Hai ragione anche per me il pescatore costituisce la figura più bella insieme al Buddha; rappresenta l'ultimo maestro di Siddharta e forse il più importante, colui il quale lo traghetta dal mondo delle passioni, dell'attaccamento verso la compensione ultima dell'Unità.mi è piaciuto molto.il mio personaggio preferito sembrerà strano sentirlo ma è il pescatore,secondo me ha insegnato tanto a siddharta..non trovate?
Letto a 15 anni come era uso fare a quei tempi, gli anni 70, lettura penso importante in un periodo di formazione. Non lo rileggerei adesso
Letto a 15 anni come era uso fare a quei tempi, gli anni 70, lettura penso importante in un periodo di formazione. Non lo rileggerei adesso
A me è capitato di rileggerlo ultimamente. E concordo con voi: è un passaggio, può essere importante in un periodo di "formazione". Insegna (giustamente) ad essere disponibili ed aperti verso le esperienze della vita, a non avere pregiudizi, a ragionare con la propria testa. Ma l' "illuminazione" finale, quell' "immersione dell'io nel tutto" cui perviene alla fine il protagonista, concretamente non significa un tubo, non è una risposta al male di vivere. Di certo questo libro non è un capolavoro della letteratura.concordo non è uno scritto soggetto a rilettura, serve più che altro a marcare un periodo, è un passaggio.
Incredibile, ho letto questo autentico capolavoro, eppure non l'avevo commentato!
Beh, che dire, semplicemente stupendo.
Siddharta non accetta il fatto che la vita sia fatta solo delle cose materiali componenti il mondo, ritiene che vi sia qualcosa, qualcosa che sta oltre, e sin da bambino decide di mettersi alla ricerca di questo qualcosa (potrebbe essere definito come il senso della vita, ma mi sembra troppo eufemistico), lasciando la famiglia e partendo con l'amico Govinda.
Nel suo cammino arriva anche ad incontrare il famoso Buddha, ma Siddharta non si accontenta di una verità stabilita da altri, vuole trovare ciò che cerca attraverso un proprio cammino spirituale. Purtroppo nessuno è perfetto, ed anche un uomo moralmente irreprensibile come lui (si era appunto staccato da tutti i bisogni materiali, tipicamente umani) cade nel peccato, riuscendo però a risalire, e capendo infine che l'oggetto della sua ricerca non si può trovare, e che la vita va comunque vissuta appieno, meritando ogni singolo momento.
Per certi versi lo si può paragonare a "Nelle terre estreme" di Krakauer Jon.