...il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me...

sergio Rufo

New member
credo che questa discussione stia diventando un po confusionaria, anche perchè si stanno sovrapponendo i concetti di etica e di morale, e non riesco più a capire in che direzione stiamo andando. Se questa è una discussione sulla morale intesa come l'insieme delle consuetudini sociali legate ad una certa tradizione culturale o gruppo sociale, posso dire la mia, anzi, preferisco non dirla se no rischio di essere bannato. Se invece il discorso è basato sull'etica, partendo dal post nicole e quindi su Kant, ovvero sullo studio filosofico universale del bene e del male e quindi della morale, sono pronto a mettermi in discussione e confrontarmi con voi.
E'fuori da ogni dubbio che la morale dell'uomo occidentale è un qualcosa che deriva dal capitalismo, e quindi non ha come fine l'uomo, come riteneva fosse giusto Kant, ma il profitto. L'uomo ha l'illusione di protendere al bene, quindi non ha nemmeno bisogno di rifugiarsi nel regno delle idee, è convinto di avercelo a portata di mano. E' una morale che si finge buonista per nascondere le sue meschinità. Per essere concreti, facciamo l'esempio della nostra vita: noi tutti vogliamo la pace, nessuno vorrebbe conflitti, spargimenti di sangue, massacri, perchè questo è il male, e il male è l'opposto del concetto di bene e va combattuto. Ma viviamo ignorando il male che non tocchiamo, quello che non vediamo in TV, quello che non coltiviamo nel nostro orticello. E questo perchè abbiamo sacrificato la nostra libertà, delegandola alle sofisticazioni della modernità, e quindi la tecnologia, l'imponente burocrazia, l'apparato politico. L'uomo che tende alla morale condivisa in realtà è protetto da un intricatissima rete di fili che non riesce a dominare, e così, pacificamente, decide di delegare tutto a chi sta al di là di quei fili. E chi sta dall'altra parte ci imbocca la cosa il cibo più ovvio.

Ciao El tipo.
Mi interessa molto , invece, sapere la tua opinione sulla morale intesa come insieme di consuetudini sociali, legate afd un gruppo ecc.ecc.

Dory, hai ragione. Guardi la morale da un punto di vista completamente diverso, ma poco cambia: prima bisogna sapere da dove nasce la morale. Non trovi?.
Poi , facendo un grosso salto temporale, seppur la morale abbia cambiato la sua natura, rimane vera una cosa: ancora oggi la morale intesa nell'accezione che tu dici, rimane profondamente bugiarda.
Disattende le sue funzioni. Come dice El Tipo, la morale oggi e' una delega ad infinitum.
 
Quindi, secondo voi, c'è una morale filosofica e un'etica sociale?
oppure un'etica codificatrice di valori e una morale regolatrice di contratti sociali?

Definizioni che lasciano il tempo che trovano.
Dice bene Sergio quando dichiara che la morale (e l'etica che ne deriva) è sorta per giustificare un'idea, quella che doveva dare un senso ai poteri che si andavano instaurando.
Il capitalismo è l'ultimo di questi, giunto in un contesto storico in cui le convergenze "moralistiche" (uso questo termine forzandolo, ovvio) ne hanno permesso la sua realizzazione.

Ritengo che non si possa trattare l'argomento in base ad un "sentire" ma circostanziandolo alla storia, così come ha fatto Sergio.
 

sergio Rufo

New member
Quindi, secondo voi, c'è una morale filosofica e un'etica sociale?
oppure un'etica codificatrice di valori e una morale regolatrice di contratti sociali?

Definizioni che lasciano il tempo che trovano.
Dice bene Sergio quando dichiara che la morale (e l'etica che ne deriva) è sorta per giustificare un'idea, quella che doveva dare un senso ai poteri che si andavano instaurando.
Il capitalismo è l'ultimo di questi, giunto in un contesto storico in cui le convergenze "moralistiche" (uso questo termine forzandolo, ovvio) ne hanno permesso la sua realizzazione.

Ritengo che non si possa trattare l'argomento in base ad un "sentire" ma circostanziandolo alla storia, così come ha fatto Sergio.
Perfetto Julia, il senso della morale piano piano spostera' l'adeguazione dell'idea del bene, all'idea di potere. La morale serve per far si che un certo" potere" venga mantenuto e difeso in epoche diverse.
Cos'e' in fondo la Chiesa da due millenni a questa parte?
E la morale politica cos'e' se non il rafforzamanto di una casta dominante? ( vedere la morale occidentale come dice El Tipo)

Lo stesso capitalismo e' una morale. Ma ne siamo sicuri? E la morale borghese come globalizzazione dei desideri ( Pasolini, forse? )
non e' un " potere"?

certo che se si vuole fare un percorso e si vogliono saltare le tappe, risulta difficile parlarne.
 

El_tipo

Surrealistic member
Disattende le sue funzioni. Come dice El Tipo, la morale oggi e' una delega ad infinitum.

molto bella questa definizione, anche se possiamo dire che non è mia ma tua, ma è molto bella

Mi interessa molto , invece, sapere la tua opinione sulla morale intesa come insieme di consuetudini sociali, legate afd un gruppo ecc.ecc.

e allora vuoi farmi bannare???!!!
hihihih no scherzo, era solo una perifrasi letteraria per nascondere la verità che non mi piace parlare di questo
 

Dory

Reef Member
Ritengo che non si possa trattare l'argomento in base ad un "sentire" ma circostanziandolo alla storia, così come ha fatto Sergio.

Quindi, se ho capito bene, il punto è che si sta parlando dello scopo per cui la morale è nata, come si è evoluta nella storia, come è stata "utilizzata", e non del suo significato intrinseco, di ciò che dovrebbe realmente essere? :?

Quello che non capisco è se voi (intendo tu e sergio) dite che la morale è stata nella storia, di fatto, concepita e utilizzata nel modo sbagliato, oppure se pensate che l'umanità non abbia proprio bisogno di nessun tipo (esistente e non) di etica e di morale. :?
 

SALLY

New member
Scusate se mi intrometto...:mrgreen:,io penso,in modo molto semplicistico,che la morale altro non sia che un insieme di regole per limitare il libero arbitrio degli uomini,per dar loro modo di convivere,e cambia da un popolo all'altro e da un periodo storico ad un altro.
Preferisco la parola "etica",perchè mi sembra che la parola "morale",abbia assunto un significato spregiativo,si usa sempre più spesso per definizioni intolleranti,limitate e bacchettone :mrgreen::mrgreen:
 

El_tipo

Surrealistic member
Scusate se mi intrometto...:mrgreen:,io penso,in modo molto semplicistico,che la morale altro non sia che un insieme di regole per limitare il libero arbitrio degli uomini,per dar loro modo di convivere,e cambia da un popolo all'altro e da un periodo storico ad un altro.

beh tu sei stata addirittura più diretta...sicuramente condivisibile il tuo pensiero, ma PERCHè? da dove nasce la morale? perchè c'è bisogno di qualcosa che limiti il libero arbitrio, a quanto pare ce ne è bisogno considerato che è una costante che esiste in tutti in popoli e a quanto ne sappiamo in tutti i periodi storici
 

Dory

Reef Member
Per Luisa:
Cito dallo Zingarelli: "che concerne le forme e i modi della vita pubblica e privata, in relazione alla categoria del bene e del male", da questo deduco che, ammettendo che la morale debba essere diversa per ognuno di noi, in ogni caso presuppone che uno si chieda se considera una certa azione "giusta" o "sbagliata". Però secondo me certi comportamenti sono "immorali" non in quanto "sbagliati per la mia morale", ma in quanto adottati senza nemmeno chiedersi se siano giusti o meno.

Poi io non credo che la morale debba essere diversa per ognuno, anzi, idealmente dovrebbe essere uguale per tutti proprio per il discorso che facevo in un altro post, e cioè che la morale serve per gestire tutti i tipi di relazione degli esseri umani con i propri simili, con gli altri esseri viventi e con l'ambiente in modo da non danneggiarsi a vicenda.
Proprio perché la morale di fatto può essere diversa per ognuno o perché nei vari passaggi storici e di evoluzione della società è stata impugnata da qualcuno e utilizzata per scopi personali di potere e coercizione, è diventata qualcosa di negativo, ma nella sua concezione essenziale, "ideale", vuol intendere tutt'altro.

In realtà la morale dovrebbe essere unica per tutti e stabilita da nessuno, dovrebbe essere dettata da principi universali che non sono tizio o caio a decidere, ma che sono equi, universali e incontestabili (e questo, secondo quello che sapevo io, ma magari sapevo male, dovrebbe essere proprio l'etica).
Il problema è che, se esiste un tale principio, credi che l'essere umano in generale sarebbe disposto a seguirlo se non sa chi l'ha detto e non valuta la sua autorità? Se non si sente almeno un po' intimorito da questa ipotetica persona tanto da "imporsi" di seguirlo? Non credi che se dicessi ad un tizio che butta la carta dal finestrino che non si fa mi risponderebbe "e chi l'ha detto?", non starebbe lì a chiedersi se la cosa è giusta o sbagliata in sé indipendentemente se lo dice qualcuno o no.
E' come i primi uomini che vedono il fulmine e devono inventarsi un "dio del fulmine", non possono accettare che il fulmine sia un evento che c'è e basta, devono sapere chi lo manda e perché, devono addirittura inventarsi che lo manda un dio per punirli!!
E' a questo che dovrebbe servire la morale, a porre rimedio alla stupidità degli uomini, che se non avessero acquisito l'intelligenza, non avrebbero acquisito nemmeno la stupidità.
 
Ultima modifica:

SALLY

New member


E' a questo che dovrebbe servire la morale, a porre rimedio alla stupidità degli uomini, che se non avessero acquisito l'intelligenza, non avrebbero acquisito nemmeno la stupidità.

:mrgreen::mrgreen::....hai reso perfettamente l'idea Dory,la morale nasce per non autodistruggerci (dato la nostra intelligenza),rispondendo a El_Tipo,il nostro libero arbitrio s'è visto subito,vedi Caino e Abele :mrgreen:,la sopraffazione del più forte sul più debole,del più "cattivo" sul più buono,del più furbo sul più onesto,come dice Dory,se avessimo avuto solo l'istinto animale,la nostra priorità sarebbe stata la salvaguardia della specie,e ciò che è bene e ciò che è male (giusto e ingiusto) l'avremmo avuto nel dna,dentro di noi,senza confusione.
 

Zefiro

da sudovest
(...) la morale serve per gestire tutti i tipi di relazione degli esseri umani con i propri simili, con gli altri esseri viventi e con l'ambiente in modo da non danneggiarsi a vicenda (...)

Per questo penso invece siano sufficienti il buon senso, la buona educazione, il convivere civile e la legge. Bastano ed avanzano credo...

Andando oltre ovviamente vien da chiedersi: ma qual'è il riferimento per tutto ciò? In base a cosa, in particolar modo per le leggi che hanno (anche) carattere impositivo, dirimere cosa è educato, civile oppure no? In base a cosa si decide cosa vietare, o più in generale come normare, per legge?
 

Dory

Reef Member
Per questo penso invece siano sufficienti il buon senso, la buona educazione, il convivere civile e la legge. Bastano ed avanzano credo...

Andando oltre ovviamente vien da chiedersi: ma qual'è il riferimento per tutto ciò? In base a cosa, in particolar modo per le leggi che hanno (anche) carattere impositivo, dirimere cosa è educato, civile oppure no? In base a cosa si decide cosa vietare, o più in generale come normare, per legge?

Ah, boh, me lo chiedo anch'io... me lo sono chiesta ad esempio per il lavoro che è stato fatto per stilare la nostra attuale costituzione.
In fondo cos'è che davvero differenzia morale, buon senso, buona educazione, convivere civile e in ultimo (non per importanza) ciò che diventa legge? E' una differenza di tipo gerarchico o di campo di applicazione?
 

asiul

New member
Per Luisa:
Cito dallo Zingarelli: "che concerne le forme e i modi della vita pubblica e privata, in relazione alla categoria del bene e del male", da questo deduco che, ammettendo che la morale debba essere diversa per ognuno di noi, in ogni caso presuppone che uno si chieda se considera una certa azione "giusta" o "sbagliata". Però secondo me certi comportamenti sono "immorali" non in quanto "sbagliati per la mia morale", ma in quanto adottati senza nemmeno chiedersi se siano giusti o meno.

Partiamo dal presupposto che una persona agisca con la sua testa. Ha una sua morale e quindi nel momento in cui decide di agire in un verso o nell’altro, ha già deciso se per lui è giusto o sbagliato. Se decidessi di gettare la carta per la strada, per me quella non è un’azione sbagliata. Secondo la mia “morale” è giusta.
Certi comportamenti non possono essere universalmente “immorali”, perché la morale non è la stessa per tutti. Tu continui ad applicare la tua morale sugli altri. Noi agiamo secondo la nostra idea di bene o male. È bene (ripeto) quello che è giusto per noi ed è male quello che è sbagliato per noi.
Chi ti dice che queste persone non si siano chieste se le loro azioni sono giuste o sbagliate? Semplicemente a differenza di te ( e me) hanno agito diversamente. Per loro probabilmente sono giuste o comunque non sbagliate.

Poi io non credo che la morale debba essere diversa per ognuno,

La morale non deve essere diversa ,certo, ma soltanto perché “è” già diversa in ognuno di noi. In quanto ognuno ha la sua.


anzi, idealmente dovrebbe essere uguale per tutti proprio per il discorso che facevo in un altro post, e cioè che la morale serve per gestire tutti i tipi di relazione degli esseri umani con i propri simili, con gli altri esseri viventi e con l'ambiente in modo da non danneggiarsi a vicenda.

Per fortuna non è così. Pensa se tutti avessimo la stessa morale. E se questa morale fosse quella che ci fa gettare la carta per terra. Chi stabilirà cosa è “moralmente” corretto e cosa non lo è? Ci sta provando la Chiesa da secoli e guarda con quali risultati.
La morale non può sostituirsi alla legge. Puoi solo auspicarti che ci sia del buon senso in ognuno di noi.
La morale in tutto questo discorso non c’entra nulla.


Proprio perché la morale di fatto può essere diversa per ognuno o perché nei vari passaggi storici e di evoluzione della società è stata impugnata da qualcuno e utilizzata per scopi personali di potere e coercizione, è diventata qualcosa di negativo, ma nella sua concezione essenziale, "ideale", vuol intendere tutt'altro.

No Dory. La morale come la intendi tu è diventata qualcosa di negativo soltanto perché si pensa che debba essere uguale per tutti. Credere che si debba avere una sola morale confondendola con l’etica o addirittura con una legge comportamentale è per me una imposizione.
Si finirebbe per includere in questo concetto qualsiasi cosa. Pensa alla minigonna. Un tempo era considerata immorale se non peggio. Oggi per alcuni è immorale la libertà sessuale.

In realtà la morale dovrebbe essere unica per tutti e stabilita da nessuno, dovrebbe essere dettata da principi universali che non sono tizio o caio a decidere, ma che sono equi, universali e incontestabili (e questo, secondo quello che sapevo io, ma magari sapevo male, dovrebbe essere proprio l'etica).

A meno che tu non sia credente tutto questo è impossibile.
Da dove salterebbe fuori questa morale innata? Principi universali? Equi? Beh! Non esistono principi fuori dall’individuo. Nascono prima di tutto dal singolo.
L’etica è stata stabilita da qualcuno. Non è saltata fuori dal nulla.
Perfetto, alla fine ci siamo arrivati. È l’etica che dovrebbe regolare indirettamente i comportamenti e le “cattive” abitudini,il senso civico, non la morale. Allora perché parliamo di morale universale?

Il problema è che, se esiste un tale principio, credi che l'essere umano in generale sarebbe disposto a seguirlo se non sa chi l'ha detto e non valuta la sua autorità? Se non si sente almeno un po' intimorito da questa ipotetica persona tanto da "imporsi" di seguirlo? Non credi che se dicessi ad un tizio che butta la carta dal finestrino che non si fa mi risponderebbe "e chi l'ha detto?",

Stiamo parlando di morale, di etica o di leggi?
Moralmente è ovvio che ti dica “e chi te l’ha detto?”.
Eticamente è una persona incivile e che non ha rispetto per nessuno.
Legalmente è da punire e la sua risposta avrebbe un seguito.



... non starebbe lì a chiedersi se la cosa è giusta o sbagliata in sé indipendentemente se lo dice qualcuno o no.
E' come i primi uomini che vedono il fulmine e devono inventarsi un "dio del fulmine", non possono accettare che il fulmine sia un evento che c'è e basta, devono sapere chi lo manda e perché, devono addirittura inventarsi che lo manda un dio per punirli!!
E' a questo che dovrebbe servire la morale, a porre rimedio alla stupidità degli uomini, che se non avessero acquisito l'intelligenza, non avrebbero acquisito nemmeno la stupidità.

Che alcuni uomini siano come le pecore, non è una novità. Hanno la sindrome del gregge.
L’esempio del fulmine non è molto appropriato. Il fulmine non è la conseguenza di un’azione umana.
Scusa Dory, insisto; ma non avevi parlato di etica? Morale ed etica non sono la medesima cosa.
Per porre rimedio alla stupidità dell’uomo ci vuole un’eccellente cultura, non la morale. Sei sicura che uno stupido sia intelligente?
 
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asiul

New member
Ma non basta: la morale prima agisce come " idea" ( si deve rapportare al suo modello) e poi , insecondo luogo, viene messa in pratica determinado un agire piuttosto dell'altro.

Beh! Mi domando: esiste al mondo un agire che non nasca prima come idea e poi (solo successivamente) non venga messa in pratica determinando un agire per l'altro o per noi stessi?

Del resto questo meccanismo mentale ( a cui siamo stati spinti) lo possiamo osservare in ogni piccolo nostro gesto: noi senza renderci conto ( come un tic riflesso) prima di compiere qualsiasi gesto lo poniamo sul merito del giudizio. E' bene o male?

Spinti da chi?

Ma la chiave di svolta non e' nella pratica, bensi' molto prima, quando il sentimento di vita si e' scisso in due, si e' capovolto nel suo contrario: da una parte il" non senso" del divenire..., dall'altra il senso compiuto della vita come motivo e scopo per la vita eterna ( idea)

Qui non ho capito, davvero. Di quale sentimento parli? Esiste un sentimento di vita?
Spiegami, se puoi, questa evoluzione. Dalla scissione si è prodotto un suo contrario.Di cosa? Della vita?
Abbiamo due contrari: il "non senso" del divenire.Perché mai dovrebbe essere un non senso. Per me divenire è l'unico senso che posso dare alla vita.
Dall'altra il senso compiuto della vita, dovrebbe essere il motivo e lo scopo della vita eterna. Bene. Altra domanda: quando e come è compiuto il senso della vita? Per vita eterna cosa si intende? E soprattutto cosa c'entra in tutto questo discorso la morale?

La morale e' solamente uno scopo, un fine...non ha fondamento in se stessa.

Non avendo fondamento in se stessa, come può essere un fine?
 

asiul

New member
Non avevo ancora letto questo thread. Cerco di recuperare...:mrgreen:

Per riassumere; se tu hai paura del non senso della vita hai bisogno di trovarne un senso. Se non c'e lo inventi.
E se lo inventi hai bisogno di un mezzo per raggiungerlo o avere l'illusione di raggiungerlo o crederlo solamente.
L'eterno e' lo scopo, la morale il modo di raggiungerlo o almeno di dare un senso al tuo agire.

La morale è il mezzo. per dare un senso alla vita, di chi crede che la vita non abbia senso. E darle un senso vorrebbe dire raggiungere l'eterno? è così?
E cos'è l'eterno?
Se io non mi ponessi il problema di trovare un senso alla vita, sarei senza morale?
 

asiul

New member
Andando oltre ovviamente vien da chiedersi: ma qual è il riferimento per tutto ciò? In base a cosa, in particolar modo per le leggi che hanno (anche) carattere impositivo, dirimere cosa è educato, civile oppure no? In base a cosa si decide cosa vietare, o più in generale come normare, per legge?

In base a cosa si decide? Spesso, me lo domando anch’io.
In base a cosa dovrebbero decidere? Credo che dovrebbero pensare almeno nell’interesse di tutti. Rispettando il valore dell’essere umano. Vietare ciò che leda la libertà altrui.Sarebbe un buon inizio. Lasciando fuori la morale.
 

sergio Rufo

New member
tante domande, vedo.
Un po'con calma riprendiamo questa bellissima discussione.

Due cose subito:

El Tipo, figurati!!! non ti voglio proprio farti bannare. Sai che mi devi aiutare in una discussione: la cultura come omologazione degli individui...perche' manca un vero senso critico nella cultura, oggi.
Del resto anche la morale e' un principio di omologazione e massificazione.

Dory: la morale non serve per limitare la stupidita' degli uomini, ma come e' stata usata fino ad ora, proprio per il contrario: renderli piu' stupidi e asservirli ad un " non essere" se stessi.
La morale e' il carnevale delle maschere che recitano una recita non loro...

Asiul Luisa:da dove comincio?
 

asiul

New member
tante domande, vedo.
Un po'con calma riprendiamo questa bellissima discussione.

Del resto anche la morale e' un principio di omologazione e massificazione.

Dory: la morale(...)renderli piu' stupidi e asservirli ad un " non essere" se stessi.
La morale e' il carnevale delle maschere che recitano una recita non loro...

Asiul Luisa:da dove comincio?

Comincia dal chiamarmi Luisa :)

E visto che ci siamo aggiungo dell'altro....

Come può essere un principio di omologazione qualcosa che è del tutto individuale?

Ipotizzi che: la morale rendere più stupidi gli individui asservendoli ad un "non essere" se stessi.

Per me chi indossa una maschera per essere qualcuno che "non è" è già se stesso.Qualsiasi sia la maschera che si indossa "si è" persone che portano una maschera. Basta questo ad identificare il modo di essere.

Per il resto delle mie domande fai tu. Inizia da dove vuoi. :wink:
 

sergio Rufo

New member
Comincia dal chiamarmi Luisa :)

E visto che ci siamo aggiungo dell'altro....

Come può essere un principio di omologazione qualcosa che è del tutto individuale?

Ipotizzi che: la morale rendere più stupidi gli individui asservendoli ad un "non essere" se stessi.

Per me chi indossa una maschera per essere qualcuno che "non è" è già se stesso.Qualsiasi sia la maschera che si indossa "si è" persone che portano una maschera. Basta questo ad identificare il modo di essere.

Per il resto delle mie domande fai tu. Inizia da dove vuoi. :wink:

Luisa, definire la morale una scelta individuale, almeno a mio avviso, corrisponde a non avere piu' in luce cosa sia individuale.
E questo vale per tutti, naturalmente, e non solo per te.
Il processo moderno occidentale ha rafforzato il concetto di individuo proprio come si fa con gli specchietti per le allodole: ti fanno pensare che la tua identita' sia singola, e cosi' le tue scelte risultano individuali, quando invece operano l'esatto contrario: massificano piu' o meno come in un campo di concentramento.
Ad onor del vero, questo si chiama fascismo: non in senso prettamente politico, ma nel senso che l'omologazione dell'essere tutti uguali ha portato una conseguenza paradossale: siamo uguali nel CREDERCI liberi individui.
La morale non e' piu' quella che viene spacciata per: il bene, il male, i sentimenti, l' ecologia, la poverta' nel mondo, la fame,le malattie...questi sono specchietti che ti riversano addosso. Tu, vieni chiamato, nella tua pochezza, ad essere morale in questo modo: ti fanno sentire un eroe che partecipa al " progresso".
La morale piu' alta, invece, e' un altra: e' la morale moderna del consumismo. A noi sembra di esserne fuori ma cosi' non e'...pensaci.
Vuoi un esempio? prendi i G8 I G12, I G14 e i G vattelapesca: sostituisci ai malati di cui a volte parlano ( pianeta, acqua, fame, ecc.ecc.) e mettici le multinazionali, il potere economico, bancario, finanziario...Ma sai che se l'ecologia, ad esempio, fosse stata trattata come il sistema bancario ultimamente, era gia' un ex problema? Probabilmente da 20 anni?
Quello che voglio dire e' questo: sei libera nella tua morale fino a un certo punto. Diciamo che sei libera, che siamo liberi, nel contare i punti, mentre gli altri giocano la partita.
 

asiul

New member
Luisa, definire la morale una scelta individuale, almeno a mio avviso, corrisponde a non avere piu' in luce cosa sia individuale.
E questo vale per tutti, naturalmente, e non solo per te.

Cos’è una minaccia?:?? Dai scherzo…:wink:

Credimi penso proprio di avere in luce molte cose, questa è una di quelle.
Non è la morale ad essere una scelta individuale, ma è la scelta individuale ad essere frutto della nostra morale. Detto questo. Io ho la mia morale che certamente è diversa dalla tua. In questo ho ben capito non la pensiamo allo stesso modo.

Il processo moderno occidentale ha rafforzato il concetto di individuo proprio come si fa con gli specchietti per le allodole: ti fanno pensare che la tua identita' sia singola, e cosi' le tue scelte risultano individuali, quando invece operano l'esatto contrario: massificano piu' o meno come in un campo di concentramento.
Ad onor del vero, questo si chiama fascismo: non in senso prettamente politico, ma nel senso che l'omologazione dell'essere tutti uguali ha portato una conseguenza paradossale: siamo uguali nel CREDERCI liberi individui.

Qui si sta andando fuori dal 3D. Mi sembra che ci sia della confusione nel tuo discorso. Non dovevamo parlare della morale?
Scusa la mia presunzione, ma io non ho aderito ad alcun processo di massificazione. Le mie scelte sono spesso diverse da quelle degli altri e basta questo a non farmi sentire un’allodola. Dove l’ho fatto è stata una mia libera scelta. Quando non l’ho potuto fare, non ho fino in fondo applicato la mia morale.
Ammesso (con forti dubbi) che tu abbia ragione, ognuno di noi è prima di tutto un individuo. Poi al massimo si unisce ad altri individui. Le nostre scelte sono sempre nostre anche quando aderiamo a quelle degli altri. Sono io che scelgo di essere o no come loro. Scelgo secondo quello che credo sia bene o sbagliato per me.
Mi viene da pensare che se il tuo ragionamento fosse corretto anche tu in questo momento stai dicendo qualcosa che è frutto di una massificazione che per raggiungere il suo fine induca a pensare che la morale sia unica.


La morale non e' piu' quella che viene spacciata per: il bene, il male, i sentimenti, l' ecologia, la poverta' nel mondo, la fame,le malattie...questi sono specchietti che ti riversano addosso. Tu, vieni chiamato, nella tua pochezza, ad essere morale in questo modo: ti fanno sentire un eroe che partecipa al " progresso".

Scusa, insisto, ma che c’entra? La morale non è il bene, il male, l’ecologia….non è un supereroe.
Qui sembra che si stia parlando di una concessione che viene fatta per farci belli con l’umanità.

Di cosa stiamo discorrendo esattamente? Per me la morale è ciò che regola il mio comportamento. O meglio (lo ripeterò all’infinito) io agisco seguendo la mia morale. Certamente mi sono formata nell’ambiente in cui sono cresciuta e questo avrà condizionato e formato la mia morale. Ma se i miei comportamenti si scontrano con quelli degli altri vuol dire che loro hanno una morale diversa dalla mia.
Per te la morale è qualcosa al di fuori dell’individuo, per me no.


La morale piu' alta, invece, e' un altra: e' la morale moderna del consumismo. A noi sembra di esserne fuori ma cosi' non e'...pensaci.

La morale del consumismo? Che vuol dire? :?

Ci sto pensando da quando ho iniziato a cercare di capirti, solo che se non la penso come te, difficilmente riuscirò a pensarci al tuo stesso modo.


Vuoi un esempio? prendi i G8 I G12, I G14 e i G vattelapesca: sostituisci ai malati di cui a volte parlano ( pianeta, acqua, fame, ecc.ecc.) e mettici le multinazionali, il potere economico, bancario, finanziario...Ma sai che se l'ecologia, ad esempio, fosse stata trattata come il sistema bancario ultimamente, era gia' un ex problema? Probabilmente da 20 anni?
Quello che voglio dire e' questo: sei libera nella tua morale fino a un certo punto. Diciamo che sei libera, che siamo liberi, nel contare i punti, mentre gli altri giocano la partita.

Il tuo esempio non prova nulla. Non dimostra che la morale sia una sola. Anzi qui mi dai ragione. Ognuno ha la sua e si scontra con quella degli altri.

Io sono libera completamente nella mia morale, ma non sono libera di esercitarla come voglio. È diverso da quello che hai detto.

Concludo dicendo che fino ad ora non ho letto nulla che abbia a che fare con la domanda espressa da questo 3D. Qui si sta parlando di massificazione, di omologazione della massa, di globalizzazione. Bene. Ti rispondo in questo modo.

Un individuo non/aderisce ad un’idea, non/entra nella massa perché ha scelto di farlo. Si muove al suo interno o fuori da essa per volere della sua morale. La morale è per me il “modo”, l'esercizio della scelta di essere di un individuo non il mezzo degli altri per farlo “essere”.
 
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