Neppure io amo Picasso, e nemmeno il senso di disordine delle sue opere.
Picasso era stato incaricato a gennaio dal governo spagnolo di dipingere un’opera che rappresentasse la Spagna all’Esposizione Universale di Parigi del 1937, e l'opera inizialmente era nata per commemorare la morte di un famoso torero dell'epoca e si intitolava En muerte del torero Joselito.
Il bombardamento di Guernica in aprile lo spinse a realizzare in fretta questo quadro, diventato emblema e denuncia contro la guerra per l'immediatezza con cui raffigura persone, animali, ed edifici straziati dalla violenza e dal caos del bombardamento a tappeto, dando efficacemente il senso della disumanità, brutalità e disperazione della guerra, e la crudeltà del bombardamento di civili.
Nell'opera però non ci sono elementi che richiamino al luogo e al tempo; niente ci indica che si tratti di un bombardamento. Mostra piuttosto gli effetti della violenza, una casa distrutta, persone, bambini e animali urlanti o morti.
L'alto senso drammatico nasce dalla deformazione dei corpi, dalle linee che si tagliano vicendevolmente, dalle lingue aguzze che fanno pensare ad urli disperati e laceranti, dall'alternarsi di campi bianchi, grigi, neri, che accentuano la dinamica delle forme contorte e sottolineano l'assenza di vita a Guernica. Le figure hanno tratti deformati per accentuare espressionisticamente la brutalità dell’evento. Sulla sinistra una donna si dispera con in braccio il figlio morto. In basso è la testa mutilata di un uomo. Sulla sinistra, tra case e finestre, appaiono altre figure. Alcune hanno il volto incerto di chi si interroga cercando di capire cosa sta succedendo. Un’ultima figura sulla destra mostra il terrore di chi cerca di fuggire da case che si sono improvvisamente incendiate.
Dopo l'esposizione di Parigi, quando il governo repubblicano era ormai caduto, Picasso non permise che il suo dipinto più famoso venisse esposto in Spagna, dichiarando esplicitamente che avrebbe potuto tornarvi solo dopo la fine del franchismo.
Nel corridoio che si trova davanti alla sala del Consiglio di Sicurezza dell'ONU si trova un arazzo che riporta il famoso quadro di Picasso, Guernica, che viene riprodotta alle spalle dei relatori. Quindi, quando i politici escono a fare dichiarazioni per la stampa, l'arazzo viene inquadrato in secondo piano. Negli anni in cui si discuteva di un'eventuale guerra "preventiva" in Iraq, i vertici ONU non hanno però ritenuto opportuno farsi riprendere con un tale manifesto dello scempio della guerra e l'arazzo è stato quindi coperto da un drappo blu. Il commento di Fred Eckhard (portavoce ONU) in merito è stato che il misto di bianchi, neri e grigi dell'arazzo produceva un effetto di confusione visiva.