nicole
b
Dovrei fare un breve commento per questo romanzo, ma mi trovo un po’ in difficoltà. E’ già la terza volta che cerco di mettere i miei pensieri per scritto. Spero che questa volta esce qualche cosa di sensato.
In primo luogo devo dire che sono rimasta completamente affascinata, lo trovo un romanzo davvero eccezionale partendo dal suo valore letterario, dai personaggi cosi bene delineati, profondi, dal linguaggio, dal ritmo della narrazione, e tante altre cose che fanno da un testo un romanzo. E già questo per se può bastare per definirlo un romanzo bellissimo.
Ma, oltre questo, c’è una idea che mi ha colpito molto, e che mi perseguita ancora.
Secondo me, il titolo L’idiota è una metafora per l’uomo perfetto di cui erano in ricerca tanti grandi filosofi, e che la Bibbia cerca a insegnarci di essere, e l’intero romanzo è una indiretta risposta a quelle teorie (però eviterei la teoria del Cristo).
La domanda è: come deve essere questo uomo perfetto? Di sicuro dovrebbe essere splendido: estremamente buono, puro, candido, altruista, fiducioso nel prossimo, caritatevole, generoso, ottimista, umile, aperto, ma nello stesso tempo riflessivo….
Solo che se una persona possiede tutte queste caratteristiche, per forza dovrebbe essere un bambino, una persona infantile, che non ha avuto nessuna esperienza diretta con la società. Per rendere più realistica questa persona bisogna necessariamente di mettere nel suo vicino passato un motivo dell’isolamento, e per ciò il principe è stato descritto come un ex paziente della casa di cura…. In tal modo l’autore riesce a introdurre il protagonista nel suo stato puro in società. Certamente, la società non riesce non solo a comprendere ma neanche ad accettare e tollerare un personaggio del genere e il finale è inevitabile… la totale distruzione della anima pura, perché neanche l’amore (il più profondo sentimento) è riuscito a purificare ne la passione, ne l’orgoglio….
In primo luogo devo dire che sono rimasta completamente affascinata, lo trovo un romanzo davvero eccezionale partendo dal suo valore letterario, dai personaggi cosi bene delineati, profondi, dal linguaggio, dal ritmo della narrazione, e tante altre cose che fanno da un testo un romanzo. E già questo per se può bastare per definirlo un romanzo bellissimo.
Ma, oltre questo, c’è una idea che mi ha colpito molto, e che mi perseguita ancora.
Secondo me, il titolo L’idiota è una metafora per l’uomo perfetto di cui erano in ricerca tanti grandi filosofi, e che la Bibbia cerca a insegnarci di essere, e l’intero romanzo è una indiretta risposta a quelle teorie (però eviterei la teoria del Cristo).
La domanda è: come deve essere questo uomo perfetto? Di sicuro dovrebbe essere splendido: estremamente buono, puro, candido, altruista, fiducioso nel prossimo, caritatevole, generoso, ottimista, umile, aperto, ma nello stesso tempo riflessivo….
Solo che se una persona possiede tutte queste caratteristiche, per forza dovrebbe essere un bambino, una persona infantile, che non ha avuto nessuna esperienza diretta con la società. Per rendere più realistica questa persona bisogna necessariamente di mettere nel suo vicino passato un motivo dell’isolamento, e per ciò il principe è stato descritto come un ex paziente della casa di cura…. In tal modo l’autore riesce a introdurre il protagonista nel suo stato puro in società. Certamente, la società non riesce non solo a comprendere ma neanche ad accettare e tollerare un personaggio del genere e il finale è inevitabile… la totale distruzione della anima pura, perché neanche l’amore (il più profondo sentimento) è riuscito a purificare ne la passione, ne l’orgoglio….