Baldassarre Embriaco
Sud e magia
Diano al Sud la canna da pesca di Lino patruno
Non si tratti il Sud co*me un Burundi qual*siasi, con tutto il rispetto. Si dice che ai Paesi del Terzo Mondo si dà il pesce e non la canna da pesca con la quale potrebbero imparare a fare da sé. Ma se gli dessero la canna da pesca non li avrebbero più in pugno. Questo avviene ora col credito d’imposta per le aziende che al Sud assumono a tempo indeterminato: 300 euro in meno di tasse mensili a la*voratore. Uno dice: buono. Oc*correrebbe però capire per quan*to tempo uno Stato pieno di de*biti possa rinunciare a quei 300 euro mensili. Quando non potrà consentirselo più, che succede*rà? Il Sud sarà punto e daccapo.
Premessa: 300 euro sono 300 euro. E’ come se in un anno l’azienda pagasse il lavoratore a metà. Ma è dubbio che a una azienda meridionale basti que*sto per assumere.
Ed è ancora più dubbio che un’azienda di fuori scenda al Sud attratta solo da questa. Del resto, il credito d’imposta è un solito noto al Sud, non è mica la prima volta. Quanti passi in avanti ha fatto fare al Sud nella riduzione del divario col Nord? Zero, anzi meno. Il Sud ha continuato a perderci. E a prendersi anche gli insulti di Bossi e compagnia: meridionali parassiti e inetti. 0 topi da derattizzare, come dice il suo compare Calderoli.
Da riconoscere però l’onestà dell’intento: siccome al Sud costa di più produrre, troviamo il modo per ridurre quel costo. Ma serve a poco se poi l’imprenditore-kamikaze continua a metterci due anni per l’allacciamento della luce, poco meno per l’acqua, all’incirca tanto per la fogna. E se poi al Sud c’e il triplo delle interruzioni per la stessa acqua e per la luce. E se occorre il triplo del tempo per ottenere tutte le autoriz*zazioni (trenta per una sola pizzeria). E se le banche non si fidano e non vogliono rischiare un euro, se i treni per le merci non hanno l’alta velocità, anzi al Sud ci sono ora mille chilometri in meno di ferrovie rispetto al 1938 (letto bene: 1938).
Ma col Sud hanno fatto sempre cosi, dice niente la Cassa per il Mezzogiorno? Tanti soldi, anzi non tanto visto che per avviare l’unificazione delle due Germanie hanno speso cinquanta volte di più. Ma soldi per fargli comprare i prodotti del Nord, non per farlo produrre da se. Anzi, quando si è chiesto di favorire le piccole e medie im*prese al Sud, qualcuno da lassù del Nord ha detto stop: non vorremo crearci la -concorrenza in casa. Cosi al Sud hanno dato le Italsider (oggi Ilva di Taranto), i petrol*chimici (Brindisi e Manfredonia), le raf*finerie che non volevano più loro: molti capitali e molto meno lavoro, molto inqui*namento. E’ rimasta solo I’llva, gli altri sono ruderi. E il Sud sta ancora più indietro di prima.
La canna da pesca con la quale il Sud potrebbe finalmente svilupparsi quanto può è il capitale sociale. Infrastrutture (stra*de, porti, aeroporti). Servizi (scuola, uni*versità, formazione). Lotta alla criminalità. Burocrazia che favorisca e non impedisca. Ma se si dice strade non si dice la statale a singhiozzo fra Bari e la Murgia, non si dice quella dei trulli che da decenni attende l’allargamento, non si dice la jonica che divide Puglia, Basilicata e Calabria invece di unirle, gli dovesse venire in testa di fare qualcosa insieme. E se si dice Salerno-Reg*gio Calabria, non si dice lavori infiniti per*che ora i soldi ci sono ora no, tranne dare la colpa a chi? Ai calabresi, soliti meridio*nali.
Se si dice inoltre lotta alla criminalità, non si dice solo pur benvenuti colpi da feste comandate contro i trenta più ricercati, ma Stato presente tutti i giorni dove è invece presente la malavita. E se si dice ospedali non si dice attrezzature arretrate rispetto al Nord altrimenti i meridionali non van-no più a ricoverarsi li con tanto di esbor*so che manda in deficit le loro regioni. E se si dice strade senza monnezza non si dice termovalorizzatori non a regola d’arte affidati a imprese del Nord in Campania e che impediscono la raccolta differenziata. Non si dice camorra impunita nel riempire le discariche di rifiuti pericolosi provenienti clandestinamente dal Nord. Colpe ribaltate che dan*no l’ardire al leghista Borghezio di de*finire Napoli una piaga da eliminare dal mondo civile. Lui invece deve restarci.
Finche il Sud avrà oltre il trenta per cento in meno di capitale sociale, cioè di canne da pesca, i crediti di imposta saranno come itermometri rotti per non vedere la febbre. Lo sviluppo non si crea né per decreto né per conferenze stampa. Non si crea a corrente alternata. Lo devono capire anche quei meridionali che preferiscono l’assistenza più che un cantiere che si apre (e non duri tutta una vita). Lo devono capire quei meridionali più vicini al potere che alla loro gente. Vedano i giovani del Sud senza lavoro e soprattutto senza più fiducia e si vergognino come se fossero loro figli.
Indignados
Non si tratti il Sud co*me un Burundi qual*siasi, con tutto il rispetto. Si dice che ai Paesi del Terzo Mondo si dà il pesce e non la canna da pesca con la quale potrebbero imparare a fare da sé. Ma se gli dessero la canna da pesca non li avrebbero più in pugno. Questo avviene ora col credito d’imposta per le aziende che al Sud assumono a tempo indeterminato: 300 euro in meno di tasse mensili a la*voratore. Uno dice: buono. Oc*correrebbe però capire per quan*to tempo uno Stato pieno di de*biti possa rinunciare a quei 300 euro mensili. Quando non potrà consentirselo più, che succede*rà? Il Sud sarà punto e daccapo.
Premessa: 300 euro sono 300 euro. E’ come se in un anno l’azienda pagasse il lavoratore a metà. Ma è dubbio che a una azienda meridionale basti que*sto per assumere.
Ed è ancora più dubbio che un’azienda di fuori scenda al Sud attratta solo da questa. Del resto, il credito d’imposta è un solito noto al Sud, non è mica la prima volta. Quanti passi in avanti ha fatto fare al Sud nella riduzione del divario col Nord? Zero, anzi meno. Il Sud ha continuato a perderci. E a prendersi anche gli insulti di Bossi e compagnia: meridionali parassiti e inetti. 0 topi da derattizzare, come dice il suo compare Calderoli.
Da riconoscere però l’onestà dell’intento: siccome al Sud costa di più produrre, troviamo il modo per ridurre quel costo. Ma serve a poco se poi l’imprenditore-kamikaze continua a metterci due anni per l’allacciamento della luce, poco meno per l’acqua, all’incirca tanto per la fogna. E se poi al Sud c’e il triplo delle interruzioni per la stessa acqua e per la luce. E se occorre il triplo del tempo per ottenere tutte le autoriz*zazioni (trenta per una sola pizzeria). E se le banche non si fidano e non vogliono rischiare un euro, se i treni per le merci non hanno l’alta velocità, anzi al Sud ci sono ora mille chilometri in meno di ferrovie rispetto al 1938 (letto bene: 1938).
Ma col Sud hanno fatto sempre cosi, dice niente la Cassa per il Mezzogiorno? Tanti soldi, anzi non tanto visto che per avviare l’unificazione delle due Germanie hanno speso cinquanta volte di più. Ma soldi per fargli comprare i prodotti del Nord, non per farlo produrre da se. Anzi, quando si è chiesto di favorire le piccole e medie im*prese al Sud, qualcuno da lassù del Nord ha detto stop: non vorremo crearci la -concorrenza in casa. Cosi al Sud hanno dato le Italsider (oggi Ilva di Taranto), i petrol*chimici (Brindisi e Manfredonia), le raf*finerie che non volevano più loro: molti capitali e molto meno lavoro, molto inqui*namento. E’ rimasta solo I’llva, gli altri sono ruderi. E il Sud sta ancora più indietro di prima.
La canna da pesca con la quale il Sud potrebbe finalmente svilupparsi quanto può è il capitale sociale. Infrastrutture (stra*de, porti, aeroporti). Servizi (scuola, uni*versità, formazione). Lotta alla criminalità. Burocrazia che favorisca e non impedisca. Ma se si dice strade non si dice la statale a singhiozzo fra Bari e la Murgia, non si dice quella dei trulli che da decenni attende l’allargamento, non si dice la jonica che divide Puglia, Basilicata e Calabria invece di unirle, gli dovesse venire in testa di fare qualcosa insieme. E se si dice Salerno-Reg*gio Calabria, non si dice lavori infiniti per*che ora i soldi ci sono ora no, tranne dare la colpa a chi? Ai calabresi, soliti meridio*nali.
Se si dice inoltre lotta alla criminalità, non si dice solo pur benvenuti colpi da feste comandate contro i trenta più ricercati, ma Stato presente tutti i giorni dove è invece presente la malavita. E se si dice ospedali non si dice attrezzature arretrate rispetto al Nord altrimenti i meridionali non van-no più a ricoverarsi li con tanto di esbor*so che manda in deficit le loro regioni. E se si dice strade senza monnezza non si dice termovalorizzatori non a regola d’arte affidati a imprese del Nord in Campania e che impediscono la raccolta differenziata. Non si dice camorra impunita nel riempire le discariche di rifiuti pericolosi provenienti clandestinamente dal Nord. Colpe ribaltate che dan*no l’ardire al leghista Borghezio di de*finire Napoli una piaga da eliminare dal mondo civile. Lui invece deve restarci.
Finche il Sud avrà oltre il trenta per cento in meno di capitale sociale, cioè di canne da pesca, i crediti di imposta saranno come itermometri rotti per non vedere la febbre. Lo sviluppo non si crea né per decreto né per conferenze stampa. Non si crea a corrente alternata. Lo devono capire anche quei meridionali che preferiscono l’assistenza più che un cantiere che si apre (e non duri tutta una vita). Lo devono capire quei meridionali più vicini al potere che alla loro gente. Vedano i giovani del Sud senza lavoro e soprattutto senza più fiducia e si vergognino come se fossero loro figli.
Indignados