica differenza che non aggiungo "pur nella tua giovane età", ma di questa ne faccio proprio la causa.
Hai perfettamente colto l'escalation dell'angoscia, che era premeditatamente voluto nella composizione, per sortire un effetto di crescendo rossiniano emozionale che le desse forza.
Il senso di tale angoscia, se ne sei interessato, lo puoi leggere sintetizzato nella mia risposta alla nostra amica Olga.

Un cordiale saluto

:)
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
La terza poesia è del nostro maclaus :YY

Rivivono emozioni
tra le mani.
Attimi fugaci
di espressioni gaie,
di momenti felici.
Frammenti di passato
ormai remoto...
Bisogno di ricordare,
di sentire ancora
gesti d'amore,
cose e persone care.
Illusione vana
d'imprigionare il tempo...

Tra le dita restano
i ricordi e i rimpianti.
Teneri istanti
strappati
all'inarrestabile
giostra del destino...

Brucia la sua legna
il fuoco
e dirada i ricordi
la malinconia
di chi ha visto l'età
passare e fuggire via,
mentre guarda
con stupore
chi del tempo
ancora ne coglierà
la sua parte migliore...

(maclaus)

Prima cosa, dello stile di Mac adoro il respiro dato dagli a capo -una mia antica predilezione nell'espressione scritta-, che meglio di qualsiasi punteggiatura riflette la ritmica emozionale del pensiero.
Si potrebbe chiosare che è tutto l'opposto di Hayden Carruth, ma domandarsi al contempo perchè quella di lei sarebbe invece prosa in quanto priva di rime, metrica, e frequenti a capo...
credo che in sostanza entrambe le composizioni spicchino poeticamente per la dote di fondo: sono fotografie scritte di quello che nel cuore/animo/pensiero passa in un attimo come in anni di esistenza, e sono espresse con raffinato linguaggio quasi onirico, che colpisce direttamente al cuore il lettore, che come collegandosi elettricamente si trova coinvolto dualmente nella stessa sfera.
Mac qui mostra la grande maturità raggiunta, sia compositiva che come persona. Le sue strofe scorrono leggere ma profonde, e più che leggersi si assorbono, si vivono.
L'ultima strofa è la magistrale essenza di questa poesia: chi vede il proprio tempo volgere al termine guarda quasi con tenerezza i giovani, che l'esistenza ancora stanno incominciando a vivere. Potrebbe cogliersi quasi un compatimento per via di quello che anche loro analogamente penseranno alla fine, ma il buon Mac, anche in quanto credente, non ritiene che per questo l'esistenza sia inutile e vana: il suo è un messaggio di vita, laddove questa dà alla fine bei ricordi e perchè no rimpianti, come all'inizio la consapevolezza di averne davanti la parte migliore.

Bravissimo Mac

:ad:
 

maclaus

New member
Prima cosa, dello stile di Mac adoro il respiro dato dagli a capo -una mia antica predilezione nell'espressione scritta-, che meglio di qualsiasi punteggiatura riflette la ritmica emozionale del pensiero.
Si potrebbe chiosare che è tutto l'opposto di Hayden Carruth, ma domandarsi al contempo perchè quella di lei sarebbe invece prosa in quanto priva di rime, metrica, e frequenti a capo...
credo che in sostanza entrambe le composizioni spicchino poeticamente per la dote di fondo: sono fotografie scritte di quello che nel cuore/animo/pensiero passa in un attimo come in anni di esistenza, e sono espresse con raffinato linguaggio quasi onirico, che colpisce direttamente al cuore il lettore, che come collegandosi elettricamente si trova coinvolto dualmente nella stessa sfera.
Mac qui mostra la grande maturità raggiunta, sia compositiva che come persona. Le sue strofe scorrono leggere ma profonde, e più che leggersi si assorbono, si vivono.
L'ultima strofa è la magistrale essenza di questa poesia: chi vede il proprio tempo volgere al termine guarda quasi con tenerezza i giovani, che l'esistenza ancora stanno incominciando a vivere. Potrebbe cogliersi quasi un compatimento per via di quello che anche loro analogamente penseranno alla fine, ma il buon Mac, anche in quanto credente, non ritiene che per questo l'esistenza sia inutile e vana: il suo è un messaggio di vita, laddove questa dà alla fine bei ricordi e perchè no rimpianti, come all'inizio la consapevolezza di averne davanti la parte migliore.

Bravissimo Mac

:ad:

Grazie Hot.
Sentivo di dovertelo scrivere...:ABBB
 

Marzati

Utente stonato
Leggendo la poesia di maclaus mi son reso conto che è molto più breve di quanto guardandola sembrasse.
Anche in questo componimento si sente il ricambio generazionale ma anche un ripetersi e un rigenerarsi della vita:
chi del tempo
ancora ne coglierà
la sua parte migliore...

Inoltre, trovo molto bello il riferimento al fuoco che riscalda, irradia eppure è destinato a consumarsi, molto in tema con la malinconia e la tristezza per il tempo che fugge. Probabilmente, come diceva Hot, nel pensiero di maclaus c'è una sorta di fiducia dovuta al suo pensiero religioso; anche io sento molto il dolore della consapevolezza che tutto quanto costruito, tutto quanto vissuto e provato è destinato all’ abisso dell’ infinito nulla. Chiedo venia se vado oltre il seminato* ma, secondo me, questa convinzione è certamente il frutto della mia interpretazione personale, ma è anche dovuta all’ autore che ritengo ne abbia trasfuso, più o meno consciamente, una parte in questa poesia.
* per la natura intimissima e delicatissima del tema

Frammenti di passato
ormai remoto...
 

maclaus

New member
Leggendo la poesia di maclaus mi son reso conto che è molto più breve di quanto guardandola sembrasse.
Anche in questo componimento si sente il ricambio generazionale ma anche un ripetersi e un rigenerarsi della vita:
chi del tempo
ancora ne coglierà
la sua parte migliore...

Inoltre, trovo molto bello il riferimento al fuoco che riscalda, irradia eppure è destinato a consumarsi, molto in tema con la malinconia e la tristezza per il tempo che fugge. Probabilmente, come diceva Hot, nel pensiero di maclaus c'è una sorta di fiducia dovuta al suo pensiero religioso; anche io sento molto il dolore della consapevolezza che tutto quanto costruito, tutto quanto vissuto e provato è destinato all’ abisso dell’ infinito nulla. Chiedo venia se vado oltre il seminato* ma, secondo me, questa convinzione è certamente il frutto della mia interpretazione personale, ma è anche dovuta all’ autore che ritengo ne abbia trasfuso, più o meno consciamente, una parte in questa poesia.
* per la natura intimissima e delicatissima del tema

Frammenti di passato
ormai remoto...

...bravo Marzati: "...è molto più breve di quanto guardandola sembrasse"...la vita terrena.
Hai capito tutto. :ad:
 

shvets olga

Member
La terza poesia è del nostro maclaus :YY

Rivivono emozioni
tra le mani.
Attimi fugaci
di espressioni gaie,
di momenti felici.
Frammenti di passato
ormai remoto...
Bisogno di ricordare,
di sentire ancora
gesti d'amore,
cose e persone care.
Illusione vana
d'imprigionare il tempo...

Tra le dita restano
i ricordi e i rimpianti.
Teneri istanti
strappati
all'inarrestabile
giostra del destino...

Brucia la sua legna
il fuoco
e dirada i ricordi
la malinconia
di chi ha visto l'età
passare e fuggire via,
mentre guarda
con stupore
chi del tempo
ancora ne coglierà
la sua parte migliore...

(maclaus)

Dico la mia (critico, amando):
La poesia è un chiaro spartiacque, divisione netta, tra giovinezza e la vecchiaia, tra energia e stanchezza.
Quanti sono le parole ( i verbi) pessimistiche, tristi, ho l'impressione che fotografia successiva è una foto sulla lapide.
Non riconosco “il mio maclaus” - acceso e luminoso.
 

maclaus

New member
Dico la mia (critico, amando):
La poesia è un chiaro spartiacque, divisione netta, tra giovinezza e la vecchiaia, tra energia e stanchezza.
Quanti sono le parole ( i verbi) pessimistiche, tristi, ho l'impressione che fotografia successiva è una foto sulla lapide.
Non riconosco “il mio maclaus” - acceso e luminoso.

Cara Olga,
quando scrivo, lo faccio di getto...le parole escono da sole dalla mia stilografica e non le cambio mai più. Raramente capita che rilegga una poesia e riscrivo o correggo qualcosa.
Per me la poesia è uno stato d'animo. E' la fotografia dei sentimenti che in quell'istante preciso ho nella testa e nel cuore e che fanno muovere la mia mano sul foglio bianco...
Questa poesia l'ho scritta in un momento particolare e molto triste per me. Quindi se hai colto (come al solito) il significato vero di quello che ho scritto vuol dire che allora le parole hanno tradotto esattamente cosa avevo in testa e nel cuore in quel momento...
E' vero, hai ragione: nella vita cerco sempre di essere positivo, fiducioso... cerco sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno e mai mezzo vuoto.
Ma anch'io ho i momenti difficili...e magari, se scrivo in quei momenti, la poesia riflette, con sincerità, il mio stato d'animo.
Nel caso specifico, visto che questo bel poeticforum dà la grande opportunità all'autore di "spiegare" quello che scrive, ne approfitto per rivelare il come, il quando e il perché della poesia: non sono io il protagonista. Siamo davanti a un caminetto e una persona a me cara sta guardando fotografie di chi non c'è più... nel gruppo siede anche un bambino e il momento che io colgo lo sguardo di questa persona verso il bambino, è l'immagine finale: "lo stupore" è la scoperta, la piena comprensione in quell'istante che la vita è una giostra che non si ferma mai e ognuno di noi da bambino vi sale sopra e, prima o poi, scenderà per lasciare il posto ad un altro bambino...
Cara Olga, forse hai colto solo il lato triste, ma il finale, per me, è una speranza...
La lapide no. Se c'è un posto bugiardo, per me, è il cimitero. Le bugie e l'ipocrisia sono i padroni delle lapidi.
Io sono per la vita. Sempre. :)
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Echi di lingua madre

Scottate la lingua sulla fiamma viva
levatele la pelle
tagliatela a fettine.
Fate appassire in frasi fatte le parole.
Aggiungete una rosa, petali e spine,
portate a bollore
con un po' di buon rimpianto,
salate, leggete.
Il tempo di cottura non è stabilito
provate a parlare di tanto in tanto.
Se qualcuno vi risponde
o qualcosa vi risuona dentro
staccate dal fondo
spegnete il fuoco.
Servite caldissima.

Eva Taylor
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Prossima poesia

Li nummeri

Conterò poco, è vero:
- diceva l'Uno ar Zero –
- ma tu che vali? Gnente: propio gnente
sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso vôto e inconcrudente.

Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.

È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.

Trilussa
 

Marzati

Utente stonato
Li nummeri

Conterò poco, è vero:
- diceva l'Uno ar Zero –
- ma tu che vali? Gnente: propio gnente
sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso vôto e inconcrudente.

Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.

È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.

Trilussa
Non conoscevo Trilussa, che strano leggere poesie in vernacolo. Mi piace il ritmo del componimento, tremendamente serio il messaggio. Noto un sorta di sentore ironico, non so se voluto; comunque il dialetto, forse per "pregiudizio", non mi permette di attribuire serietà al componimento. In ogni modo lo farò girare fra alcuni amici, credo ne varrà la pena. Simpaticissimo poesia.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Non conoscevo Trilussa, che strano leggere poesie in vernacolo. Mi piace il ritmo del componimento, tremendamente serio il messaggio. Noto un sorta di sentore ironico, non so se voluto; comunque il dialetto, forse per "pregiudizio", non mi permette di attribuire serietà al componimento. In ogni modo lo farò girare fra alcuni amici, credo ne varrà la pena. Simpaticissimo poesia.

Sì, Trilussa usa sempre l'ironia per mandare messaggi più che seri. A me piace molto.
 

maclaus

New member
Trilussa (che è l'anagramma di Salustri, cognome del poeta) in tutti i suoi componimenti usa l'ironia come "presa per i fondelli" del potere e, specialmente della dittatura, di Mussolini e dei fascisti. Nello specifico, questa è' una geniale metafora che paragona chi segue il "dittatore" ad uno "zero". In effetti, è proprio così. Chi ama seguire un dittatore, è moralmente e intellettualmente uno "zero". Uno che rinuncia alla sua dignità di persona libera, che rinuncia a quanto ha di più prezioso: la sua individualità.
Ricordo che qualche anno fa hanno trasmesso in tv una bella fiction su Trilussa interpretata dal grande Gigi Proietti, che rendeva bene l'idea del mondo dove viveva il poeta e della sua grande umanità e di come si faceva beffe del potere...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Inseriamo la prossima poesia da commentare ...

Ode saffica (aprile 1905)


Io vivo fuori del mondo reale
Vivo in un sogno, vivo in un idea
un’idea che m’innalza, mi ricrea nella miseria
Il sangue nelle vene si ravviva
come i ruscelli al cader della pioggia.
Io schiavo del pensier ora divenni un sognatore.
Gli strali del mio povero cervello
Che il cuore a me uccidevano ed il mondo s’arrestano,
si smussano placati interrogando.
Una forma gentile li ha domati
a lei l’ardita piegano carne
si prostrano all’imagine adorata muti ammirando.
Tra i lampi del pensiero annientatore fra le battaglie,
fra le delusioni te vidi pura e fulgida fanciulla nell’innocenza.

Carlo Michelstaedter
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Ode saffica

Di questa poesia mi ha colpito subito il titolo, il poeta sembra far riferimento alla poetessa Saffo.
Leggendo la poesia ho avuto la sensazione che il poeta si rivolgesse ad una donna, che non menziona ma descrive come "immagine adorata" e "pura e fulgida fanciulla".
Secondo me il poeta descrive lo stato di innamoramento che lo fa vivere nel sogno, fuori dal mondo reale, e che gli ravviva il sangue nelle vene e che domina la sua razionalità.
Infatti il pensiero del suo amore placa tutti i dubbi sull'esistenza e tutto acquista una nuova forma, tutto assume un aspetto più gentile.
In fondo è così che ci si sente quando siamo innamorati, almeno secondo me, più vivi, più sognatori, il mondo appare più bello.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
La prossima poesia è della nostra Evy :HIPP

Prosciugata

Prosciugata
Di parole che non porteranno a niente
Prosciugata
Di sentimenti sparsi nel vento
Liberi di essere presi
Da chiunque voglia respirarmi
Prosciugate
le mie lacrime
versate
in attesa di nuova pioggia
per irrorare la mia linfa
e riempirmi di me
e rifiorire

Eva Bosi (la nostra Evy :wink:) dalla raccolta Eva contro Eva
 
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