Davvero difficile scrivere qualcosa su questo libro, non è un libro come gli altri. Saviano è "nato in terra di camorra" e ciò traspare da ogni pagina, poichè egli utilizza la sua abilità narrativa e la sua capacità di analisi per raccontare in maniera cruda (non potrebbe essere altrimenti) ed esplicita le dinamiche e i meccanismi del "sistema" osservandolo dall'interno, analizzando e cercando di comprendere le relazioni causa-effetto e le motivazioni che spingono a compiere determinate azioni, come un investigatore che cerca di risolvere un caso immedesimandosi nell'assassino. In un certo senso è come se l'animo del camorrista, a partire dal boss più spietato fino all'ultimo degli affiliati, venisse, per quanto possibile ed in termini generali, messo a nudo. Anche qui sta una parte dell'agghiacciante bellezza di questo romanzo-verità che parla di un cancro sempre più difficile da debellare poichè ormai diffuso in troppe regioni d'Italia e del mondo, che si regge sul potere indiscutibile e spietato di pochi, sulla brama di guadagno di tanti e sulla miseria e la disperazione di tante, troppe persone che non conoscono altre realtà o che non hanno un altro modo per sopravvivere.
« Ad aver dato fastidio alle organizzazioni criminali è il mio lettore, non sono io. Il mio lettore è ciò che loro non vogliono, il fatto che in questo momento ne stiamo parlando, che ne hanno parlato tutti i giornali, che continuano ad uscire libri, che continuano a nascere documentari, è tutto questo che loro non vogliono, è l'attenzione su di loro, sui loro nomi, soprattutto sui loro affari » (R. Saviano sul suo libro "Gomorra")
Saviano ha scelto di portare alla luce una verità scomoda per molti, rinunciando a una "tranquillità" che per lui era inconcepibile in quanto non poteva essere definita tale e mettendo a repentaglio la sua stessa vita, mi chiedo quanti di noi sarebbero disposti a correre un rischio anche molto inferiore per rendere pubbliche soltanto le piccole (in confronto) "storture" alle quali assistiamo ogni giorno, io dico grazie Saviano, ce ne fossero altri così, ma purtroppo è difficile parlare quando si tratta di scegliere tra la verità e la sopravvivenza.
Il tacere in queste terre non è la banale omertà silenziosa che si rappresenta di coppole e sguardo abbassato. Ha molto più a che fare col "non mi riguarda". La parola diviene un urlo. Controllato e lanciato acuto e alto contro un vetro blindato: con la volontà di farlo esplodere.
Da leggere assolutamente.