Copio dal GdL:
Che dire? come sempre in questi casi, sono seccatissima dal fatto di non capire le simbologie, che devono essere infinite. In superficie è una favola deliziosa, con personaggi surreali e animatissimi, piacevole per il gusto del nonsense e dei giochi di parole. Scavando un po' anche a me pare si stia parlando prevalentemente di incomunicabilità e della misteriosa trasformazione che avviene tra l'infanzia e l'età adulta. Spesso a me è sembrato che la parte dell'adulto qui sia assolta principalmente da Alice, che è costantemente alla ricerca di una ragionevolezza che continuamente sfugge. Oltre, purtroppo, non so andare. Ma ho trovato affascinante la figura della finta tartaruga, che nasce tartaruga, è tartaruga nell'aspetto, e che nessuno riconosce "finta", tranne lei stessa, che trae da questa convinzione motivo di infinita malinconia e di nostalgia perpetua... cosa avrà perso, della propria "realtà", tanto da non avvertirla più?