Palmaria
Summer Member
In una città qualunque, di un paese qualunque, un guidatore sta fermo al semaforo in attesa del verde quando si accorge di perdere la vista. All'inizio pensa si tratti di un disturbo passeggero, ma non è cosi. Gli viene diagnosticata una cecità dovuta a una malattia sconosciuta: un "mal bianco" che avvolge la sua vittima in un candore luminoso, simile a un mare di latte. Non si tratta di un caso isolato: è l'inizio di un'epidemia che colpisce progressivamente tutta la città, e l'intero paese. I ciechi, rinchiusi in un ex manicomio e costretti a vivere nel più totale abbrutimento da chi non è stato ancora contagiato, "scoprono - come ha scritto Cesare Segre - su se stessi e in se stessi, la repressione sanguinosa e l'ipocrisia del potere, la sopraffazione, il ricatto e, peggio, l'indifferenza".
Ho trovato questo libro uno splendido condensato dei sentimenti di cui può essere capace l'animo umano: malvagità, egoismo, terrore, ma anche generosità e speranza, dinanzi ad un fatto che rappresenta uno dei maggiori incubi ipotizzabili, ossia l'inspiegabile diffondersi di una cecità bianca all'interno di un intero Paese. Dopo averlo già apprezzato in "Le intermittenze della morte", posso dire che Saramago è davvero magistrale nel mettere a nudo le reazioni degli uomini di fronte alla concretizzazione delle loro più ancestrali paure, vuoi la morte, vuoi, appunto, la cecità.
Anche se, in fondo al tunnel, sembra poter esserci sempre posto per la speranza!
Da leggere!
Ho trovato questo libro uno splendido condensato dei sentimenti di cui può essere capace l'animo umano: malvagità, egoismo, terrore, ma anche generosità e speranza, dinanzi ad un fatto che rappresenta uno dei maggiori incubi ipotizzabili, ossia l'inspiegabile diffondersi di una cecità bianca all'interno di un intero Paese. Dopo averlo già apprezzato in "Le intermittenze della morte", posso dire che Saramago è davvero magistrale nel mettere a nudo le reazioni degli uomini di fronte alla concretizzazione delle loro più ancestrali paure, vuoi la morte, vuoi, appunto, la cecità.
Anche se, in fondo al tunnel, sembra poter esserci sempre posto per la speranza!
Da leggere!
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