Cinquantaduesimo Artisticforum - Le nostre opere d'arte preferite

Tatia

Member
Ds217ahXcAAZc38.jpg:large


Claude Monet, The Rocks at Pourville

Seconda proposta :wink:

E' molto cupo, ma mi piace il contrasto con il bianco delle onde.
 

ariano geta

New member
Bello il confronto che si può fare tra le Onde di Hokusai e quelle di Claude Monet.

Vero. Forse l'opera di Hokusai, nonostante il soggetto, è più serena. Sarà per i colori più uniformi e distesi.

Peraltro gli impressionisti hanno preso molti spunti dalle stampe giapponesi, che si diffondevano in Europa proprio in quel periodo in seguito agli eventi storici che costrinsero il Giappone a interrompere il proprio isolamento, perciò è assai probabile che Monet conoscesse bene "L'onda a Kanagawa" e gli piacesse come opera.
 

Starling

Member
Peraltro gli impressionisti hanno preso molti spunti dalle stampe giapponesi, che si diffondevano in Europa proprio in quel periodo in seguito agli eventi storici che costrinsero il Giappone a interrompere il proprio isolamento, perciò è assai probabile che Monet conoscesse bene "L'onda a Kanagawa" e gli piacesse come opera.

Possibilissimo. Van Gogh era un grande collezionista di stampe giapponesi (mi pare che avesse dipinto anche una sua versione di una stampa di Hiroshige)
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Bellissimo il quadro di Monet. Sembra esserci una figura umana sulla riva pronta a sfidare il mare che è di due colori, il nero della sconfitta e il bianco della riuscita; forse per via di questa dualità mi inquieta un po', ma non mi incupisce.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
01.jpg


Renato Guttuso - Crocifissione, 1940-41, olio su tela.

Ecco a voi il prossimo quadro, perfetto per questo periodo.
 

qweedy

Well-known member
01.jpg


Renato Guttuso - Crocifissione, 1940-41, olio su tela.

Ecco a voi il prossimo quadro, perfetto per questo periodo.


"Crocifissione" è certamente uno dei quadri più famosi di Guttuso e uno dei più importanti perché lo rivela al pubblico e alla critica.
E' una tela di grandi dimensioni (200×200 cm) dipinta dal celebre pittore siciliano Renato Guttuso nel 1941 e si è subito segnalata per la sua forte carica espressiva, rivoluzionaria e, secondo la Chiesa cattolica anche eretica, soprattutto per la presenza della figura della Maddalena nuda; scelta quest'ultima che valse all'autore l'appellativo di "pictor diabolicus". L’opera suscitò scalpore e sgomento, non già per il tema raffigurato, bensì per come essa fu reinterpretata dall’artista.
Guttuso ha ambientato la scena in un interno e ha utilizzato uno schema spaziale del tutto nuovo con la disposizione delle tre croci non una di fianco all'altra ma in diagonale una dietro l'altra secondo uno schema simile a quello seguito da Rembrandt nel disegno Cristo in croce tra i due ladroni. Il cavallo bianco ricorda Guernica.

Il paesaggio del resto non è certo quello del Golgota ma presenta delle asperità che ricordano piuttosto i luoghi della memoria di Guttuso, cioè la Sicilia.
Sciascia ha scritto giustamente che: Qualunque cosa volle dipingere dipinse sempre la Sicilia.

"La nudità dei personaggi non voleva avere intenzione di scandalo. Era così perché non riuscivo a vederli, a fissarli in un tempo: né antichi né moderni, un conflitto di tutta una storia che arrivava fino a noi. Mi pareva banale vestirli come ogni tentativo di recitare Shakespeare in frac, frutto di una visione decadente. Ma, d'altra parte, non volevo soldati vestiti da romani: doveva essere un quadro non un melodramma. Li dipinsi nudi per sottrarli a una collocazione temporale: questa, mi veniva da dire, è una tragedia di oggi, il giusto perseguitato è cosa che soprattutto oggi ci riguarda. Nel fondo del quadro c'è il paesaggio di una città bombardata: il cataclisma che seguì la morte di Cristo era trasposto in città distrutta dalle bombe"

Questo è tempo di guerra e di massacri: gas, forche, decapitazioni, voglio dipingere questo supplizio del Cristo come una scena di oggi. Non certo nel senso che Cristo muore ogni giorno sulla croce per i nostri peccati ma come simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee.
 

ariano geta

New member
Lo conoscevo, era inserito in una selezione (ovviamente opinabile come tutte le selezioni) delle migliori opere pittoriche italiane.
Indubbiamente è un quadro di grande impatto, la scena è dinamica, drammatica, e la figura crocifissa di spalle spiazza in quanto siamo abituati a vederla in posizione frontale. Tra le crocifissioni anomale, una delle più belle insieme a quell'altra ugualmente celebre di Dalì.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Mi colpiscono il contrasto di alcune scelte: il realismo dei dettagli in primo piano (il coltello, forbici, chiodi e martello) e i colori che trasfigurano i corpi (il rosso del ladrone crocifisso in primo piano o il blu del cavallo cavalcato dal centurione).
Da notare il particolare del volto di Cristo nascosto dal braccio della croce in primo piano. Aggiunge pathos all'atmosfera.
 

Shoshin

Goccia di blu
01.jpg


Renato Guttuso - Crocifissione, 1940-41, olio su tela.



Non conosco molto bene l'opera di Guttuso.
Questo quadro mi ha fatto pensare al Caos.
Al disordine che predomina su ogni cosa.
Persino il volto di Cristo è nascosto,come la Verità
di cui Lui è depositario assoluto,e che con la sua morte
sulla Croce viene celata all'umanità.
È un'opera velata di dolore ed incertezza.
Una sorta di monito severo dell'artista all'animo di ogni uomo.
Un'opera senza tempo,e per questo attualissima.
Così mi sento di commentare questo quadro.
 

Tatia

Member
E' un quadro in cui spicca la violenza. Oltre alla crocifissione, come è stato già notato, molti oggetti che feriscono in primo piano, un contrasto molto duro tra colori che tra loro stridono e i tratti che definiscono le figure sono spigolosi anche quando dovrebbero essere più morbidi.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Il colore, seppure nitidamente definito o forse proprio per questo, crea una confusione dolorosa e rende il quadro ansiogeno. Lo stesso effetto è reso dalla nudità dei personaggi, quasi metaforica; sembra sottolineare l'impotenza del giusto oltraggiato, come lui lo chiama. La figura del Cristo non risalta rispetto a quella dei ladroni e a tutto il resto, anzi.
 

Tatia

Member
C'è tanta tristezza nei visi sia della bambina che negli altri.
Nella prima illustrazione seppur con colori pastello molto armonici e gradevoli risaltano il volto imbronciato della bimba e quello addormentato, ma non sereno, del "bambino", tutto rimanderebbe alla dolcezza con ciliege, ciambelle e panna, ma i due visi annullano l'effetto di tutta l'illustrazione.
Nella seconda immanine non c'è neanche il contrasto presente nella prima, è tutto malinconia e dolore, molto più forte e accentuato dall'uso del coltello, dallo sfondo nero, e i visi che non sono solo tristi ma sofferenti. I tratti di entrambe le opere mi piacciono molto, ma sono molto cupe, specialmente la seconda, in cui cui addirittura è presente il sangue.
 

qweedy

Well-known member
Questa illustratrice è bravissima! Le sue illustrazioni si ispirano alle fiabe, ai sogni, ai mondi incantati, ma rivelano anche un lato oscuro, inquietante e crudele.
Luoghi dai paesaggi colorati, pieni di delizie, mondi ricoperti di zucchero e apparente dolcezza dove un sussurro di ansietà incombe, popolati da creature surreali e da bambine solo all’apparenza docili. Le sue bambine non sorridono e dalla cipolla tagliata esce sangue. Le immagini dolci e amabili che disegna hanno quasi sempre un lato inquieto che fa capolino appena dietro l’angolo.

Da una sua intervista:

-Le tue Opere. Dov’è Nicoletta nei suoi quadri e chi è la sua Nemesi?
Sento le mie bambole come alter ego e come loro mi sento fragilissima. Cerco di trovare racconti dove posso esprimere forza e determinazione delle mie protagoniste, così esorcizzo le mie difficoltà e insicurezze. Esorcizzo la paura della solitudine, del cibo, di essere travolta dall’appetito e di crescere. Non mi sento ancora pronta a entrare nel mondo adulto.

-l tuo mondo Onirico. Sogni o incubi a occhi aperti?
Disegnare è dare un corpo ai miei piccoli incubi. Le mie bambine innocentemente sensuali seducono ma senza esserne del tutto consapevoli. È questo delicato passaggio che mi colpisce: il mistero dell’adolescenza, quando l’innocenza svanisce e si affaccia l’idea del peccato. Nel mio modo giocoso, amo suggerire una sensualità maliziosa, descrivo i piaceri, ma c’è sempre un senso di colpevolezza che aleggia su questi mondi fatti di cose dolci e amabili… c’è un lato inquietante che si svela.
 

ariano geta

New member
Mi piace lo stile di Nicoletta Ceccoli, probabilmente una delle sammarinesi più conosciute nel mondo. Trovo qualche similitudine con lo stile di Mark Ryden: stesso gusto per abbinare uno stile apparentemente "puccioso" a immagini inquietanti.
 
Alto