La Sàtira, la Censùra e il Diritto di Difesa...

asiul

New member
Mi sembra che in pratica la discussione sia scivolata su un unico esempio di satira (secondo alcuni) o non-satira (secondo altri) che ha diviso le opinioni. Da qui se ne deduce che non sia poi cosi' facile stabilire quali siano i suoi confini e, secondo me, se ne deduce anche che nonostante l'auspicio di darida....la satira, di fatto, e' sempre un po' schierata, suvvia, non ci nascondiamo dietro un dito.

Se definire quindi il concetto di satira mi risulta difficile, ho invece ben chiare le mie opinioni su censura e diritto di difesa.
La prima e' un puro divieto alla liberta di espressione da aborrire sempre e comunque.
Per quanto il riguarda il diritto alla difesa mi sembra abbia senso solo se esercitato con altra satira.

Sì!La satira è sempre schierata con una propria idea.

Il sottolineato lo quoto pienamente.
 

Zefiro

da sudovest
Mi sembra che in pratica la discussione sia scivolata su un unico esempio di satira (secondo alcuni) o non-satira (secondo altri) che ha diviso le opinioni. Da qui se ne deduce che non sia poi cosi' facile stabilire quali siano i suoi confini e, secondo me, se ne deduce anche che nonostante l'auspicio di darida....la satira, di fatto, e' sempre un po' schierata, suvvia, non ci nascondiamo dietro un dito.

Se definire quindi il concetto di satira mi risulta difficile, ho invece ben chiare le mie opinioni su censura e diritto di difesa.
La prima e' un puro divieto alla liberta di espressione da aborrire sempre e comunque.
Per quanto il riguarda il diritto alla difesa mi sembra abbia senso solo se esercitato con altra satira.

Credo di non poter convenire, non con l'intero post che ritengo essere in generale di buon senso, ma specificamente con la parte sottolineata in grassetto.
Presuppone infatti che la persona oggetto di satira, al limite magari sotto attacco, sia in grado o abbia voglia - per carattere, indole o mestiere, nonchè per oggetto, tipologia o toni dell'attenzione ricevuta - di fare satira a sua volta il che non è detto, nè, lasciatemi dire, richiesto.
Non per nulla talvolta volano le querele ed in tal caso è il giudice a decidere se di satira si tratta o se ci sono gli estremi dell'offesa o della calunnia o della diffamazione.

Più in generale, ritenendo inaccettabile che chichessia venga a sindacare sulla mia personale sensibilità, me ne guardo quindi bene dal farlo io su quella altrui. Ciò che può esser divertente per me, può risultare mortalmente offensivo, quando non lesivo, per altri; vai a sapere, il mondo è vario.
Anche se, ma questa è una mia personale opinione, il buon senso ed il rispetto da un lato, ironia ed autoironia dall'altro, potrebbero aiutare parecchio.

In ogni caso, ma qui vado sulla mia specifica indole personale, non mi sentirei mai di pretendere da altri ciò che io non faccio a mia volta. Se vengo attaccato, e se ritengo di esser stato offeso (la sottilineatura non è a caso, mi sto riferendo a cose serie ovviamente e ravvisando l'intenzionalità o la reiterata disattenzione grave) reagisco come so: con molta cattiveria, colpendo durissimamente, a freddo, e per fare il massimo del male possibile. Non è forse il lato più gradevole di me, ammesso che di gradevoli ve ne siano, ma tant'è.

Questo a dire che la censura è inammissibile sempre ed in ogni caso, questo va da sè e non c'è, almeno per parte mia, nemmeno da cominciare a discutere. E quando si comincia a dire "si, però", magari non è nulla ma non si sa mai come va a finire. La storia ci insegna tipicamente molto, ma molto male per la libertà di pensiero e d'espressione.
Il che non esime nessuno dall'assumersi la responsabilità e dal doversi far carico delle conseguenze di quel che fa e che dice.
Liberi di colpire quindi, ci mancherebbe, senza stupirsi e stracciarsi le vesti o tantomeno censurare se la persona colpita reagisce e si difende, secondo legge, come crede e come sa.
 
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Pungitopo

Far Far Away Member
Forse nel mio post precedente sono stato frettoloso e davo per scontate alcune cose.
Meglio quindi chiarire.

Per come la vedo io la satira (idealmente) dovrebbe essere una presa in giro, una parodia, un mettere a nudo le magagne, i difetti, le ipocrisie e le menzogne di chi detiene un certo potere, sia esso politico, culturale, economico ecc.
Prendere in castagna e cercare di mettere in difficolta’ chi ha una posizione privilegiata nella societa’ e un ruolo dominante, e di conseguenza certe responsabilita’. Non si fa certo contro il povero cristo che si alza tutte le mattine per andare a lavorare, mantiene la famiglia, paga l’affitto di casa ecc.

Secondo me quindi la satira riesce ed e’ ben fatta proprio quando, facendo ridere, scopre i difetti e le contraddizioni del soggetto in questione senza ricorrere all’offesa e alla diffamazione. E’ proprio li’ il difficile e il bello al tempo stesso.
La satira non dice a qualcuno : « tu sei un c….one » bensi' fa sorgere nel pubblico la stessa idea (che il tipo sia effettivamente un c...one) attraverso la comicita’, il teatro, la commedia senza offese esplicite. E’ per questo che sostenevo che il diritto alla difesa ha piu’ senso se esercitato con le stesse modalita’ della satira.
Come dici tu Zef e’ anche vero che non tutti hanno la capacita’ e la voglia di controbattere alla satira che li ha colpiti con altra satira. Pero’ almeno con ironia si’, altrimenti se ad ogni sberleffo si reagisce con una denuncia ci si avvicina pericolosamente alla censura.
 

Zefiro

da sudovest
Forse nel mio post precedente sono (....)
almeno con ironia si’, altrimenti se ad ogni sberleffo si reagisce con una denuncia ci si avvicina pericolosamente alla censura.

Si avevo capito il senso di quanto scritto in precedenza, ed infatti anche in questo caso convengo praticamente in toto, parola per parola, tranne che per uno specifico aspetto.

Convengo sulla prima parte, che oltretutto ha fondamento giuridico (la satira per esser tale deve colpire la dimensione pubblica, non necessariamente di un potente, semplicemente pubblico, il diritto di satira è ben più ampio e non limitato alle sole persone di potere) sia su quale siano le finalità vuoi politiche, vuoi informative, vuoi di valenza democratica, vuoi artistiche della satira, nonchè su quali siano le modalità espressive (almeno idealmente, come osservato) della satira stessa, e, infine sul fatto che l’ironia, anche da parte di chi ne è oggetto gioca anch’essa un ruolo fondamentale.
Tutto ciò è peraltro qui in Italia regolato da leggi che hanno la loro fonte direttamente nella nostra Costituzione.

Venendo al resto, come al solito, quando con pacatezza ci si mette a discutere in modo aperto nel merito delle questioni ci si capisce molto meglio e ben spesso si scopre anche d’ esser d’accordo, cosa magari non chiarissima a priori. O, per lo meno, si riesce a metter meglio a fuoco e delimitare dov’è che sta il disaccordo o quanto meno la diversa sensibilità sul punto specifico.

Nel caso di specie non nell’idea o concezione che si ha di satira, non nella disapprovazione di qualsivoglia forma di censura, bensì (almeno così mi sembra d’aver capito) sulla estensione e/o oppurtunità e/o modalità di esercizio relativamente al diritto di difesa.

A tal proposito resto invece profondamente convinto della mia opinione, per i motivi che ho tentato di esprimere nel mio intervento qui sopra al post #43. Come non ci sono nè debbono esserci limiti, se non quelli di legge, al diritto di satira, non devono esserci limiti, se non quelli di legge, al diritto di difesa.
Esso si configura a mio parere come ampio, il più ampio possibile e senza alcuna restrizione se non, appunto, quelle previste da legge. Resto profondamene convinto altresì che quando si apre bocca o si scrive, in generale, ed a maggior ragione quando si entra in ambiti potenzialmente offensivi e lesivi della persona ci si debbano sempre assumere le proprie responsabilità.

Mi sfugge infine il nesso suggerito nell'intervento citato, per cui reagendo “ad ogni sberleffo con una denuncia” ci si avvicini “pericolosamente” alla censura.
In caso di querela infatti nessuno chiude la bocca ad un altro essendo oltre tutto l’azione ex post, -quando ormai il danno (se c'è) è fatto ed in certa misura tipicamente irreparabile almeno nella sostanza- ma si va davanti ad un giudice.
In tal caso il “poco ironico” soggetto in questione, se oggetto di satira e non di offesa, perderà tutte le cause, pagandone i danni, finchè non gli passa la fantasia di sovrareagire. Oppure il contrario in caso opposto. Come si conviene, grazie al cielo, in un paese democratico e civile.
 
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asiul

New member
Pungitopo: "Per quanto il riguarda il diritto alla difesa mi sembra abbia senso solo se esercitato con altra satira"

Sai?Io questa frase l'ho interpretata in altro modo.

Vediamo se riesco a spiegarmi.:roll:
Quando si è oggetto di satira - e per me per essere satira non deve colpire la sfera personale in modo offensivo - un buon modo per restituire (chiamiamolo così va) il favore è quello di rispondere con altra satira, ove sussistano le capacità per farlo.
Ovvio che la legge possa anzi deve soccorrerci e servirci per difendere la nostra persona, ma in questo caso,quando ciò avviene, secondo me, si può parlare d'assenza di "vera" satira(?).
 

Zefiro

da sudovest
Pungitopo: "Per quanto il riguarda il diritto alla difesa mi sembra abbia senso solo se esercitato con altra satira" Sai?Io questa frase l'ho interpretata in altro modo.
Vediamo se riesco a spiegarmi.:roll:
Quando si è oggetto di satira - e per me per essere satira non deve colpire la sfera personale in modo offensivo - un buon modo per restituire (chiamiamolo così va) il favore è quello di rispondere con altra satira, ove sussistano le capacità per farlo.
Ovvio che la legge possa anzi deve soccorrerci e servirci per difendere la nostra persona, ma in questo caso,quando ciò avviene, secondo me, si può parlare d'assenza di "vera" satira(?).

Non ci piove concordo. Parola per parola virgole incluse.

Con (insisto) una piccola ma non trascurabile precisazione:

(...) ove sussistano le capacità e la voglia di farlo. (...)

Come mi risulta del tutto inaccettabile l'idea di porre limiti (se non di legge) al diritto di satira, mi risulta altrettanto e del tutto inaccetabile porre limiti (se non di legge) al diritto di difesa.
 
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asiul

New member
Non ci piove concordo. Parola per parola virgole incluse.

Con (insisto) una piccola ma non trascurabile precisazione:

(...) ove sussistano le capacità e la voglia di farlo. (...)

Come mi risulta del tutto inaccettabile l'idea di porre limiti (se non di legge) al diritto di satira, mi risulta altrettanto e del tutto inneccetabile porre limiti (se non di legge) al diritto di difesa.

Of course! Chi non ha voglia delle capacità non sa cosa farsene... :)
 

Pungitopo

Far Far Away Member
Non ci piove concordo. Parola per parola virgole incluse.

Con (insisto) una piccola ma non trascurabile precisazione:

(...) ove sussistano le capacità e la voglia di farlo. (...)

Come mi risulta del tutto inaccettabile l'idea di porre limiti (se non di legge) al diritto di satira, mi risulta altrettanto e del tutto inaccetabile porre limiti (se non di legge) al diritto di difesa.

Si' Zef, e' molto chiaro il tuo punto e in effetti sono d'accordo. Forse con il mio post iniziale si poteva intendere che non volessi accettare una reazione da parte del soggetto che si reputava leso. Quindi il concetto sarebbe: piena liberta' di satira e piena liberta' di difesa.

Insisto pero' anche io su un piccolo punto....anzi ti pongo direttamente una domanda.
Credi che le leggi siano sufficientemente chiare su questo tema, cioe' tali da dirimere sempre le questioni se una certa satira e' sfociata nella diffamazione o chi si appella alla legge puo' sempre e comunque dichiararsi diffamato e rivalersi cosi' su chi ha fatto satira?
 

Zefiro

da sudovest
Si' Zef, e' molto chiaro il tuo punto e in effetti sono d'accordo. Forse con il mio post iniziale si poteva intendere che non volessi accettare una reazione da parte del soggetto che si reputava leso. Quindi il concetto sarebbe: piena liberta' di satira e piena liberta' di difesa.

Insisto pero' anche io su un piccolo punto....anzi ti pongo direttamente una domanda.
Credi che le leggi siano sufficientemente chiare su questo tema, cioe' tali da dirimere sempre le questioni se una certa satira e' sfociata nella diffamazione o chi si appella alla legge puo' sempre e comunque dichiararsi diffamato e rivalersi cosi' su chi ha fatto satira?

Si Pungi, direi che il tuo summary “piena libertà di satira e piena libertà di difesa” è una buona sintesi secondo me.

Tutt’altro discorso, che sposta l’attenzione su altro tema, la questione che poni in merito alla chiarezza ed efficacia della legislazione in materia.

Non sono un giurista e pertanto non in grado di esprimere una opinione qualificata in merito ed in punta di diritto. Forse qualche user meno digiuno in campo giuridico può venirci in soccorso intervenendo in modo più tecnico.

Posso dire cosa penso io in base alla lettura dei testi nonché di quel che quotidianamente si legge su carta ed in rete, o si sente per radio ed in tv, in virtù, si spera, dell’esercizio del buon senso.

Direi che da un punto di vista legislativo, ad occhio e croce in Italia un problema di censura grazie al cielo non esiste. Il diritto di satira è ben saldo e poggia dritto dritto sull’articolo 33 della Costituzione, nonché sugli artt. 9 e 21. Carta costituzionale la nostra, peraltro scritta a valle di un periodo storico in cui libertà d’opinione e di espressione erano state duramente represse. Non una legge qualsiasi pertanto, ma la Costituzione. Quindi difficilmente aggirabile: una modifica costituzionale prevede un iter ben più complesso di un intervento legislativo di caratura inferiore.

A ciò si aggiunga che la pratica interpretativa del tema nei tribunali italiani affronta considerando in modo amplissimo il diritto di satira: praticamente si può dire o scrivere tutto, e lo fa secondo modalità inequivocabilmente a favore di chi la satira la esercita rispetto a chi la satira la subisce.
Il tutto, (fonte del diritto, la Costituzione, la più alta e solida possibile da un lato, e la pratica processuale dall'altro) a buona ragione aggiungerei, ma questa è, ancora una volta, una mia opinione personale: il potere è struttura ben pervasiva e sottile e potente, ben spesso oltre l’immaginabile; che la satira, questo antico mezzo di difesa/offesa nei confronti del potere stesso venga salvaguardato nel modo più pieno ed ampio credo sia una garanzia vitale per tutti. Il minimo direi. Un solo bit in meno ed il potere, che è potente davvero, prevarrebbe senza problema alcuno: ha tutti i mezzi ed i modi per farlo.

Resta poi la valutazione di ognuno in merito al buon gusto ed all’opportunità di taluna satira che, a mio modo di vedere, squalifica in toto ed irreparabilmente non tanto chi la subisce quanto chi ne è autore lasciando ben intendere che razza di persona sia. Ma qui si entra nelle opinioni e nelle sensibilità personali di chi legge come terzo dal di fuori, nonché, come tentavo di spiegare all’inizio di questa discussione, della persona oggetto di satira che reagirà -a buon diritto- come sa, come può, come crede.

Tornando agli aspetti giuridici, non ho trovato in rete gli stralci di testi ed articoli che m'è capitato di leggere in passato e che avevo in mente. Supplisco, per chi fosse interessato, con un link che ho trovato mentre cercavo, che spiega comunque abbastanza bene e comprensibile anche per i non addetti i termini della questione.

http://www.difesadellinformazione.com/57/il-diritto-di-satira/
 
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