Nota: questo commento (forse incompleto ai fini della piccola biblioteca, spero mi perdonerete) è copiato dal commento finale nel gruppo di lettura su Guerra e Pace (CX GdL)
Finalmente, dopo poco più di tre mesi, ho finito la lettura. Proverò a fare un commento riassuntivo, forse molto generico, sulle mie impressioni alla fine di questo (lungo) percorso, evitando di ripetere cose che sono sicuro siano state dette da me o da altri. Ma ne ripeterò di sicuro perché non sono riuscito a seguire tutti i vostri commenti
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Quello che all'inizio sembrava un libro incentrato su 5 famiglie (Bezuchov, Bolkonskij, Drubeckoj, Kuragin e Rostov) e alcuni personaggi storici, primo fra tutti Napoleone (e una guerra di cui ammetto non sapevo (e tuttora non so) nulla) si è rivelato un testo molto più complesso, un romanzo che è anche un saggio e una dissertazione sia passiva (nel romanzo) che attiva (quando l'autore parla liberamente) sulla guerra e altri temi.
Più che le famiglie, secondo me sono interessanti alcuni gruppi di persone (di cui queste famiglie o alcuni componenti ne rappresentano vari elementi):
- La Russia (almeno quella del periodo di cui si parla, 1800 circa)
- L'aristocrazia o nobiltà
- Il popolo in genere
- L'esercito, diviso in generali, comandanti, soldati, ecc., quindi su vari livelli
- Persone non classificabili e che comunque cambiano e si evolvono nel corso della storia
Di tutti questi, credo che i più importanti siano la Russia del periodo (intesa in senso patriottico, intesa come "madre", ecc.) e i personaggi che cambiano (intesi come uomini che pensano con la propria testa (invece che semplicemente seguire una corrente di pensiero in voga), che cambiano, si mettono in dubbio, ecc., opposti alla massa che "reagisce", segue la moda di pensiero senza troppo entrare nei dettagli, ecc.)
Sulla parte del romanzo ho davvero poco da dire. Alla fine l'unico personaggio al quale mi sembra di poter dare un vero peso e importanza è Pierre. Altri personaggi o non cambiano per niente, o fanno solo da sfondo, o sono personaggi storici (e quindi poco si prestano secondo me ad essere usati dall'autore per dire qualcosa nel lato narrativo della storia). Fra quelli che comunque cambiano in qualche modo ci sono Nikolaj e Andrej; altri sicuramente subiscono dei cambiamenti, ma non mi pare di vedere quella lotta interiore, quel dubbio, quel tarlo che continua a farsi vivo a prescindere dagli avvenimenti storici. Natasha ad esempio cambia, ma in realtà si vede che ha solo trovato il suo posto nel mondo. Alcuni personaggi cambiano perché la storia lo impone, altri cambiano perché erano già in cerca del cambiamento, di una rinascita.
Sulla parte saggistica del libro è abbastanza evidente che il tema centrale sia la storia e la sua lettura da parte sia degli uomini in genere che degli storici del tempo. Evitando di ripetere le idee dell'autore, penso che i punti più interessanti, almeno per me, siano il contrasto fra quelli che sono i piani che ci facciamo per il futuro e la realtà delle cose, che è molto più complessa; e il contrasto ragione-necessità/coscienza-libertà (vedi epilogo).
Altri temi che penso siano importanti per l'autore, ma sui quali non ho le idee tanto chiare (ci vorrebbe una rilettura, ma ho paura a pronunciare questa parola, anzi solo a pensarla
) sono l'amore, il cambiamento, Dio.
Sul romanzo in sé alcune impressioni conclusive:
- La parte iniziale, come detto, è di per sé scorrevole, ma lenta in senso narrativo, l'autore non ha fretta (e oggi non siamo più così abituati a questo tipo di lentezza)
- I personaggi sono davvero tanti ma non è così facile capire subito chi conti e chi no, e sembra che all'autore gliene freghi ben poco: alla fine è come se presentasse uno stralcio di realtà: nella vita reale c'è tanta confusione e solo alla fine di una faccenda, dopo averci pensato su, si riesce a fare chiarezza, a togliere gli eventi e le persone poco importanti, a individuare le "cause", ecc.)
- L'epilogo (la parte narrativa intendo, non quella saggistica) è davvero poco conclusivo. Tira un po' le somme ma in realtà non è una vera fine, sembra più un'aggiunta o un epilogo a metà, non concluso
- Il titolo, Guerra e pace, mi fa chiedere: ma dov'è la pace? Non penso che la pace giochi alcun ruolo nel romanzo (ma forse sono pessimista)
Sicuramente il romanzo andrebbe letto con molta più cognizione degli eventi storici, della cultura russa, dell'autore e del suo percorso (perché ovviamente non è come leggere un romanzo oggi, dove il nome dell'autore ha poca importanza se non in rari casi in cui lo stile è davvero predominante o ci sono temi ricorrenti non solo accennati ma proprio sviluppati nel corso della narrativa). E ovviamente urge una seconda, forse anche una terza lettura. Ma questa è un'altra storia, e preferisco esercitare la mia libertà (o la necessità
) di non addentrarmi in questa fase.