Treno, ho con me Cecità, Elogio dell'imbecille e tre giornali. Ne compro al massimo uno, ma mentre ero in fila per pagare "Repubblica", leggo il titolo di un giornale che non compro mai Il Tempo, in prima pagina, titolo principale: "La secessione del Sud", lo compro. L'articolo cita un rapporto Svimez che informa che nel Meridione un giovane su tre (18 -34 anni) è senza lavoro. Bella forza mi dico, ci voleva "Il Tempo" per dirmelo. L'editoriale di tal Giacalone è già più interessante e parla della barzelletta leghista del secessionismo e del pericolo molto più concreto che il Sud vada per i fatti suoi. Tutti gli economisti sono concordi nel ritenere incocepibile che l'Italia sia stata fatta sviluppare solo a metà, e che quello che appare una palla al piede (il Sud) è l'unica vera salvezza dell'Italia. Investire in grandi opere al Sud, ma seriamente e non con le barzellette del Ponte e della Salerno - Reggio Calabria, ma con un'autostrada seria, una statale Jonica che unisca invece di dividere, Alta capacità da Napoli a Bari, treni in Sicilia e nelle zone interne, debellare la criminalità (si dovrebbe partire dal Parlamento lo so, ma dopo Romano ho perso ogni speranza); se si facesse tutto questo, l'Italia (parola di economisti, non mia) crescerebbe molto al di sopra della media europea. Invece no, la manovra in due tempi del Governo va a massacrare le ultime speranze di un Sud sempre più in agonia. Non l'ho letto su Repubblica, ma con mia somma meraviglia, su un giornale "governativo" Il Tempo.
"L’unica ricetta per fa ripartire
il nostro Mezzogiorno, secondo
lo Svimez, è quello di provare a
realizzare «grandi infrastrutture
di trasporti, per colmare i deficit
infrastrutturali dello sviluppo lo-
gistico, potenziando i nodi di
scambio e intermodali e le inizia-
tive di sviluppo produttivo colle-
gate, per sfruttare le potenzialità
del Mezzogiorno nel Mediterra-
neo». Gli investimenti dovrebbe-
ro ammontare a 60,7 miliardi e
oltre ai 18 miliardi già disponibi-
li sarebbero necessari altri 42,3
miliardi, da dedicare al potenzia-
mento dell'Autostrada Salerno-
Reggio Calabria e della Statale
«Jonica», alla realizzazione di
nuove tratte interne alla Sicilia,
all'estensione dell'Alta Capacità
(se non dell'Alta Velocità) nel
tratto ferroviario Salerno-Reggio
Calabria-Palermo-Catania e il
nuovo asse ferroviario Napoli-
Bari, e il Ponte sullo Stretto. Inol-
tre Svimez invita a puntare sulla
produzione di energia da fonti
rinnovabili (già oggi il 98% dell'
energia eolica viene prodotta
nel Mezzogiorno) e sulla geoter-
mia. " da Il Tempo del 28 settembre
Poi leggo Repubblica e mi arriva un altro pugno nello stomaco. Anche in questo caso non era necessario il giornale per farmi scoprire qualcosa che già sapevo e vivo quotidianamente sul tessuto sociale del mio borgo:
"Svimez: tsunami demografico al Sud
Entro 40 anni 2 milioni di giovani in meno”.
Nel Sud la natalità è più bassa
rispetto al resto del Paese e le opportunità
offerte sono poca cosa,
non attirano gli stranieri e
non trattengono i giovani che
dunque decidono di andarsene.
Il risultato è che nei prossimi
venti anni il Meridione perderà
quasi un giovane su quattro, nel
2050 gli under trenta passeranno
dagli attuali 7 milioni a meno di 5
e la quota di ultra 75enni arriverà
al 18,4 per cento (ora è all’8,3).
Eran trecento, eran giovani e forti e sono invecchiati