Mi sembra che in pratica la discussione sia scivolata su un unico esempio di satira (secondo alcuni) o non-satira (secondo altri) che ha diviso le opinioni. Da qui se ne deduce che non sia poi cosi' facile stabilire quali siano i suoi confini e, secondo me, se ne deduce anche che nonostante l'auspicio di darida....la satira, di fatto, e' sempre un po' schierata, suvvia, non ci nascondiamo dietro un dito.
Se definire quindi il concetto di satira mi risulta difficile, ho invece ben chiare le mie opinioni su censura e diritto di difesa.
La prima e' un puro divieto alla liberta di espressione da aborrire sempre e comunque.
Per quanto il riguarda il diritto alla difesa mi sembra abbia senso solo se esercitato con altra satira.
Credo di non poter convenire, non con l'intero post che ritengo essere in generale di buon senso, ma specificamente con la parte sottolineata in grassetto.
Presuppone infatti che la persona oggetto di satira, al limite magari sotto attacco, sia in grado o abbia voglia - per carattere, indole o mestiere, nonchè per oggetto, tipologia o toni dell'attenzione ricevuta - di fare satira a sua volta il che non è detto, nè, lasciatemi dire, richiesto.
Non per nulla talvolta volano le querele ed in tal caso è il giudice a decidere se di satira si tratta o se ci sono gli estremi dell'offesa o della calunnia o della diffamazione.
Più in generale, ritenendo inaccettabile che chichessia venga a sindacare sulla mia personale sensibilità, me ne guardo quindi bene dal farlo io su quella altrui. Ciò che può esser divertente per me, può risultare mortalmente offensivo, quando non lesivo, per altri; vai a sapere, il mondo è vario.
Anche se, ma questa è una mia personale opinione, il buon senso ed il rispetto da un lato, ironia ed autoironia dall'altro, potrebbero aiutare parecchio.
In ogni caso, ma qui vado sulla mia specifica indole personale, non mi sentirei mai di pretendere da altri ciò che io non faccio a mia volta. Se vengo attaccato,
e se ritengo di esser stato offeso (la sottilineatura non è a caso, mi sto riferendo a cose serie ovviamente e ravvisando l'intenzionalità o la reiterata disattenzione grave) reagisco come so: con molta cattiveria, colpendo durissimamente, a freddo, e per fare il massimo del male possibile. Non è forse il lato più gradevole di me, ammesso che di gradevoli ve ne siano, ma tant'è.
Questo a dire che la censura è inammissibile sempre ed in ogni caso, questo va da sè e non c'è, almeno per parte mia, nemmeno da cominciare a discutere. E quando si comincia a dire "si, però", magari non è nulla ma non si sa mai come va a finire. La storia ci insegna tipicamente molto, ma molto male per la libertà di pensiero e d'espressione.
Il che non esime nessuno dall'assumersi la responsabilità e dal doversi far carico delle conseguenze di quel che fa e che dice.
Liberi di colpire quindi, ci mancherebbe, senza stupirsi e stracciarsi le vesti o tantomeno censurare se la persona colpita reagisce e si difende, secondo legge, come crede e come sa.