Saramago, Josè - Cecità

Felixx

New member
Cecità è certamente uno dei libri più profondi e angoscianti che ho letto ultimamente.
E' ambientato in un luogo indefinito e con tutti i protagonisti raccontati senza mai rivelarne il nome.
Il significato di questo romanzo è che tutti noi siamo immersi nella cecità della ragione e dello spirito, solo poche persone eccezionali in situazioni al limite sanno ritrovare la luce e ridare la speranza.
Lo scrittore sa scandagliare in profondità l'animo umano, capace di raggiungere abissi di orrore e violenza ma anche di ritrovare la solidarietà, l'amore, il rispetto, la tenerezza.
Le pagine relative, soprattutto alla lotta per la sopravvivenza mi hanno trasmesso un' emozione davvero profonda.
Che dire, immenso Saramago:mrgreen:
 

Biblio50

New member
Ho concluso la lettura di questo libro che reputo veramente bello. Concordo con tanti giudizi positivi già espressi. Nonostante le situazioni tragiche e le azioni disumane rimane pero' sempre viva la speranza. Tra tante aberrazioni, un piccolo gruppo riesce a tener alta la speranza. L'uomo vecchio con la benda esprime saggezza, la ragazza dagli occhiali scuri che, nonostante il passato, si prende cura del ragazzino dagli occhi strabici,il medico degli occhi carico di consigli......Un gruppetto di 7 persone che, forse perchè già aveva un certo rapporto particolare coi propri occhi, viene guidato dalla speranza (la moglie vedente del medico). Bellissima la scena ed il messaggio che scaturisce dalla visita nella chiesa in cui il crocefisso, le statue e le pitture dei vari santi si ritrovano con gli occhi bendati. Bello anche l'intercalare dei vari modi di dire, che spesso compaiono tra le righe, per lasciarci tirare un po' il fiato. Tra questi:"star ad aspettare le scarpe del morto", "serba cio' che non serve e trova cio' che è necessario" per non dimenticare il "non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere"......)
Veramente bello.
 

pigreco

Mathematician Member
Cari amici, Saramago ci ha appena abbandonato, nella sua casa alle isole Canarie. Ho avuto la fortuna di assistere appena 6 mesi fa ad una sua conferenza tenuta a Milano.

Come tutti i grandi della letteraura ci lascia come eredità i suoi libri. I grandi autori non muoiono mai. Era convinto (o almeno diceva di esserlo...) che dopo questa vita non avrebbe trovato nulla dall'altra parte. Io sono invece convinto che troverà una bellissima e inaspettata sorpresa.

Spero che in molti del forum vorranno lasciare un ricordo o un pensiero. Io l'ho voluto fare nel post dedicato al suo libro forse più famoso.
 

sergio Rufo

New member
c'ero anch'io pigreco alla conferenza al Teatro Parenti.

Propio cinque minuti fa al cellulare ho detto a Julia: che fortuna averlo visto e sentito almeno una volta nella vita.

Con Saramago muore uno degli ultimi veri scrittori almeno per come li intendo io.
L'arte di ranccontare una storia.
 

elena

aunt member
c'ero anch'io pigreco alla conferenza al Teatro Parenti.

Propio cinque minuti fa al cellulare ho detto a Julia: che fortuna averlo visto e sentito almeno una volta nella vita.

Con Saramago muore uno degli ultimi veri scrittori almeno per come li intendo io.
L'arte di ranccontare una storia.

Quanto mi dispiace non poter dire "c'ero anche io"........il rammarico per non averlo visto e sentito almeno una volta nella vita.......
in ogni caso un intellettuale al suo livello rimarrà vivo nella memoria di tutti grazie alle grandi opere che ha lasciato.
 

isola74

Lonely member
L'ho conosciuto tramite i suoi libri qualche anno fa, ma è grazie al forum che ho letto e apprezzato le sue opere migliori...grazie a lui per averle scritte e a voi per avermele consigliate.
 

lillo

Remember
E'un giorno triste, perchè muore un grande testimone del nostro tempo, un grande scrittore che ha saputo mostrare quanto sottile sia velo di cviltà che copre l'uomo.
 

El_tipo

Surrealistic member
E'un giorno triste, perchè muore un grande testimone del nostro tempo, un grande scrittore che ha saputo mostrare quanto sottile sia velo di cviltà che copre l'uomo.

sebbene cecità sia stato l'apice della sua carriera letteraria, non per altro è stato libro che gli è valso il premo nobel, saramago non aveva ancora raggiunto il culmine della sua arte perchè, nonostante l'età, attraversava un periodo di alacre produzione letteria, e non solo, di analisi lucida della realtà. Quello che ci lascia è però tesoro inestimabile, di poesia, di ragionamento critico, e di esempio di vita.
 
Sono profondamente addolorata per la sua morte; leggerlo sapendolo vivo mi dava la speranza di rileggerlo attendendo nuove storie.
E' arrivata l'ora delle riletture e io sono egoisticamente affranta.
 

Dory

Reef Member
Quando l'ho saputo non ci volevo credere, mi dispiace davvero moltissimo.
Era uno dei pochi scrittori contemporanei con cui mi avrebbe fatto piacere parlare, avrei voluto chiedergli tante cose... forse lo farò continuando a leggere i suoi libri...
 

sergio Rufo

New member
leggendo di alcuni articoli sulla morte di Saramago sovviene all'attenzione di come , in alcuni casi, non lo si e' capito a fondo.
Tutti li' a dire del suo bellissimo linguaggio.
Ma come? proprio a Saramago un'eresia simile? la forma poco contava per lui e basta ricordare il suo modo di scrivere.
Uno dei pochissimi al mondo che mai e' sceso al livello di manierismo della parola; anzi, fece di piu'.
Aboli' punteggiatura, virgole e punti, controvirgole e a capo.
Avvicino' sempre di piu' la sua scrittura all'ossrvazione diretta ovvero l'immedesimazione tra colui che racconta, coloro che sono raccontati, ed infine coloro che leggono.
Saramago, immanente, capi' che tutto il manierismo a poco serviva....e che la vera " eleganza " dello scrivere e' l'annullamento della differenza tra la parola che racconta e il raccontato stesso.
Come in " presa" reale.
 

amneris

New member
Romanzo crudo e doloroso, ma immenso. Non di facile lettura per le due prime caratteristiche citate, ma ne vale davvero la pena. Una metafora della cecità dell'umanità tutta, senza eccezioni, tranne una, unica e preziosa. Bellissimo!
 

skitty

Cat Member
“Se puoi vedere, guarda. Se puoi guardare, osserva.”

Sono stata attratta, e poi coinvolta, e poi centrifugata in una lettura tutta d'un fiato in due giorni... In molti momenti mi sembrava di soffrire fisicamente ed emotivamente in modo quasi reale, insieme a questi esseri umani che sono stati privati dapprima della vista, e poi, in un crescendo di malvagità, di sopraffazioni ed ingiustizie, anche della loro umanità.

“Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono”.

Non ci sono personaggi ed eroi ben definiti: l'autore sceglie addirittura di non assegnare nessun nome, eppure si riesce sempre a capire di chi parla... Ciascuna persona non ha solo caratteristiche “buone” o solo “cattive”. Gli eventi terribili che dovranno affrontare, rivelano di volta in volta lati diversi del carattere e dei comportamenti. In generale viene dipinta in una situazione surreale, la realissima malvagità dell'essere umano nel momento in cui la sopravvivenza viene messa in pericolo. Al tempo stesso, continui segni di altruismo, di riflessione sulla giustizia, di speranza e amore.

“Abbiamo tutti i nostri momenti di debolezza, per fortuna siamo ancora capaci di piangere, il pianto spesse volte è una salvezza, ci sono circostanze in cui moriremmo se non piangessimo.”

“Probabilmente solo in un mondo di ciechi le cose saranno ciò che veramente sono.... Anche le persone, non ci sarà nessuno a vederle”.

Lo stile di scrittura, un flusso continuo di parole, mi ha davvero catturata, portando il contatto diretto con la fluidità degli eventi narrati. Il linguaggio è spesso molto crudo e realistico.
“...perché gli occhi, gli occhi propriamente detti, non hanno alcuna espressione, neanche se li hanno strappati, sono due biglie che restano lì inerti, sono le palpebre, le ciglia , e anche le sopracciglia che devono farsi carico delle diverse eloquenze e retoriche visive, la fama però ce l'hanno gli occhi”.

Moltissime le immagini indimenticabili: oltre alla figura della moglie del medico, anche i dipinti e le statue con gli occhi coperti (se i ciechi non potevano guardare le opere d'arte, allora che neanche le immagini guardassero i ciechi), e il cane che leccava le lacrime.

Voto: 5/5 senza pensarci!
 

skitty

Cat Member
Una piccola riflessione scaturita da un banalissimo contrattempo di oggi...
Sono andata a fare delle analisi, e non è la prima volta che noto il manicomio totale nel momento di prendere il numero, scavalcare le persone davanti, magari insultarle... mi sono passate davanti una decina di persone, perché mi sono fermata ad aiutare una ragazza con passeggino e due bimbi, travolta dalla folla impazzita... il tutto per cosa? Per "arrivare prima"...
Ecco, mentre osservavo queste scene, mi è tornato in mente "Cecità" terminato da pochi giorni. Non è affatto inverosimile che in caso di una simile calamità ci ammazzeremmo tutti a vicenda, visto che solo per fare un prelievo prima di un altra persona siamo in grado di dimenticare la civiltà... Inquietante.
 

brù

New member
Una piccola riflessione scaturita da un banalissimo contrattempo di oggi...
Sono andata a fare delle analisi, e non è la prima volta che noto il manicomio totale nel momento di prendere il numero, scavalcare le persone davanti, magari insultarle... mi sono passate davanti una decina di persone, perché mi sono fermata ad aiutare una ragazza con passeggino e due bimbi, travolta dalla folla impazzita... il tutto per cosa? Per "arrivare prima"...
Ecco, mentre osservavo queste scene, mi è tornato in mente "Cecità" terminato da pochi giorni. Non è affatto inverosimile che in caso di una simile calamità ci ammazzeremmo tutti a vicenda, visto che solo per fare un prelievo prima di un altra persona siamo in grado di dimenticare la civiltà... Inquietante.


Che tristezza skitty....e pensare che sono sempre più frequenti questi atteggiamenti.

L'ho finito da un paio di giorni.
Libro CRUDO e inquietante per la descrizione di alcuni aspetti dell'uomo/animale che si trova a vivere una disperazione tale da dover annientare i suoi simili per sopravvivere.
Probabilmente è uno di quei libri che rimarrà impresso nella mia memoria con le stesse modalità di 1984 (letto più di 20 anni fa): fantascientifico ma angosciosamente realistico!
Molto bello...anche se ha suscitato una forma di sofferenza, mi è piaciuto molto.
Leggerò sicuramente altro di Saramago seguendo ancora i vostri consigli.
Ciao
 

skitty

Cat Member
Che tristezza skitty....e pensare che sono sempre più frequenti questi atteggiamenti.

L'ho finito da un paio di giorni.
Libro CRUDO e inquietante per la descrizione di alcuni aspetti dell'uomo/animale che si trova a vivere una disperazione tale da dover annientare i suoi simili per sopravvivere.
Probabilmente è uno di quei libri che rimarrà impresso nella mia memoria con le stesse modalità di 1984 (letto più di 20 anni fa): fantascientifico ma angosciosamente realistico!
Molto bello...anche se ha suscitato una forma di sofferenza, mi è piaciuto molto.
Leggerò sicuramente altro di Saramago seguendo ancora i vostri consigli.
Ciao

Concordo, anche io ho provato sofferenza leggendolo... E penso che non dimenticherò facilmente le emozioni suscitate e le forti immagini evocate.
Io pensavo di proseguire con Saggio sulla lucidità prossimamente. :)
 
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