Convivenza VS Matrimonio

Nicole concordo su ciò che dici ovvero che anche in amicizia o in famiglia ci sono delle regole, però in questi ambiti sono io che mi do delle regole comportamentali date dal mio buon senso, non c'è un codice esterno che mi dice "se tu non fai così verrai punito".
Quindi non credo che le cose siano paragonabili :)

Cioè?
Punto UNO: le regole ci sono DAPERTUTTO. Questo è un fatto che è off topic di ogni discusione. Se tu credi che sei tu a scegliere queste regole, sbagli di grosso. Si tratta semplicemente delle regole che tu credi di scegliertele da sola, invece si tratta delle conclusioni che prima di te sono arrivati tanti.... e li rispettano tutti. Si tratta delle questioni "morali" e c'è una grande teoria dietro di lei che si chiama l'Etica. Stai nominando i codici morali, che in altre parole non sono altro che LE REGOLE NON SCRITTE, ma accettate da tutti. Se c'è una persona che non li rispetta, va bandita dalla società, o abbandonata dal marito e dall'amica... Prova solo cambiare i tuoi principi e dopo dimmi come si sono comportati i tuoi più cari. Stesso vale per una questione religiosa.
Punto due: :?? ho dimenticato quello che volevo dire ancora...:mrgreen:
 

Nikki

New member
Cioè?
Punto UNO: le regole ci sono DAPERTUTTO. Questo è un fatto che è off topic di ogni discusione. Se tu credi che sei tu a scegliere queste regole, sbagli di grosso. Si tratta semplicemente delle regole che tu credi di scegliertele da sola, invece si tratta delle conclusioni che prima di te sono arrivati tanti.... e li rispettano tutti. Si tratta delle questioni "morali" e c'è una grande teoria dietro di lei che si chiama l'Etica. Stai nominando i codici morali, che in altre parole non sono altro che LE REGOLE NON SCRITTE, ma accettate da tutti. Se c'è una persona che non li rispetta, va bandita dalla società, o abbandonata dal marito e dall'amica... Prova solo cambiare i tuoi principi e dopo dimmi come si sono comportati i tuoi più cari. Stesso vale per una questione religiosa.
Punto due: :?? ho dimenticato quello che volevo dire ancora...:mrgreen:


Sono completamente d'accordo. Se non si seguono le regole "sociali" non resta che vivere ai margini della società, ma non è per niente facile, se non impossibile...chissà quante volte ci ho provato e ancora adesso chissà se ho smesso! ma le regole ti raggiungono comunque..con questo non voglio dire che le regole siano un male, ma solo che è difficile a volte accettarle, ma soprattutto seguirle...però è impossibile fare altrimenti, per il nostro bene prima di tutto
 

fabiog

New member
Da non credente ritengo cmq che per chiunque sia credente di qualche religione(cristiana,musulmana, buddhista ,ebraica etc.)il seguire quelle che sono delle regole che caratterizzano la sua fede sia fondamentale.Questo non tanto perchè abbiano bisogno di chi dice loro cosa fare,ma pechè è radicato,almeno credo,nel concetto di fede.Se credo ho fede e se ho fede credo che ciò che la mia religione mi consiglia su come vivere sia per me il modo migliore possibile e proprio perchè ho fede non lo sento un sacrificio.Se guardiamo bene tutte le religioni hanno delle regole di base che coincidono perfettamente con quelle sociali,non c'è nessuna religione che mi dica di uccidere,rubare o sterminare (se mai sono alcuni dei loro rappresentanti che lo dicono deviando il messaggio religioso)quindi in questo caso accettare l regole della propria religione non è indice di esserene schiavo altrimenti vuol dire che vuoi vivere al di fuori della società civile.Poi ogni religione ha delle sue tradizioni da seguire e rispettare e se uno è credente non trovo niente di male se le segue non penso che le segua perchè abbia paura di essere punito ma perchè ritiene che siano giuste magari non riuscirà a seguirle al 100%,ma ci proverà.La cosa che ritengo importante è che se uno crede in una certa religione si sforzi di seguirne i precetti,trovo troppo di comodo dire "sono credente,ma faccio quello che voglio io" è come volersi iscrivere ad una maratona e poi arrivare al traguardo in macchina,oggi penso che molti si comportano in questo modo credono che basti dire di "credere" per essere a posto
 

Brethil

Owl Member
Cioè?
Punto UNO: le regole ci sono DAPERTUTTO. Questo è un fatto che è off topic di ogni discusione. Se tu credi che sei tu a scegliere queste regole, sbagli di grosso. Si tratta semplicemente delle regole che tu credi di scegliertele da sola, invece si tratta delle conclusioni che prima di te sono arrivati tanti.... e li rispettano tutti. Si tratta delle questioni "morali" e c'è una grande teoria dietro di lei che si chiama l'Etica. Stai nominando i codici morali, che in altre parole non sono altro che LE REGOLE NON SCRITTE, ma accettate da tutti. Se c'è una persona che non li rispetta, va bandita dalla società, o abbandonata dal marito e dall'amica... Prova solo cambiare i tuoi principi e dopo dimmi come si sono comportati i tuoi più cari. Stesso vale per una questione religiosa.
Punto due: :?? ho dimenticato quello che volevo dire ancora...:mrgreen:

Ma io non ho mai detto che sia sbagliato avere delle regole! :mrgreen:
Quello che voglio dire è che secondo me la sfera affettiva dovrebbe essere regolata solo ed esclusivamente da ciò che ognuno ritiene giusto e non da ciò che impone la religione.

Ad ogni modo sono molto curiosa di conoscere il parere di qualche utente credente :D
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io sono arrivata a semplificare al massimo, per cui va benissimo che ognuno si crei il proprio personale rapporto con Dio o chi per lui, ma non esiste per me che lo faccia una chiesa, una religione o una confessione, per avere il controllo sulle persone in modo unilaterale, nessuna regola imposta da parte loro la potrò mai accettare.
Per quanto riguarda le regole civili quelle le accetto perchè è possibile modificarle in modo democratico da parte dei cittadini.
Dove c'è reciprocità io porto massimo rispetto, dove non c'è credo sia abuso di potere e basta.
 

El_tipo

Surrealistic member
Da non credente ritengo cmq che per chiunque sia credente di qualche religione(cristiana,musulmana, buddhista ,ebraica etc.)il seguire quelle che sono delle regole che caratterizzano la sua fede sia fondamentale.Questo non tanto perchè abbiano bisogno di chi dice loro cosa fare,ma pechè è radicato,almeno credo,nel concetto di fede.Se credo ho fede e se ho fede credo che ciò che la mia religione mi consiglia su come vivere sia per me il modo migliore possibile e proprio perchè ho fede non lo sento un sacrificio.Se guardiamo bene tutte le religioni hanno delle regole di base che coincidono perfettamente con quelle sociali,non c'è nessuna religione che mi dica di uccidere,rubare o sterminare (se mai sono alcuni dei loro rappresentanti che lo dicono deviando il messaggio religioso)quindi in questo caso accettare l regole della propria religione non è indice di esserene schiavo altrimenti vuol dire che vuoi vivere al di fuori della società civile.Poi ogni religione ha delle sue tradizioni da seguire e rispettare e se uno è credente non trovo niente di male se le segue non penso che le segua perchè abbia paura di essere punito ma perchè ritiene che siano giuste magari non riuscirà a seguirle al 100%,ma ci proverà.La cosa che ritengo importante è che se uno crede in una certa religione si sforzi di seguirne i precetti,trovo troppo di comodo dire "sono credente,ma faccio quello che voglio io" è come volersi iscrivere ad una maratona e poi arrivare al traguardo in macchina,oggi penso che molti si comportano in questo modo credono che basti dire di "credere" per essere a posto

mi dispiace ma posso essere solo parzialmente d'accordo con il tuo discorso. Benchè sia vero, nella maggior parte dei casi, che le regole della società civile, che persone non credenti come me e te seguono, coincidano con alcuni "orientamenti" religiosi, questo non deve essere un elemento discolpante nei riguardi di una organizzazione che commette altri tipi di reati.
Se la Mafia di punto in bianco cominciasse a lottare per un tuo stesso ideale, tu smetteresti di combatterla?

in riferimento a coloro che siano convinti che le regole civili siano democraticamente modificabili, non si può negare che cambare una regola, nel nostro paese, è impossibile se prima non si fanno i conti con questa organizzazone. Parlare di etica, in Italia, vuol dire fare i conti con un potere forte conservatore, non suscettibile di elezione. Tale potere si basa su teorie vecchie di secoli, ed è incapace di rinnovarle e di fare i conti con il mondo.
Questo è il vero motivo per cui noi sentiamo così tanto il peso di questa discussione, perchè è un esempio di mancanza di libertà
 

fabiog

New member
Un momento non confondiamo ciò che sia fede con quello che alcuni rappresentanti delle varie religioni possono aver fatto nei secoli passati o fanno ancora oggi.Legare la religione ad un suo uso politico è quanto di più sbagliato ci possa essere,ma io parlavo di fede in un Dio per chi ce l'ha e chi ha questa fede segue i precetti della religione che ha scelto ma sottolineo della religione non del suo rappresentante in terra che può usarla a suo vantaggio.Faccio esempio se io fossi un credente cristiano cercherei di seguire ciò che Gesù mi ha insegnato(il perdono,l'amore il sacrificio etc.)se il Papa mi parla di Inquisizione che nulla ha a che fare con i precetti cristiani non lo si segue,quindi non confondiamo fede e uso che gli uomini possono fare della religione, per me la religione non fa male a nessuno è l'uomo che la usa che può far male.Non capisco a cosa ti riferisci quando parli di cambiare regole civili(cioè quali cambieresti?)e chi ne sarebbe un ostacolo ne ho forse un idea ,ma se vuoi rispondermi tu evito di dare un parere sbagliato prima di sentire la tua
 

El_tipo

Surrealistic member
Faccio esempio se io fossi un credente cristiano cercherei di seguire ciò che Gesù mi ha insegnato(il perdono,l'amore il sacrificio etc.)se il Papa mi parla di Inquisizione che nulla ha a che fare con i precetti cristiani non lo si segue,quindi non confondiamo fede e uso che gli uomini possono fare della religione, per me la religione non fa male a nessuno è l'uomo che la usa che può far male.

lo sapevo che avevo inteso male una tua frase! anche tu convieni sul fatto che le organizzazioni umane derivanti dalle idee religiose sono una mera astrazione ed utilizzano concetti teleologici per imporre una linea di pensiero e per accumulare denaro, cosa che in sè costituisce un gravissimo reato?
Io credo che il mio discorso appare antipatico e pretenzioso perchè tocca un argomento su cui c'è un certo tabù. Ma se si riuscisse a togliere questo velo, il paragone con Vanna Marchi sarebbe molto più palese.
Immaginiamo per un attimo che qualcuno, un giorno, riuscisse a dimostrare che non esiste nessun Dio e nessuna religione; chi pagherebbe in questo caso per oltre 2000 anni di imbrogli e soprusi? non mi riferisco solo ai grossi scandali della chiesa, ovvero le crociate, le indulgenze, l'inquisizione ecc. Chi pagherebbe per tutte le persone imbrogliate su fedi e vite eterne, su principi. Chi pagherebbe per le vite dei martiri della chiesa, per le vite dei sacerdoti, uomini comuni che si troverebbero ad aver rinunciato alla propria vita per nulla.
Chi pagherebbe? ci sarebbe stato un delitto più grande di questo nella storia dell'umanità?

Non capisco a cosa ti riferisci quando parli di cambiare regole civili(cioè quali cambieresti?)e chi ne sarebbe un ostacolo ne ho forse un idea ,ma se vuoi rispondermi tu evito di dare un parere sbagliato prima di sentire la tua

mi riferisco a tutto ciò che riguarda i diritti civili. Le coppie degli omosessuali, oppure le forme di matrimonio che comprendono più di 2 persone. Indipendentemente da se queste cose siano da noi in prima persona condivisibili, io vorrei vivere in una società che non si chiuda in se stessa, ma che sia sempre pronta ad accettare i cambiamenti. Una cosa che si dovrebbe chiamare libertà
 

Nikki

New member
lo sapevo che avevo inteso male una tua frase! anche tu convieni sul fatto che le organizzazioni umane derivanti dalle idee religiose sono una mera astrazione ed utilizzano concetti teleologici per imporre una linea di pensiero e per accumulare denaro, cosa che in sè costituisce un gravissimo reato?

cioè quale reato?


Io credo che il mio discorso appare antipatico e pretenzioso perchè tocca un argomento su cui c'è un certo tabù. Ma se si riuscisse a togliere questo velo, il paragone con Vanna Marchi sarebbe molto più palese.
Immaginiamo per un attimo che qualcuno, un giorno, riuscisse a dimostrare che non esiste nessun Dio e nessuna religione; chi pagherebbe in questo caso per oltre 2000 anni di imbrogli e soprusi? non mi riferisco solo ai grossi scandali della chiesa, ovvero le crociate, le indulgenze, l'inquisizione ecc. Chi pagherebbe per tutte le persone imbrogliate su fedi e vite eterne, su principi. Chi pagherebbe per le vite dei martiri della chiesa, per le vite dei sacerdoti, uomini comuni che si troverebbero ad aver rinunciato alla propria vita per nulla.
Chi pagherebbe? ci sarebbe stato un delitto più grande di questo nella storia dell'umanità?

Io credo che la questione posta in questi termini sia un po' troppo semplificata. Credo che la religione in sé non sia subordinata e non dipenda dall'esistenza reale di un dio, ma dalla esigenza umana di credere in qualcosa. La religione offre qualcosa in cui credere. Se per assurdo si provasse che questo qualcosa è fasullo...non vedo che risarcimento si possa pretendere (preteso naturalmente per assurdo :mrgreen:) da una istituzione (religione) che ha fornito speranza e fiducia a chi in effetti le richiedeva a gran voce.
E' uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!
 

Mizar

Alfaheimr
Beh ogni società si impone delle regole, anzi è quasi una tautologia: la società è un sistema di regole che i componenti accettano con l'adesione alla società (naturalmente ognuno è libero di andare a vivere nella giungla per i fatti suoi). Le regole sono necessarie per l'esistenza stessa della società. La fonte naturalmente è variabile (stato, religione, gruppi sociali), ma il principio è lo stesso. E tutte le regole alla fine interagiscono proprio con la sfera affettiva morale: nel momento in cui indirizzi la tua condotta in una direzione piuttosto che un'altra, il tuo agire si riverbera anche sulla tua moralità/psicologia necessariamente.
Alcune regole non sono direttamente necessarie alla sopravvivenza della società (come può esserlo invece la regola Non uccidere), ma mirano a dar valore a determinati elementi, come la famiglia p.es., nella convinzione che ciò arricchisca lo spirito, quindi l'uomo, quindi la società. In ultima analisi, sono pur sempre regole che mirano al benessere sociale.
Il matrimonio è un rito che ci viene tramandato e tutto in esso mira a dar valore e significato al legame che si sta instaurando: la collettività viene chiamata a testimoniare, persino dio, il prete (che dovrebbe essere una figura simbolica di guida) sancisce l'unione con la sua autorità, ecc.
In questo contesto è determinante l'importanza del rito, come elemento che dà sicurezza, importanza, ma soprattutto legittimità agli atti che si compiono. In questo senso credo che abbia ragione Dory.
Naturalmente i membri di una determinata società credono che determinante cose (es. matrimonio) vadano fatte in un determinato modo (in chiesa ecc.), altrimenti la società sarà punita dal dio in questione (timore atavico!)
Ho letto un libro della Margaret Mead Sesso e temperamento (sesso nel senso di genere sessuale) dove emerge molto chiaramente l'importanza delle tradizioni e dei rituali per le società.
Fortunatamente non viviamo una società chiusa, non abbiam bisogno di fuggire nella giungla per sottrarci alle regole di un gruppo che sociale che non condividiamo e credo che la citazione di Voltaire riportata da Nicole dovrebbe costituire la prima regola di condotta morale di tutti noi.

Da non credente ritengo cmq che per chiunque sia credente di qualche religione(cristiana,musulmana, buddhista ,ebraica etc.)il seguire quelle che sono delle regole che caratterizzano la sua fede sia fondamentale.Questo non tanto perchè abbiano bisogno di chi dice loro cosa fare,ma pechè è radicato,almeno credo,nel concetto di fede.Se credo ho fede e se ho fede credo che ciò che la mia religione mi consiglia su come vivere sia per me il modo migliore possibile e proprio perchè ho fede non lo sento un sacrificio.Se guardiamo bene tutte le religioni hanno delle regole di base che coincidono perfettamente con quelle sociali,non c'è nessuna religione che mi dica di uccidere,rubare o sterminare (se mai sono alcuni dei loro rappresentanti che lo dicono deviando il messaggio religioso)quindi in questo caso accettare l regole della propria religione non è indice di esserene schiavo altrimenti vuol dire che vuoi vivere al di fuori della società civile.Poi ogni religione ha delle sue tradizioni da seguire e rispettare e se uno è credente non trovo niente di male se le segue non penso che le segua perchè abbia paura di essere punito ma perchè ritiene che siano giuste magari non riuscirà a seguirle al 100%,ma ci proverà.La cosa che ritengo importante è che se uno crede in una certa religione si sforzi di seguirne i precetti,trovo troppo di comodo dire "sono credente,ma faccio quello che voglio io" è come volersi iscrivere ad una maratona e poi arrivare al traguardo in macchina,oggi penso che molti si comportano in questo modo credono che basti dire di "credere" per essere a posto

Quoto cum laude questi due intelligenti elementi.
I soli o quasi a dimostrare un'assenza da condizionamenti in termini di mere - e dunque dibbiose - simpatie o antipatie.

cioè quale reato?
Chissà Nikki !
Avranno inserito un nuovo titolo nel coidice oppure reintrodotto il vecchio e superato reato d'opinione :W (!)

Io non vedo dove sia il problema. Che i credenti credano ed i non credenti non (tant'è:di solito si trovano sempre, ed inconsapevolmente, altri "fantocci" da adorare) ! Che sia, insomma !
L'Italia è un paere Cristiano per Storia e tradizione. Sarbbe bene accettarlo e farsene una seria ragione. E le "opinioni" degli italiani sono condizionate da tale circostanza: è un fatto.

In ogni caso, come Nikki giustamente scrive, credere in un Qulacosa, è una esigenza umana. Questo punto mi pare tanto rilevante quanto stolidamente incompreso e sottovalutato.
E soprattutto...è sufficiente studiare un minimo di filosofia per comprendere la misura della indimostrabilità della non esistenza di Dio.
 

El_tipo

Surrealistic member
Io non vedo dove sia il problema. Che i credenti credano ed i non credenti non (tant'è:di solito si trovano sempre, ed inconsapevolmente, altri "fantocci" da adorare) ! Che sia, insomma !

scusa ma che significa questa conclusione? allora non è chiaro quello che volevo dire? con santa pazienza lo ripeto:
Io credo pienamente nella libertà di opinone quanto nella libertà di culto. E desidero una società dove ognuno possa credere in quello che vuole, in dio come negli extraterrestri come in nulla. Ogni posizione merita rispetto.
C'è qualcuno che ritenga che nella nostra società questo sia possibile al 100%? io ritengo proprio di no. E la colpà non è dei preconcetti di El_tipo contro la religione, te lo assicuro ;-) la colpa credo che sia nella chiesa in quanto tale, cioè organizzazione di uomini, che usano dei mezzucci per continuare nel tempo ad esercitare il proprio potere. (devo afre anche gli esempi dei mezzucci?)

Io so che il mio discorso risulta antipatico, ma vi prego, rileggete il mio intervento di prima e provate a calarvi nell'ipotesi surreale (ma fino a un certo punto surreale!) che vio ho tracciato.
 

El_tipo

Surrealistic member
anche tu convieni sul fatto che le organizzazioni umane derivanti dalle idee religiose sono una mera astrazione ed utilizzano concetti teleologici per imporre una linea di pensiero e per accumulare denaro, cosa che in sè costituisce un gravissimo reato?
cioè quale reato?

come quale reato? :paura: l'utilizzo di un concetto trascendente a scopo di imporre una linea di pensiero e accumulare denaro non ti sembra un reato?

beh, ho ricontrollato la sintassi del periodo e mi sembra corretta :mrgreen:
 

El_tipo

Surrealistic member
L'Italia è un paere Cristiano per Storia e tradizione. Sarbbe bene accettarlo e farsene una seria ragione. E le "opinioni" degli italiani sono condizionate da tale circostanza: è un fatto.

Che l'italia sia un paese di tradizioni cristiane, questo è un dato di fatto, è vero.
Ma non è un dato di fatto che queste tradizioni debbano influenzare tuttoggi la nostra etica e la nostra morale, o ancor di più, le nostre scelte politiche.
 

Nikki

New member
come quale reato? :paura: l'utilizzo di un concetto trascendente a scopo di imporre una linea di pensiero e accumulare denaro non ti sembra un reato?

beh, ho ricontrollato la sintassi del periodo e mi sembra corretta :mrgreen:

Sì sembra corretta anche a me!:mrgreen: però no, non mi sembra un reato. Forse si avvicina concettualmente alla truffa, ma non è tale perché in effetti non si offre un dio in carne e ossa, ma la fede nell'esistenza certa di un dio. e la fede viene poi fornita (o accolta la fede proveniente dai credenti, vabbè non stiamo a puntualizzare) realmente, non si può proprio dire il contrario su questo punto! In secondo luogo, la truffa è a scopo di lucro. E' indubbio che il Vaticano abbia raccolto un patrimonio che non vogliamo nemmeno provare a stimare, però non è stato un effetto diretto dell'offerta di fede. Voglio dire che ognuno (almeno nella storia moderna) è stato libero di donare propri beni indipendentemente dalla fede: c'è chi crede senza mai versare un euro e c'è chi dona per scopi assolutamente estranei alla religione, ma politici. E poi io credo che i fondi siano venuti soprattutti dallo Stato/i...che non possono essere vittime di un reato per definizione. Ma poi ripeto, la logica di questi conferimenti è tutta politica, non religiosa, quindi mancherebbe del tutto lo scambio fede in dio inesistente/denaro, quindi la truffa.
E' come se un giorno (ipotizziamo ancora per assurdo:mrgreen:) si scoprisse che tutte le Università in realtà hanno sempre venduto fumo e non sapere, e quindi lo Stato pretendesse la restituzione di tutti i fondi che vi ha destinato. Non esiste! Fosse anche solo un problema di decadenza /prescrizione.

Io capisco il tuo stato d'animo e posso immaginare a cosa ti riferisci, anche se non certezza, perché sei troppo generico nelle tue affermazioni (e io ho bisogno che mi si spieghi tutto!:mrgreen:), però anche a me non sta bene, per esempio, che determinate leggi, soprattutto in campo bio-medico, subiscano delle restrizioni per la tutela di non meglio specificati principi religiosi/etici. Però, sinceramente non so quanto questo sia dovuto al reale esercizio del potere del Vaticano in Italia e quanto all'incapacità della classe politica italiana, che per quanto mi riguarda ha il cervello di una gallina.
Io non finirò mai di ripeterlo, i poteri si insunuano dove gli viene permesso di insinuarsi, cioè dove altri poteri sono deboli. E' inutile lamentarsi dell'incursioni ecclesiastiche nelle nostre istituzioni se non abbiamo una valida alternativa. E forse varrebbe la pena lavorare più su questo.
Però, concludendo, se mi spieghi meglio a cosa ti riferivi nei tuoi post precedenti, forse posso capire meglio cosa intendevi.

Mizar, i tuoi complimenti mi lusingano e mi fanno arrossire, ho un cuore delicato! Grazie per la laude, non le si dice mai di no!:wink:
 

daemonia

Member
Sarebbe la truffa peggiore...come quella dei maghi che rubano i soldi...solo che invece di rubarli per 15 anni, li hanno rubati per 2.000 ahahahah :mrgreen:

A parte questo, ognuno è libero di credere in ciò che vuole.
O meglio: dovrebbe essere libero di credere in ciò che vuole.
 

fabiog

New member
Ritengo che il concetto dell'esistenza di Dio sia legata a fino a quando tu ci credi cerco di spiegarmi meglio.Si è detto "se un giorno si dimostrasse che Dio non esiste etc."allora fino a quel giorno Dio esiste?Anche per chi come molti di noi non crede?Penso che il credere in un Dio sia qualcosa che l'uomo ha sempre cercato possiamo chimarlo Dio,Allah,Buddah opp tornando all'epoca del paganesimo a chi credevain Giove,Giunone e tutti gli altri dei.E' qualcosa radicato nell'uomo e anche chi non crede in un Dio crede in qualche altro valore altrimenti saremmo tutti dei nichilisti.Non penso che le vite che preti o chi altri nei secoli abbiano sacrificato verrebbero a perdere significato loro non hanno sacrificato la vita per Dio,ma nel suo nome e per aiutare altri uomini(mi riferisco ai missionari o a chi è sato ucciso dalla camorra o mafia)non può essere una vita sprecata,per chi crede la fede è radicata in lui e niente lo può smuovere.
Sono d'accordo poi con i soprusi che le diverse religioni(per favore non rifeiamoci sempre e solo ai cristiani o cattolici per i soprusi citiamo anche i musulmani che allevano bambini per farli diventare bombe umane e promettono loro il paradiso con le vergini non sono meno innocenti dei papi delle corociate o dell'inquisizione)hanno fatto ma purtroppo questo è il rischio di quando certi uomini sono assetati di potere arivano a comandare.
Per quanto riguardi il discorso di alcuni diritti civili sono molto netto di posizione:non credo non seguo quello ce la Chiesa cattolica stabilisce come alcuni criteri pertanto che bisogno ho che riconosca e appoggi il mio stile di vita voglio convivere con la mia compagna e avere figli lo faccio non ho bisogno della sua appovazione ne la critico perchè resta sulle sue,la Chiesa su queste cose non MOLLERA' MAI non facciamoci illusioni vuole difendere le sue tradizioni e non ci trovo nulla di male se intanto io non riconosco la chiesa perchè lei deve appoggiare me?Cos'è un modo per cercare sotto sotto la sua approvazione ?Se mai me la prendo con lo Stato civie che si fà debole davanti alla Chiesa ma non con lei,ritengo che la posizione di molte persone in questo senso sia più rivolta a voler avere una specie di vittoria che quant'altro,vogliono sentirsi dire dalla Chiesa "si va bene che vivi cosi",ma perchè?Si è in un paese libero giusto?Quindi che piaccia o non piaccia si è liberi anche di non accettare il modo di vivere di una persona l'importante è non proibirlo e non perseguitare nessuno
 

Mizar

Alfaheimr
scusa ma che significa questa conclusione? allora non è chiaro quello che volevo dire?
Come? Cosa? Ma chi? E perchè?
Si sta sbagliando di grosso: lei non c'entra proprio niente. Io non l'ho quotata :)
(tra parentesi: quello che voleva dire è chiarissimo, non c'è bisogno di spiegazioni)

Io credo pienamente nella libertà di opinone quanto nella libertà di culto. E desidero una società dove ognuno possa credere in quello che vuole, in dio come negli extraterrestri come in nulla.
Infatti. Concordo.

io ritengo proprio di no.
Lei può ritenere ciò che vuole. Può anche parlare di reao. L'importante è saper indicare libro e titolo del codice penale*.


*Nel caso, può anche non indicare la fattispecie di reato (e, ciò nonostante continuare a parlare di reato)...ma ci si ricordi che ogni affermazione implica anche una responsabilità.

A tal proposito lei scrive: "come quale reato? :paura: l'utilizzo di un concetto trascendente a scopo di imporre una linea di pensiero e accumulare denaro non ti sembra un reato?"
A me no, se posso intervenire in sincerità
Può aiutarmi a trovare l'articolo? Forse sono io a non conoscere bene il codice...

Che l'italia sia un paese di tradizioni cristiane, questo è un dato di fatto, è vero.
Ma non è un dato di fatto che queste tradizioni debbano influenzare tuttoggi la nostra etica e la nostra morale, o ancor di più, le nostre scelte politiche.
Ah si?
E questo dove lo ha letto?
Facciamo subito un esempio seguendo il suo ragionamento.
Il Sig. E. vota il partito X perchè influenzato implicitamente dalle tradizioni cristiane italiane.
Lei dice: non è un dato di fatto che queste tradizioni debbano influenzare tuttoggi la nostra etica e la nostra morale, o ancor di più, le nostre scelte politiche.
Io invece le dico che è un dato di fatto proprio il contrario perchè di Sig. E. ce ne son tantissimi, in Italia (ed invero in ogni paese del mondo se parliamo di traditione tout court).

L'affermazione succitata lascia davvero molto a desiderare se consideriamo che qualsiasi etica, morale...ed anche qualsiasi scelta politica (a maggior raggione quelle anti-tetiche), sono frutto di tradizione.
 

EgidioN

New member
io sono arrivata a semplificare al massimo, per cui va benissimo che ognuno si crei il proprio personale rapporto con Dio o chi per lui, ma non esiste per me che lo faccia una chiesa, una religione o una confessione, per avere il controllo sulle persone in modo unilaterale, nessuna regola imposta da parte loro la potrò mai accettare.
Per quanto riguarda le regole civili quelle le accetto perchè è possibile modificarle in modo democratico da parte dei cittadini.
Dove c'è reciprocità io porto massimo rispetto, dove non c'è credo sia abuso di potere e basta.

completamente in accordo con quanto scritto!

Matrimonio religioso, civile oppure convivenza? non ci ho ancora pensato bene, per ora il mio problema è trovare l'amore...

Su due piedi sceglierei convivenza ed escluderei il matrimonio religioso, ho una spiritualità mia, ma se poi fosse importante per la mia futura partner? ecco perchè la scelta a priori non è fattibile, dipende da dove ci porta la nostra relazione, con chi è, le famiglie, milioni di altri fattori.
 
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